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Nota Bene: Oasi di Monte Arcosu, area protetta di proprietà del WWF. Tra le Oasi italiane del WWF è la più estesa con i suoi 3600 ettari. Situata nella montagne del Sulcis a pochi chilometri da Cagliari, nasce nel 1985 per la salvaguardia del Cervo Sardo.



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V I S U A L I Z Z A    D I S C U S S I O N E
Marialuisa Inserito il - 17/03/2011 : 09:34:05
Buon Compleanno Italia



Domenica 17 Marzo 2011

Cagliari

•ore 09:00 - piazza Martiri d'Italia, cerimonia dell'alzabandiera, deposizione corona con la banda della Brigata Sassari;
•Dalle 09:30 alle 21:00 - passeggiata coperta del bastione di Saint Remy, mostre ed esibizioni;
•ore 11:00 - Conservatorio Pierluigi da Palestrina. Celebrazione del 150° anniversario dell'Unità d'Italia;
•A seguire Concerto dell'orchestra e il coro degli allievi del conservatorio, diretti da Alberto Pollesel e Giuseppe Erdas, eseguiranno le opere di Oneto, Verdi, e l'inno scritto da Goffredo Mameli e musicato da Michele Novaro;
•ore 17:30 - piazza Martiri d'Italia, recital degli studenti in memoria dei Martiri del Risorgimento.
•ore 18:00 - via roma, sotto i portici Palazzo Regione, 150° dell'Unità d'Italia: Concerti della Banda Città di Cagliari;
•Museo archeologico nazionale - mostra "Villaputzu, Torre Murtas e l'Unità d'Italia" che espone piatti di varie forme, boccali e lucerne, tutti appartenuti ad una nave naufragata, davanti a Torre Murtas, subito dopo l'unità d'Italia;
•Galleria comunale d'Arte, 150° dell'Unità d'Italia, mostra: Ritratto di Giuseppe Garibaldi

Nuoro
•ore 7.00 - viale S. Onofrio, fronte Caserma Carabinieri: Cerimonia di Alzabandiera per onorare "l'Alba dell'Italia"
•ore 09:00 - l'Archivio di Stato organizza una giornata, animata dagli studenti del Liceo scientifico E. Fermi che, attraverso la lettura di brani scelti, daranno risalto alla figura e all'impegno della poetessa e insegnante Grazia Dore, esponente di spicco del movimento culturale sardo e italiano del secolo scorso.
•ore 17:00 - P.zza Vitt. Emanuele raduno e sfilata della Banda musicale della Brigata Sassari (P.zza V. Emanuele-C.so Garibaldi-via Roma-Teatro Eliseo).
•ore 18.00 - Teatro Eliseo, Concerto della Banda musicale della Brigata Sassari con accoglienza degli allievi del Liceo Musicale S.Satta di Nuoro. Il concerto verrà preceduto dal discorso introduttivo del Prof. Aldo Accardo, coordinatore regionale delle manifestazioni per il 150° anniversario dell'Unità d'Italia

La Maddalena
Nella ricorrenza del 150° anniversario dell'Unità d'Italia, il Compendio Garibaldino rimane aperto a tutti coloro che vogliano tributare un omaggio al Generale o visitare la sua casa-museo.

Alghero

•Il 17 Marzo 2011 sui Bastioni Marco Polo di Alghero verranno installate tre catapulte (in scala naturale)

Villacidro

•ore 16:00 - Casa Dessì - Buon Compleanno Italia! - Giochi e laboratori per bambini e ragazzi a cura delle associazioni Educanimarte e Paesedombre e di alcune classi del Liceo Classico - Linguistico Piga.

Dolianova

•"Ricetta po s'unidadi de s'Italia", concorso gastronomico: le pietanze che saranno realizzate, dovranno essere rigorosamente tricolori.

Carbonia
•Torta tricolore (300 chili) in piazza Roma.


Quel 17 marzo 1861

Quel 17 marzo 1861, Vittorio Emanuele II, re di Sardegna, fu proclamato dal Parlamento re d'Italia
Il 18 febbraio dello stesso anno, 443 rappresentanti di Piemonte, Sardegna, Granducato di Toscana, Regno delle due Sicilie, Ducato di Parma, Ducato di Modena, Romagna, Marche e Umbria, riuniti a Torino nel Palazzo Carignano, ascoltarono il discorso di Vittorio Emanuele per l'inaugurazione del nuovo Parlamento.
Era la prima seduta dell'ottava legislatura: il Regno di Sardegna si trasformava ufficialmente nel Regno d'Italia.


