Paradisola
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Inserito il - 30/05/2006 : 10:10:47
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Arriva in libreria il nuovo romanzo di Marcello Fois “Memorie del vuoto” la vicenda del bandito Samuele Stocchino: «Il mio eroe nero, balente e maledetto». Domani l'anteprima a Nuoro. di Viviana Devoto
Samuele Stocchino è bandito bellu, balente e birtudosu, il volto immalinconito che quando sta per colpire ha lo sguardo quasi sereno, quasi incoraggiante, ha la cifra di un'allegria allucinata. Samuele Stocchino da Arzana, due guerre alle spalle. Su di lui si agita la furia della vendetta, di una morale in codice e della morte perché Dio a volte sparge i cuori a forma di testa di lupo, di scimmia, di pesce, dentro ai petti di certi umani, perché son cuori senza scelta, col destino scritto. Marcello Fois pesca ancora tra le pieghe dell'Isola del Novecento e arriva in libreria col nuovo romanzo Memoria del vuoto, (Einaudi, 212 pagine, 16.50 euro). Il libro sarà presentato domani in anteprima a Nuoro (Biblioteca Satta, alle 18.30), la cittàmusa dello scrittore che da anni vive a Bologna: «È solo la città dove abito», dice. «Un romanziere racconta le cose che sa. Io ho una sola patria, scrivo, come altri autori sardi daMannuzzu a Niffoi, anche per costruire una memoria storica». FO I S sa e sviscera, romanzandola, la storia di quel latitante, Samuele Stocchino, sulla cui testa il Duce mise la taglia più alta mai fissata su un brigante, duecentocinquantamila lire, tutto per spazzare via il banditismo in Sardegna. E Stocchino è l'eroe nero che rompe gli schemi e, nel ciclone cieco di sangue e vendetta, uccide anche donne e bambini, tabù granitico della balentìa. Il romanzo di Fois è un tuffo in un'Isola antica, un mosaico che intrec cia la cronaca puntuale delle agiografie alla storia d'Italia fino alla poesia. Samuele vive l'epoca delle famiglie povere, prima dell'arrivo della guerra, che nutrono i bambini a latte e c arasau ma non risparmiano sulle occasioni, le feste, perché se anche uno non ha niente, qualcosa per l'Onore del battezzato, degli sposi, del morto, lo tira fuori, magari facendo qualche debito(...). E questo vale per sempre, perché è una di quelle cose che nemmeno si devono ins e g n a re . Sotto il cielo d'Ogliastra che non è grigio, verde piuttosto, come olio appena spremuto, e giallo a tratti. E le nuvole lì non passano, Samuele, a sette anni, sbatte sul destino, per un bicchiere d'acqua negato durante un lungo viaggio di ritorno a casa. A sedici anni, diciottenne per menzogna, si arruolerà per l'esercito, partendo per la guerra in Libia. E lì che diventa un piccolo eroe, senza rivali nella lotta, mago maledetto del pugnale. Gode nell'ammazzare. Lì, mentre scorrono le immagini e il sangue, della guerra inutile del '17, Samuele Stocchino scopre, come scrive Fois, che il lupo che gli pulsa in petto ha fatto le zanne. «Quando Stocchino torna a casa c'è il passaggio di un uomo che ammazza da soldato in modo legale all'assassino che uccide e consuma la propria vendetta. È senz'altro un anti-eroe ma questa resta una storia rappresentativa del nostro carattere nazionale, è storia». C'È Todo Modo di Sciascia, tra i tratti furiosi di Fois «perché Samuele è un anarchico ma anche un reazionario e fa sì che chi governa ne tenga conto». C'è l'apparente disordine della prosa di Gadda, come scriveva Pasolini, in merito al Pas t i cciaccio. Samuele attraversa due guerre con una furia ingorda e si ferma solo davanti a una donna. Sono le pagine più romanzate del libro. Grappa e Marianna, il sangue si ferma. Stocchino è il latitante imprendibile che entra nella mitologia anche se «in guerra è un fantaccino, un nano. Mentre nelle piccole storie è un gigante, terribile. Una leggenda, in Sardegna. Come Elvis Presley nessuno l'ha mai visto morto e mia nonna per farmi paura diceva Guarda che viene Stocchino a prenderti, l'orco non era nulla a confronto».
Tratto da "Il Giornale di Sardegna"
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