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franco decarolis
Nuovo Utente
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 Inserito il - 19/04/2009 : 18:02:53
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Ciao a tutti.
Ogni tanto mi capita di scrivere uno dei miei racconti Millecinque. SI chiamano così perchè sono lunghi 1500 parole (a meno dell'errore sperimentale).
Ne allego uno spezzone. Se qualcuno volesse leggere il seguito, sarà un piacere postarlo.
Ciao
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Il diavolo non era così brutto come l’avevo immaginato. Era un signore distinto, di una certa età, diciamo sessanta ben portati, elegante senza affettazione, di tratti regolari come si addice a un uomo capace di far girare la testa ad una donna senza troppi sforzi.
Sedette accanto a me senza domandare il permesso, come se fosse sicuro che glielo avrei accordato. Accavallò le gambe, mi guardò fisso negli occhi, sorrise scostando di un infinitesimo le labbra sottili e mi disse: «Buonasera ingegnere. Ha visto? Sono in perfetto orario, al secondo. Il demonio è sempre puntuale, senza esagerare perchè non ha necessità di anticipare: se arriva, sa che è il momento opportuno.»
Si accorse che lo fissavo con un certo imbarazzo, forse percepì una certa perplessità nel mio comportamento: ma davvero lui era un diavolo?
«Non un diavolo, ingegnere,» affermò con decisione, senza tuttavia cambiare il tono della voce tranquilla, abituata ad essere ascoltata, «il Diavolo, l’unico. Percepisco senza difficoltà la sua evidente delusione: si aspettava un giullare con le corna posticce, la coda e un deodorante allo zolfo? Andiamo, si conceda un certo credito, l’iconografia medievale cozza violentemente contro la sua educazione, il suo modo d’essere, la sua cultura. Non offenda sé stesso confondendosi con un contadino lombardo della bassa ai tempi di Sant’Ambrogio. Su, si rilassi e mi dica cosa posso fare per lei, anche se credo di saperlo. Ascoltare i desideri dalla viva voce di coloro che hanno bisogno di me è la gioia più grande del mio mestiere.»
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Pia
Salottino
Utente Mentor
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Inserito il - 19/04/2009 : 23:19:43
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Ebbene Franco...io aspetto il seguito....
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Pedra Longa
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drFolk
Salottino
Utente Senior
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Inserito il - 19/04/2009 : 23:27:14
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Direi che m'associo.
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Kikko
Utente Attivo
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Inserito il - 19/04/2009 : 23:37:24
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Continua a postare. Sarà per me un piacere continuare a leggere!
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Tizi
Salottino
Utente Virtuoso
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Inserito il - 20/04/2009 : 08:56:31
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Franco, leggo volentieri il seguito...
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Panorama
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callas
Salottino
Utente Senior
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Inserito il - 20/04/2009 : 10:22:43
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io pure...
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Golfo di Marinella
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franco decarolis
Nuovo Utente
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Inserito il - 20/04/2009 : 20:16:00
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CINQUE lettori??????
Non ci posso credere!!!!!!!!
Ecco il seguito.
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«Il suo è un mestiere?» Chiesi subito per prendere tempo: «Come quello di un geometra o un contabile? Qualcosa che si apprende da un maestro?»
Non diede segni di impazienza. Lui, per assioma, aveva tutto il tempo del tempo e dunque: perché agitarsi? Il Demonio è come un impiegato del catasto, sa che alla fine del mese percepirà lo stipendio anche se non avrà mosso un dito.
«Caro lei, questo tergiversare non le renderà le cose più facili, per il semplice motivo che non possono essere più facili di così. Io non avrei realmente bisogno di sentirle dichiarare esplicitamente il suo interesse per me, diciamo per uno degli aspetti della mia multiforme personalità, e però c’è una prassi da rispettare, come dire, c’è una forma che è anche sostanza, come mi è accaduto di sentire, a sproposito, da un anchorman televisivo impaziente di commettere un peccatuccio di superbia, una cosetta veniale, ahimé, ma sempre un inizio. Lei sa bene che ci sono alcune regolette, piccoli dettagli che non ci è possibile trascurare. Sa, c’è stato un saggio che ha affermato come io mi nasconda nei dettagli: vorrebbe contraddire un saggio? Non sarebbe saggio, se mi consente un pessimo gioco di parole. Allora?» Sorrise nuovamente.
«Beh...» Abbozzai: «Effettivamente potrei aver bisogno di un consiglio, o addirittura di qualcosa di più di un semplice consiglio. Forse avrei un desiderio. Una necessità. Impellente. Un problema da risolvere.»
«E vuole che ci pensi io? Sa, mi scusi se sono insistente, ma temo che non debbano esserci equivoci. Spesso mi dipingono come un ingannatore, il serpente che striscia nell’oscurità, ma non è assolutamente la verità, tutt’altro. Direi al contrario che sono l’unico che non ha bisogno di barare. Si tratta di una questione di mercato: io lavoro in un regime di monopolio che mi consente di potermi permettere di evitare il ricorso ai sotterfugi. Si figuri che all’Altro succede l’esatto contrario. É il mio unico concorrente, se possiamo chiamarlo così, che talvolta deve ricorrere a mezzucci da venditore di pacchi, tanto da chiedermi di intervenire per manifesta incapacità. Lei capisce che se non gli dessi una mano, anch’io ne soffrirei: via lui, via io. Una situazione disagevole, eppure bisogna accettare quello che arriva, senza lamentarsi eccessivamente e, del resto, non credo proprio di aver titolo per le lamentele: gli affari sono sempre andati magnificamente, e quando dico sempre...»
