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Nota Bene: Il copricapo del costume femminile di gala di Sennori ( Sassari) è costituito da ben quattro elementi sapientemente accostati e modellati.
Il primo elemento e "su tucchè ", che stringe le chiome nascondendole quasi del tutto; il secondo e' un fazzoletto di seta, detto" mucaloru de sa luisina ";il terzo e' un sottogola di pizzo (" su elu"); l'ultimo e più visibile e' "su biccu", un telo di cotone o lino ricamato a sfilato e a traforo, inamidato e piegato in maniera particolare con il ferro da stiro. Alcuni studiosi ritengono la caratteristica acconciatura di derivazione monacale.



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V I S U A L I Z Z A    D I S C U S S I O N E
S.ard Inserito il - 25/09/2007 : 10:22:29
Leggendo la mia firma potete capire che riguardo alla "sardità" ho
idee ben precise; quello che vorrei capire però è che tipo rapporto avete voi con il sardo. Ovvero, secondo voi, l'uso del sardo è una condizione senza la quale non possiamo definirci sardi? E poi, come e quando andrebbe usato?
P.S. ovviamente anche il parere dei non sardi sarà molto apprezzato.

S.ard
"No semus italianos, no l'amus a esser mai"
15   U L T I M E    R I S P O S T E    (in alto le più recenti)
Su foristeri Inserito il - 16/05/2010 : 00:06:09
Turritano ha scritto:

Su foristeri ha scritto:


...........
In sa Pianalza, su veibbu ISETTARE lu pronunziades "a sa campidanesa" : IXETTARE. Beru esthe ?

Unu saludu mannu.


Su Foristè, ischuia si mich'intzuffo eo puru: in sa Pianalza bi nd'ant prus de una de peraulas, veibbos o ateru ki si ispricant a sa "campidanesa": su "pro" logudoresu, in sa Pianalza diventat "po", propriu comente in Campidano. "Ragazzo" si narat fintza "piccioccu" etc etc
Como imbaramus a bider ite nde narat Peppeluisi
Turritanu


Turritanu,

Iscujadu sese.

Fintzas vicinu a Tattari, "piccioccu" si narada.

Este una peraula chi babbu naraiada a s'ippissa.

Mi so abbistu iscultende sas faeddadas pianalzesas de sa DIGITAL LIBRARY chi narana "pitticcu" chi mancu in Barbagia lu narana. In Barbagia, narant "minore" comente vicinu a Tattari.

Mi so puru abbistu ch'in su Marghine vicinu e pro esse pretzisu in Macumere, narana "PAPPARE" ma custu no est beru pro tottu su Marghine. Invece, i sa Pianalza, issos continuana a "MANDIGARE" ma non d'isco si no est pius giustu e iscriede "MANIGADE" o "MANDIGADE".

Unu saludu mannu.



Su foristeri Inserito il - 15/05/2010 : 23:33:52
Su foristeri ha scritto:

PeppeLuisiPala ha scritto:


custa est una noedha deghile chi...
siguramente no m'ixethaia...
assumancus goi chito...
ben'ennida siat po tothus,...
fintzas po sos canes de isterdzu chi in tothue...
abundant


Non me lo sarei mai aspettato, così presto e soprattutto a Cagliari:

27/09/2007 - Cagliari, il Consiglio di circolo scolastico “Randaccio” inserisce la lingua sarda tra le materie obbligatorie dell’offerta formativa 2007/2008

Il Consiglio di circolo scolastico “Randaccio” ha approvato nella seduta del 26 settembre 2007 gli indirizzi generali del piano dell’offerta formativa per l’anno scolastico in corso, relativi alle scuole di prima infanzia e alle scuole elementari.

Tra gli indirizzi, il Consiglio a larghissima maggioranza (tutti favorevoli, un solo contrario) ha approvato dopo un lungo dibattito tra la rappresentanza dei genitori e quella dei docenti la proposta del consigliere Claudio Cugusi che prevede l’insegnamento, anche in via sperimentale e anche con il ricorso a docenti esterni, della lingua sarda nella variante del cagliaritano.

Ora la decisione dovrà essere portata all’attenzione del collegio dei docenti, che verrà riunito dal dirigente dottor Giovanni Mazziotti la prossima settimana, presumibilmente mercoledì.

Si tratta di una decisione unica per Cagliari e per la Sardegna: la lingua sarda ufficialmente a scuola, nel programma obbligatorio per tutti gli alunni e non in orario extrascolastico.

http://www.claudiocugusi.it/pagine/....asp?ID=2842






Nois no semus italianos e...
at a esser sa malasorte chi...
no l'amus a esser MAI!





