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Trambuccone
Salottino
Utente Senior
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Inserito il - 02/12/2009 : 15:21:34
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Ma non è che Pittau per le scritte che si possono leggere indifferentemente nei due sensi intende "palindromiche" cioè con lo stesso significato? Se è effettivamente uno dei problemi, prevedo aria di tempesta. Quanto al Sator, è sì antico ma non così tanto. Nell'eventualità che ne esistano esempi simili più antichi, avrei piacere di venirne a conoscenza. T.
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Errare humanum est, perseverare autem diabolicum......et tertia non datum. |
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maurizio feo
Salottino
Utente Master
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Inserito il - 02/12/2009 : 15:26:54
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1) Sarei felice che esistesse un giorno la prova dell'esistenza di un paleosardo scritto e parlato (parlato, è ovvio che esistesse: e sono convinto che fosse una lingua sola, anche se non ne ho le prove, esattamente come non possiede alcuna prova chi ne vorrebbe diverse). 2) Sono del parere che persone come quelle che tanto ispirano Dedalo siano molto utili alla causa della scoperta di una lingua protosarda scritta. 3) Spero ed auguro a loro ed a me che un giorno le grandi fatiche cui essi si sottopongono siano finalmente premiate da risultati chiari ed accettabili.
Ma non posso fare a meno di fare alcune considerazioni. Anche se ammiro la loro dedizione e la loro passione, oltre alle indubbie capacità di alcuni di loro.
1) Fino ad oggi, nulla è stato scientificamente provato, da loro. Il che non significa che siano condannati al limbo della non scientificità: dato l'ardore e l'insistenza dei loro sforzi, se qualche cosa (del genere che loro stanno cercando) esiste, prima o poi lo troveranno certamente. E alla fine otterranno anche il crisma della scientificità: ma, per adesso, ancora non ce l'hanno. 2) Dubito fortemente che la popolazione protosarda parlasse e soprattutto sapesse scrivere tutto quel misto di lingue che essi hanno rinvenuto nelle scritte che riportano: per la verità dubito che anche alcuni eletti, pochissimi sacerdoti e saggi, potessero immaginarsi una scrittura iniziatica e segreta per pochissimi eletti, simile a quella, escludendo tutti gli altri: a che pro? Io non credo affatto che fossero così stupidi. 3) La stele di Nora è scritta in caratteri Fenici. Risale all'ottavo - nono sec a.C. E' stata rinvenuta presso la costa frequentata dai Fenici, proprio in quel torno d'anni. Non sembra essere lingua Fenicia, né una variante Cartaginese. Per questi motivi non fu mai considerata una suppellettile appartenente alla consuetudinarietà ed alla la normalità della produzione locale isolana, fosse essa quella nuragica o postnuragica, oppure ad altro.
E questo lo affermo senza augurare alcun male e Gigi Sanna, Aba Losi e gli altri amici: si tratta di persone che non conosco ed il cui ardore a capacità ammiro (ed invidio, perfino, in certi momenti) e stimo. Anzi, come ho già detto, spero che - prima o poi - i loro sforzi siano coronati da risultati inconfutabili. Ma - per il momento, ho la chiara sensazione, pressappoco certezza - che stiamo trattando di qualche cosa di molto simile al Sator, come ho già detto: si legge in diverse direzioni; se ne è discusso fino alla nausea; sono stati scritti libri di critica, di negazione, di studio, di scoperta e perfino romanzi su di esso. E' lì, perché tutti lo possano vedere, il Sator. Ne esistono copie antiche ed autentiche anche tra le rovine di Pompei. Ma nessuno - proprio nessuno - può dire esattamente che cosa esso sia, a parte forse uno strano, simmetrico e complesso rompicapo senza senso. Che cosa voleva commentare su Aba Losi, Dedalo? MF
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Modificato da - maurizio feo in data 02/12/2009 15:46:59 |
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maurizio feo
Salottino
Utente Master
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Inserito il - 02/12/2009 : 15:37:00