Torino 18 Febbraio 1861 Apertura del Primo Parlamento italiano-
Dipinto di Teodoro Tehar Van Elven (1831-1908)


Il Regno di Sardegna, senza clamori cedeva il passo all'Italia quasi unita.
Come sempre i sardi avevano offerto le loro forze e la loro generosità ..."Io credo che un'isola ci sia utile, perchè se non avessimo avuto che il nostro continente saremmo perduti, e la nostra riconoscenza per la Sardegna, che ci ha conservato una corona sulla testa, esige che si faccia tutto il possibile per mantenerla ..."così scriveva in una lettera il 5 ottobre 1805 Vittorio Emanuele I , re di Sardegna, al fratello Carlo Felice .
15   U L T I M E    R I S P O S T E    (in alto le più recenti)
Turritano Inserito il - 26/04/2011 : 23:30:19
Fastidio? si sa, questi francesi hanno un humor particolare, a volte sono pure simpatici Comunque non è il mio caso: di sedia me ne basta una
Per il resto, le differenze di opinione non mi turbano. E' normale. Quello che importa è un minimo di informazione e il rispetto
Turritano
Tharros Inserito il - 26/04/2011 : 11:08:40
Hai ragione...chiedo scusa fra la confusione che ho fatto fra Nazione e Stato. Il fatto che tu sia un rappresentante della Nazione Sarda non cambia l'aspetto delle cose. Però sono convinto che a moltissimi anche non sardi cioè "continentali" non piaccia assolutamente questa " Nazione". Sono anche tra quelli che pensano, con riserva, che andare a votare non serve a nulla tanto appena occupate le sedie cambia il riferimento ma la sostanza resta. Se però il fatto di non sentirsi appartenenti alla Stato è dettato dalla convinzione che niente cambierà mai è avvilente.
Però pur non condividerlo lo capisco.. ( se ti ha dato fastidio mi spiace per il francesismo che tu hai così cortesemente sottolineato)
Turritano Inserito il - 25/04/2011 : 23:42:04
Tharros ha scritto:

Sentirsi Italiani, non sentirsi Italiani. Che differenza fa?? Siamo tutti nati in Italia e bene o male ne facciamo parte. Il fatto di non sentirsi parte di una nazione potrebbe essere scomodo soprattutto per quelli che asseriscono di non esserlo ma poi pretendono magari di essere trattati come se lo fossero. .......

Il tuo mi sembra un ragionamento forzato.
Intanto non credo che basti essere nati in uno Stato per essere automaticamente all’anagrafe un cittadino italiano. Questo è il caso degli immigrati che, se non stanno bene in Italia possono benissimo tornare nei loro paesi d’origine. Ma essere cittadino dello Stato Italiano non significa far parte della Nazione Italiana. Non è automatico. A meno di non confondere il significato di Stato con Nazione: non sono sinonimi.
Allora, commentando la tua raffinata ed elegantissima espressione del “culo su due sedie”, non posso fare a meno di precisare alcune cosette
I Sardi, anche quelli che (bene o male) sono coscienti di appartenere alla Nazione Sarda e non a quella Italiana, sono (bene o male) a tutti gli effetti “cittadini italiani”, perché la Sardegna è (bene o male), attualmente, parte dello Stato Italiano. Quindi, è chiaro che i suddetti cittadini debbano avere i diritti e i doveri di tutti gli altri cittadini italiani.
Dobbiamo prendere non quello che ci fa comodo, ma quello che le leggi di questo stato democratico ci consentono. Perciò io ho: il Diritto, se lo ritengo opportuno, di andare a votare per chi voglio; il Diritto di manifestare pro o contro qualsiasi cosa mi sembri opportuno e, addirittura, il Diritto alla libertà di pensiero e di espressione: i tempi degli Asburgo, dei Savoia e del Fascismo sono finiti.
Io (come tanti altri Sardi) so di appartenere allo Stato Italiano ma non alla Nazione Italiana, e non posso restituire la carta di identità semplicemente perché non ho scelta, altrimenti l’avrei già fatto.
L’alternativa di cambiare Nazione, invece, semplicemente non esiste, al massimo si può cambiare Stato, ma non sarebbe una soluzione, perché allora dovrei emigrare anch’io e lasciare la Sardegna, cosa che non farò mai di mia volontà.
Non sono un emigrato e non ho scelto io di essere cittadino italiano.
Turritano
Tharros Inserito il - 25/04/2011 : 17:45:53
Sentirsi Italiani, non sentirsi Italiani. Che differenza fa?? Siamo tutti nati in Italia e bene o male ne facciamo parte. Il fatto di non sentirsi parte di una nazione potrebbe essere scomodo soprattutto per quelli che asseriscono di non esserlo ma poi pretendono magari di essere trattati come se lo fossero. E' la solita storia del culo su due sedie...Si prende quello che fa comodo si lascia quello che non serve. E' una filosofia che tutti quelli che hanno una doppia visone applicano.
Se qualcuno non si sente italiano dovrebbe secondo me restituire la carta d'identità, non andare a votare e non fare alcuna manifestazione pro o contro qualsiasi cosa..O si è Italiani e si accetta quello che tutti accettano, magari forzatamente, la democrazia questo chiede, o non lo si è ed allora si rinuncia a tutto cio che esserlo comporta, nel bene e nel male. C'è un' altrenativa...cambiare nazione!!
Turritano Inserito il - 24/04/2011 : 00:20:30
Bella melodia, Maria Luisa, e il personaggio sembra veramente ispirato. Io non sono molto appassionato di musica, ma la tromba è forse lo strumento che preferisco (dopo le launeddas, naturalmente). Chissà perché questo brano me ne ricorda un'altro, famosissimo, di Ninni il Rosso: "Ballata triste di una tromba"
Buon 150enario, ma in quanto a me ...
Insomma, non cambia di una virgola quanto già detto


