V I S U A L I Z Z A D I S C U S S I O N E |
UtOld |
Inserito il - 23/04/2009 : 15:50:29 Sperando di far cosa gradita per gli appassionati di cronaca Sarda degli anni venti, riporto una documentazione foto giornalistica della bonifica di Terralba e il Villaggio Mussolini.
Articolo tratto dalla Rivista Mensile del Toring Club Italiano del ‘Aprile 1929[center]
1° Parte SOLENNE CONSACRAZIONE
Fra le opere pubbliche, che furono inaugurate in Italia o che videro consacrato il loro compimento il 28 Ottobre scorso (1929) non richiamò quanto avrebbe meritato l’attenzione del pubblico l’inaugurazione, avvenuta solennemente, al cospetto del Ministro Ciano, del villaggio Mussolini, in Sardegna, nella Bonifica di Terralba (Oristano).
L’inaugurazione di questo nuovo centro di vita rurale, intitolato, con sentimento augurale al nome del Capo del Governo, nel cuore di quella che era, sino a qualche anno addietro una landa incolta, paludosa, malarica, deserta, è il coronamento logico di tutto un organico, complesso piano di opere di sistemazione idraulica, di bonifica sanitaria, di trasformazione agraria, e, finalmente di colonizzazione.
Escavazione di canali di Bonifica
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15 U L T I M E R I S P O S T E (in alto le più recenti) |
UtOld |
Inserito il - 19/10/2011 : 12:26:48 Ripropongo il Topic con invito alla sagra della polenta.
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Tharros |
Inserito il - 30/10/2010 : 12:09:03 Molto molto interessante. Complimenti all' autore!! |
Giuseppe Aricò |
Inserito il - 20/09/2010 : 00:26:56 Grazie per questo splendido post. Particolarmente interessante per me, visto che andrò proprio ad Arborea ai primi di ottobre per salutare un amico. E' il mio giuro ottobrino divenuto ormai appuntamento irrinunciabile. Prima a Sassari per "Ottobre in poesia" che di anno in anno cresce di partecipanti e d'importanza. Dopo qualche giorno da dedicare ai vecchi amici e ai luoghi che mi sono cari. Passerò anche da Sanluri dove esiste un territorio - Sanluri Stato - ricavato da un intervento di bonifica dal quale si sono ricavati ettari di terreno fertile, assegnato in maggior parte ai Veneti, venuti in Sardegna per condurre la nuova terra. |
kigula |
Inserito il - 19/09/2010 : 15:46:56 Mi ero persa questo topic, complimenti ha chi ha riportato le notizie e a chi ha postato le foto. Mi avete fatto venir voglia di andare a fare un giretto da quelle parti |
Nuragica |
Inserito il - 15/09/2010 : 13:37:50 Durante le mie vacanze estive son riuscita finalmente a fare un giro ad Arborea. Purtroppo ho avuto poco tempo a disposizione per girarla come avrei votuto, il tempo è tiranno, la giornata volgeva al termine e il cammino di ritorno alla base era molto lungo.. Devo dire che son rimasta affascinata dallo stile delle case , dove si denota tantissimo l'influenza del periodo fascista.. Sicuramente ci tornero' pe visitarla meglio .. intanto vi allego alcune immagini scattate al volo, per chii volesse vedere com'è la vecchia Mussolinia adesso..
Idrovora di Sassu 1934, nei pressi dello stagno S'ena Arrubia
Chiesa parrocchiale del Cristo Redentore
Scuole
edifico stile liberty
palazzo del comune
Albergo
Questo edificio è alla sinistra della chiesa non ricordo bene a cosa sia adibito.. Forse è una struttura dei salesiani??