Pedru Luisi,

In sa Pianalza, su veibbu ISETTARE lu pronunziades "a sa campidanesa" : IXETTARE. Beru esthe ?

Unu saludu mannu.



Peppe Luisi,

M'asa a iscujade ca appo fattu un imbagliu mannu cun su nomene tou !

Ma mesu drommidu fia cando appo iscrittu !

Unu saludu mannu.
Turritano Inserito il - 15/05/2010 : 00:03:19
Su foristeri ha scritto:


...........
In sa Pianalza, su veibbu ISETTARE lu pronunziades "a sa campidanesa" : IXETTARE. Beru esthe ?

Unu saludu mannu.


Su Foristè, ischuia si mich'intzuffo eo puru: in sa Pianalza bi nd'ant prus de una de peraulas, veibbos o ateru ki si ispricant a sa "campidanesa": su "pro" logudoresu, in sa Pianalza diventat "po", propriu comente in Campidano. "Ragazzo" si narat fintza "piccioccu" etc etc
Como imbaramus a bider ite nde narat Peppeluisi
Turritanu
Su foristeri Inserito il - 14/05/2010 : 20:39:49
PeppeLuisiPala ha scritto:


custa est una noedha deghile chi...
siguramente no m'ixethaia...
assumancus goi chito...
ben'ennida siat po tothus,...
fintzas po sos canes de isterdzu chi in tothue...
abundant


Non me lo sarei mai aspettato, così presto e soprattutto a Cagliari:

27/09/2007 - Cagliari, il Consiglio di circolo scolastico “Randaccio” inserisce la lingua sarda tra le materie obbligatorie dell’offerta formativa 2007/2008

Il Consiglio di circolo scolastico “Randaccio” ha approvato nella seduta del 26 settembre 2007 gli indirizzi generali del piano dell’offerta formativa per l’anno scolastico in corso, relativi alle scuole di prima infanzia e alle scuole elementari.

Tra gli indirizzi, il Consiglio a larghissima maggioranza (tutti favorevoli, un solo contrario) ha approvato dopo un lungo dibattito tra la rappresentanza dei genitori e quella dei docenti la proposta del consigliere Claudio Cugusi che prevede l’insegnamento, anche in via sperimentale e anche con il ricorso a docenti esterni, della lingua sarda nella variante del cagliaritano.

Ora la decisione dovrà essere portata all’attenzione del collegio dei docenti, che verrà riunito dal dirigente dottor Giovanni Mazziotti la prossima settimana, presumibilmente mercoledì.

Si tratta di una decisione unica per Cagliari e per la Sardegna: la lingua sarda ufficialmente a scuola, nel programma obbligatorio per tutti gli alunni e non in orario extrascolastico.

http://www.claudiocugusi.it/pagine/....asp?ID=2842






Nois no semus italianos e...
at a esser sa malasorte chi...
no l'amus a esser MAI!





Pedru Luisi,

In sa Pianalza, su veibbu ISETTARE lu pronunziades "a sa campidanesa" : IXETTARE. Beru esthe ?

Unu saludu mannu.
Turritano Inserito il - 20/03/2008 : 22:30:09
asia ha scritto:
Per Turritano:
Io sono portatrice sana di italianità.
E non solo anagraficamente o geneticamente, ma per cultura e per scelta.
La mia sardità poi non è solo folkloristica, ma intessuta di orgoglio di appartenenza.
Pochi ormai sono disposti a bersi la storiella del piano annientatore contro la Sardegna.
Moltissimi infatti sono i sardi senza alcun conflitto interiore con la loro italianità.
Pur conoscendo carte de Logu, condaghi e quant'altro.


