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CodicediSorres
Utente Medio
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Inserito il - 09/01/2009 : 13:30:45
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| Tharros ha scritto:
| CodicediSorres ha scritto:
Sembrerebbe un libro molto interessante. Anzi, un'argomento interessante. Mi hanno incuriosito da sempre le storie di ribelli e banditi isolani. Tra l'altro mi piacerebbe sapere la verità sulla fine del noto bandito Samuele Stocchino (o Stochino a volte), morto nel 1928, all'età di circa 33 anni, in seguito ad un presunto conflitto a fuoco con un gruppo di carabinieri. Poichè mio padre è il padrino (di cresima, dato che è nato molto dopo) di uno dei figli del proprietario terriero che, si dice, scoprì, forse insieme a altri, il corpo del bandito, allora in base a ciò che ha sentito a molta gente pare che i fatti siano avvolti nella nebbia, nonostante le versioni ufficiali dell'epoca. Già allora si disse che certi proprietari terrieri e allevatori erano, in realtà, confidenti dello Stato. Certi fingevano di appoggiare banditi e ribelli
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Ho avuto occasione di leggere la storia di questo fuorilegge su una rivista alla quale sono abbonato. Fu ucciso veramente in un conflitto a fuoco coi carabinieri. Si era macchiato di molti delitti ma il peggiore fu l' uccisione di un bambino...posso vedere di trovare l' articolo e copiarlo se qualcuno lo desidera.
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Si, fin dall'inizio la versione ufficiale riportava la versione del conflitto a fuoco, e tale sarà stata riportata in varie verbalizzazioni. Probabilmente è andata veramente così. Però nello stesso tempo già allora circolavano voci diverse, e poiché tale fatto, cioè i momenti precedenti e successivi alla morte del fuorilegge, ha coinvolto un numero ristretto di persone, allora a distanza di tanto tempo è difficile verificare la verità in merito a tale fatto.
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Tharros
Salottino
Utente Virtuoso
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Inserito il - 09/01/2009 : 14:19:27
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| CodicediSorres ha scritto:
| Tharros ha scritto:
| CodicediSorres ha scritto:
Sembrerebbe un libro molto interessante. Anzi, un'argomento interessante. Mi hanno incuriosito da sempre le storie di ribelli e banditi isolani. Tra l'altro mi piacerebbe sapere la verità sulla fine del noto bandito Samuele Stocchino (o Stochino a volte), morto nel 1928, all'età di circa 33 anni, in seguito ad un presunto conflitto a fuoco con un gruppo di carabinieri. Poichè mio padre è il padrino (di cresima, dato che è nato molto dopo) di uno dei figli del proprietario terriero che, si dice, scoprì, forse insieme a altri, il corpo del bandito, allora in base a ciò che ha sentito a molta gente pare che i fatti siano avvolti nella nebbia, nonostante le versioni ufficiali dell'epoca. Già allora si disse che certi proprietari terrieri e allevatori erano, in realtà, confidenti dello Stato. Certi fingevano di appoggiare banditi e ribelli
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Ho avuto occasione di leggere la storia di questo fuorilegge su una rivista alla quale sono abbonato. Fu ucciso veramente in un conflitto a fuoco coi carabinieri. Si era macchiato di molti delitti ma il peggiore fu l' uccisione di un bambino...posso vedere di trovare l' articolo e copiarlo se qualcuno lo desidera.
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Si, fin dall'inizio la versione ufficiale riportava la versione del conflitto a fuoco, e tale sarà stata riportata in varie verbalizzazioni. Probabilmente è andata veramente così. Però nello stesso tempo già allora circolavano voci diverse, e poiché tale fatto, cioè i momenti precedenti e successivi alla morte del fuorilegge, ha coinvolto un numero ristretto di persone, allora a distanza di tanto tempo è difficile verificare la verità in merito a tale fatto.
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Rileggendo infatti l' articolo colui che lo ha scritto specifica che quanto scritto è tratto dai verbali dell' Arma. ha anche lui parecchie perplessità in considerazione che il fuorilegge si muoveva prevalentemente di notte e su un territorio che conosceva benissimo. Accenna anche al fatto che sia stato tradito da qualcuno vicino a lui e il motivo si riconduce alla morte del bambino per il quale molti si convinsero che aveva superato ogni limite.