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Comunque sia, ritengo utile per tutti noi leggere la risposta che il Prof Massimo Pittau ha dato alla replica di Gigi Sanna, nel seguitissimo weblog di GianfrancoPintore: "Di certo i frequentatori di questo blog si saranno stupiti per la maniera irruente e offensiva con cui Gigi Sanna ha risposto ad alcune semplici domande che gli ho posto riguardo alle ormai famigerate tavolette di Tzricottu e si saranno chiesti quale sia la vera ragione di questo suo modo di fare, mentre fino all’altro ieri non faceva altro che lodarmi. La ragione è presto detta. È da premettere che il Sanna è solito presentare le sue vere o presunte scoperte epigrafiche in un modo logorroico e superspecialistico: sia nelle sue conferenze sia nei suoi scritti egli parla, parla e parla ancora, ottenendo il risultato di prendere per stanchezza, ma anche di stupire i suoi ascoltatori e lettori, i quali prendono i suoi discorsi, pieni di vocaboli difficilissimi - alcuni dei quali creati da lui stesso - come prove certe di una vastissima cultura e di una grande profondità. Ma questo avviene da parte dei lettori o ascoltatori che possono anche avere una vasta cultura generale, ma non si intendono affatto di linguistica e di epigrafia, che sono discipline molto specialistiche. Ed io comincio con l’osservare che finora non c’è stato un solo vero cultore di linguistica e di epigrafia che abbia preso sul serio le strabilianti proposte epigrafiche del Sanna. Egli ormai ce l’ha fortemente con me per la ragione che, dato che i miei titoli e i miei scritti assicurano che la linguistica e la epigrafia la conosco molto meglio di lui, avviene che quando io, sorvolando il suo ciarpame logorroico (non logogrammico!) di asserzioni definitive e di paroloni misteriosi, gli faccio domande semplici ma essenziali, egli non risponde. Ad es. io gli ho proposto questa semplice ma cruciale domanda: «In quale alfabeto sono scritte le tavolette di Tzricottu?», ma lui non ha risposto affatto; anzi, peggio, ha fatto intendere che esse sono costituite di “logogrammi”, “logopittogrammi” e sono scritte con “segni alfabetici protosinaitici, protocananei, gublitici, fenici arcaici e ugaritici” (suoi vocaboli testuali). E un tale guazzabuglio di sgorbi entrerebbe nello spazio di pochi centimetri quadrati di superficie delle sue tavolette! Io dichiaro pubblicamente che sono pronto a regalare tutto quanto ho nel mio conto in banca (anche se è poco) a colui che presenterà un solo sicuro esempio di iscrizione, in una qualsiasi lingua, che presenti non tutti quegli elementi eterogenei, ma almeno tre o quattro assieme. Il Sanna poi ritiene di spaventarmi e di farmi tacere facendo riferimento alla stima che io avrei nel mondo accademico e scientifico. Ma sull’argomento egli tenta di ammucchiare nient’altro che spazzatura, che da una parte scredita chi la mette in movimento, dall’altro dimostra il forte complesso di inferiorità che egli prova nei miei riguardi per il grande divario che vede esistere fra i suoi titoli e quelli miei. E infatti, di contro ai suoi unici titoli che sono la laurea in lettere classiche e la cattedra di latino e greco nei Licei, ci sono due mie lauree, una in lettere classiche e l’altra in filosofia, tre cattedre vinte per le scuole medie inferiori e superiori, tre concorsi universitari affrontati e vinti. E inoltre ci sono una decina di premi nazionali e regionali ottenuti, circa 400 articoli pubblicati in riviste specializzate e soprattutto una quarantina di libri, quasi tutti esauriti e alcuni anche ristampati. Tutti questi miei libri – provo ritegno a dirlo, ma sono costretto a farlo per difendermi dalle maldicenze sanniane - hanno fatto di me senz’alcun dubbio “lo studioso sardo più letto in assoluto nell’ultimo cinquantennio”. Il Sanna poi è stato molto sfortunato a fare riferimento al mio «Il Sardus Pater e i Guerrieri di Monte Prama»: questa mia operetta, fatta en passant, è andata esaurita in soli 6 mesi ed è già in circolazione la II edizione, ampliata e migliorata! Mi citi il Sanna, non certo le sue pochissime e trascurate pubblicazioni, ma un libro di uno studioso sardo che abbia avuto tale e tanto successo editoriale! (E questo spiega alla perfezione la invidia che mi portano certi miei colleghi, autori di pochi scritti e conosciuti soltanto dai loro studenti…). Provo di certo molto disagio ad elencare i miei titoli e i miei successi, ma non trovo di meglio per rintuzzare le bassezze di questo “epigrafista-omnibus”, cioè di questo che passa con indifferenza e disinvoltura dal latino all’etrusco, dal greco all’ugaritico, dal protosinaitico al fenicio arcaico, dall’aramaico al sumero, ecc. Io non ho mai conosciuto epigrafisti di questa specie; se qualcuno ne ha conosciuto si faccia avanti per segnalarli a noi tutti. Il Sanna poi continuamente millanta la solidarietà di illustri sconosciuti, insegnamenti universitari che non ha mai tenuto e collaborazioni a prestigiose riviste scientifiche che non ha mai citato… Per adesso chiudo, ma resto in attesa di altre amenità".