Son felice di rivedere la colombella della pace, svolazzare felice col suo ramoscello ‘d’oliva nel becco”, meglio così, vuol dire che nessun bricconcello l’ha impallinata!
Ma veniamo al discorso in sospeso.
Che tu sia portatrice di italianità, lo sanno ormai tutti, ma sull’aggettivo “sana”… è questione di punti di vista. Anagraficamente (ahinoi) lo siamo tutti. Su quel “geneticamente” è meglio lasciar perdere. Anche che tu sia “portatrice di italianità per cultura e per scelta” ci sarebbero pochi dubbi.
Ma le perplessità sorgono quando dici:
1) “La mia sardità poi non è solo folkloristica, ma intessuta di orgoglio di appartenenza”.
Dipende da cosa si intende per “folkloristca” e ,in quel “tessuto”, di orgoglio di appartenenza non se ne vede granché.
2) “Pochi ormai sono disposti a bersi la storiella del piano annientatore contro la Sardegna.
Moltissimi infatti sono i sardi senza alcun conflitto interiore con la loro italianità”.
Sì, è vero, e io non sono fra quei pochi. E sai perché? Perché so che non c’è alcun bisogno di annientare quello che è stato già annientato. Quel piano, perprettato dal Governo Sabaudo, spudoratamente detto anche (ironia della sorte) “Regno di Sardegna”), dopo la rivolta indipendentista ( la “Sarda Rivoluzione”) di Giò Maia Angioy e che ha avuto il suo culmine nel 1847, con la vergognosa rinuncia della Sardegna alla sua autonomia, in barba anche all’imposizione dei trattati internazionali, quando “i rappresentanti dell’isola” (manipolati già d’allora) chiedevano “ufficialmente” al re che la Sardegna potesse ufficialmente unirsi “agli altri stati del regno” con piena parità di diritti! Il piano di annientamento, poi è stato continuato per lo meno sino al periodo fascista e, io direi, sino agli anni 80 del 1900 con l’arresto di decine di Patriotos (il sottoscritto ne sa qualcosa!). E’ ovvio che, a questo punto, molti Sardi veri, siano affetti dalla cosiddetta “sindrome di Stoccolma”!
La “Carta de Logu e quant’altro” come dici tu, in tutto questo c’entra ben poco, cioè è una forzatura voluta, in contrasto con la tua intelligenza (di cui io non ho il minimo dubbio). Infatti io l’ho citata solo (e tu l’hai capito benissimo) per ricordare la sua ufficialità, l’uso nella scrittura fin dai tempi antichi e dimostrare la continuità nei secoli della Lingua Sarda, che da allora sì, si è evoluta (come tutte le lingue), ma conservando perfettamente i suoi tratti essenziali.
Ciao
Turritano
Donovan Inserito il - 20/03/2008 : 17:02:30
asia ha scritto:

Donovan ha scritto:


Che noia che barba che barba che noia io e tu tu e io...sempre le stesse cose...


Hai ragione... stai cominciando a diventare noioso e logorroico.


E' il giusto prezzo da pagare per l' Amore della Verità...
asia Inserito il - 20/03/2008 : 15:43:41
Donovan ha scritto:


Che noia che barba che barba che noia io e tu tu e io...sempre le stesse cose...


Hai ragione... stai cominciando a diventare noioso e logorroico.
Donovan Inserito il - 20/03/2008 : 12:21:32
asia ha scritto:

DONOVAN: Ma naturalmente avendo questi due enti autonomi adottato delle lingue standardizzate riconosciute internazionalmente diventano "moderni" e "per il progresso", vero Asia? Sempre dalla parte del più forte, no?


No, carissimo... sempre dalla parte dell'ineluttabile.
In questo goffo tentativo di estrarre il coniglio da un cilindro sfondato, mi ricordi coloro che lottano contro l'ineluttabilità della morte osservando ogni giorno, con compulsione maniacale, le foto dei loro defunti.

Riguardo la "naturalezza" dell' insegnamento dell' italiano in Sardegna chiaramente non concordo: può essere stato "normale" "ovvio" "scontato" che si insegnasse la lingua italiana dato che di quello Stato si faceva parte. Ma non certo "naturale", così come non lo è l' insegnamento dell' inglese oggi in tutto lo Stato italiano, pur potendo essere ugualmente "normale, scontato ed ovvio", dato che è la lingua più diffusa nel nostro pianeta.


La nostra morte certa è un fatto naturale o normale?


Che noia che barba che barba che noia io e tu tu e io...sempre le stesse cose...

L' ho già detto in qualche altro post precedente: le lingue sopravvivono agli esseri umani, si evolvono e sono potenzialmente immortali. Il sardo rischia di scomparire proprio perchè si è intervenuto artificialmente o avrebbe goduto ancora di ottima salute.
Circa l' ineluttabilità si tratta della classica profezia che si autoavvera, se si dice che è così allora così sarà. Sfortunatamente per te non sono così ingenuo come vorresti e conosco la massima orwelliana "Ripeti una bugia all' infinito e questa diverrà la verità". Inventane un' altra, questa non funziona. Si tratta al massimo di una tua opinione personale.
Inoltre quale migliore occasione ci sarebbe per te di dimostrare che la ragione sta dalla tua parte se non quella di rendere obbligatorio l' insegnamento del sardo? Verificheremo tra vent' anni da che parte stava il torto. Io lo so già da ora..