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Turritano
Utente Virtuoso
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Inserito il - 09/01/2009 : 19:49:27
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| Tharros ha scritto:
La questione è molto complessa quando si hanno delle remore nel condannare la violenza, di qualsia matrice essa sia. La violenza è al servizio degli ignoranti e dei prepotenti e rarissime volte è al servizio di ideali nobili......
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“La violenza, quando non è politica è ancora più ingiustificabile”? Bisogna vedere di che tipo di “politica” si tratta, io non giustifico quella di un partito politico che, siccome non riesce a prevalere democraticamente, ricorre alla violenza e al terrorismo. Non è un bell’esempio di democrazia. Quegli “eroi” non promettono molto bene su un loro eventuale governo. Altra cosa è il giudizio sui banditi, quelli sardi, naturalmente, quelli d’altri tempi. Giudicarli dal di fuori è facile, e anche nella stessa Sardegna perbenista dei nostri giorni … senza conoscere l’ambiente, la mentalità e la “giustizia” di allora. "Beati i popoli che non hanno bisogno di eroi", frase molto conosciuta ed abusata, ma verissima. Infatti: beati i popoli liberi che non hanno bisogno né di violenza né di eroi per conquistare la loro libertà: ce l ’hanno già. Il fatto è che, quasi tutti i popoli oggi liberi, a un certo punto della loro storia, hanno dovuto lottare per ottenere la libertà e di eroi ne hanno avuto bisogno, eccome. Gli “eroi negativi” lasciamoli da parte, probabilmente… non sono eroi Turritano
PS: naturalmente questo post è solo una piccola digressione dal tema principale.
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Le dominazioni passano ... i Sardi restano! |
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cedro del Libano
Salottino
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Inserito il - 09/01/2009 : 20:29:35
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Definire la violenza dal nostro punto di vista non è molto semplice,io stessa non saprei come definirla. Potrei solo ricorrere a delle teorie filosofiche o religiose,con le quali non sempre mi trovo d'accordo. Scusate se qualcuno mi aggredisce ed io mi difendo violentemente,sono una violenta e sono condannabile? Per le leggi viggenti si,ma per quelle morali?
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Modificato da - cedro del Libano in data 09/01/2009 20:33:51 |
| Firma di cedro del Libano |
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Tharros
Salottino
Utente Virtuoso
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Inserito il - 10/01/2009 : 09:12:49
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| cedro del Libano ha scritto:
Definire la violenza dal nostro punto di vista non è molto semplice,io stessa non saprei come definirla. Potrei solo ricorrere a delle teorie filosofiche o religiose,con le quali non sempre mi trovo d'accordo. Scusate se qualcuno mi aggredisce ed io mi difendo violentemente,sono una violenta e sono condannabile? Per le leggi viggenti si,ma per quelle morali?
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Non si è colpevoli quando ci si difende anche fino al limite estremo, colpevole è chi aggredisce e inizia la violenza. Tutti hanno il sacrosanto diritto di difendere la propria vita ed incolumità. Su questo non ci sono dubbi. Se in un atto di difesa si uccide qualcuno io direi che quello se l' è cercata. La religione a volte è piuttosto confusa è vero che dice porgi l' altra guancia ma dice anche occhio per occhio.
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Tharros
Salottino
Utente Virtuoso
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Inserito il - 10/01/2009 : 11:06:58
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| Turritano ha scritto:
| Tharros ha scritto:
La questione è molto complessa quando si hanno delle remore nel condannare la violenza, di qualsia matrice essa sia. La violenza è al servizio degli ignoranti e dei prepotenti e rarissime volte è al servizio di ideali nobili......
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“La violenza, quando non è politica è ancora più ingiustificabile”? Bisogna vedere di che tipo di “politica” si tratta, io non giustifico quella di un partito politico che, siccome non riesce a prevalere democraticamente, ricorre alla violenza e al terrorismo. Non è un bell’esempio di democrazia. Quegli “eroi” non promettono molto bene su un loro eventuale governo. Altra cosa è il giudizio sui banditi, quelli sardi, naturalmente, quelli d’altri tempi. Giudicarli dal di fuori è facile, e anche nella stessa Sardegna perbenista dei nostri giorni … senza conoscere l’ambiente, la mentalità e la “giustizia” di allora. "Beati i popoli che non hanno bisogno di eroi", frase molto conosciuta ed abusata, ma verissima. Infatti: beati i popoli liberi che non hanno bisogno né di violenza né di eroi per conquistare la loro libertà: ce l ’hanno già. Il fatto è che, quasi tutti i popoli oggi liberi, a un certo punto della loro storia, hanno dovuto lottare per ottenere la libertà e di eroi ne hanno avuto bisogno, eccome. Gli “eroi negativi” lasciamoli da parte, probabilmente… non sono eroi Turritano
PS: naturalmente questo post è solo una piccola digressione dal tema principale.
