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laier
Salottino
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Inserito il - 27/11/2009 : 21:49:50
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ringraziamo il grande capo ora parliamo di...
L’armata Brancaleone Durante il regno di Arborea il castello Salvaterra dimostrò quanto l’interesse di tutti i re della Corona d’Aragona per mantenerlo efficiente non fosse oro sprecato: era diventato un capolavoro di tecnologia militare da cui un manipolo di uomini resistette 4 mesi contro l’intero esercito di Brancaleone Doria. Nel 1390 la guerra fra l’Arborea e il Regno di Sardegna continuava: il 3 ottobre, dopo aver già assediato Sassari e Gallura, anche Villa di Chiesa apriva le porte a Brancaleone, che liberato dalla prigionia nemica, al comando di mille fanti e trecento cavalieri riconquistava il perduto. All’ora del vespro il castello era cinto d’assedio: all’interno resistevano ad oltranza il castellano Vinciguerra di Valguarnera con una corte di 14 fedelissimi, più o meno 60 starelli di grano, due di fave, 63 pezze di formaggio, 4 quartams d’olio, 15 cortes d’aceto e tre carri di legna. Brancaleone fece la sua offerta al castellano: 10.000 fiorini per la resa ma Valguarnera era pronto a combattere. Il giudice di Arborea, prevedendo tempi lunghi, lasciò la città alla guarnigione del suo capitano Arzocco Mereu. Il castello fu circondato da un’alta palizzata munita subito di balestrieri ma niente sembrava spaventare gli abitanti del castello. Brancaleone Doria tornò con rinforzi, carichi di ferro e munizioni. Nel castello iniziava a cadere il morale: fame e freddo spadroneggiavano, era ormai dicembre, i soldati si ammalavano e c’era stato anche un morto. Valguarnera nella speranza che arrivassero i soccorsi dalla Spagna chiese una tregua di un mese e mezzo ma l’esercito del governatore Giovanni de Montbuy non arrivò mai. Il 1 febbraio 1392 il castello Salvaterra si arrese secondo i patti. Vinciguerra e i suoi furono scortati a Cagliari ultima rocca del Regno di Sardegna. Brancaleone Doria aveva riconquistato Villa di Chiesa per la sua Eleonora e aveva anche un’abbondante riserva d’argento per assoldare nuove truppe contro la Corona. I giochi finirono nel 1409: dopo la battaglia di Sanluri e la capitolazione dell’ultimo giudicato sardo, Iglesias rientrò definitivamente nei ranghi del Regno di Sardegna. Il castello Salvaterra da allora ebbe diversi inquilini: il sardo Giovanni de Sena, che per primo era riuscito ad espugnare la città ai tempi della ribellione, per poi passare nel 1440 alla vedova di Berengario Carroz, Eleonora di Quirra, che riacquistò l’antico feudo di famiglia per 5.000 fiorini. Iglesias confluì con tutte le sue pertinenze nel patrimonio demaniale della Corona d’Aragona nel 1479 ed il popolo fu premiato per aver consegnato il castello al governatore del regno, don Luigi d’Argall. Il re Ferdinando il Cattolico garantiva una somma annua per la manutenzione delle fortificazioni che, nel tempo, sarebbero state adeguate ai nuovi tipi di arma da fuoco. Così anche le mura di Iglesias dai balestrieri passano agli archibugi, alle piques, lance, palle di piombo per i cannoni e alle corde da miccia per accendere polvere da sparo.
continua con la mura....
