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Bakis
Salottino
Utente Attivo
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Inserito il - 03/12/2006 : 08:37:13
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Approfittando dell’acquisto fato ieri del cd , stampato nel 1999, di Marino De Rosas, “meridies”,un chitarrista con la c maiuscola, contenente 9 brani strumentali sviluppati in chiave moderna ma sempre nel contesto sardo, da ascoltare misticamente in atesa,sò per certo,del nuovo cd.
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Modificato da - Bakis in Data 06/12/2006 15:57:08
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cedro del Libano
Salottino
Utente Mentor
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Inserito il - 03/12/2006 : 12:05:54
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Interessante. Incomincia. Io ho incominciato da poco ad ascoltare la nostra musica. Cosa posso dire:magnifica.Perché ho incominciato cosi' tardi a valorizzarla?
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Bakis
Salottino
Utente Attivo
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Inserito il - 04/12/2006 : 08:40:49
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Ciao cedro, io sono per il tradizionale,figurati che alcuni solo con i piccaroli (campanacci) hanno fato brani, per non parlare per adesso dei tenores, ultimamente, sarà l’evoluzione e non so quanto logica, sento brani minestrone,voglio dire fatti con batteria e pianole varie sui motivi della nostra tradizione,si riveduti e corretti ma a mio avviso esagerati e di conseguenza da non prendere in considerazione per stare in ambito folk. Dimmi che orientamenti hai che ti do delle dritte in mp3.ciao
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Bakis
Salottino
Utente Attivo
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Inserito il - 04/12/2006 : 09:14:37
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Nella musica sarda è la launedda e la voce a tenore, lo strumento e il mezzo di diffusione sonora nostri e originali,chitarra,fisarmonica,triangolo ect, sono venuti dopo ad integrare una musicalità ora etnica, la poesia in rima, sempre di oralità sonora si tratta è di origine toscana,(credo sia arrivata con i carbonai) non è nostra la sua genitura ma tanto seguito ha avuto che si è radicata nel mondo rurale sardo.
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Ela
Moderatore
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Inserito il - 05/12/2006 : 00:31:45
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Il principale strumento della musica popolare sarda,è costituita dalle <launeddas,sonus de canna o bisonas> Il complesso delle tre canne prende il nome a seconda della tonalità che è nella mente del suonatore,a seconda del timbro triste, allegro ecc. L'uso della "launedda" risale ai tempi più antichi,e forse alla preistoria,certo in forma assai primitiva.Giulio Fara nella sua opera "L'anima della Sardegna" parla delle launeddas come di uno strumento a fiato,a tre canne,polifono ad ancia semplice battente,(una sottile linguetta mobile la cui vibrazione fa suonare gli strumenti)ed a tubi cilindrici.Le tre canne sono di varia grandezza e lunghezza.La prima è lunga 66cm,la seconda 38cm,la terza 35cm.La prima canna è detta tumbula seconda mancosa,la più corta mancosedda.In ciascuna delle tre canne ,all'estremità, è fissato un canello che funge da beccuccio...Nel becco c'è un'ancia detta in sardo linguazza.Così ci sono <i cunzertu>contrappuntu,organu,fiuda ecc.Da questo strumento così primitivo e così caratteristico,sgorga,nelle feste gioiose o nel dolore intenso,la più antica e genuina musica sarda,che dà originalità d'espressione etica ed estetica alla Sardegna.Le canne delle launeddas vengono conservate in un grande astuccio originariamente di cuoio detto <straccasciu>.Oltre l launeddas a tre canne, c'era anche quella a due canne chiamate <bisonas>ed il suonatore <sonador' e bisonas>e quando una persona ha le guance piene o gonfie,le si dice<Portas is trempas che unu sonador'e bisonas>.
C'esti un'isola in su Mediterraniu aundi s'aria fragada de mari,de terra e de mirtu.....esti sa Sardigna......
