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Discussione |
Aschy
Salottino
Utente Mentor
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Inserito il - 25/06/2010 : 22:21:47
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Dorgali
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c'è ancora molto da fare per valorizzare la Sardegna in tutti i suoi aspetti.. |
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furfuraju
Salottino
Utente Senior
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Inserito il - 25/06/2010 : 22:23:10
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| Aschy ha scritto:
Dorgali
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No.
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Monte Ortobene - Nuoro...
...e, sullo sfondo, Monte Corrasi - Oliena...
...due altri meravigliosi angoli di Sardegna |
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milly73
Salottino
Utente Mentor
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Inserito il - 25/06/2010 : 22:24:13
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olzai
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Pro tue fortuna chi onzi notte t'isplenda sa luna, chi no appa mai dolore, onzi die t'illumine su sole...
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furfuraju
Salottino
Utente Senior
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Inserito il - 25/06/2010 : 22:26:55
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| milly73 ha scritto:
olzai
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No.
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Monte Ortobene - Nuoro...
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gshow
Salottino
Utente Master
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Inserito il - 25/06/2010 : 22:30:43
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Sarule
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furfuraju
Salottino
Utente Senior
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Inserito il - 25/06/2010 : 22:32:47
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No.
Questa è un'immagine della chiesa che avevo messo su Wikimapia:
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Modificato da - furfuraju in data 25/06/2010 22:35:35 |
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Monte Ortobene - Nuoro...
...e, sullo sfondo, Monte Corrasi - Oliena...
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Aschy
Salottino
Utente Mentor
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Inserito il - 25/06/2010 : 22:42:30
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Posada
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furfuraju
Salottino
Utente Senior
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Inserito il - 25/06/2010 : 22:53:26
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Eccolo lì. Giusto!
Ormai stavo per postare (come aiuto) quest'altra foto sempre da Wikimapia:
Ma ne ho un'altra pronta per la...
Scheda:
L'abitato di Posada, centro dell'Alta Baronia, sorge arroccato su una collina calcarea alla cui sommità è situato l'antico Castello della Fava che domina la pianura alluvionale su cui scorre il fiume omonimo. Il pittoresco paese è costituito da due nuclei principali: uno di origine medioevale ed uno di formazione recente vicino allo splendido mare e alle belle spiagge.
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Petru2007
Moderatore
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Inserito il - 25/06/2010 : 23:27:31
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6 punti per Aschy che posta la prossima foto.
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Nuraghe Succuronis
Macomer (Nu)
..un altro meraviglioso angolo di Sardegna |
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Aschy
Salottino
Utente Mentor
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Inserito il - 26/06/2010 : 00:49:37
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Un nuraghe non abbastanza difficile: 1) nome del nuraghe 2) comune di appartenenza
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milly73
Salottino
Utente Mentor
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Inserito il - 26/06/2010 : 01:26:52
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Nuraghe Paddaggiu Leni
Castelsardo
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Verosardo
Salottino
Moderatore
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Inserito il - 26/06/2010 : 08:48:39
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Santu Millanu Nuragus
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Rocce Rosse - Arbatax
Tortolì (Ogliastra)
..un altro meraviglioso angolo di Sardegna
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Aschy
Salottino
Utente Mentor
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Inserito il - 26/06/2010 : 10:30:37
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| Verosardo ha scritto:
Santu Millanu Nuragus
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Lo sai che gli somiglia molto, quando l'ho postato ho pensato che anch'io avrei potuto rispondere in questo modo. Mi dispiace Gianluigi ma non è questo il nuraghe.
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Aschy
Salottino
Utente Mentor
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Inserito il - 26/06/2010 : 10:31:26
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| milly73 ha scritto:
Nuraghe Paddaggiu Leni
Castelsardo
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Abbiamo trovato l'equivalente femminile di Furfuraju! Bravissima! ma li conosci tutti?
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c'è ancora molto da fare per valorizzare la Sardegna in tutti i suoi aspetti.. |
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Aschy
Salottino
Utente Mentor
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Inserito il - 26/06/2010 : 10:35:06
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Nuraghe Paddaggiu (Castelsardo)
Ubicazione: Da Cagliari si percorre la SS131 in direzione di Sassari. Entrati nell’abitato di Sassari, nella zona settentrionale della città si imbocca la SS200 in direzione di Sennori e Sorso. Si superano entrambi gli abitati e all’altezza del km 23,650 si svolta a destra e si imbocca la SP13. Dopo meno di 9 km, poco prima dell’imbocco del tunnel dell’Elefante, si svolta sulla destra in direzione di Castelsardo e Sedini. Si prosegue per poco più di 800 metri e quindi si imbocca sulla sinistra la SS134 per Castelsardo. Dopo 350 metri si svolta a destra e si imbocca la SP90 bis. Percorso circa 1 km si parcheggia l’automobile sul ciglio della strada nella piccola piazzola di sosta sterrata. Per accedere all’area archeologica si apre un rudimentale cancelletto formato da una branda metallica e si procede per circa 40 metri.