Se vogliamo, possiamo commentare anche questo... E' evidente che la polemica è andata troppo oltre e che l'argomento in sé non meriti tutto questo interesse, in fondo. Non credo sia giusto far perdere le staffe ad un Maestro. MF
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Modificato da - maurizio feo in data 02/12/2009 15:45:03 |
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norax
Nuovo Utente
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Inserito il - 02/12/2009 : 16:23:57
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Non credo che le tavole tzricottiane e le "teorie" di Gigi Sanna meritano ulteriori dibattimenti. L'autore in questo momento si sta auto-screditando:
https://www.blogger.com/comment.g?b...232554237801
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maurizio feo
Salottino
Utente Master
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Inserito il - 02/12/2009 : 16:55:59
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Il che - per ovvia conseguenza - confonderà almeno per un un poco i suoi sostenitori. E' tutto sotto il sole: lo stesso sole di sempre. MF
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desi satta
Utente Medio
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Inserito il - 02/12/2009 : 19:42:29
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| maurizio feo ha scritto:
..... Non credo sia giusto far perdere le staffe ad un Maestro. MF
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Definire il prof Pittau un 'maestro', mi pare eccessivo, senza nulla togliere ed una carriera più che dignitosa. Se fosse un maestro non perderebbe tempo a litigare su un blog con personaggi alla Sanna, si dedicherebbe piuttosto a collaborazioni con altri glottologi, come accade per tanti docenti universitari che dopo la pensione possono finalmente dedicarsi alla ricerca senza vincoli didattici e senza l'assillo della pubblicazione per la carriera o per difendere una domanda di finanziamento (merce, ahimé, sempre più rara). C'è chi dopo la meritata pensione si reca al bar a giocare a scopa con gli amici, chi ai giardini pubblici con la carrozzina del nipote. Pittau ha scelto di litigare con Sanna: il valore scientifico di tale attività è identico a quello di una partita a scopa o di una passeggiata con un nipotino, probabilmente la soddisfazione è assai minore.
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robur.q
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Inserito il - 02/12/2009 : 21:32:36
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Gesù che casino!!!! certo che se le danno di santa ragione!! comunque io non me la sento di fare il tifoso dei pro-Sanna o degli anti-Sanna, i miei dubbi sui lavori del Sanna li ho espressi sin dal primo post, come ho molti dubbi anche sui lavori del Pittau, da modesto socio-linguista; ritengo queste persone però utili perchè battono nuove strade, aprendole anche ai più prudenti (giustamente) anche solo per dimostrare l'inconsistenza scientifica delle loro tesi: smuovono le acque! Certo, queste polemiche non sono simpatiche
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DedaloNur
Salottino
Utente Master
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Inserito il - 03/12/2009 : 00:35:50
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| maurizio feo ha scritto: 2) Sono del parere che persone come quelle che tanto ispirano Dedalo siano molto utili alla causa della scoperta di una lingua protosarda scritta.
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Chi sarebbero le persone che m'ispirano?
qui l'unico che fa il tifoso (del Pittau) mi pare sia tu. io non sono mai stato, ne sarò, il tifoso di nessuno.