Tu, S.ard e Turritano state difendendo accanitamente una lingua, la sarda, che è il prodotto di millenni di sottomissione e di imposizioni culturali.
Parli un dialetto manipolato dai conquistatori, dici CRAS per dire domani, DOMO per dire casa, VENTANA per dire finestra... e non ti rendi conto che difendi le tue stesse catene, riconoscendo solo l'ultimo dei tuoi dominatori come nemico.

Quante lacrime dev'essere costato ai tuoi progenitori farsi violenza per dire EST DOMO MEA (latino puro), quando le chiavi di casa erano in altre mani, quando la lingua veniva imposta alle colonie con la forza.
E' questa la tua lingua?


Sì, questa è una delle mie 2 lingue e ti sfido a trovare un' altra lingua indoeuropea che non abbia queste caratteristiche, latino compreso.
Allora con l' italiano come la mettiamo? Non è una lingua degna perchè strapiena di francesismi? Hai già dimenticato che l' Italia è stata per 1400 anni terra di conquista per i popoli più svariati? Dovresti essere a conoscenza anche dei numerosi francesismi utilizzato da Dante Alighieri in giù...E quindi restituisco al mittente la domanda: è questa la tua vera lingua?
Si ritorna come al solito ai famosi "due pesi e due misure"...unico sistema per giustificare le proprie opinioni...afferma chiaramente che il sardo a tuo parere non ha la stessa dignità rispetto all' italiano, e tutto si farà decisamente più chiaro.
Sfortunatamente però saresti tu ad essere in minoranza...la Legge Regionale 26/1997 è dalla parte mia, di Turritano, di S.Ard e compagnia SARDA.

http://www.fontesarda.it/sr/sr0015.htm


Segnalo altresì la Carta Europea delle lingue minoritarie:

http://www.admin.ch/ch/i/rs/0_441_2/

E nella fattispecie l' articolo 8 in materia di insegnamento:

http://www.admin.ch/ch/i/rs/0_441_2/a8.html


Naturalmente, non c'è da stupirsi, lo Stato italiano non ha ratificato la Carta, unico assieme alla Francia. Magari qualcuno poteva rendersi conto di non essere italiano...vero Asia?
Alla luce di questo anzichè chiudere con un ormai ovvio e di fatto inconfutabile SARDIGNA NO EST ITALIA sarebbe più giusto dire ITALIA NO EST EUROPA e, per quanto possa apparire scontato aggiungerei anche ASIA NO EST EUROPA...
Turritano Inserito il - 20/03/2008 : 10:03:31
Donovan ha scritto:

Si dà il caso che in Sardegna la comprensione passiva del sardo sia piuttosto diffusa (97% circa all' interno dell' area sardofona secondo la ricerca sociolinguistica). Altrimenti non si spiegherebbe come mai i Tazenda continuino ad utilizzare il Logudorese per le loro canzoni e come faccia il gruppo LaPola a far ridere in quel di Cagliari utilizzando il Campidanese.

Riguardo il presunto voler spazzar via l' italiano dalla Sardegna non vedo come possa essere messo in pratica dall' insegnamento obbligatorio del sardo. Anzi, il saper distinguere una struttura linguistica da un' altra aiuta persino nell' apprendimento dell' italiano.
Ed aggiungo: parallelamente all' insegnamento obbligatorio del sardo adottiamo l' insegnamento obbligatorio dell' inglese, con dei madrelingua e non "all' italiana" che come si sa non ha mai dato grandi frutti.
Nel giro di 25 anni avremo una generazione che saprà esprimersi correttamente in 3 lingue senza fare classifiche di gradimento. Impossibile? Basta recarsi a Barcellona per capire che il futuro non passa tramite il monolinguismo.
Nel mentre si continua ad utilizzare l' italiano come lingua principale, il sardo non è ancora pronto per un' utilizzo che riguarda tutti i campi in quanto la sua naturale evoluzione è stata tarpata dalla convivenza con l' italiano in un ambito di asimmetria legislativa.
Perchè, e ci tengo a rimarcarlo, ciò che io intendo per "Lingua Sarda" non riguarda la situazione attuale di "Lingua dialettizzata" ed impoverita nel lessico che può apprire anche "grezza" ma una lingua con un lessico vasto, espressivo ed adatto ad ogni contesto, sia utilizzando dei prestiti da altre lingue sia risemantizzando dei termini ora sempre meno utilizzati.
Esattamente il contrario di ciò che intende Asia, che con la "tutela" in realtà vuole soltanto che venga vista come una lingua statica e ferma al ruolo storico che ha avuto.
Ovviamente non è un discorso a breve termine e ci vorranno ugualmente dei decenni per raggiungere quest' obiettivo. In ogni caso si deve passare tramite l' insegnamento obbligatorio, che dal mio punto di vista non è certo un punto di arrivo ma solo un punto di partenza verso un livello superiore.

