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Nota Bene: La Tomba I o Tomba dei Vasi Tetrapodi di Santu Pedru, nella strada provinciale tra Alghero e Uri , e' il primo ipogeo preistorico Sardo ed il primo del Mediterraneo ad aver restituito una "stratigrafia". Cioè una successionedi strati di riempimento intatti che ne attestano diversi momenti di uso. La tomba , preceduta da un lungo corridoio scoperto, ha un'anticella semicircolare, una grande cella centrale sostenuta da pilastri scavati nella trachite e varie celle secondarie . La cella principale presenta corna taurine scolpite ed una finta porta.
Sino alla scoperte di questo bellissimo monumento , databile alla cultura prenuragica di Ozieri ( 3200 a.C.) , si riteneva che queste grandi tombe fossero nuragiche e fossero contemporanee agli etruschi. La denominazione dell'ipogeo si deve alle grandi ciotole a quattro piedi , della cultura del Vaso Campaniforme , che restitui', i "vasi tetraposi" appunto.



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V I S U A L I Z Z A    D I S C U S S I O N E
Adelasia Inserito il - 07/02/2011 : 22:09:13
E se raccontassimo delle poetesse, sarde o che della Sardegna narrano... così poche, così sconosciute?

Se rileggessimo una vecchia antologia, un libro dimenticato, se scovassimo una nuova pubblicazione alla quale una sconosciuta poetessa ha regalato i suoi versi???

Sarebbe bello se creassimo noi una nuova, piccola raccolta....
15   U L T I M E    R I S P O S T E    (in alto le più recenti)
noesis81 Inserito il - 13/09/2013 : 15:59:35
Mentre conoscevo già alcune delle poetesse di cui avete parlato, di altre non ne avevo mai sentito parlare.. E tra queste Savina Dolores Massa mi ha incantata. Ora mi avete messo curiosità e andrò sicuramente a cercare altre sue opere!

Meravigliosa anche la poesia di Juanna Elìes pubblicata da Tizi: dopo averla letta, chiudi gli occhi e ti accorgi di avere davanti le più belle immagini della Sardegna.. Evocativa e toccante!

Voglio contribuire anche io, che di materiale ne ho un bel po' in giro per casa.. Intanto comincio con la classicissima Grazia Deledda e questa poesia che adoro e che si chiama LA PRIMAVERA.. E' stata la prima poesia di Grazia che ho letto, quindi per me ha un grande valore affettivo!

L’inverno aveva rinfrescato anche
il colore delle rocce. Dai monti scendevano,
vene d’argento, mille rivoletti silenziosi,
scintillanti tra il verde vivido dell’erba.
Il torrente sussultava in fondo alla valle tra
i peschi e i mandorli fioriti, E tutto ’era puro,
giovane, fresco, sotto la luce argentea del cielo.
Adelasia Inserito il - 14/06/2013 : 00:00:55
errante ha scritto:

Vi seguo con interesse, posso partecipare?

Rosalba Satta Ceriale

Insegnante elementare in pensione, è nata a Nuoro, nel rione antico di San Pietro, nel mese di novembre del 1948.
Da oltre trent’anni risiede a Budoni, dove è stata Assessore alla Pubblica Istruzione, alla Cultura e allo Spettacolo.
Figlia d’arte – il padre è il famoso poeta in lingua sarda Franceschino Satta, scomparso il 25 luglio del 2001 -, è sposata con Liberato Ceriale ed è madre di due figli, Massimo e Luciana.
Ha iniziato a scrivere da adolescente..........................................
................