Descrizione del sito: Il Paddaggiu (lett. “il pagliaio”, forse a ricordo di un recente riuso del momento a tale scopo) è, a dispetto della sua apparente semplicità, un nuraghe di tipo complesso, costituito dalla torre centrale, da un bastione eon due torri laterali (a ovest e a est), e da un antemurale a nord e nord-est. Della torre Ovest si osserva, affiorante dal terreno per poco più di un metro di altezza, il tratto medio-sommitale, con pochi elementi della camera interna a tholos; della torre est, invece, residuano tracce appena leggibili. La torre centrale, circolare, misura, al livello attuale, m. 11 di diametro esterno, ed è alta attualmente m. 8,50; l’inclinazione delle murature esterne, che si conservano per un massimo di 22 filari di pietre, varia da 9° a 13° circa. L’ingresso, architravato, è volto a sud-est e la sua attuale luce, leggermente trapezia, è di m. 1 x 0,70, a testimonianza del notevole interramento del sito. Sull’architrave d’ingresso vi è il vano di scarico, rettangolare e orizzontale, al di sopra del quale notiamo un ulteriore lastrone. L’ingresso immette in un corridoio, che si allarga subito dopo l’entrata in una sorta di piccolo vestibolo per poi tornare a restringersi prima del vano della scala. E’ coperto a piattabanda, con due lastroni trasversali (oltre all’architrave d’ingresso), più un terzo sull’ingresso della camera, sollevato rispetto agli altri. I lastroni sono forniti di vani discarico, a eccezione dell’ultimo sulla camera. A due metri dall’ingresso notiamo, sulla destra dell’andito, una notevole nicchia (la c.d. garetta di guardia), e sulla sinistra il vano della scala d’andito, che porta alla sommità dell’edificio e che è interamente percorribile ancora oggi. La nicchia di destra, la parte d’andito antistante e il primo tratto del vano della scala, tutti sullo stesso asse, hanno copertura a lastroni trasversali, rispetto a quelli dell’andito d’ingresso, e sollevati di circa m. 1; per cui avviene che il soffitto del corridoio di ingresso si innalzi improvvisamente in corrispondenza del vano della scala, per tornare poi ad abbassarsi all’altezza iniziale. Il vano della scala d’andito, come già detto, è coperto a piattabanda per il primo tratto; quindi, procede regolarmente con copertura ogivale. Da notare che l’ultimo lastrone del tratto coperto a piattabanda è notevolmente ribassato, si da creare notevole pericolo per le persone che vi si trovassero a passare: non è da escludere che si tratti di una sorta di espediente difensivo del tutto intenzionale. Percorsa la residua parte del corridoio di ingresso, oltrepassate nicchia e scala d’andito, si perviene alla camera, di forma circolare e con copertura a tholos, avente altezza massima di m. 5,1 su 14 filari di pietre (esclusa quella di copertura). A sinistra della camera, notiamo una nicchia, di forma semiellittica, di m. 1,60 x 1,80; la sua altezza massima è di circa un metro dal piano di calpestio della camera. Il suo ingresso ha luce trapezoidale ed è sormontato da un architrave; presenta la parete di fondo costituita da lastroni in marcato aggetto. Sul lato nord della camera, affrontata all’ingresso, vi è un’altra nicchia analoga alla precedente per forma e dimensioni; il suo ingresso è sormontato da un architrave. Lungo le pareti della camera, alcuni spazi rettangolari risparmiati fra pietra e pietra fanno pensare a piccoli stipetti, o forse ad aperture destinate a consentire l’inserimento, fra le murature, di travi lignee che dovevano sorreggere un ballatoio. Se ne contano almeno quattro, praticamente affrontate a coppie. Sulla destra della camera vi è l’accesso (notevolmente interrato e di minori dimensioni rispetto a quelli delle due nicchie) alla scala che originariamente conduceva ad un vano posto al di sopra del corridoio d’ingresso del nuraghe; è sormontato da un architrave di m.. Il vano di questa scala sussidiaria, dopo aver bruscamente svoltato a destra, si interrompe a causa del crollo. L’ambiente ricavato sopra l’andito d’ingresso (che oggi si raggiunge arrampicandosi, in parete, sino ad una delle feritoie da cui prende luce) ha pianta vagamente quadrangolare tendente al reniforme, con lati lunghi curvi a seguire l’andamento circolare della torre; dei lati brevi, quello orientale si rastrema immettendosi nella scala d’accesso, senza un ingresso distinto: scala che, anche qui, è percorribile per pochi metri sino al punto di crollo. Il vano presenta due feritoie a sezione quadrangolare, leggermente sollevate dal pavimento. È visibile inoltre un terzo finestrino posto poco sopra la feritoia di destra, attualmente ostruito dal crollo interno. Si osserva, inoltre, una sorta di «piombatoio» in asse sull’ingresso (esattamente tra l’architrave e il primo lastrone di copertura del corridoio), cui si accede