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Marialuisa
Utente Master
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Inserito il - 23/04/2009 : 15:00:48
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Giovedì 23 aprile 2009
Appuntamenti
Giornata Mondiale del libro
* Cagliari , L’alfabeto dell’Arte
Come ogni anno, la Galleria Comunale d’Arte di Cagliari propone un ciclo di conferenze, sei incontri dal taglio divulgativo, dedicati alla scoperta dell’arte contemporanea, invitando a parteciparvi tutti coloro che desiderano coltivare il proprio interesse per la storia dell’arte.
Giovedì 23 aprile 2009, ore 17,00 , Galleria Comunale Marc Chagall: la favola ebraica nel segno cubista. Matilde Omezzolli Gadducci
Marc Chagall , The Violinist
Accadde quel giorno
San Giorgio di Suelli
Il fatto che sia morto il 23 aprile del 1117, ha creato a volte qualche confusione, visto l’identico giorno di celebrazione del grande martire della Palestina, s. Giorgio. Secondo la sua antica biografia, unica fonte attendibile, Giorgio nacque nell’XI secolo a Cagliari, i suoi genitori Lucifero e Vivenzia erano servi della gleba di una certa Greca, ma virtuosi e timorati di Dio. Già da bambino si dimostrò penitente e pieno di virtù; studiò latino e greco, che a quell’epoca era di grande importanza e considerazione e a soli 22 anni fu nominato vescovo di Suelli (Cagliari). Fu per la diocesi un vero pastore, amante dei poveri che aiutava e dei quali possedeva una lista; dedito alla preghiera e ai digiuni. Il Signore lo gratificò del dono dei miracoli a volte richiamanti la semplicità francescana; non è chiaro quanto tempo governò la diocesi, ma come già detto morì il 23 aprile 1117 e sepolto nella sua cattedrale. Su questa data comunque esistono delle discordanze con la già citata biografia, infatti alcuni scrittori sardi dicono che s. Giorgio fu vescovo di Suelli prima del vescovo Giovanni morto nel 1117 e ponendo così la data della morte di s. Giorgio al 1050. La sede vescovile di Suelli (Sardegna sud-orientale) compare nei documenti per la prima volta all’inizio del secolo XI; prima che la diocesi fosse incorporata a quella di Cagliari all’inizio del XV secolo, il culto per s. Giorgio era già diffuso almeno dall’inizio del secolo XIII. Lo confermano l’Ufficio in suo onore, le chiese a lui dedicate a Suelli, Lotzorai, Urzulei, Perfugas, Ossi, Anela, Bitti e le cappelle a Tortolì e Girasole. A Cagliari nel 1601 il vescovo Lasso Sedeno, trasformò in chiesa una casa nel quartiere di Stampace, ritenuta la casa natale del santo vescovo, stabilendo anche la festa annuale al 23 aprile; ma un canonico fece delle opposizioni, ritenendo non vera l’esistenza di s. Giorgio vescovo, affermando invece di trattarsi dello stesso s. Giorgio martire. Per chiarire la situazione, il successore del vescovo, mons. Desquivel fece effettuare delle ricerche storiche, i cui risultati furono inviati a Roma alla Sacra Congregazione dei Riti; nel 1609 papa Paolo V confermò definitivamente il culto di s. Giorgio vescovo di Suelli. La sua mitria è conservata nella cattedrale di Cagliari ed è invocato contro le carestie.
Retablo di Suelli Fonte sito Santi e Beati , immagine SardegnaDigitalLibrary
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Utente Medio
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Inserito il - 23/04/2009 : 18:56:32
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Interessante la rievocazione della figura del Vescovo Giorgio, cagliaritano. Io conosco una delle chiese più antiche che gli sia stata dedicata; piccola e semplice, ma antica. Al suo interno veniva arredata in stile greco, pare. E conosco anche delle zone che probabilmente erano poste lungo il tragitto che lo portò nella regione d'Ogliastra. Pare che la sua missione fosse anche quella di evangelizzare vari villaggi ogliastrini; infatti, può sembrare strano, ancora nel XI sec. il panorama religioso isolano era irregolare, dato che in una buona percentuale del territorio vigeva un cristianesimo ancora legato a Bisanzio, ma in molte zone non solo vigeva un cristianesimo semipagano, ma sembra che in certe zone esistessero ancora culti pagani, specie in zone isolate. Ecco la ragione di certe storie al limite tra il vero e il leggendario, che parlano di villaggi con strani culti pagani legati alle piante, episodi di guerra con villaggi limitrofi, e persino episodi di antropofagia; quest'ultima forse legata a tradizioni e culti antichi, ma forse anche a carestie. E dunque la figura di tale Vescovo si inquadra anche in relazione a tali concetti.
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