Buona Pasqua anche a te, Maria Luisa e anche a tutti gli altri amici del Forum, senza distinzione: italiani, italianisti o soltanto sardi
Turritano
Marialuisa Inserito il - 23/04/2011 : 16:17:22
Ciao, sempre molto caro Turritano:))
Sempre presente quella sottile linea d'ombra che però non ci divide nè ci dividerà mai.
Vediamo se almeno con questo brano ti regalo un piacevole intermezzo,
dài dimmi che ti è piaciuto:))
Buona Pasqua!

Turritano Inserito il - 22/04/2011 : 23:43:19
Maria Luisa, tu (per me) sei una inesauribile fonte di ispirazioni
I sardi fra i Mille:
"Sardi, fra i garibaldini che sbarcarono per primi in Sicilia, ce ne erano solo tre e quasi tutti di estrazione continentale (notare il "quasi", ndT), sardi, quando andava bene, solo da qualche generazione: il cagliaritano Pigurina, il maddalenino Tarantini, il tempiese Grandi, (qualcuno aggiunge uno Stefano Efisio Grumignano, cagliaritano, fuochista del "Lombardo" ... che, trovandosi a bordo, finì per essere garibaldino per caso).
Altri sardi raggiunsero Garibaldi con una seconda spedizione o furono con lui in altre imprese .... Dieci di loro abitavano a Sassari ... si chiamavano Carlo Barni, un certo Brunati, Pietro Cadolini, Angelo Cuneo, Guglielmo da Pra, Giovanni De Gasperi, Luigi Kurner, Luigi Canepa, Pietro Ferrucci, Bruto Valerio Giannini. Di pochi di loro resta memoria. Di Bruto Giannini - col suo bel nome rivoluzionario - sappiamo che venne in Sardegna come capo della banda musicale di Bosa ... trasferitosi a Sassari verso il 1880 ... qualche anno dopo emigrò a New York. Il più famoso di tutti è Luigi Canepa, che studente nel conservatorio di Napoli, fuggi ancora ragazzo per combattere con Garibaldi a Monterotondo ...
"
Parole di Turritano? ma neanche per sogno. E' un pezzo tratto dalla Nuova Sardegna di ieri (21.04.11), scritto da Manlio Brigaglia, già esimio Professore di Storia all'Università di Sassari e noto italianista
Io di mio commento: 3 su 1.000, obiettivamente, non è una grande percentuale, anche non considerando la loro chiara estrazione italiana.
Anche gli altri dieci, che non facevano parte dei "Mille", non erano certo un numero significativo e, guarda caso, tutti continentali o, se preferite, italiani
Turritano
Turritano Inserito il - 22/04/2011 : 23:00:52
Tzinnigas ha scritto:




.....


Mi scusi Presidente
ma questo nostro Stato
che voi rappresentate
mi sembra un po' sfasciato.
E' anche troppo chiaro
agli occhi della gente
che tutto è calcolato
e non funziona niente.
Sarà che gli italiani
per lunga tradizione
son troppo appassionati
di ogni discussione.
Persino in parlamento
c'è un'aria incandescente
si scannano su tutto
e poi non cambia niente.

Io non mi sento italiano
ma per fortuna o purtroppo lo sono.

..............