da una piccola nicchia a sezione quadrangolare. In corrispondenza del piombatoio, il sottostante corridoio d’ingresso si allarga leggermente in una sorta di piccolo vestibolo; qui, forse, in alcuni nuraghi si incastrava la porta (forse di legno) che veniva issata con una fune proprio tramite il condotto del piombatoio. Non sembra essere, tuttavia, questo il caso del nuraghe Paddaggiu, per cui ci pare più rispondente l’ipotesi di un impiego bellico del piombatoio stesso. Un’ulteriore apertura-piombatoio è in asse sul vano della scala d’andito che conduceva ai piani superiori e al terrazzo, in corrispondenza della fine del tratto coperto a piattabanda, dove, lo ricordiamo, un lastrone volutamente ribbassato rendeva difficile il passaggio. In tale vano sussidiario si osserva la presenza, sul pavimento, di alcune lastre piatte di arenaria e piroclastite, che non paiono materiali dell’opera muraria (che si tratti di «proiettili» connessi con gli stretti piombatoi?). Sulla sommità del nuraghe non sfuggono le tracce della camera del primo piano, che sovrastava quella attuale e che oggi è notevolmente crollata e interrata. Sulle caratteristiche costruttive del nuraghe vi è da dire che nelle murature, in blocchi di trachite, è abbastanza generalizzato l’uso di piccole zeppe allo scopo di meglio consolidare le strutture. Le pietre di costruzione, di dimensioni abbastanza considerevoli, sono di forma prevalentemente allungata, a faccia rettangolare, con spigoli arrotondati. Sull’uso particolarmente significativo dell’elemento di copertura tabulare, vi è da sottolineare come si tratti di un modulo costruttivo tipico del territorio. Notevole è la perizia costruttiva che traspare nella realizzazione di questo nuraghe, ove la massa muraria è stata arditamente vuotata per far posto a numerosi vani sussidiari; ciò, forse, a scapito del vano principale, che non sembra presentare dimensioni particolarmente significative. Nella planimetria generale del nuraghe notiamo che le due torri laterali dovevano avere originariamente un diametro di m. 6,5-7 circa, e quella di Ovest era raggiungibile da un corridoio risparmiato fra le murature del bastione, di cui si scorgono ancora consistenti tracce. Sul lato est si notano i resti di quella che forse doveva essere la cinta più esterna che partendo direttamente da un affioramento roccioso, a est del nuraghe, procedeva in direzione nord-nordovest, e attualmente residua per un tratto di circa m. 27 di lunghezza (su 2-3 filari di pietre in altezza), ad andamento rettilineo, salvo che nell’estremità settentrionale, dove una marcata curvatura verso ovest farebbe pensare ad una torre inglobata. I materiali (fra cui anche pietre di granito, provenienti d’oltre Coghinas) sono di dimensioni più modeste rispetto a quelli del nuraghe stesso. Nel settore nord dell’area, a circa 10 metri dall’antemurale e m. 23 dal nuraghe, si distinguono i resti di una probabile capanna circolare, del diametro di m. 6: fra le pietre residue, ve n’è almeno una di granito. L’uso di questi blocchi di granito, provenienti da distanze relativamente notevoli, è praticamente assente negli altri nuraghi del territorio, ma va detto che nessuna di tali pietre è stata impiegata per l’edificazione della torre principale o del bastione del nur. Paddaggiu. Nell’area a Nord del nuraghe si individuano anche tracce di edifici a muri rettilinei, relativi alla frequentazione del sito in epoca romana, attestata dalla notevole presenza, in superficie, di materiali ceramici di quel periodo. Per quanto concerne i possibili raffronti con le altre aree nuragiche dell’isola, vi è da sottolineare che il particolare del vano sussidiario posto sopra il corridoio d’ingresso è presente in numerosi nuraghi, a cominciare dal nuraghe Santu Antine di Torralba, ove però l’accesso avveniva da una apertura sopraelevata, nella camera, per mezzo di una scala retrattile. Al nuraghe della Giorba di Alghero, invece, l’accesso avveniva, come al nur. Paddaggiu, da una scala sussidiaria laterale, ma il vano comunicava con la camera per mezzo di una notevole apertura. Esclusivamente con l’esterno (come al nur. Paddaggiu) comunica, al contrario, il vano del nuraghe Crabia di Bauladu, cui si accedeva, ugualmente da una scaletta laterale partente dalla destra della camera principale. Tuttavia, questi vani sussidiari si segnalano, generalmente, per la loro angustia, e nessuno presenta le caratteristiche di spazio e luminosità di quello del nuraghe Paddaggiu, a eccezione del nuraghe Sant’Andrea di Portotorres; nessuno, inoltre, si presentava in associazione con i piombatoi sul corridoio d’ingresso o sulla scala, come avviene al nuraghe di Castelsardo.
La descrizione è tratta dal sito www.sardegnacultura.it
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