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monte arci |
Inserito il - 24/01/2010 : 01:04:15 Fantastica documentazione, e fantastiche immagini. Anche il mio Nonno, Terralbese, lavoro' alla bonifica. Poi passo' alla idrovora di Sassu, ed infine, al mattatoio comunale di Arborea. Questi impieghi, erano un riconoscimento ai sacrifici fatti durante la bonifica stessa, tra l'altro, mio nonno si becco' la Malaria, ma riusci' a debellarla, ma per un paio di anni, lui e la famiglia, si trasferirono a S. Antioco, per paura che, la moglie e i figli si ammalassero. Grazie Aldo G. |
Adelasia |
Inserito il - 11/12/2009 : 19:50:26 Nel testo "Mussolini in Sardegna", curato da Aldo Cesaraccio, Antonello Mattone e Giuseppe Melis Basso, vengono riportate le cronache, corredate dalle foto, sui viaggi di Mussolini nell'isola. Riporto qualche riga sulla descrizione del suo arrivo nell'allora Mussolinia:
<<...Altre grandiosi acclamazioni di fede, altre profluvie di fiori seguono il passaggio del Duce lungo la via che porta a Mussolinia. Il primo saluto della nuova città agreste, che dal nome acquista l'auspicio della sua vita immortale, viene dato al Duce dalla Gioventù del Littorio. Poi si apre l'ala folta del popolo. La manifestazione con la quale questa popolazione di rurali accoglie il Duce è un ardore di fiamma. Il Duce perviene alla sua residenza alla 20,15. Richiamato dalle invocazioni senza sosta si affaccia al balcone e risponde sorridendo salutando con braccio levato il popolo che con la sua titanica opera ha portato la vita e la luce in una vastissima mortifera piaga.>>
Vi pare una cronaca pomposa e ridondante?? Ma no! |
Adelasia |
Inserito il - 11/12/2009 : 19:33:05 Io invece ringrazio la collega...non fosse per lei, che l'ha "ripescato", anch'io presumibilmente avrei perso questo post davvero interessante. Mi sono tra l'altro divertita a cercare di riconoscere gli edifici di Arborea: mi sbaglierò... ma l'ex "pollaio razionale" si è trasformato in un centro commerciale? E nell'ex ospedale mi pare di riconoscere la cosidetta struttura Avanzini, che mi ha incuriosito tutte le volte che l'ho vista, senza peraltro aver mai avuto idea della sua originaria funzione
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Nuragica |
Inserito il - 10/12/2009 : 21:52:15 Bellissimo racconto, mel'ero perso.. Grazie Aldo... |
UtOld |
Inserito il - 24/04/2009 : 21:16:07 RICORDI DEL PASSATO
Nella regione ove s’è andata compiendo l’opera di risanamento e di ricostruzione, che ci siamo studiati di illustrare, affiorano ad ogni passo i ricordi storici di un popolo semplice, buono ed eroico, le tradizioni e le leggende di una stirpe che ha conservato, attraverso mille travagli e mille delusioni, pura l’anima, diritta la coscienza e intatta la fede nella Madre Patria. Sul promontorio di San Marco, che profila la sua sagoma bassa sul mare, a cavalcioni tra il mare di Sardegna e il golfo di Oristano sorgeva l’antica Tharros, la cui periferia era di quasi 4 miglia geografiche, che aveva quattro città e quaranta villaggi alle sue dipendenze; dalle sue rovine fu tratto un prezioso materiale archeologico, che arricchì di tesori il Museo d’antichità di Cagliari e diverse collezioni private. Gran parte di questo territorio è ora coperto dalle acque, che però vi lasciano scorgere avanzi di cospicui edifizi di costruzione romana, di starde, di tombe.