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Freddie Mercury - In My Defence http://www.youtube.com/watch?v=4TgX...ture=related
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alfonso
Utente Medio
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Inserito il - 03/12/2009 : 09:16:44
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Sì, sinteticamente : incisione = segno profondo fatto quando l'argilla è asciutta, ancora plastica, ma non cotta. Graffito= segno poco profondo fatto su argilla cotta già dura. Il coccio di Orani, anche se le foto fanno abbastanza pena, mi pare inciso prima della cottura.....Ora arriva Alfonso e mi mazzula......... T. [/quote]
Perché ti dovrei mazzulare? Ai detto giusto. Il problema dei cocci di Orani sta nel fatto che abbiamo solo le foto e pare sia impossibile vederli, ho tentato. La foto non permette di vedere il vaso sul quale sono iscritti, né di valutare il problema della genuinità, come andrebbe fatto per qualsiasi reperto privo di contesto. Quando parlo di contesto, non mi riferisco, caro Dedalo, al contesto epigrafico come fa Pittau. Il contesto epigrafico è ovviamente il supporto della scritta, che, però, a differenza di quello che dice Pittau, non è necessariamente legato all’epigrafista: per intenderci abbiamo scritte di un’epoca su supporti di secoli o addirittura di millenni più antichi. Io mi riferisco al contesto di ritrovamento, in sostanza a quello storico e culturale. E dei cocci di Orani non sappiamo niente. Non conosciamo neanche i frammenti di vaso sui quali sono incisi; si dice che siano nuragici, il che può essere, ma a quale classe e tipologia appartengono? Qui la differenza può essere notevole. Tieni anche conto che il termine nuragico veniva applicato, fino a più di vent’anni fa a tutto ciò che era ceramica di impasto, mentre fenicia e romana era la ceramica tornita e fine; oggi conosciamo anche la ceramica fenicia di impasto e alcune delle ceramiche di impasto allora ritenute nuragiche sono oggi più chiaramente riportate, grazie alla stratigrafia in primo luogo, ad ambito altomedievale. Che ceramiche sono? Se sono nuragiche, a quale fase appartengono? Teniamo conto che conosciamo ceramiche nuragiche sino almeno al VII sec. a.C. Inoltre il fatto che il coccio sia nuragico non significa che anche la scritta lo sia. Certo non può escludersi, ma attenzione , la presenza di segni di Tanit su un altro dei cocci, porta a pensare più a contesti fenici o quantomeno fenicizzati, infatti il segno è molto diffuso in Sardegna e sempre in contesti, funerari, votivi o civili, fenici sino a età romana compresa, vedi le case di Cagliari, di età romano-repubblicana. Quindi prima di lanciarsi come ha fatto Sanna (a proposito hai notato la qualità e quantità dei suoi insulti e il costante rifiuto di fornire risposte?) in accostamenti azzardati, sarebbe stato scientificamente più corretto, visto che ha potuto vederli, verificare il supporto e i confronti. Ma queste verifiche sono faticose a farsi e finiscono per farci inciampare nell’apparente linearità delle argomentazioni, meglio non farle e aggredire chiunque si ostini a farle, come è avvenuto per le tavolette di Tzricottu. Non è in discussione la pluralità dei linguaggi nelle iscrizioni, certo che ci sono, anche in Sardegna, ma il fatto dell’uso di un pluralità di alfabeti nelle stesse parole e frasi; è palesemente un assurdo. Ma d’altra parte trattandosi di oggetti medievali, si può leggere tutto quello che si vuole. Infine, un a piccola notazione più generale. La scrittura sarda non sarebbe locale ma fatta da semiti venuti in Sardegna (a portare la civiltà ?). E chi sarebbero questi semiti? Quali tracce hanno lasciato? Aspettiamo fiduciosi.
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DedaloNur
Salottino
Utente Master
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Inserito il - 03/12/2009 : 10:08:48
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| maurizio feo ha scritto: Che cosa voleva commentare su Aba Losi, Dedalo?
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scusami non avevo ricordato la domanda. volevo commentare questo
http://gianfrancopintore.blogspot.c...di-nora.html anzitutto è una scoperta o era questione nota e risaputa?