Quoto tutto, tranne qualche minimo, trascurabile particoilare.
Donovan Inserito il - 20/03/2008 : 06:36:41
cedro del Libano ha scritto:

Donovan ha scritto:

cedro del Libano ha scritto:

io sono d'accordo che il sardo venga insegnato nelle scuole ,ma non obbligatorio.

Lo vedo come una scelta non democratica anche se si tratta della propria lingua.

La civilta di una nazione si vede anche dai valori democratici che sa attuare,

l'identita' é una scelta che deve scaturire dal cuore e non dall'oppressione.

L'amore non pu' essere insegnato e tanto meno imposto,ma scaturire naturalmente dalla conoscenza dei valori di un popolo

,la democrazia ne è l'esempio piu' lampante.


D' accordo sul discorso di fondo che l' obbligo scolastico non sia espressione della libertà di scelta. Infatti è stato proprio quest' obbligo a mettere in ginocchio il sardo...ma dell' obbligo dell' insegnamento dell' italiano.
E quindi Cedro spiegami:

- Se questa scelta è scaturita dal cuore e non dall' oppressione
- Se questa scelta è stata democratica, con l' aggravante che NON si trattasse della propria lingua
- Se questa scelta è stata civile e se ha attuato quei valori democratici che lo Stato intendeva portare avanti.




no,Donovan,rispondo no ad ogni tua domanda.

Quello che dovresti spiegarmi tu é perché pur riconoscendo che lo Stato italiano ha sbagliato,ti ostini a voler rifare gli stessi errori e usando gli stessi sistemi.

L'apprendimento della lingua deve avere oltre che il risvolto affettivo anche quello della necessita' impellenti ed essenziali del vivere di un popolo.
Il vivere di un popolo non é solo parlare la propria lingua,ma,sopratutto essere capito,previo l'isolamento che é sempre la prima causa del declino sociale,politico e culturale.
Un ripiegarsi su se stessi a vivere della gloria del passato in un presente senza futuro.
Non si possono spazzare via 200 anni di lingua italiana,per il semplice motivo che le necessita' di oggi non lo permettono.
Necessita' basate,sulla comunicazione e sulla comprensione.
Quello che ho scritto ti sembrera' un poco strano,ma parlo per esperienza diretta.
Vivo in un paese dove 35 anni fa é stato introdotto l'uso della lingua obbligatorio anche nelle scuole e nelle amministrazioni, con il beneplacito di tutti ,perché l'uso dell'hoc deutsch(alto tedesco) era considerato offensivo per l'identita'degli svizzeri tedeschi.
L'alto tedesco veniva usato solo nelle scrittura.
A 35 anni di distanza,si sta facendo il cammino inverso,si é introdotto nuovamente l'uso obbligatorio del tedesco sia nella forma scritta che parlata.
I bambini gia' da 3 anni hanno l'obbligo di frequentare i gruppi di gioco per l'apprendimento del tedesco prima dell'inizio della scuola.

L'introduzione obbligatoria della lingua madre é stato un fallimento totale,i giovani nati nell'ultimo trentennio non capiscono il tedesco e non sono capiti dagli altri,si sentono isolati e prigionieri di se stessi al punto di dire:Viviamo in una grande prigione ,dove siamo solo liberi di camminare dove vogliamo.ma non abbiamo piu' speranza

Il mio esempio ti sembrera' molto banale,ma dovrebbe far riffletere.
Gli idealismi sono fini solo a se stessi.




Si dà il caso che in Sardegna la comprensione passiva del sardo sia piuttosto diffusa (97% circa all' interno dell' area sardofona secondo la ricerca sociolinguistica). Altrimenti non si spiegherebbe come mai i Tazenda continuino ad utilizzare il Logudorese per le loro canzoni e come faccia il gruppo LaPola a far ridere in quel di Cagliari utilizzando il Campidanese.