Lo stabilimento enologico a destra – Il caseificio a sinistra – e altri edifici per i rurali
Marceddì oggi stagno nel quale è stata costretta a morire la tortuosità del rio Mogoro, era un tempo sede della città di Neapolis, uno degli scali più importanti del commercio sardo-cartaginese, cinta di mura e provvista di acquedotto, le cui strade erano fiancheggiate di sepolcri, come a Roma e a Pompei, e in cui le acque piovane venivano raccolte in cisternoni come a Cartagine. Santa Giusta-oggi più che comune, borgo di Oristano-abitata in gran parte dai pescatori dei prossimi stagni, già sede vescovile, è nota per la artistica Chiesa e per le leggende delle sue martiri cristiane, Giusta Giustina ed Enedina. Terralba, che deve il suo nome al colore bianchiccio del terreno argilloso su cui è edificata, e che oggi dà il suo nome alla bonifica, fu più volte devastata e più volte anche distrutta. Nel 1527 subiva un orribile saccheggio da parte dei barbareschi, che la ponevano a ferro e fuoco, sequestrando quegli abitanti che non erano riusciti a mettersi in salvo. Nel 1580, quando il Fara scriveva la sua Corografia < De Rebus Sardis >, Terralba era ancora un cumulo di rovine, in mezzo a roveti di lentischi e di mirti e a fioriture di asfodeli. Nel 1640 era ancora in rovina e deserta, sicchè si deve pensare che vi fossero chiamati nuovi abitanti dal Barone di Uras, nel cui feudo il paese era compreso e che si moltiplicassero rapidamente, perché già nel 1698 vi si trovavano 217 famiglie. La vicinanza degli stagni le faceva il triste dono di un clima malarico, attenuato però da una grande ventilazione. Tuttavia gli indigeni vi sono abbastanza longevi e in paese si conserva il ricordo di un contadino morto a 127 anni nel 1888; vedovo da oltre 70 anni, lasciò 40 discendenti, vivi, di 6 generazioni. Uras è nota nella storia, per la vittoria portata nel 1470 da Leonardo Alagon, Marchese di Oristano, sull’esercito di Aragona, al comando del viceré Carroz. Fu questa la prima volta che si fece uso , in Sardegna delle artiglierei. Il Viceré sul terrore che avrebbe suscitato nei sardi il nuovo strumento bellico, era certo della vittoria, ma gli Oristanesi, non solo non si sgomentarono, ma si impadronirono dei cannoni e , tagliando la ritirata ai fuggiaschi, trassero prigionieri ad Oristano un gran numero di baroni feudali aragonesi. Sulla pianura, a nord, emerge a distanza la gran cupola del Duomo di Oristano, l’antica capitale del Giudicato di Arborea, degna erede dell’antica Tharros e patria di Eleonora, grande legislatrice e guerriera. E finalmente, nella stessa regione di bonifica, in quella località di S’Ungroni che ha dato il nome a uno dei centri colonici testè costruiti, molti anni addietro, scavando presso certi ruderi, alcuni pastori rinvenivano gli avanzi di un’antica necropoli, da cui furono estratte grandi quantità di monete e stoviglie.
Sul terreno bonificato cominciano a prosperare rigogliosi frutteti
SPERANZE PER L’AVVENIRE
Ricordi, questi del passato. Ma ora meglio che dai ricordi di un passato per quanto fortunoso e mobilissimo, le speranze di un promettente avvenire balzano, nella Tenuta di Terralba e nel Villaggio Mussolini, dai risultati già conseguiti dall’industre fatica dell’uomo, dall’oculato investimento di capitali nel suolo, dalla serena, tenace, quasi ieratica devozione della stirpe sarda alla terra. Così, in una plaga che pareva diventata da più decine d’anni la terra dei morti, si afferma la decisa volontà dei vivi nella natura domata, nelle zone sistemate e prosciugate, nelle zolle rotte dai vomeri e dagli erpici, nel clima avviato al risanamento, negli edifizi consacrati alla Religione, alla Scuola e all’assistenza sociale. Ed è questo, soprattutto, che vale, in una Nazione che completa il suo risorgimento politico e confida nel suo rifiorimento economico.