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In questo caso bisogna fare distinzioni..forse non si può mettere sullo stesso piano Giovanni Sulis e...Giovanni Corbeddu tanto per fare due nomi. Sulis era un irredentista, uno che combatteva per la propria libertà e quella degli altri. Corbeddu era un comune bandito, a mio avviso. E anche qui ci possono essere diverse interpretazioni..Sulis combatteva contro quello che per lui era un governo dispotico e autoritario incapace di accogliere le necessità del popolo e farne il bene. Per il governo era un semplice bandito per il popolo sardo era un eroe. Hai ragione Turri quando dici che è facile giudicare da fuori. ma anche in continente ci sono stati irredentisti eroi per una parte banditi per l' altra e...anche per usare nuovamente una frase abusata...è solo la storia e il futuro che daranno le risposte. E per certi versi Sulis e mazzini per l' Italia hanno dimostrato che una certa ragione l' avevano.
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Modificato da - Tharros in data 10/01/2009 11:10:01 |
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Tharros
Salottino
Utente Virtuoso
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Inserito il - 10/01/2009 : 11:13:03
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A proposito di uscire dal seminato. Quando si espongono idee che vengono sollecitate, come in questo caso da un libro, non credo che si debbano porre dei limiti a ciò che qualcuno vuole esporre purchè, ovviamente, non si finisca a parlare cose completamente diverse. Io la penso così ...
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Turritano
Utente Virtuoso
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Inserito il - 10/01/2009 : 23:15:18
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| Tharros ha scritto: In questo caso bisogna fare distinzioni..forse non si può mettere sullo stesso piano Giovanni Sulis e...Giovanni Corbeddu tanto per fare due nomi. :::::
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Le distinzioni, “i distinguo” sono sempre necessari. Anche fra i “Banditi”. Per esempio: una cosa sono i “marioli” napoletani che uccidono per rubarti un orologio o un motorino, un’ altra (per tornare in Sardegna), chi si dava alla macchia perchè accusato ingiustamente, un altro ancora, chi uccideva per amore, e così via. Per quanto riguarda gli irredentisti (indipendentisti), il discorso è ancora diverso perché, come dici tu, per il popolo sono degli eroi e per i governi dei banditi o terroristi. Per rimanere in Sardegna, i casi, dall’avvento dei piemontesi, sono molteplici e terribili. Ricci in questo libro, con stile semplice e preciso, ne dice qualcosa, ma non tutto (ne parleremo). Per quanto riguarda la “digressione dal tema principale”, in effetti non posso darti torto, il discorso è pienamente in tema e non si sta uscendo dal seminato. Turritano
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Tharros
Salottino
Utente Virtuoso
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Inserito il - 11/01/2009 : 10:07:48
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Una poesia sui banditi sardi di Sebastiano satta
Incappucciati, foschi a passo lento/ tre banditi ascendevano la strada/ deserta e grigia tra la selva rada/ dei sughereti, sotto il ciel d’argento./ Non rumori di madre, o voci, il vento/ agitava per l’algida contrada./ Vasti silenzi. In fondo, Monte Spada/ ridea bianco nel vespro sonnolento./ O vespro di Natale! Dentro il core/ ai banditi piangea la nostalgia/ di te, pur senza udirne le campane/ e mesti eran, pensando al buon odore/ del porchetto e del vino, e all’allegria/ del ceppo nelle loro case lontane.
