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sabry
Utente Attivo
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Inserito il - 24/11/2009 : 12:31:34
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A Villacidro aveva sede il comando della X Brigata Aerea Marte, composta da due stormi da bombardamento l'8° che stazionava al campo di Trunconi e il 32° di stanza a Decimomannu, per un totale di 70 Trimotori Savoia Marchetti SM 79, detti SPARVIERI. Comandante della Marte era il generale Cagna, che morì proprio nel 1940. Il campo di Trunconi era il più vasto campo di aviazione in Sardegna durante la II guerra mondiale, tanto che una rivista specializzata dell'epoca ("Le vie dell'aria") ebbe a definirlo: "un campo che ha le dimensioni dell'orizzonte".
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babborcu
Salottino
Utente Virtuoso
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Inserito il - 25/11/2009 : 12:42:58
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Gli antichi TAMBURI popolari in uso nelle zone centrali della Sardegna utilizzavano una membrana fatta con pelle di cane. Diverse attestazioni riportano che, per ottenere una pelle perfettamente sgrassata, che agevolava la concia e dava un suono "bello", le povere bestie venissero " messe a die stretta " e fatte morire di fame!
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gallosu
Utente Attivo
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Inserito il - 25/11/2009 : 20:00:55
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Nel castello giudicale di Sanluri è ospitato il Museo Risorgimentale “Duca d’Aosta”. Nelle varie sale sono esposti numerosi cimeli sia del periodo risorgimentale che dei due conflitti mondiali. E’ inoltre presente una collezione di ceroplastiche riproducenti cammei, medaglioni in cera d’api che viene ritenuta una delle più importanti e pregiate d’Europa.
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Gallosu http://trexentastorica.blogspot.com/
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santobevitore
Utente Medio
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Inserito il - 27/11/2009 : 10:43:23
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| burrinka ha scritto:
"Is Fassõis",
ossia "I fascioni (di giunchi)", è il nome sardo di origine latina che si assegna alle straordinarie imbarcazioni degli stagni di Santa Giusta. Il "Fassõis", lungo quattro metri e largo, al massimo, un metro, è composto, come dice il nome, da "fascioni" di giunchi che crescono sulle rive lacustri, detti "su fenu" e "sa spadua", legati in modo da rendere appuntita la prua e tronca la poppa.
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Mi sono accorto solo ora di questa piccola imprecisione e, essendo di Cabras, non potevo fare finta di nulla! In realtà queste straordinarie imbarcazioni erano usate non solo negli stagni di S. Giusta ma anche, e forse di più, nello stagno di Cabras. Dunque sarebbe doverosa una piccola correzione, si può fare?
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babborcu
Salottino
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Inserito il - 27/11/2009 : 11:45:25
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Credo che santo abbia ragione... senza pretendenre correzioni ,santo..perche' non fai un'integrazione.. con un altro Nota bene? ... Piu' che santagiusta.. ecc . .magari dicendo che imbarcazioni simili si trovavano in altre epoche storiche presso altre civiltà e si trovano fuori della sardegna anche oggi,,
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angiuleddu
Salottino
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Inserito il - 28/11/2009 : 18:59:07
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Capoterra Durante il periodo dell’Impero Romano, il territorio di Capoterra, vive momenti di grande splendore e di importanza strategico- militare e commerciale. Lo dimostrano tracce di antiche ville romane, di fabbriche di vetro e terra cotta, che sicuramente primi sfruttamenti delle miniere sulle montagne. Dopo la caduta dell’Impero Romano e le prime invasioni barbariche, soprattutto ad opera dei Vandali la zona di Capoterra, come tutta la costa sarda, si spopola e il territorio di Capoterra perde l’antica importanza.
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Tuerredda
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angiuleddu
Salottino
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Inserito il - 28/11/2009 : 19:00:01
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Capoterra Solo dopo l’anno 1000 e più precisamente verso il 1200 ritroviamo nuovi insediamenti abitativi, nella zona di S. Barbara dove in questo periodo viene costruita, su tracce di un antico eremitaggio, l’attuale chiesetta e poi in seguito un piccolo villaggio. Non molto lontano da S. Barbara fu costruita probabilmente nel 1625 un’altra chiesetta dedicata a S. Gerolamo. Questi due santi sono stati tra i più venerati dalla tradizione religiosa popolare capoterrese.
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Modificato da - angiuleddu in data 28/11/2009 19:00:35 |
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angiuleddu
Salottino
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Inserito il - 28/11/2009 : 19:03:42
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Capoterra durante la dominazione Spagnola fu fondato nell’attuale paese di Capoterra un primo nucleo abitativo chiamato villa di Sant’ Efisio; fu il nobile Gerolamo Torrellas che si impegnò di fondare il nuovo villaggio nella sua baronia invitando a popolarlo dei fuoriusciti del Logudoro e della Gallura. Da qui la leggenda che vede Capoterra fondata da banditi (ex carcerati). Certo che, per i primi abitatori dell’attuale Capoterra non fu semplice affrontare i sacrifici per la bonifica del territorio da tempo abbandonato anche a causa del terreno paludoso e della malaria che già allora mieteva molte vite.