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Pia
Salottino
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Inserito il - 20/04/2009 : 20:28:23
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....e ....
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Pedra Longa
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gege66
Salottino
Utente Attivo
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Inserito il - 20/04/2009 : 22:53:17
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Francoooooo!!!!!!!
.....e........!!!!!
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franco decarolis
Nuovo Utente
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Inserito il - 21/04/2009 : 18:57:55
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Scusate: periodaccio e pochissimo tempo per la rete....
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«Non vorrei morire.» Dissi di slancio. Ecco, era fatta, ormai me l’aveva tirata fuori di bocca, oppure me l’ero tirata fuori da me: c’era una gran differenza? «Lei mi ha chiesto di parlare chiaramente ed io l’ho fatto, sapendo bene che si tratta di un desiderio che a lei non è dato soddisfare.»
Inarcò le sopraciglia, sorpreso dalle mie parole: «Ma ingegnere! Crede che si tratti di una richiesta cosi infrequente? Da lei, mi scusi se mi permetto di sottolinearlo, mi sarei aspettato qualcosa di meglio, di più...fantasioso? Non vorrei offenderla ma mi aveva dato l’impressione di essere una persona capace di esprimere desideri di respiro più ampio.»
«Un momento,» aggiunsi precipitosamente, «non è tutto qua. Io non vorrei invecchiare, o diventare povero, o giacere in un letto infermo per l’eternità, o sentire dolore. Vorrei diventare immortale, ecco, senza patire la vecchiaia, o la povertà, o qualunque diavoleria lei potesse inventare per farmi scontare il patto con lei qualora lo siglassi. Io so bene che lei ne sa una più del Diavolo, in caso contrario non sarebbe il Diavolo in persona, ma il punto è che io vorrei il suo aiuto per stipulare un patto senza diavolerie. Vorrei stipulare un patto in cui il Diavolo si impegna a proteggermi dal patto col Diavolo, in modo tale che pur avendolo stipulato non debba preoccuparmi di qualche diavoleria che mi faccia pentire della stipula. Può essere che il Diavolo faccia le pentole e i coperchi?»
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drFolk
Salottino
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Inserito il - 21/04/2009 : 19:26:54
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...e?
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Lollove
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Pia
Salottino
Utente Mentor
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Inserito il - 21/04/2009 : 19:29:20
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Boia Faust!!!!
(come dicono qui in Piemonte....)
...e...?
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Pedra Longa
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UtOld
Salottino
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Inserito il - 21/04/2009 : 22:37:14
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Ci sono anche io … porco diavolo … continua pure.
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UtOld
Salottino
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Inserito il - 21/04/2009 : 22:40:18
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Franco … una piccola richiesta … aumenta il corpo del carattere e non ridurlo come hai fatto precedentemente. Grazie
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Pia
Salottino
Utente Mentor
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Inserito il - 21/04/2009 : 23:36:11
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| Aldo g ha scritto:
Franco … una piccola richiesta … aumenta il corpo del carattere e non ridurlo come hai fatto precedentemente. Grazie
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..come ti capisco...
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Pedra Longa
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franco decarolis
Nuovo Utente
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Inserito il - 22/04/2009 : 18:53:19
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Aumento....
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«Mi faccia capire: lei vorrebbe stipulare un patto col Diavolo avendo la certezza che non ci siano trucchi, giusto? Che non salti fuori improvvisamente un sotterfugio a cui non aveva pensato, grazie al quale il Diavolo l’abbia vinta e lei finisca a scontare le pene dell’inferno.»
«Ecco! Direi che ha inquadrato correttamente il problema. Ho pensato che avendo paura dei trucchi del Demonio, proprio lui fosse l’unico in grado di proteggermi: in poche parole vorrei la sua protezione nel momento in cui stipulerò un patto col Diavolo, il patto della mia immortalità. Può accordarmela?»
Ebbi l’impressione di averlo sorpreso, e me ne stupii. Pensavo che il Demonio potesse leggere con facilità nella mente di noi poveri esseri umani, dunque non si capiva per quale motivo il mio desiderio l’avesse apparentemente posto in imbarazzo: davvero non si aspettava la mia richiesta?
Vidi che rifletteva senza fretta, come suo solito. Non c’era nulla nel suo sguardo che facesse presagire la ricerca di una diavoleria per ingannarmi e del resto sapevo bene che il Demonio non può mentire: se accadesse la sua esistenza perderebbe senso, assieme a quella di Dio.
Quando sembrò pronto a parlare, me lo comunicò con un largo sorriso coinvolgente, il primo così ampio da che si era seduto accanto a me.
«Veda,» disse, «so per certo che lei è a conoscenza del fatto che non mi sono concesse menzogne, dunque non starò a tediarla con inutili e ridondanti assicurazioni sulla mia affidabilità. Le dico solo che accetto, l’aiuterò e soddisferò il suo desiderio.»
Lo guardai fisso negli occhi, neri come l’ossidiana e non ci vidi dentro che il mio viso riflesso: i miei occhialini con la montatura di titanio, i pochi capelli bianchi rimasti sulla fronte, la pelle cascante sotto gli occhi, il mio brutto muso prognato, le rughe, i nei, le macchie senili della pelle.
«E cosa mi chiede in cambio?» Domandai conoscendo la risposta. «Non sarà mica l’anima!»
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