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Tharros
Salottino
Utente Virtuoso
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Inserito il - 11/01/2009 : 10:15:40
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| Turritano ha scritto:
| Tharros ha scritto: In questo caso bisogna fare distinzioni..forse non si può mettere sullo stesso piano Giovanni Sulis e...Giovanni Corbeddu tanto per fare due nomi. :::::
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Le distinzioni, “i distinguo” sono sempre necessari. Anche fra i “Banditi”. Per esempio: una cosa sono i “marioli” napoletani che uccidono per rubarti un orologio o un motorino, un’ altra (per tornare in Sardegna), chi si dava alla macchia perchè accusato ingiustamente, un altro ancora, chi uccideva per amore, e così via. Per quanto riguarda gli irredentisti (indipendentisti), il discorso è ancora diverso perché, come dici tu, per il popolo sono degli eroi e per i governi dei banditi o terroristi. Per rimanere in Sardegna, i casi, dall’avvento dei piemontesi, sono molteplici e terribili. Ricci in questo libro, con stile semplice e preciso, ne dice qualcosa, ma non tutto (ne parleremo). Per quanto riguarda la “digressione dal tema principale”, in effetti non posso darti torto, il discorso è pienamente in tema e non si sta uscendo dal seminato. Turritano
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I marioli sono solo dei delinquenti che a mio avviso nulla hanno a che fare col banditismo Sardo. Se non sbaglio questa figura non esiste nemmeno in Sardegna. Senza poi parlare della ..sceneggiata napoletana...dove il delinquente era sempre portato in auge dal popolo. La Sardegna ha particolarità che non si riscontrano in nessun altro Paese e banditismo fa parte di queste particolarità. E sicuramente i savoia non hanno operato in modo concreto per evitare certe reazioni da parte di chi non aveva modo di difendersi dai soprusi...non so perchè ma mi viene in mente un' altra figura che in questi tempi, in modi diversi ha lo stesso atteggiamento, anche se ammantato di sorrisoni ...
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maurizio feo
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Inserito il - 11/01/2009 : 20:24:09
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Forse non dovrei intervenire... Perché si tratta di un argomento sgradito, per alcuni. Perché si tratta di uno di quei problemi complessi, spinosi, intrinsecamente sardi, che non sembra giusto siano trattati da non sardi, che notoriamente non li comprendono. Perché rischio, fortemente, di urtare la suscettibilità di qualcuno: me ne scuso fin da ora. Io credo che "banditismo" sardo sia una definizione unica, una "comoda" etichetta giornalistica, ma imprecisa, per un fenomeno che riconosceva motivazioni di volta in volta molto differenti, valutabili in modo molto diverso, caso per caso. Avevano - tutti - come minimo comune denominatore molta sofferenza, molta tristezza e grande diffusa incomprensione, ignoranza, sfiducia. La copertina del libro mostra soggetti molto differenti tra loro, (che io non ricordo di conoscere, anche se ho letto qualche cosa al riguardo). Alcuni potrebbero essere persone normalissime ed assolutamente non pericolose, altri sembrano selvaggi estremamente aggressivi. Ma le apparenze e le foto ufficiali spesso ingannano e Lumbroso aveva torto, come oggi sappiamo bene. La storia, recente, di Giuseppe Muscau e dei suoi amici di latitanza, dell'omicidio del fratello, così come è raccontata in SDL (Sardegna Digital Lybrary), è abbastanza emblematica. Dico soltanto che Muscau ha avuto la possibilità di parlare, attraverso un mezzo di comunicazione di massa, la TV. Di interessare alla sua causa molte persone, facendo sapere i danni che i molti anni di latitanza, la perdita del gregge, il cambiamento di atteggiamento delle persone nei suoi confronti, il processo di secondo grado gli avevano causato. Avrebbe potuto diventare anch'egli un pluriomicida (ne aveva tutti i motivi più classici) e non lo ha fatto: ma lo sappiamo perché ha potuto parlare e farsi ascoltare, invece di finire sparato. Gli altri, troppo spesso, non hanno potuto parlare con alcuno. Non conosciamo molto altro, oltre a qualche capo d'imputazione, qualche versione ufficiale forse non imparziale e poi soltanto le foto dei cadaveri: di qualcuno sappiamo che era di ferocia inaudita. Di altri sappiamo... il sentito dire, la leggenda spesso ammirata ed esagerata che ammanta le loro povere e violente imprese. Dico solo che c'è