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Ela
Moderatore
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Inserito il - 06/12/2006 : 00:30:14
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Un altro strumento in uso è "su sulittu e canna" Lo zufolo di canna,che accompagna quasi sempre il nostro pastore nel suo andare,nel suo errare col gregge.Da questo strumento traggono una musica,un suono di tristezza. Questo sulitu sardu è molto usato nel campidano,nella trexenta e nella barbagia: esisteva anche su sulittu fatto con legno di sambuco (spiccu),però generalmente questo sulitti si fa di canna,con un tappo di sughero nell'imboccatura.Il taglio nell'stremità della canna non è perfettamete circolare, ma ovoidale che in trexenta si dice a "bucca de sulittu". Questo sulittu si usava nei tempi antichi per essere suonato ai matrimoni e nel carnevale,quando mancavano le launeddas che era lo strumento classico per la musica popolare sarda.. Secondo alcune consuetudini e tradizioni i suonatori di launeddas e anche de sulittu,fino a pochi anni orsono (parlo sempre degli anni 60) venivano stipendiati annualmente da associazioni dei giovani della zona composta da giovani celibi o "bagadius"Ogni giovane gli doveva corrispondere annualmente ed a fine raccolto "una quarra de trigu" pari al peso di 20 kg e a litri 25...ed il suonatore era obbligato a suonare in tutte le feste religiose "is festas nodias" e tutte le domeniche, all'uscita "de sa missa cantada" affinchè tutti i giovani e le ragazze potessero fare un pò di ballo.:Erano esclusa dal versamento del grano o altro, tutte le ragazze "bagadias" nubili.:però venivafatta una specie di colletta "una sgrica"da parte delle ballerine più giovani. Queste ragazze facevano il cosidetto "s'umballu".Passavano in giro e con tanta grazia,percorrevano tutto il cerchio dei ballerini,con un piatto in mano ed "is baddadoris" i ballerini facevano la loro offerta che consisteva per lo più in "tres arrialis"(5 centesimi) e raramente offrivano "unu soddu" 10 centesimi.L'offerta de s'imballu spingeva il suonatore ad un suono più vivace, ed anche il ballo acquistava maggiore brio,facendo aumentare l'allegria e la spensieratezza dei ballerini e degli spettatori, in una meravigliosa cornice di folklore....
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Bakis
Salottino
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Inserito il - 06/12/2006 : 11:53:30
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Su sulittu ‘e canna - Vi è in un paese della sardegna meridionale, non ricordo quale, un museo degli strumenti a fiato creato e gestito da un prete di una certa età, ma non per questo meno brillante, in cui sono raccolti in anni e anni di ricerca questo tipo di strumenti musicali, detto questo ricordo che dalle nostre parti in occasione delle feste patronali il comitato per i festeggiamenti non mancava mai almeno sino a qualche decennio fà di ingaggiare un duo composto da un pifferaio (su pipiriolaiu) ed un tamburinaio (su tumburinaiu), erano sempre quelli, due ometti di mezza età, i quali aprivano i festeggiamenti suonando in capo alla processione del santo. Quel suono e quel ritmo indimenticabili dove in ogni rione del paese echeggiava, si differenziava tra quello dell’accompagnamento nella processione la mattina e quello come dire pagano dei balli la sera in piazza. Le bande musicali le ho conosciute molto tempo dopo, sono arrivate alla scomparsa di detto duo. Oggi qualcosa di vagamente similare lo si può ascoltare a sassari durante la discesa dei candelieri, suoni provenienti da strumenti moderni però.
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Nuragica
Moderatore
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Inserito il - 06/12/2006 : 12:00:04
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| Messaggio di Bakis
Approfittando dell’acquisto fato ieri del cd , stampato nel 1999, di Marino De Rosas, “meridies”,un chitarrista con la c maiuscola, contenente 9 brani strumentali sviluppati in chiave moderna ma sempre nel contesto sardo, da ascoltare misticamente, colgo l’occasione per fare alla regia un’altra proposta , un link sulla musica e sul folclore sardo.
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Bakis.. questa sezione è dedicata alle tradizioni sarde.. Credo che nel post da te aperto tu, e tutti gli altri interessati possiate inserire una miriade di informazioni..
