Nota Bene: Nella zona di Perfugas ( Sassari) e' stata ritrovata l'unica statua di "dea madre" preisorica dell'Isola e del Mediterraneo Occidentale che raffiguri una donna con bimbo in braccio. La bellissima statuetta, databile al Neolitico Medio ( circa 4000 a.c.) e' eposta al Museo Archeologico di Perfugas. Proviene da Sa Binza Manna ( Ploaghe), la più piccola statuina di" dea madre" del Mediterraneo. L'idoletto, del tipo cruciforme, e' eseguito in terracotta, misura meno di 2 cm di altezza e, con l'ausilio di una lente piazzata nella vetrina che lo ospita, e' visibile presso il Museo Sanna di Sassari.
Tela chiama ragno, Marialuisa! Il mio è un po' più prosaico e un po' meno architetto, si accontenta di una persiana... Ma in compenso ha "gambe" stile Kessler... che se ne farà poi di tanta lunghezza????
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Tela chiama ragno, Marialuisa! Il mio è un po' più prosaico e un po' meno architetto, si accontenta di una persiana... Ma in compenso ha "gambe" stile Kessler... che se ne farà poi di tanta lunghezza????
Vedendo questa pecora mi è venuta alla mente una favola di Fedro, scritta tantissimo tempo fà ma attualissima! Per l'immagine ?? se chiudete gli occhi potrete chiaramente vederla nella vostra mente, in alternativa cercate su di un quotidiano troverete certamente foto di uomini che opprimono degli innocenti con false accuse.
"Allo stesso rivo erano giunti il lupo e l'agnello spinti dalla sete; in alto stava il lupo e molto più in basso l'agnello. Ed ecco che il predone, stimolato dalla sua gola maledetta, tirò fuori un pretesto per litigare. "Perché", disse, "mi hai intorbidato l'acqua proprio mentre bevevo?". E il batuffolo di lana, pieno di paura, risponde: "Scusa, lupo, come posso fare quello che recrimini? È da te che scorre giù l'acqua fino alle mie labbra". Respinto dalla forza della verità, il lupo esclama: "Sei mesi fa hai sparlato di me". L'agnello ribatte: "Io? Io non ero ancora nato". "Perdio", lui dice, "è stato tuo padre a sparlare di me". E così lo abbranca e lo sbrana, uccidendolo ingiustamente."
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Proverbio cinese Lo sciocco ha mille certezze, il saggio non ne ha alcuna.
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Vedendo questa pecora mi è venuta alla mente una favola di Fedro, scritta tantissimo tempo fà ma attualissima! Per l'immagine ?? se chiudete gli occhi potrete chiaramente vederla nella vostra mente, in alternativa cercate su di un quotidiano troverete certamente foto di uomini che opprimono degli innocenti con false accuse.
Luca, che simpatico sei e che fantasia e immaginazione vivaci :)) Vista la stravaganza dell'associazione mi hai fatto venir in mente lo Yiddish humour e dunque il mitico Woody , Allen naturalmente!
"Sono a casa seduto davanti alla TV quando il telefono suona e una voce dall’altra parte dice: “Le piacerebbe essere l’uomo vodka di quest’anno?”. E io dico: “No, sono un artista, e non faccio pubblicita’, non sono un ruffiano, non bevo vodka e se lo facessi non berrei la vostra!”. E lui: “Peccato, paghiamo 5 milioni di dollari”. E io dico: “Attenda in linea, prego. Le passo il signor Allen”. W.Allen
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E quando si parla di lana e di pecore, come non pensare ai pastori.....ho trovato una poesia di
Tonino Ledda
Preghiere dei pastori di Sardegna
Terra brujada est custa e d’est bocchende semen in sinu e brios in sas venas. Lagrimas cheret? Millas: semenadas in sa bertula boida, in su cascione pienu ‘e miseria, in sa banca nuda, tra ossos covacados solu ‘e pedde de ‘accas, d’airveghes moribundas. Dannos s’abba, Segnore, dànnos s’abba!... Dadu chi non b’ha nues in s’aera, pìgache sas feridas, sos turmentos d’ogni pastore: non sun, forsi,nues? E si non bastat, ca nois semus males, che lea de sa terra sas calpidas, su piantu de ses ratos isfozidos, sa mutria de rizolos e funtanas, sas bèlidas de anzones primadios, de sas Mamas sos rànchidos suspires e torren a sa terra, fattos abba, abba serena, limpia, generosa. Tudden in birde pàmentu sas tancas: bidemus in dogni ‘ena, in dogni foza, un’utieddu de su samben nostru, una lagrima nostra in dogni pane!!
Traduzione Terra bruciata è questa e sta uccidendo semi nel seno e brio nelle vene. Vuole lacrime? Eccole: seminate nella bisaccia vuota, nella madia piena di miseria, sulla mensa nuda tra ossa coperte di sola pelle di vacche e di pecore moribonde Dacci l’acqua, Signore, dacci l’acqua!... Poiché il cielo non ha nuvole, porta in alto le ferite, i tormenti di ogni pastore: non sono, forse, nuvole? Se ciò non basta, perché siamo cattivi, porta in alto le crepe della terra, il pianto dei rami sfrondati, il silenzio di ruscelli e di sorgenti i belati di agnelli primaticci, i sospiri amari delle Mamme e ritornino sulla terra trasformati in acqua, acqua serena, limpida,generosa. Si rivestano di verde pavimento le tanche: possiamo vedere in ogni stelo, in ogni foglia, una stilla del nostro sangue, una lacrima nostra in ogni pane!!
Parlando di pecore e pastori, mi viene in mente anche questa canzone che io trovo bellissima.... parla della transumanza, quando, nel periodo estivo, i pastori portavano le greggi in montagna e stavano lontano da casa tutto l'estate.
Cantata divinamente dal grande e indimenticabile Andrea Parodi.