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angiuleddu
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Inserito il - 28/11/2009 : 19:07:42
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Capoterra Era il 1655, il barone Gerolamo Torrellas metteva a disposizione parte del suo feudo per la nascita di un nuovo paese che ne avrebbe accresciuto il valore socio-economico. Dopo un anno si contavano nel piccolo villaggio 7 famiglie, ogni famiglia veniva conteggiata per un numero medio di 4 persone per cui possiamo considerare che la villa di Sant’Efisio (attuale Capoterra) poteva essere abitata da circa 28-30 persone. Possiamo notare da un censimento effettuato 22 anni dopo cioè nel 1678 le famiglie erano 39 per una popolazione di 156 persone.
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Nevathrad
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Inserito il - 28/11/2009 : 22:15:28
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Capoterra. Ugolino di Guelfo della Gherardesca, immortalato da Dant Alighieri nei canti XXXII e XXXIII dell'Inferno, ebbe per qulache tempo in feudo la villa di Capoterra, che però venne presto ceduta ai Genovesi, dopo la sconfitta patita dai Pisani alla Meloria nel 1284.
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Tizi
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Inserito il - 29/11/2009 : 17:51:56
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Un immenso patrimonio culturale e tradizionale Sardo è il canto a poesia o gara poetica. La sua origine (non della gara ma dell'improvvisazione) si perde nella notte dei tempi. La gara vera e propria sul palco, pare sia nata a Ozieri nel settembre 1896 in occasione della festa in onore della Madonna del Rimedio. L'ideatore fu Antonio Cubeddu, famoso poeta locale nato a Ozieri nel 1863 e deceduto a Roma nel 1955 all'età di 92 anni. Fino ad allora la poesia era cantata o recitata nelle feste paesane, senza un palco, una giuria, un compenso economico e senza un invito ufficiale dagli organizzatori. In un ambiente prettamente maschile, cercarono fortuna, esibendosi sul palco anche due donne, Caterina Porcu di Ossi e Maria Farina di Osilo.
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Panorama
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Tizi
Salottino
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Inserito il - 29/11/2009 : 18:11:19
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Maria Lai, una grande, fantastica e dolcissima ARTISTA Sarda. Nasce a Ulassai il 27 settembre 1919. Nel 1939 lascia la Sardegna per iscriversi al liceo Artistico di Roma con Marino Mazzacurati. Dal 1943 al 1945 frequenta il corso di scultura dell'Accademia di Belle Arti di Venezia con Arturo Martini e Alberto Viani. Nel 2004 le viene conferita la Laurea Honoris causa in Lettere dall'Università degli Studi di Cagliari, discutendo la tesi: Sguardo, Opera, Pensiero. Con gli anni Ottanta la ricerca sui segni e sui materiali assume una più accentuata connotazione ambientale: 1981, il suo straordinario intervento ambientale: Legarsi alla montagna, Ulassai (NU);
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Modificato da - Tizi in data 29/11/2009 18:12:10 |
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furfuraju
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Inserito il - 29/11/2009 : 20:32:20
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Nella penisola di Sinis, lungo la costa che va da Is Arutas a San Giovanni, si trovano alcune antiche cave di arenaria carbonatica utilizzate già in epoca romana e localizzate in riva al mare per un più agevole trasporto del materiale su imbarcazioni. Scavate con la tipica tecnica a grandi riquadri e soggette all'erosione dei venti e del mare, attualmente sono parzialmente sommerse. Di interesse turistico è, non lontana dalla torre costiera di Seu, la così detta “Sala da ballo” che presenta un pavimento particolarmente liscio racchiuso da pareti verticali.
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Monte Ortobene - Nuoro...
...e, sullo sfondo, Monte Corrasi - Oliena...
...due altri meravigliosi angoli di Sardegna |
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Pia
Salottino
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Inserito il - 05/01/2010 : 18:17:16
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A Lanusei in località Monte Armidda (Monte del Timo) si trova l'Osservatorio Astronomico Ferdinando Caliumi. L'osservatorio astronomico Ferdinando Caliumi nasce nel 1992, dalla volontà di un gruppo di astrofili, già riuniti nell'Associazione Ogliastrina di Astronomia, con l'intento di offrire a chiunque l'opportunità di avvicinarsi all'universo dell'astronomia.
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Pedra Longa
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babborcu
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Inserito il - 05/01/2010 : 18:54:36
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Sino ai primi del novecento si conservavano ad ITTIRI diversi LETTI A BALDACCHINO , di un tipo molto diffuso in tutta la Sardegna sin dal 1600 almeno e soppiantati quasi ovunque nel corso del 1800 da letti cittadini. Il caratteristico letto, detto " lettu a pabaglione ", arrivava all'altezza di oltre tre metri dal suolo ed il piano su cui si dormiva era alto circa m.1,80! Vi si saliva tramite una scaletta o una sedia e lo si addobbava con un apparto tessile molto ricercato, formato da coperte decorate e bande a filet. Nel 1908 il pittore costumbrista spagnolo Antonio Ortiz Echague dipinse a Ittiri uno di queti letti , nella tela detta "Hilandera "( la filatrice).
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