Un pò contradditorio, per la verità ma è chiara la distinzione che fa fra sentirsi e credersi, che è chiaramente enorme
Se io fossi convinto di essere italiano, direi esattamente le stesse cose
ma per fortuna (senza "purtroppo") non lo sono
Turritano
Marialuisa Inserito il - 21/04/2011 : 10:15:49
Abbassiamo per un attimo le luci sugli schieramenti pro-Unità Italia o meno e lasciamo la scena a chi visse da protagonista quel periodo, dedicandosi interamente al raggiungimento dell' ideale di un'Italia unita e indipendente.
E chissà quanti di quei protagonisti sono rimasti e rimarranno nell'ombra.
Tra loro c'è chi oggi - grazie a studi accademici in archivi sudamericani - può essere ricordato e annoverato fra i più tenaci e coraggiosi che combatterono per la causa risorgimentale: Angelo Portoghese, nato a Cagliari nel 1812 da Pietro e Margherita Strazzera.
Giovanissimo entrò a far parte della Marina Sarda e conobbe Garibaldi nel 1834.
Coinvolto in un piano insurrezionale mazziniano che avrebbe voluto tentare una sollevazione popolare a Genova, dopo il fallimento del piano fu incarcerato solo per tre mesi , data la giovane età e poco dopo si imbarcò per Montevideo in Uruguay.

Era destino che là si incontrasse di nuovo con Garibaldi, sfuggito alla condanna a morte e arrivato in America Latina per organizzare le fila tra gli esiliati italiani che anelavano libertà.
Angelo Portoghese, chiamato da Garibaldi Pigurina per via dei ricci simili al vello di una pecora, ebbe ruoli importanti in quella Legione italiana di Montevideo , di cui Garibaldi assunse il comando.

Pur avendo raggiunto una posizione di ragguardo in Uruguay, fu ufficiale della Legione italiana e della Esquadrilla nacional di Montevideo, non esitò a seguire il suo eroe Garibaldi allorchè il Generale decise di partire nel 1848 alla volta dell'Italia.
Portoghese si imbarcò con moglie e figlio, il piccolo Efisio, e con 65 patrioti.

Si spese nelle battaglie contro gli austriaci sempre al fianco di Garibaldi.
Pigurina fu accanto al Generale anche nella dura difesa della Repubblica Romana: Garibaldi non perse mai occasione per descriverne i meriti, il coraggio e decantarne elogi.
Combattè a Palestrina e a Porta San Pancrazio fu gravemente ferito si che si ritirò nella sua Cagliari per ristabilirsi.
Nuovamente esiliato si trasferì con la famiglia a Montevideo per la seconda volta e là intraprese una fulgida carriera militare .
Il rapporto con Garibaldi non si spense mai e il nostro Pigurina a malincuore dovette rinunciare allo sbaro dei Mille , nel 1860, per la sua invalidità.
Morì diciotto anni più tardi mai dimentico della sua patria e della sua isola.

Da Con l'eroe dei due mondi sempre e comunque
di Giuseppina Usai
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Tzinnigas Inserito il - 15/04/2011 : 09:40:26
Turritano ha scritto:

Una cosa è quello che si sente, un'altra quella che si è.
La differenza è enorme
Turritano



.....


Mi scusi Presidente
ma questo nostro Stato
che voi rappresentate
mi sembra un po' sfasciato.
E' anche troppo chiaro
agli occhi della gente
che tutto è calcolato
e non funziona niente.
Sarà che gli italiani
per lunga tradizione
son troppo appassionati
di ogni discussione.
Persino in parlamento
c'è un'aria incandescente
si scannano su tutto
e poi non cambia niente.

Io non mi sento italiano
ma per fortuna o purtroppo lo sono.

Mi scusi Presidente
dovete convenire
che i limiti che abbiamo
ce li dobbiamo dire.
Ma a parte il disfattismo
noi siamo quel che siamo
e abbiamo anche un passato
che non dimentichiamo.
Mi scusi Presidente
ma forse noi italiani
per gli altri siamo solo
spaghetti e mandolini.
Allora qui mi incxxxx
son fiero e me ne vanto
gli sbatto sulla faccia
cos'è il Rinascimento.

Io non mi sento italiano
ma per fortuna o purtroppo lo sono.

Questo bel Paese
forse è poco saggio
ha le idee confuse
ma se fossi nato in altri luoghi
poteva andarmi peggio.


