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mary2167
Salottino
Utente Medio
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Inserito il - 13/03/2008 : 15:51:56
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| Agresti ha scritto:
Che ghiotta occasione!!
Io ho appena finito di rileggere Sempre Caro.. bisogna fare delle domande neccessariamente su Memoria del vuoto??
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E' guarda io ho letto solo questo libro ed effettivamente l progetto è su questo che poi porterò agli esami insieme a un depliant con pacchetto turistico sull ogliastra,sai com'è faccio il turistico.. Quindi credo che mi devo attenere a Memoria del Vuoto
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"Lui, per ogni buon conto, non era mai uscito di casa senza affilare l'arresoja e aveva cresciuto tutti i figli a pane e occhi aperti"
Michela Murgia ACCABBADORA
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Marialuisa
Utente Master
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Inserito il - 20/03/2008 : 16:29:01
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L’ultima volta che sono rinato… Sono tornato dove ognuno vuol tornare: al calore del buio primigenio dove niente è stato, ma tutto sta per essere… domani forse… domani…
Marcello Fois , L'ultima volta che sono rinato .
Ps: La facciamo decollare questa splendida iniziativa di un libro al mese ?
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annika
Nuovo Utente
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Inserito il - 20/03/2008 : 16:50:02
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| Marialuisa ha scritto:
L’ultima volta che sono rinato… Sono tornato dove ognuno vuol tornare: al calore del buio primigenio dove niente è stato, ma tutto sta per essere… domani forse… domani…
Marcello Fois , L'ultima volta che sono rinato .
Ps: La facciamo decollare questa splendida iniziativa di un libro al mese ?
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Quoto Marialuisa...... dai facciamolo !!!....... ah !!! Marylu'......grazie di aver riportato quei versi poetici...di Fois..
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"I confini ? esistono eccome !!! " Nei miei viaggi ne' ho incontrati molti..e stanno tutti nella mente degli uomini. (Lizard) |
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Marialuisa
Utente Master
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Inserito il - 21/03/2008 : 10:43:38
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L’ultima volta che sono rinato
[ Marcello Fois ]
L’ultima volta che sono rinato ero un uomo della terra. L’ultima volta che sono rinato ero un feto di trent’anni. E c’era freddo la fuori, fuori dal ventre, dall’utero di scrofa … Ad ogni turno si rovescia il Mondo. La prima. La prima volta che sono rinato era come l’artiglio di un cancro. La feroce freddezza della malattia. Che si trattava di mangiarsi le viscere della Madre e di infettarle le intranne con sudore e carburo. E nero. Una neritudine di nulla nulla. Una nerezza appena stemperata dal lume. Quella volta sono rinato spuntando dal catino nero della pece greca. A volte si rinasceva nella zona delle docce, dove uomini fatti si sfregavano via la fuliggine dalla schiena, come vecchi cani mansueti, leccandosi a vicenda con lingue di stracci. L’ultima volta che sono rinato è stato un parto sferragliante. Col montacarichi che fa una sosta a duecento, poi a centotrenta… Che si rinasce con lentezza. Dopo che la gola del pozzo quattro ti ha ingoiato. L’ultima volta che sono rinato ero cibo indigesto Attaccato dai conati e dai sussulti dei gas venefici della terra ventre. L’ultima volta che sono rinato ero cibo da vomitare. E nero, mio dio, oscuro di una qualità tremenda. L’ultima volta che sono rinato emergevo da una notte insonne. Dall’untuosa indifferenza di una donnaccia In cui ero penetrato con rabbia. Per respirare tenevo la bocca e il naso fuori dal buio. Ad ogni turno si rovescia il Mondo. Qualche volta si esce all’aria, qualche volta si calpesta la terra dalla superficie che pare poca cosa, come crosta secca di pane nero, raffermo. E quasi si torna desidera la sostanza morbida della mollica. L’ultima volta che sono rinato ero un bambino che scava il pane col dito. Tenendo la fetta sotto al tavolo. E guardandosi intorno. L’ultima volta che sono rinato ero il verme bianco e salterino Nella pancia cremosa del formaggio marcio. Nel buio bianco della crema piccante. L’ultima volta che sono rinato, ho sollevato il muso all’aria del mattino come un talpa anziana era bianco. Nevicava anche sul mare. Ho chiuso gli occhi per ricordare il nero che avevo appena abbandonato. L’ultima volta che sono rinato ero un sorcio di fogna, annaspante