Riguardo il presunto voler spazzar via l' italiano dalla Sardegna non vedo come possa essere messo in pratica dall' insegnamento obbligatorio del sardo. Anzi, il saper distinguere una struttura linguistica da un' altra aiuta persino nell' apprendimento dell' italiano.
Ed aggiungo: parallelamente all' insegnamento obbligatorio del sardo adottiamo l' insegnamento obbligatorio dell' inglese, con dei madrelingua e non "all' italiana" che come si sa non ha mai dato grandi frutti.
Nel giro di 25 anni avremo una generazione che saprà esprimersi correttamente in 3 lingue senza fare classifiche di gradimento. Impossibile? Basta recarsi a Barcellona per capire che il futuro non passa tramite il monolinguismo.
Nel mentre si continua ad utilizzare l' italiano come lingua principale, il sardo non è ancora pronto per un' utilizzo che riguarda tutti i campi in quanto la sua naturale evoluzione è stata tarpata dalla convivenza con l' italiano in un ambito di asimmetria legislativa.
Perchè, e ci tengo a rimarcarlo, ciò che io intendo per "Lingua Sarda" non riguarda la situazione attuale di "Lingua dialettizzata" ed impoverita nel lessico che può apprire anche "grezza" ma una lingua con un lessico vasto, espressivo ed adatto ad ogni contesto, sia utilizzando dei prestiti da altre lingue sia risemantizzando dei termini ora sempre meno utilizzati.
Esattamente il contrario di ciò che intende Asia, che con la "tutela" in realtà vuole soltanto che venga vista come una lingua statica e ferma al ruolo storico che ha avuto.
Ovviamente non è un discorso a breve termine e ci vorranno ugualmente dei decenni per raggiungere quest' obiettivo. In ogni caso si deve passare tramite l' insegnamento obbligatorio, che dal mio punto di vista non è certo un punto di arrivo ma solo un punto di partenza verso un livello superiore.

Turritano Inserito il - 19/03/2008 : 16:02:50
ziama ha scritto:
Turritano, mi spieghi cosa vuoi dire con "si possono spazzare via i 200 anni di lingua italiana?" (E' una curiosita', non una polemica!).
Inoltre, ecco una delle affermazioni che mi lasciano "perplessa"....

Te lo spiego, Ziama, te lo spiego e con piacere, ma non adesso, abbi pazienza. Lasciami respirare. Ho altre risposte in cantiere, e poi vorrei partecipare a qualche altra discussione più serena (tipo Flora Sarda). Datemene il tempo!
Sempre con simpatia
Turritano
ziama Inserito il - 19/03/2008 : 14:05:45

“Non si possono spazzare via 200 anni di lingua italiana” ? si possono, si possono. Sono stati spazzati trecento e più anni di “lingua spagnola” e non si può farlo con quella italiana? Se ciò non si fa, non è “per il semplice motivo che le necessita' di oggi non lo permettono” ma perché non lo vuole il governo italiano e ,in gran parte purtroppo, la gente sarda, priva di adeguate informazioni e ormai sufficientemente “addomesticata”.


Turritano, mi spieghi cosa vuoi dire con "si possono spazzare via i 200 anni di lingua italiana?" (E' una curiosita', non una polemica!).
Inoltre, ecco una delle affermazioni che mi lasciano "perplessa".
Parli di gente "addomesticata", priva di adeguate informazioni solo perche' non si riconoscono nella necessita' di rendere l'apprendimento del sardo obbligatorio? Questa tua considerazione esclude la possibilita' che esistano delle persone che, pur essendosi informate, non approvano l'obbligatorieta'.
C'e' da aggiungere anche che la parola "addomesticati" mi fa tornare in mente il discorso fatto in un'altra discussione.
Il fatto che alcuni considerino la Sardegna assoggettata dall'Italia, non esclude comunque che tanti altri la pensino diversamente e non si considerino "addomesticati" (e percio' assoggettati!) ma cittadini italiani a tutti gli effetti.
Un altro punto che vorrei mettere in evidenza e' il fatto che alcune persone insistano col dire che il sardo deve essere parlato in famiglia ai bambini sin dalla piu' tenera eta'.
Mi dici come si fa a rendere obbligatorio un fatto del genere?
E ancora, e' vero che nelle scuole italiane e' obbligatorio l'insegnamento di una lingua straniera (inglese, francese, spagnolo o quel che si voglia che sia!).
Io ho studiato inglese per ben 8 anni a scuola. Ti posso assicurare che l'obbligatorieta' dello stesso non mi ha di certo preparato a sufficienza.
E pensa che io ero uno degli studenti piu "fanatici" quando si trattava di imparare una lingua straniera (sempre stata la mia passione!).
Pensa un po' quanto inglese sapevano quelli a cui invece non importava assolutamente nulla della materia e lo studiavano solo perche' OBBLIGATI.
Con questo non voglio dire che non si dovrebbe insegnare il sardo nelle scuole. Voglio soltanto far presente che l'obbligatorieta' forse, non servirebbe certo a rendere le persone piu partecipi e piu entusiaste.
Ricordati che la maggior parte dei sardi, che a qualcuno piacia oppure no, ritengono comunque di essere ITALIANI in primis (io tra quelli!) e l'apprendimento del sardo verrebbe visto giusto come una "materia scolastica" in piu da studiare.
S.ard Inserito il - 19/03/2008 : 13:47:42
asia ha scritto:

Cedro:

A 35 anni di distanza,si sta facendo il cammino inverso,si é introdotto nuovamente l'uso obbligatorio del tedesco sia nella forma scritta che parlata.
I bambini gia' da 3 anni hanno l'obbligo di frequentare i gruppi di gioco per l'apprendimento del tedesco prima dell'inizio della scuola.

totale,i giovani nati nell'ultimo trentennio non capiscono il tedesco e nonL'introduzione obbligatoria della lingua madre é stato un fallimento sono capiti dagli altri,si sentono isolati e prigionieri di se stessi al punto di dire:Viviamo in una grande prigione ,dove siamo solo liberi di camminare dove vogliamo.ma non abbiamo piu' speranza

Il mio esempio ti sembrera' molto banale,ma dovrebbe far rifflettere.
Gli idealismi sono fini solo a se stessi


Grazie di esistere, Cedro.
Dopo il tuo esempio CONCRETO credo che non ci sarà molto da aggiungere, se non in termini di filosofia della speranza e di malcelate ideologie.




Amen!

E così Asia mette fine alla lingua sarda.
Grazie a Dio la situazione non è cosi e sopratutto, ne sono certo, la lingua sarda verrà usata ancora per tanto tempo e il suo uso vedrà un costante incremento.
Quanto alle malcelate ideologie, direi che di malcelato non c'e' proprio nulla.
Asia è ideologicamente di nazionalità italiana, felice di esserlo, io sono ideologicamente di nazionalità sarda altrettanto felice di esserlo.
A si biri luegu.
Turritano Inserito il - 19/03/2008 : 13:20:14
cedro del Libano ha scritto:
("x DONOVAN")
Quello che dovresti spiegarmi tu é perché pur riconoscendo che lo Stato italiano ha sbagliato,ti ostini a voler rifare gli stessi errori e usando gli stessi sistemi.

L'apprendimento della lingua deve avere oltre che il risvolto affettivo anche quello della necessita' impellenti ed essenziali del vivere di un popolo.
Il vivere di un popolo non é solo parlare la propria lingua,ma,sopratutto essere capito,previo l'isolamento che é sempre la prima causa del declino sociale,politico e culturale.
Un ripiegarsi su se stessi a vivere della gloria del passato in un presente senza futuro.
Non si possono spazzare via 200 anni di lingua italiana,per il semplice motivo che le necessita' di oggi non lo permettono.
Necessita' basate,sulla comunicazione e sulla comprensione.
Quello che ho scritto ti sembrera' un poco strano,ma parlo per esperienza diretta.
Vivo in un paese dove 35 anni fa é stato introdotto l'uso della lingua obbligatorio anche nelle scuole e nelle amministrazioni, con il beneplacito di tutti ,perché l'uso dell'hoc deutsch(alto tedesco) era considerato offensivo per l'identita'degli svizzeri tedeschi.
L'alto tedesco veniva usato solo nelle scrittura.
A 35 anni di distanza,si sta facendo il cammino inverso,si é introdotto nuovamente l'uso obbligatorio del tedesco sia nella forma scritta che parlata.
I bambini gia' da 3 anni hanno l'obbligo di frequentare i gruppi di gioco per l'apprendimento del tedesco prima dell'inizio della scuola.

L'introduzione obbligatoria della lingua madre é stato un fallimento totale,i giovani nati nell'ultimo trentennio non capiscono il tedesco e non sono capiti dagli altri,si sentono isolati e prigionieri di se stessi al punto di dire:Viviamo in una grande prigione ,dove siamo solo liberi di camminare dove vogliamo.ma non abbiamo piu' speranza

Il mio esempio ti sembrera' molto banale,ma dovrebbe far riffletere.
Gli idealismi sono fini solo a se stessi.