ancora molta incomprensione, tra uno Stato Italiano - da una parte - che non si fida, non comprende e non conosce quest'isola e la sua gente e spesso per tale motivo (ma anche solo per ignavia ed incapacità già importate a suo tempo dalla improvvida burocrazia sabauda nel nascente stato italiano) la trascura e la maltratta. Analoghe incomprensioni, sfiducia, malcontento e pregiudizi esistono dall'altra parte - spesso con gravi, veri e reiterati motivi, come ho potuto recentemente constatare - nei confronti di uno stato che proprio non riesce spesso a farne una giusta, senza necessariamente avere come bersaglio preferito proprio la Sardegna. Non conosco il libro di cui parla Turritano (ho avuto occasione di aquistarlo, ma all'ultimo momento mi sono trattenuto dal farlo). E questo è forse un altro motivo per cui non sarei dovuto intervenire... Ma ci tenevo a dire che considero questo argomento - il banditismo sardo - molto differente da quello del banditismo di altre regioni. Anche se, a dirla tutta, anche in quei casi ci sarebbe molto da eccepire circa quello che è stato detto, scritto e comunemente si ritiene. Anche il giudice Falcone ci teneva a distinguere la "vecchia buona Mafia" (quella dei protettori vendicatori dei deboli, da cui derivano i cognomi attuali Minniti e Minnittusi e le favole sui Beati Paoli) e la Nuova Mafia, che dovrebbe essere definita soltanto "criminalità organizzata", con finalità più deteriori. Ecco, quindi, perché in definitiva credo che sia giusto prendere una prudente distanza da facili giudizi "in blocco" di un fenomeno così complesso, come d'altronde vedo che già i partecipanti al Forum stanno facendo... Probabilmente si tratta di un buon libro, visto come presenta l'argomento fino dal titolo. Un saluto MF
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Beni: ti naru unu contu... |
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Turritano
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Inserito il - 11/01/2009 : 23:05:14
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Io, di quelli raffigurati in copertina, mi sembra di riconoscerne solo uno: quello dell'ultima fila al centro. Dovrebbe essere Michele Floris. Ne sentivo parlare quando ero piccolo. Era di un coraggio e di un'audacia incredibile Non so quali fossero i motivi della sua lattitanza, però per me era un eroe. Mi ricordo che quando morì, da par suo, circondato, rifiutò di arrendersi e cadde colpito a morte, cercando di "sganciarsi" saltando un muretto. La sua doveva essere una protesta contro le ingiustizie dello stato italiano. In tasca gli trovarono la tessera del PCI (preciso che io non sono mai stato comunista): ma la notizia della sua morte mi rattristò, mi rattristò profondamente. Turritano
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Turritano
Utente Virtuoso
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Inserito il - 11/01/2009 : 23:16:28
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| Tharros ha scritto: I marioli sono solo dei delinquenti che a mio avviso nulla hanno a che fare col banditismo Sardo. Se non sbaglio questa figura non esiste nemmeno in Sardegna. Senza poi parlare della ..sceneggiata napoletana...dove il delinquente era sempre portato in auge dal popolo. .....
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E già, anche a me sembra proprio così. Voglio raccontare un aneddoto. Qualche hanno fa, parlando con un napoletano, proprietario di una radio privata di Sassari, l'argomento capitò sui banditi. Lui diceva: "I banditi sono in Sardegna". E io: "An sì, e a Napoli quelli che uccidono per rubare un orologio, cosa sono, degli angioletti?" e lui ineffabile: "Ma no, gueelli no so banditi, so solo mariuooli!". Forse aveva ragione... Turritano
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Tharros
Salottino
Utente Virtuoso
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Inserito il - 12/01/2009 : 08:32:15
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| maurizio feo ha scritto:
Forse non dovrei intervenire... Perché si tratta di un argomento sgradito, per alcuni. Perché si tratta di uno di quei problemi complessi, spinosi, intrinsecamente sardi, che non sembra giusto siano trattati da non sardi, che notoriamente non li comprendono. Perché rischio, fortemente, di urtare la suscettibilità di qualcuno: me ne scuso fin da ora. Io credo che "banditismo" sardo sia una definizione unica, una "comoda" etichetta giornalistica, ma imprecisa, per un fenomeno che riconosceva motivazioni di volta in volta molto differenti, valutabili in modo molto diverso, caso per caso. Avevano - tutti - come minimo comune denominatore molta sofferenza, molta tristezza e grande diffusa incomprensione, ignoranza, sfiducia. La copertina del libro mostra soggetti molto differenti tra loro, (che io non ricordo di conoscere, anche se ho letto qualche cosa al riguardo). Alcuni potrebbero essere persone normalissime ed assolutamente non pericolose, altri sembrano selvaggi estremamente aggressivi. Ma le apparenze e le foto ufficiali spesso ingannano e Lumbroso aveva torto, come oggi sappiamo bene. La storia, recente, di Giuseppe Muscau e dei suoi amici di latitanza, dell'omicidio del fratello, così come è raccontata in SDL (Sardegna Digital Lybrary), è abbastanza emblematica. Dico soltanto che Muscau ha avuto la possibilità di parlare, attraverso un mezzo di comunicazione di massa, la TV. Di interessare alla sua causa molte persone, facendo sapere i danni che i molti anni di latitanza, la perdita del gregge, il cambiamento di atteggiamento delle persone nei suoi confronti, il processo di secondo grado gli avevano causato. Avrebbe potuto diventare anch'egli un pluriomicida (ne aveva tutti i motivi più classici) e non lo ha fatto: ma lo sappiamo perché ha potuto parlare e farsi ascoltare, invece di finire sparato. Gli altri, troppo spesso, non hanno potuto parlare con alcuno. Non conosciamo molto altro, oltre a qualche capo d'imputazione, qualche versione ufficiale forse non imparziale e poi soltanto le foto dei cadaveri: di qualcuno sappiamo che era di ferocia inaudita. Di altri sappiamo... il sentito dire, la leggenda spesso ammirata ed esagerata che ammanta le loro povere e violente imprese. Dico solo che c'è ancora molta incomprensione, tra uno Stato Italiano - da una parte - che non si fida, non comprende e non conosce quest'isola e la sua gente e spesso per tale motivo (ma anche solo per ignavia ed incapacità già importate a suo tempo dalla improvvida burocrazia sabauda nel nascente stato italiano) la trascura e la maltratta. Analoghe incomprensioni, sfiducia, malcontento e pregiudizi esistono dall'altra parte - spesso con gravi, veri e reiterati motivi, come ho potuto recentemente constatare - nei confronti di uno stato che proprio non riesce spesso a farne una giusta, senza necessariamente avere come bersaglio preferito proprio la Sardegna. Non conosco il libro di cui parla Turritano (ho avuto occasione di aquistarlo, ma all'ultimo momento mi sono trattenuto dal farlo). E questo è forse un altro motivo per cui non sarei dovuto intervenire... Ma ci tenevo a dire che considero questo argomento - il banditismo sardo - molto differente da quello del banditismo di altre regioni. Anche se, a dirla tutta, anche in quei casi ci sarebbe molto da eccepire circa quello che è stato detto, scritto e comunemente si ritiene. Anche il giudice Falcone ci teneva a distinguere la "vecchia buona Mafia" (quella dei protettori vendicatori dei deboli, da cui derivano i cognomi attuali Minniti e Minnittusi e le favole sui Beati Paoli) e la Nuova Mafia, che dovrebbe essere definita soltanto "criminalità organizzata", con finalità più deteriori. Ecco, quindi, perché in definitiva credo che sia giusto prendere una prudente distanza da facili giudizi "in blocco" di un fenomeno così complesso, come d'altronde vedo che già i partecipanti al Forum stanno facendo... Probabilmente si tratta di un buon libro, visto come presenta l'argomento fino dal titolo. Un saluto MF
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I forum sono concepiti proprio perchè tutti possano esprimere le proprie idee e pensieri..quaindi anche il tuo intervento, per quanto mi riguarda, è sicuramente gradito e di conseguenza letto con attenzione
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Turritano
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Inserito il - 12/01/2009 : 19:48:25
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| Tharros ha scritto: I forum sono concepiti proprio perchè tutti possano esprimere le proprie idee e pensieri..quaindi anche il tuo intervento, per quanto mi riguarda, è sicuramente gradito e di conseguenza letto con attenzione
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Tharros ha pienamente ragione. L'importante è che si sia veramente interessati all'argomento. Allora si può contribuire con notizie e opinioni proprie, se si è a conoscenza, oppure con semplici domande. Infine, fondamentale è il rispetto. Turritano
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