Nota Bene:Capoterra Solo dopo l’anno 1000 e più precisamente verso il 1200 ritroviamo nuovi insediamenti abitativi, nella zona di S. Barbara dove in questo periodo viene costruita, su tracce di un antico eremitaggio, l’attuale chiesetta e poi in seguito un piccolo villaggio. Non molto lontano da S. Barbara fu costruita probabilmente nel 1625 un’altra chiesetta dedicata a S. Gerolamo. Questi due santi sono stati tra i più venerati dalla tradizione religiosa popolare capoterrese.
Il documentario, frutto di un lungo lavoro sul campo, racconta l'odissea della popolazione di Sarroch (Cagliari) in rapporto con l' impianto petrolchimico e gli effetti di quest'ultimo sull'ambiente e la salute dei cittadini.
Saranno presenti Renato Troffa, Michele Ledda, Andrea Melis, Piergiorgio Pulisci, Marcella Catignani (del collettivo MAMA SABOT), il regista Massimiliano Mazzotta, Antonio Caronia (Docente di Comunicazione multimediale, Accademia di Brera), Annibale Biggeri (Ricercatore, Facoltà di Medicina e Chirurgia, Dipartimento di Statistica, Università degli studi di Firenze),
Regia: di Massimiliano Mazzotta
Interpreti: abitanti Sarroch, rappresentanti Istituzioni varie, dirigenti gruppo SARAS
a parte i brividi che suscita per tutto quello che provoca l'inquinamento dello stabilimento..... lo trovo un ottimo documentario, girato e realizzato con semplicità, ma con un buon impatto ...
Firma di Barbaricina
S'Ena 'e Thomes / Dorgali (NU) ...un altro meraviglioso angolo di Sardegna
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Venerdì 24/07/09 invece..nell'ambito delle iniziative inserite nel programma de Sa Festa Manna 2009 di IRS..verrà proiettato al teatro all'aperto di Milis (OR).
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Il 1° novembre 2010, alle ore 21.10,su Current tv, canale 130 di Sky, va in onda Oil di Massimiliano Mazzotta, film-inchiesta del 2008 su una delle più grandi raffineria d’Europa, la Saras (gruppo ENI) nel comune di Sarroch, paese di 5200 abitanti che si affaccia sul golfo di Cagliari. Il film pur avendo riscosso successo di critica e pubblico con diversi riconoscimenti, tra cui il titolo di ‘miglior documentario italiano’ al Festival Cinemabiente di Torino 2009, è stato fortemente ostacolato dai legali della Saras che hanno diffidato la proiezione della pellicola nelle sale perché lesiva dell’immagine e della reputazione della società di proprietà della famiglia Moratti. P.s. Massimiliano Mazzotta, nonostante le pressioni ha deciso di insistere e sta lavorando a una seconta puntatta di OIL che uscirà a breve .
Sinossi: in viaggio, in vacanza, a molte persone capita di attraversare, velocemente e tappandosi il naso, paesi come Sarroch. Alcuni possono essere attraversati dall’idea di fermarsi a vivere un breve periodo. Conoscere donne, uomini, ragazzi, bambini, pensionati. Entrare nei luoghi di lavoro e ospitati nelle case. Ascoltare gli abitanti di questo paese, le esperienze di vita e di lavoro. Com’è vivere e lavorare qui? Avendo come vicino di casa un’industria a forte impatto ambientale, che non necessita di un elevato numero di lavoratori (escludendo interventi di manutenzione concentrati in alcuni periodi dell’anno). Respirando per 365 giorni all’anno quello che esce attraverso la fiamma perenne delle fiaccole e dalle numerose ciminiere -anidride carbonica, ossido di azoto, biossido di zolfo, acido solfidrico- la cui emissione è da pochi anni monitorata da centraline aventi gestori diversi: industria, Comune ed ARPA al momento non attiva in seguito al passaggio di consegna dalla Provincia di Cagliari… (continua). Dal 2000 le scorie di raffineria sono considerate fonti “assimilate” alle rinnovabili (92/CIP 6). I dipendenti del gruppo SARAS e di POLIMERI EUROPA ricevono un’adeguata formazione in materia di tutela e sicurezza sul lavoro ed esiste un efficiente piano di emergenza interno. I dipendenti esterni di nuova assunzione ricevono una formazione della durata di due ore, e direttamente sul luogo di lavoro in base alla mansione da svolgere. Per gli abitanti di Sarroch non esiste un piano di sicurezza con corsi e prove di evaquazione. Negli ultimi anni esiste un’inversione di tendenza con un ritorno all’agricoltura (coltivazioni in serra) e la volontà di rilanciare l’industria turistica, attività che negli anni hanno subito una riduzione del loro spazio di attività anche per l’assenza totale di garanzie sulla qualità dei prodotti. Gli abitanti di Sarroch non chiedono la chiusura della Raffineria ma la difesa della salute di chi lavora dentro e di chi vive fuori.