____________________________________________________________ ... vegno del loco ove tornar disio
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Modificato da - Nuragica in data 06/12/2006 12:01:41 |
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Bakis
Salottino
Utente Attivo
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Inserito il - 06/12/2006 : 15:43:39
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Ritornando alla musica sarda, l’organetto,premettendo che non so suonare niente e non tratto dell’argomento con nessuna cognizione di esperto ma voglio semplicemente parlarne, in questo caso di suonatori come Francesco Bande, Mondo Vercellino e Totore Chessa ,gli altri, di qui non so nulla ed non ho nulla della loro produzione musicale meglio l’includa chi li conosce. “sos ballos de sa costera” Francesco Bande suonava tutto con l’organetto ma il ballo di bultei come lo suonava lui…nessuno solo al figlia Inoria tale e quale il padre e lo dico con cognizione di causa. Mondo Vercellino … a tres sonettes, sula chi sonat, ma bravissimo con il “sonette a bucca” l’armonica a bocca anche lui costerino. Lorenzo Chessa noto Totore, oggi non vi è nessuno nella piazza sarda che possa stargli vicino In quanto a dimestichezza e bravura suonando l'organetto diatonico. Ha acompagnato spesso il gruppo del mio paese, è chiamato “su mastru” di Irgoli, ultimamente ha pubblicato “organitos” contenente balli, si può dire, di tutta la sardegna, baronia,costera,mandrolisai questi alcuni titoli del cd organitos.
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Ela
Moderatore
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Inserito il - 06/12/2006 : 16:06:07
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Altro strumento musicale sardo, però non molto antico,era il cosiddetto "sonettu"o organetto,non ancora chiamato fisarmonica... poteva essere a soffietto oppure a bocca "solett'a bucca" L'organetto a mano,quando era usato dal popolo,era sempre ad una tastiera.,sebbene strumento musicale d'importazione,si suonava molto bene in Sardegna,e si prestava moltissimo, assieme alle "launeddas" e ad altri strumenti musicali sardi, per suonare il ballo sardo, e per il canto dei "muttetus" era lo strumento musicale più adatto.
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Bakis
Salottino
Utente Attivo
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Inserito il - 06/12/2006 : 18:23:58
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Non so se Ela si riferisce all’armonica a bocca che per definizione e antonomasia era il “bravo alpino”nome che la dice lunga sugli assoli montanari di pastori solitari. Non lungo più di 8-9 cm. e alto 3, aveva due file armoniche, cosa si potesse togliere come suono da un congegno simile è difficile a dirsi tanto e bello, è la bravura dell’esperto...
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Ela
Moderatore
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Inserito il - 06/12/2006 : 18:52:41
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Io prendo queste informazioni da un libro molto antico (del 60) che si riferisce ad un periodo ancora più antico...su sonettu era riferito sia a quello che in seguito si sarebbe chiamato fisarmonica, che l'armonica a bocca...(solett'a bucca)
Conoscevi "su sonu de su sicilianu?" Con l'organetto si usava fare "su sonu de su sicilianu",il cosiddetto suono del siciliano,molto in voga nei tempi passati,ed ora andato quasi in disuso (ai giorni d'oggi nemmeno mai conosciuto) perfino nella tradizionale Trexenta.Anche "su sonu de su sicilianu" è purtroppo caduta nel dimenticatoio..una perdita per il folklore sardo. Su sonu de su sicilianu consisteva nell'accompagnare il suono dell'organetto, con un altro strumento semplicissimo,detto dal popolo "Timbalia o sedazzeddu",ed era una specie di tambrello.Il "sedazzeddu"aveva tanti filetti di lana appesi tutto intorno al cerchietto di legno,chiamati "trinittus"perchè al tocco delle dita tintinnavano dolcemente e venivano suonati come in un arpeggio con dei rapidi e lievi passaggi delle dita sotto su sedazzeddu. L'accompagnamento di questo strumento,di cui è ignota l'origine,rendeva il suono dell'organetto più vivace,la musica del ballo "prus froria"più fiorita....
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cedro del Libano
Salottino
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Inserito il - 06/12/2006 : 19:16:05
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certo se ci fossero delle foto si capirebbe di piu' come erano questi antichi strumenti
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Ela
Moderatore
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Inserito il - 06/12/2006 : 19:25:03
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| cedro del Libano ha scritto:
certo se ci fossero delle foto si capirebbe di piu' come erano questi antichi strumenti
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Hai ragione...purtroppo non ho le foto....
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Bakis
Salottino
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Inserito il - 07/12/2006 : 12:30:02
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36,85 KB orotelli
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12,05 KB pipiriolu
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8,97 KB pipiolu
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8,38 KB benas
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28,57 KB launeddas
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Modificato da - Bakis in data 07/12/2006 13:03:22 |
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cedro del Libano
Salottino
Utente Mentor
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Inserito il - 07/12/2006 : 14:37:27
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Belli,ma quanto difficili da suonare. Io almeno non sono mai riuscita a far uscire neanche un piccolo suono.
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