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Modificato da - DedaloNur in data 03/12/2009 10:11:19 |
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DedaloNur
Salottino
Utente Master
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Inserito il - 03/12/2009 : 10:25:58
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| alfonso ha scritto: Quindi prima di lanciarsi come ha fatto Sanna (a proposito hai notato la qualità e quantità dei suoi insulti e il costante rifiuto di fornire risposte?)
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Sì sto leggendo di tutto e di più. Ma gli insulti non sono unilaterali. Citare solo quelli del Sanna mi sembra scorretto. Quanto al non fornire risposte non è solo un contegno del Sanna. Il "silenzio" è pratica diffusa nella archeologia isolana. Si risponde a insulti con insulti, silenzio col silenzio e da qui nasce il vero bordello! sia nel senso proprio del temrine, che in quello allusivo.
io ho deciso che non commenterò quegli insulti, perchè gia come scrissi in un altro post, non voglio che mi passi per l'Avvocato del diavolaccio Sanna (o di chiunque altro), e gia qualcuno dice che io sarei "ispirato". Però non posso neppure tacere. allora, sia per introdurre un poco d'imparzialità, e buon senso (almeno così mi pare) meglio continuare al gioco delle citazioni inter-forum a cui (purtrooppo) ci stiam prestando un po troppo. Dovremmo scrivere e ragionare un poco più noi, visto che lì ormai si tratta solo di scannarsi.
ecco la citazione di Laner in tema di Silenzi, e insulti. L'intervento migliore al riguarodo assieme a quello di Aba Losi. | 2 dicembre 2009 22.13 Anonimo Franco Laner ha detto...
Sono in sintonia con Pintore. Semplicemente perché la questione non è Sanna o Pittau, bensì l'assoluta arretratezza dello stato dell'arte dell'archeologia sarda. La recente riunione scientifica di storia e protostoria, dopo 30 anni dalla precedente, tempo siderale per la conoscenza in ogni disciplina, è un capolavoro da culi di pietra. Fatti salvi alcuni spunti, precisazioni, aggiustamenti, nulla di nuovo. Accanimento su cocci, cocci e cocci. Mentre, con difficoltà ed ostilità, ovvia, sono partiti fuori dall'accademia studi importanti sulla destinazione dei nuraghi, sull'epigrafia, sull'archeoastronomia, sulla storia, sulla geografia mediterranea. Obbligo, a parer mio, da parte dell'accademia, almeno di prendere posizione e dichiarare con logica e scientificità, gli errori degli outsider. C'è, al contrario la congiura del silenzio. Vorrei che Pintore, visto che da qui non si può fare, pubblicasse, senza alcuna didascalia, la foto che gli mando per e-mail. E' il profilo di un nuraghe. Ne ho, ma ora non li trovo, di migliori, come l'Oes (Torralba) e vorrei che ci chiedessimo molto semplicemente: chi è stato capace di realizzare con conci appena sbozzati, una tal retta che punta dritta al cielo, non ha forse una mente in grado di confrontarsi con la scrittura, con l'astronomia, con il sacro e divino, con la scienza? Quando, ahimé!, mi presi la cotta per le costruzioni nuragiche, me la presi perchè capii lo straordinario stato di coazione orizzontale, che sfruttando la gravità, riusciva a realizzare gli anelli continui sovrapponibili per realizzare la cupola del nuraghe senza centina, quando capii che la rampa per trasportare il massi in alto era congelata nello stesso nuraghe, o quando ammirai emozionato lo stupendo raccordo dell'entrata dell'Is Paras o del Priscu, o del Mannu di Ozieri con la cupola. O -ma innumerevoli sono gli esempi- dell'emozione che ogni essere umano prova nello scendere la scala del Pozzo di S. Cristina, ora spiegato con lucida documentazione astronomica dall'eccezionale Lebeuf o dallo stravolgimento intellettuale che provocano alcune osservazioni di Mauro Zedda sulle due finestrelle del nuraghe Zurru. I resti della civiltà nuragica ci parlano con un linguaggio che si potrà decifrare alzando il culo dalle rendite di posizione e osando, soffrendo, nell'avanzare ipotesi che mettono in crisi la miseria archeologica sarda. So che Gigi, Massimo, Mauro e tanti altri, e mi ci metto anch'io, non vivono l'avventura dei loro studi con serenità, ma con dolore. Che non è il dolore