FINE |
UtOld |
Inserito il - 24/04/2009 : 08:23:35 IL VILLAGGIO MUSSOLINI
La fondazione del villaggio Mussolini risponde, fra le altre considerazioni a, quella della convenienza di tener conto della tendenza della popolazione rurale sarda, la quale, mentre <sta> sui poderi il tempo, strettamente necessario per la lavorazione dei campi <vive> e vuol vivere all’ombra del campanile del paese nativo, tendenza che produce tutte le note dannose conseguenze dell’assenteismo. Quella adottata dalla Società <Bonifiche Sarde> è una soluzione intermedia, offrendo un centro di vita comune ai coloni che non potrebbero agevolmente accedere ai paesi più prossimi, ma sempre troppo distanti dalle case coloniche.
Il pollaio razionale, sistemato in edificio di bella architettura e genialmente decorato
Il villaggio è costituito da edifici, tutti costruiti o da costruirsi appositamente, e, nella maggior parte, destinati ad uso pubblico: chiesa, scuole, ospedale, casa del medico, canonica, albergo, vivanderia, caserma, sede del Fascio, locali per riunione e per sport, nonché una casa per il Patronato provinciale dei figli dei contadini morti in guerra. Tutti questi edifici sono concepiti con criterio di modernità e di signorilità. Ampia e artistica la chiesa, con uno svelto campanile che misura, alla sommità della cuspide, 25 metri, con un orologio a suoneria e un concerto di campane. La casa del Signore servirà anche alla soddisfazione di un’esigenza materiale della popolazione, in quanto con adattamento pratico affatto nuovo nel genere, nell’interno della torre campanaria, è collocato un serbatoio d’acqua potabile della capacità di 50 metri cubi, da dedursi dalle pure sorgenti del Monte Arci, quello stesso dalle cui cave sono stati tratti i materiali da costruzione.
L’ospedale nel villaggio Mussolini
L’ospedale capace di un buon numero di letti, avrà impianti tra i più moderni. L’alberghetto sosterrà vittoriosamente il confronto con molte altre istituzioni del genere, in Sardegna, ove, ahimè, l’industria alberghiera lascia non poco a desiderare
continua |
UtOld |
Inserito il - 23/04/2009 : 23:57:37 | antonellocor ha scritto:
Alla faccia del villaggio! Dato che ormai ho dimostrato la mia ignoranza porgo un'altra domanda: se non sbaglio parecchie famiglie di Arborea sono originarie del nord Italia. Sono i discendenti dei contadini del Polesine di cui si parla negli articoli che hai postato?
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Esattamente - I continentali a partire dall’anno 1927 nelle vesti di Braccianti diedero inizio al primo esperimento di colonizzazione – Il fascismo all’epoca risolse due problemi quello della disoccupazione e quello di un nuovo centro di vita. |
antonellocor |
Inserito il - 23/04/2009 : 23:47:50 Alla faccia del villaggio! Dato che ormai ho dimostrato la mia ignoranza porgo un'altra domanda: se non sbaglio parecchie famiglie di Arborea sono originarie del nord Italia. Sono i discendenti dei contadini del Polesine di cui si parla negli articoli che hai postato? |
UtOld |
Inserito il - 23/04/2009 : 23:38:52 | antonellocor ha scritto:
Non avevo mai sentito parlare del villaggio Mussolini. Esiste ancora qualcosa, ed in tal caso oggi come è chiamato?
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Ciao Antonello questo il percorso:
- Villaggio Mussolini il 29 ottobre 1928
- Mussolinia il 29 dicembre 1930
- Arborea il 17 febbraio 1944
Sto trascrivendo proprio il pezzo dove si parla del Villaggio Mussolini. Dal 17 febbraio 1944, Arborea. |
antonellocor |
Inserito il - 23/04/2009 : 23:12:01 Non avevo mai sentito parlare del villaggio Mussolini. Esiste ancora qualcosa, ed in tal caso oggi come è chiamato? |
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