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Tramonto a Porto Cauli - Masua
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laier
Salottino
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Inserito il - 28/11/2009 : 11:25:30
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immagine del castello il giorno dell'inaugurazione
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laier
Salottino
Utente Virtuoso
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Inserito il - 28/11/2009 : 14:54:15
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Una città fortificata La Corona di Aragona prima di passare all’azione per la conquista del nuovo stato satellite, punto strategico vitale per la supremazia nel Mediterraneo, avrebbe dovuto agire per via diplomatica. Nella donazione papale erano state poste delle clausole: il Regno di Sardegna e Corsica non avrebbe mai dovuto essere diviso e i suoi governanti sarebbero stati sempre gli stessi re che guidavano l’Aragona. Una tela intessuta per 26 anni fra oculate politiche matrimoniali, alleanze e il progressivo indebolimento della Repubblica di Pisa. La marcatura è stretta: sono precise le informazioni che il re Giacomo II d’Aragona prende su Villa di Chiesa, cuore produttivo pisano. In un dossier del 1308 si rivela al sovrano che il nucleo abitato era racchiuso da una cerchia di alte mura merlate, intervallate da 20 torri a formare una pianta poligonale. Di fronte alla cortina di mura si trovava una palizzata di legno, con funzione di difesa, rafforzata da un fossato che serviva a tenere lontano truppe e macchine da guerra. Le mura avevano la peculiarità di avere facciate cieche realizzate con pietrame misto disposto in corsie orizzontali, creando una disomogeneità che garantiva grande resistenza agli attacchi. Era possibile accedere alla città da quattro porte: Porta Maestra o San Sebastiano situata frontalmente alla strada per Castel di Castro; Porta Castello in corrispondenza della chiesa di Santa Maria di Valverde; Porta Sant’Antonio verso la strada per Fluminimaggiore e Porta nuova o di Monte Barlao sulla strada per Gonnesa. Nel complesso, la fortificazione è strettamente legata alla struttura naturale del territorio ed il castello, costruito sul colle Salvaterra, traeva valore difensivo grazie alla sua posizione: da quel punto, visibile a occhio nudo, era possibile comunicare con gli altri castelli della zona attraverso il consolidato codice dei segnali trasmessi dal bagliore del fuoco acceso o spento. Una linea rossa che rendeva tempestivo lo scambio di informazioni fra i nodi pisani di tutta la zona: San Guantino (Villa di Chiesa), Gioiosaguardia (Villamassargia), Acquafredda (Siliqua) e Castel di Castro e San Michele (Cagliari) erano così in rete.
un pò di foto delle mura:
una curiosità... è stata demolita l'ex pretura e l'ex ufficio di collocamento che nascondeva una torre e 100metri di mura a voi le foto!!!!!
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Modificato da - laier in data 28/11/2009 14:55:18 |
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laier
Salottino
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Inserito il - 15/06/2010 : 11:34:46
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ORARI DI APERTURA
Castello Salvaterra
Martedì 10.00 – 13.00 Mercoledì 10.00 – 13.00 Venerdì 10.00 – 13.00 16.00-19.00 Sabato 10.00 – 13.00 16.00-19.00 Domenica 10.00 – 13.00 16.00-19.00
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Istranzu
Utente Normale
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Inserito il - 09/04/2011 : 20:08:56
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Scopro solo adesso questo blog sul Castello Salvaterra e sulla vetreria ivi installata. Di ciò mi sono occupato in varie occasioni, pubblicando un lavoro di sintesi (Il catalogo delle Vetrerie Sarde Consorziate, su Archeologia Postmedievale a.1999, Firenze 2000 ed. All'insegna del Giglio) e depositando presso l'Archivio Storico del Comune di Iglesias un altro lavoro dal titolo Una vetreria industriale ad Iglesias (Cagliari) fra Ottocento e Novecento. Rapporti fra le maestranze e direzione. Poi ho pubblicato altri lavori presentati in vari convegni nazionali dell'AIHV (Association Internationale pour l'Histoire du Verre) sempre in relazione a questa vetreria, della quale sono poi riuscito anche a recuperare dei campioni di produzione in vetro verde scuro. La Società Vetraria di Iglesias (divenuta poi Vetrerie Sarde consorziate in quanto aveva due stabilimenti, uno nel Castello Salvaterra ed un altro a Bau) fu attiva sicuramente dal 1894 fino al 1901 come da documentazione acquisita e pubblicazioni dell'epoca, ma da altre fonti è attestato l'inizio nel 1891 e la prosecuzione dell'attività fino agli anni 30 del XX secolo, sempre sotto la guida del fondatore, Ing. Edoardo Sanna. Una sua nipote, Rosa Sanna vedova Magnini, era ottuagenaria al momento dei miei studi (1998). Sarei lieto di sapere se chi si è interessato a questa vetreria sa qualcosa di più sulla stessa.
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NuragheBlu
Utente Medio
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Inserito il - 25/04/2011 : 23:17:43
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Mi fa piacere apprendere che il castello Salvaterra sia stato ristrutturato e aperto al pubblico. Quando lo visitai molti anni fa non era per niente semplice riuscire ad entrare. Bisognava scalare una collina, attraversare cortili di case private, entrare dentro una casa abitata da una famiglia (e lasciare una mancia in lire) e poi continuare in mezzo alle erbacce. Ora sono curioso di vedere come è stato sistemato.
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laier
Salottino
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Inserito il - 26/04/2011 : 16:29:11
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dovrai aspettare... ora è chiuso, sarà aperto per monumenti aperti, il 14 e 15 maggio!!!
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