di non veder riconosciuto il proprio impegno, ma di veder strappazzato un patrimonio culturale ed anche economico, perché non è valorizzato, sentito. Per di più ci si mette anche l'anonimo phoioso. Che non è più per me anonimo, ma è uno di quei vigliacchi che hanno firmato contro Frau. In quel caso si è firmato, perché era un atto di vigliaccheria intellettuale. Cosa ha fatto costui per la Sardegna oltre ai continui odiosi attacchi verso chi ha gettato il cuore e la mente oltre gli ostacoli che la sua disciplina si è oscurantisticamente data? Non osi, costui, rispondermi, perché dal nulla non può e non deve venire alcunché. Il nulla è lui, non i libri che ha letto. Il nulla è la sua anonimia foisa. Il blog è seducente. Presume tempo. Purtroppo qualcuno deve lavorare e sodo. Mi aspettano ore di lezione in altra università, devo prepararmi su argomenti nuovi. Lo spazio per l'ozio è per me limitato e mi scuso se il poco tempo mi rende forse troppo sintetico e poco chiaro. Ma so che i sardi capiscono anche i silenzi! Adiosu Franco
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una fotografia imparziale e obiettiva secondo me: la sposo appieno. Come si vede il Silenzio non contorna solo l'opera del Sanna. ma anche quella di altri autori. A me sta ad es. a cuore l'archeoastronomia. E Laner dimentica non volontariamente ovviamente, anche l'apporto di Hoskin. pure qui, il silenzio. Chi è senza peccati scagli la prima pietra,
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Modificato da - DedaloNur in data 03/12/2009 10:37:36 |
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norax
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Inserito il - 03/12/2009 : 13:56:57
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A proposito del SILENZIO:
(1) La mia impressione e' piuttosto che si definisce "silenzio" tutte le risposte che non corrispondono alle aspettative di "scienziati" come Gigi Sanna, Leonardo Melis, Sergio Frau o il citato Franco Laner.
(2) Il silenzio spesso e' la miseria di domande sbagliate. Per esempio, gia' nel 1775 l'Accademia di Parigi aveva dichiarato di non accettare piu' articoli e discussioni sul perpetuum mobile.
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tholoi
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Inserito il - 03/12/2009 : 14:57:58
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Scusami Dedalo ma io l'imparzialità che vedi tu in questo intervento non la noto. Il contrasto tra Laner e l'archeologia ufficiale è noto, e a parte che condisce il suo intervento con un bel riassunto della sua opera e un elenco di nuraghi noti per la loro bellezza, (strano che Pintore attento a queste cose non abbia ancora corretto il nome del Piscu), azione per me non attinente al contesto della discussione. Tu hai sottolineato dei punti allora visto che hai avuto il coraggio di intervenire sul blog spiega anche che il convegno ha posto in risalto il discorso delle datazioni o di nuovi ritrovamenti che faranno discutere. Questo lo dico per il discorso dell'imparzialità e lo sai che non sono il figlio di Lilliu, non lavoro in soprintendenza e il testo di Laner mi capita spesso di aprirlo per rileggere parti che apprezzo.
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Modificato da - tholoi in data 03/12/2009 14:58:49 |
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desi satta
Utente Medio
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Inserito il - 03/12/2009 : 15:14:38
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| norax ha scritto:
A proposito del SILENZIO:
(1) ... di "scienziati" come Gigi Sanna, Leonardo Melis, Sergio Frau o il citato Franco Laner.
(2) .... sul perpetuum mobile.
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Attenzione: Laner è un accademico (ciò che in genere definiamo 'scienziato'). Il suo limite è che si occupa di argomenti per i quali non possiede la necessaria competenza. E' un vezzo tutto italiano che trova l'espressione più alta negli 'opinionisti' televisivi, che cianciano di tutto. E' un errore commesso anche da Pittau, che pretende di scrivere di archeologia senza averne la competenza (e i risultati, come nel caso di Laner, si vedono!).