Mi scusi Presidente
ormai ne ho dette tante
c'è un'altra osservazione
che credo sia importante.
Rispetto agli stranieri
noi ci crediamo meno
ma forse abbiam capito
che il mondo è un teatrino.
Mi scusi Presidente
lo so che non gioite
se il grido "Italia, Italia"
c'è solo alle partite.
Ma un po' per non morire
o forse un po' per celia
abbiam fatto l'Europa
facciamo anche l'Italia.

Io non mi sento italiano
ma per fortuna o purtroppo lo sono.

Io non mi sento italiano
ma per fortuna o purtroppo
per fortuna o purtroppo
per fortuna
per fortuna lo sono.
maurizio feo Inserito il - 15/04/2011 : 09:29:56
L'argomento di questo post - lo ripeto, visto che è necessario farlo ancora - è il 150° dell'Unità d'Italia.

Non altro: chi si "sente " italiano ha pieno titolo ad esprimersi qui.

Chi non si sente italiano, non dovrebbe intervenire, a rigore. (Può eventualmente aprire un post apposito sulla sardità e le sue varie, bellissime forme per presentarla eper sentirla: interverrò volentieri anche io, naturalmente, con il dovuto rispetto dei sentimenti e della dignità di ogni singolo umano pensiero individuale).

Se lo fa egualmente, i motivi che lo spingono a farlo dovrebbero essere di due uno: o desidera genuinamente aggiungere qualche cosa che fin qui ci siamo scordati sull'argomento preciso della ricorrenza del 150° anno dell'Unità d'Italia, oppure desidera fare un appunto di disturbo, di dichiarata dissociazione, di più o meno velata polemica...

Ognuno possiede i propri più profondi moventi e la propria personale eleganza: ambedue qualità ineffabili, positive o negative, talvolta anche inconfessabili. Ma insisto che la seconda motivazione appare più inutile, infantile e fuori posto, piuttosto che metodicamente irritante, come forse sarebbe intesa essere.

Infine, per una fine esegesi dei significati dell'inno di Mameli (per coloro che eventualmente non averssero compreso appieno né il significato del testo, né il reale contesto storico nel quale esso fu composto), rimando ad altre persone più adatte di me, coloro che fossero eventualmente genuinamente interessati...
Turritano Inserito il - 14/04/2011 : 21:25:29
Una cosa è quello che si sente, un'altra quella che si è.
La differenza è enorme
Turritano
Tzinnigas Inserito il - 14/04/2011 : 20:34:50
Turritano Inserito il - 14/04/2011 : 20:17:48
Patriotico, indubbiamente un po' trucculento, certamente molto retorico, da alcuni (italiani) criticato, forse bello (?) ...
ma non è il "nostro" inno
Fra gli altri questo pezzo, è fantastico:
"Già l'Aquila d'Austria
Le penne ha perdute.
Il sangue d'Italia,
Il sangue Polacco,
Bevé, col cosacco,
Ma il cor le bruciò
"

Ma che strano: sembrerebbe voler dire: "fai agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te!"
Turritano
maurizio feo Inserito il - 11/04/2011 : 11:43:06
il testo dell'inno:

Fratelli d'Italia
L'Italia s'è desta,
Dell'elmo di Scipio
S'è cinta la testa.
Dov'è la Vittoria?
Le porga la chioma,
Ché schiava di Roma
Iddio la creò.
Stringiamci a coorte
Siam pronti alla morte
L'Italia chiamò.

Noi siamo da secoli
Calpesti, derisi,
Perché non siam popolo,
Perché siam divisi.
Raccolgaci un'unica
Bandiera, una speme:
Di fonderci insieme
Già l'ora suonò.
Stringiamci a coorte
Siam pronti alla morte
L'Italia chiamò.

Uniamoci, amiamoci,
l'Unione, e l'amore
Rivelano ai Popoli
Le vie del Signore;
Giuriamo far libero
Il suolo natìo:
Uniti per Dio
Chi vincer ci può?
Stringiamci a coorte
Siam pronti alla morte
L'Italia chiamò.

Dall'Alpi a Sicilia
Dovunque è Legnano,
Ogn'uom di Ferruccio
Ha il core, ha la mano,
I bimbi d'Italia
Si chiaman Balilla,
Il suon d'ogni squilla
I Vespri suonò.
Stringiamci a coorte
Siam pronti alla morte
L'Italia chiamò.

Son giunchi che piegano
Le spade vendute:
Già l'Aquila d'Austria
Le penne ha perdute.
Il sangue d'Italia,
Il sangue Polacco,
Bevé, col cosacco,
Ma il cor le bruciò.
Stringiamci a coorte
Siam pronti alla morte
L'Italia chiamò

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