Siccome l’argomento, casualmente, m’interessa un pochino, anche io avrei delle risposte e delle domande da fare.
Caro il mio Cedro del Libano, sei proprio un’inguaribile idealista! Anche se, alla fine del discorso, al contrario, sembreresti di un realismo glaciale!

Prima di tutto, OGNI Stato Sovrano, da quando mondo è mondo, ha sempre imposto “obblighi“ai suoi amministrati, quando si trattava di Stati Dominatori poi, questi obblighi diventano vera e propria oppressione.
Quindi le imposizioni di uno stato straniero verso il dominato, non è solo imposizione, ma è vera e propria oppressione per evitare resistenze e ribellioni e, possibilmente per “assimilarlo il più rapidamente possibile! Quindi non è giusto dire che NOI “vorremo rifare gli stessi errori e usando gli stessi sistemi”, perché noi non vogliamo agire su un popolo straniero per dominarlo, ma dovremmo riprendere il comando in domo nosthra per governare il nostro popolo con disposizioni adeguate. Il ché oggi è impossibile perché, pur essendo una Nazione, non ci è dato di essere uno Stato Sovrano. Quindi non sarebbero né gli “stessi errori” né gli “stessi sistemi”.
Apprendimento della propria lingua è, naturalmente, una questione affettiva ma è anche una necessità, nel senso che se la si isola e la si mette anche in una gabbia dorata (concorsi letterari, qualche progettino un sardo e cosette di questo tipo, che sono solo fumo negli occhi), ma se non la si incentiva a parlarla nell’uso quotidiano (fin dalla nascita), a USARLA nella Scuola, hai voglia tu a ripetere che si commetterebbero “gli stessi errori”: avremo a che fare con una lingua morta! Questo uso della propria lingua non sarebbe “isolarci”, perché un popolo che parla comunemente la sua lingua, non è un “popolo isolato” ma un popolo che ha dignità ed è rispettato da tutti. Si possono imparare anche altre due o tre lingue senza nessun problema. Chi capisce l’italiano nel mondo? E il greco e il danese? Eppure non mi sembra che quelle Nazioni (nonché Stati Sovrani) siano isolate. Ricordati che l’isolamento di un popolo avviene quasi sempre per volontà del governo di uno stato straniero egemone. Quindi nel nostro caso, non ci sarebbe nessun “declino sociale,politico e culturale”, semmai, al contrario, ci sarebbe una maggior apertura e una rinascita. e non
“Un ripiegarsi su se stessi a vivere della gloria del passato in un presente senza futuro".
Non si possono spazzare via 200 anni di lingua italiana,per il semplice motivo che le necessita' di oggi non lo permettono” Allora non sarebbe un ripiegarsi su stessi, ma aprirsi finalmente verso l’esterno come Popolo Sovrano, finalmente libero nel suo futuro (non so se apprezzi la differenza!). “Non si possono spazzare via 200 anni di lingua italiana” ? si possono, si possono. Sono stati spazzati trecento e più anni di “lingua spagnola” e non si può farlo con quella italiana? Se ciò non si fa, non è “per il semplice motivo che le necessita' di oggi non lo permettono” ma perché non lo vuole il governo italiano e ,in gran parte purtroppo, la gente sarda, priva di adeguate informazioni e ormai sufficientemente “addomesticata”.
La tua esperienza “tedesca” non riflette necessariamente la realtà sarda, e io ti posso invece fare esempi del tutto contrari. Nonostante ci sia chi rema contro, abbiamo come Sardi l’obbligo di farlo, se non con “l’imposizione” almeno con “l’informazione”, cioè quantomeno in posizione di “par condicio”. Non ti pare?
Turritano
Turritano Inserito il - 19/03/2008 : 13:16:22
asia ha scritto:
Per Turritano:
Io sono portatrice sana di italianità.
E non solo anagraficamente o geneticamente, ma per cultura e per scelta.
La mia sardità poi non è solo folkloristica, ma intessuta di orgoglio di appartenenza.
Pochi ormai sono disposti a bersi la storiella del piano annientatore contro la Sardegna.
Moltissimi infatti sono i sardi senza alcun conflitto interiore con la loro italianità.
Pur conoscendo carte de Logu, condaghi e quant'altro.

Certo. Ne riparleremo.

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