E infatti Laner, nei blog, non parla del proprio mestiere (utilizzando per questo i canali istituzionali dell'attività accademica, ovvero le pubblicazioni scientifiche), si diverte a litigare su argomenti che non conosce con persone prive di competenza come lui.
Insomma, se ad alcuni si può dare del dilettante, un professore universitario dovrebbe dare lezioni di metodo.
La battuta sul perpetuum mobile è carinissima, però non dimenticarti che fino al 1887 ancora si credeva all'etere luminifero...
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norax
Nuovo Utente
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Inserito il - 03/12/2009 : 18:16:09
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| desi satta ha scritto: Attenzione: Laner è un accademico |
Si', lo so. Purtroppo.
Non riesco a capire la motivazione che spinge un accademico di promulgare un giudizio cosi' sdegnoso sul lavoro scientifico di colleghi accademici come l'ha fatto il Laner: La recente riunione scientifica di storia e protostoria, dopo 30 anni dalla precedente, tempo siderale per la conoscenza in ogni disciplina, è un capolavoro da culi di pietra. Si nota bene, lui, un'architetto che non ha nessuna conoscenza dell'archeologia e preistoria e ovviamente neanche di scienza, dato che la conoscenza precisa dei limiti della competenza personale e' una conditio sine qua non per la scienza (mi prudono le dita di scrivere qualcosa sula competenza scientifica degli architetti in generale, ma O.T.).
D'altro canto, lavorando in un'ambiente accademico ho troppo spesso dovuto trovar la conferma della osservazione di Moliere (Un sot savant est sot plus qu'un sot ignorant.).
| E' un vezzo tutto italiano che trova l'espressione più alta negli 'opinionisti' televisivi, che cianciano di tutto. |
Purtroppo, e' un problema universale dei mass media e dei "professori TV". Mi dispiace di distruggere la speranza che altrove sia meglio. Le "Fernsehprofessoren" abbiamo anche in Germania e mi ricordo un commovente reportage della TV tedesca (anni 1970/80) sulla misteriosa cultura nuragica che presentava esclusivamente le "scoperte" di Carlo Maxia. E` l'attrazione dell'esoterico. D'altronde, non si stancava di affermare ognitanto che si tratta di un PROFESSORE UNIVERSITARIO (senza di specificare il campo di lavoro).
| Insomma, se ad alcuni si può dare del dilettante, un professore universitario dovrebbe dare lezioni di metodo. |
Ahime', sa quanti professori ordinari ho visto trascorrere la loro fase terminale?
| La battuta sul perpetuum mobile è carinissima, però non dimenticarti che fino al 1887 ancora si credeva all'etere luminifero...
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Si', 'e vero, ma finalmente il modello dell'etere veniva sostituito da modelli piu' incisivi. E' questo il punto nodale che tanti appassionati o "scienzati" o amatori di libri tipo "la vera storia di ..." ovviamente non capiscono: La scienza non conosce una qualsiasi verita' assoluta, ma soltanto modelli o ipotesi che vengono addattati ai nuovi dati - ma soltanto in caso di necessita' e non secondo criteri di fantasiosita' (Rasoio di Occam). Neanche e' il compito della scienza di prendere posizione e dichiarare con logica e scientificità, gli errori degli outsider (Laner). E' assurdo. Quanto assurdo s'impara facilmente rendendosi conto che ancora oggi su riviste pseudocsientifiche e su internet si discute accanitamente sulla costruzione di perpetua mobili (piu' che sulla presunta scrittura nuragica o sui nuragici=shardana). Anche in questo caso Laner, Melis, Sanna, Pintore parlerebbero di congiura del silenzio ?
Nota bene! L'Accademia di Parigi aveva deciso di reagire con SILENZIO su tutte le questioni di perpetuum mobile a base di mera evidenza piu' di un mezzo secolo prima della "scoperta" del teorema della conservazione dell'energia (e anche questo viene messo in dubbio dai soliti cerchi di pseudoscienzati). L'Accademia di Parigi sino al giorno di oggi ha fatto una sola eccezione, una sola, all'occasione delle scoperte di Alessandro Volta. Non so giudicare quanto lontano da questo livello siano le scoperte di Gigi Sanna.
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