contro l’urto dell’acqua che cercava sfogo nelle gallerie, spantato dal rombo assordante, muggito di mare offeso, irato. E la corrente come un gorgo dentro alle gallerie Che gridava: Ladri! lasciate in pace questa carne martoriata. Lasciate in pace queste povere membra distrutte dalla silicosi. Poi nero, nerissimo di un nero totale. E il lume che illumina un sorriso. L’ultima volta che sono rinato quel sorriso mi è restato attaccato addosso Come una cradananca. Che qua sotto, prima della rinascita, c’è sudore e fuliggine. L’ultima volta che sono rinato, sono rinato con la camicia. Nera. Nessuna fortuna. E l’ho strappata via dalla carne a forza di sapone e strigiola. E a ogni turno, sempre, ostinatamente, si rovescia il Mondo. Quello che è sopra, quello che è sotto, quello che è fuori, quello che è dentro. E ogni volta… si rinasce, spossati dal travaglio cigolante del carrello, e… nero, nero atro, atroce che ti scava sulla fronte il ghigno del nascituro. L’ultima volta che sono rinato ho aspettato il sole con un vagito Ed era un sole minuscolo… Troppo, troppo piccolo… L’ultima volta che sono rinato portavo il sole sulla fronte, Ma era una lotta terribile… Erano colpi bassi… Nell’abisso. Dall’abisso. L’ultima volta che sono rinato, mia moglie disse: non scendere più. E minacciava pioggia in superficie, e, sotto, le transenne scricchiolavano. E il mare insisteva nel profondo… Insisteva a dare spallate alla parete di roccia. Per l’incontro… L’ultima volta che sono rinato… Sono tornato dove ognuno vuol tornare: al calore del buio primigenio dove niente è stato, ma tutto sta per essere… domani forse… domani…
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annika
Nuovo Utente
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Inserito il - 21/03/2008 : 12:35:46
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Marylu'......... Dio mio....quanto mi hai fatto piangere !!! Per me e' stata un'emozione fortissima leggere questi versi così duri...........e quanta sofferenza..non confessata di questi "Uomini" a cui Fois ha dato voce..e anima.....
Grazie Marylu'.....un pensiero per te !!
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Modificato da - annika in data 21/03/2008 12:43:03 |
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"I confini ? esistono eccome !!! " Nei miei viaggi ne' ho incontrati molti..e stanno tutti nella mente degli uomini. (Lizard) |
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UtBlocc
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Inserito il - 22/03/2008 : 05:09:47
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Ho iniziato a leggere Sempre caro............Bustianu finiscila..ajò che stai esagerando
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loulunes
Salottino
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Inserito il - 23/03/2008 : 08:13:58
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Anch'io conosco Marcello Fois, altra perla Sarda che col suo lavoro contribuisce a tenere alto il nome della nostra stupenda isola, unico rammarico, a mio avviso, è che non lo possa fare direttamente quì ma viva da "emigrato" a Bologna. Mi venne consigliato alcuni anni fà da una cara amica che lavora nella Biblioteca comunale del paese in cui vivo. Da subito l'ho trovato fantastico, figuratevi che presi Dura madre, Sempre caro e Ferro recente e li feci fuori in 3 giorni, anche l'amica rimase meravigliata della velocità quando li riportai indietro. Mi piace come scrive e mi piace che usi quegli intercalari in Sardo (questo lo apprezzo molto anche in S.Niffoi). Attualmente ho per le mani Memoria del vuoto che però stò tirando per le lunghe in quanto come al solito leggo contemporaneamente 3-4 libri . Non sono capace nel fare recensioni ma leggerò molto volentieri quelle che avrete la bontà di fare voi.
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Pia
Salottino
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Inserito il - 23/02/2009 : 22:35:40
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E anche io ho finalmente letto Sempre caro. Che dire? Avete detto tutto voi qualche mese fa. Io mi sento particolarmente vicina a Fois per la sua capacità descrittiva del paesaggio, sembra indugiare con una telecamera poetica. E lo sento vicino per questa capacità di descrizione pittorica e di collegamento con l'arte conosciuta. Il libro diventa anche pretesto per andare a ricercare le poesie dimenticate di Sebastiano Satta. Grazie Marcello! Un libro da consigliare agli amici sardi e non.
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Pedra Longa
Baunei (Ogliastra)
..un altro meraviglioso angolo di Sardegna
Prof Pia http://www.lezionidibello.blogspot.it |
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