Ho ripensato a questo post stasera, dopo aver letto una struggente e melanconica poesia di Rosalba Satta: "Hapo a remenare".
E' talmente bella e delicata che credo sia difficile riportarne, in una traduzione in italiano, le suggestioni che evoca (come si fa a rendere l'idea di "...s'anima mea ingrisada"??? )


Hapo a remenare…(di Rosalba Satta)

M’han a essire sas alas
e hapo a bolare…
prus innedda ’e sas cussorjas
locos de ideales casticaos,
prus innedda ’e sa malissia,
prus innedda de s’irfadu
de sos imbirgos ’e sa zente
chi si bendet pro nudda.
M’han a essire sas alas…
e hapo a bolare
prus innedda de sos pessamentos ligaos
de s’ocrada ammolighinada
cundennada a sichire a bier
pisiliches de nudda.
M’han a essire sas alas
e hapo a bolare
in su banzicu ’e su chelu
pro affranzare sa luche!
Oje
tottu mi paret affusu.
S’anima mea ingrisada
imbolicande frizzas de belenu
a suppuzu si turmentat…
Pro abbrazzare
s’ispantu ’e s’ isperanzia
hapo a remenare
chin sa luche ’e su coro.



Eccone una altrettanto struggente rivisitazione musicale:
http://www.youtube.com/watch?v=3gt_WwbjDC4
Adelasia Inserito il - 17/03/2012 : 23:09:47
Da S'ischiglia:

BARCHE SUL MARE (di Liliana Sanna)

S'allontanano lente sopra l'onde
nel silenzio lunare
snelle prore di barche: le lanterne,
tenui di luce, oscillano
alla fioca carezza profumata
della brezza notturna. E il cuore le crede
carovane di stelle
vaganti in un deserto di dolcezza
.



Qualcuno conosce questa poetessa? Mi piacerebbe sapere quacosa su di lei...
Adelasia Inserito il - 27/01/2012 : 22:29:40

C'E' UN PAIO DI SCARPETTE ROSSE ( di Joyce Lussu)


C'è un paio di scarpette rosse
numero ventiquattro
quasi nuove:
sulla suola interna si vede ancora la marca di fabbrica
"Schulze Monaco"
c'è un paio di scarpette rosse
in cima a un mucchio di scarpette infantili
a Buchenwald
più in là c'è un mucchio di riccioli biondi
di ciocche nere e castane
a Buchenwald

servivano a far coperte per soldati
non si sprecava nulla
e i bimbi li spogliavano e li radevano
prima di spingerli nelle camere a gas
c'è un paio di scarpette rosse per la domenica
a Buchenwald

erano di un bambino di tre anni e mezzo
chi sa di che colore erano gli occhi
bruciati nei forni
ma il suo pianto lo possiamo immaginare
si sa come piangono i bambini
anche i suoi piedini
li possiamo immaginare
scarpa numero ventiquattro
per l'eternità
perché i piedini dei bambini morti non crescono

c'è un paio di scarpette rosse
a Buchenwald
quasi nuove
perché i piedini dei bambini morti
non consumano le suole.
Tizi Inserito il - 10/01/2012 : 22:48:28
MARIA GRAZIA DESSÌ (Sardegna)
Poetessa. Nata a Dolianova, dove vive, ha svolto l'attività di assistente amministrativa presso la Direzione Didattica, dopo aver insegnato per alcuni anni nelle Scuole Elementari. Ha ricevuto numerosi riconoscimenti in vari concorsi poetici, tra cui il concorso letterario “Città di Ozieri”; l'VIII premio internazionale “Nosside” di Reggio Calabria; il concorso letterario “Sas boghes” di Olmedo; il premio “Romangia”; il premio “Città di Selargius"... Ha pubblicato due libri di poesie in lingua sarda (Torra immoi e A perda furriada), entrambi tradotti in catalano dallo studioso Joan Armangué Herrero, docente presso l’Università di Cagliari, e presentati in Sardegna e a Barcellona presso il Palau Robert per iniziativa del Departament de la Presidència della Generalitat de Catalunya. Nel 1998 con una sua poesia e con una puntasecca-acquatinta dell’artista Mirella Mibelli, la Casa Editrice Falconieri realizza un cofanetto d’arte. Nello stesso anno, il testo Torra immoi viene tradotto in inglese e trasposto in immagini dall’artista australiana Alison Travers. Nel 2000 alcune poesie vengono pubblicate nell’antologia di versi d’amore “Coro Meu” curata da Paolo Pillonca – Casa Editrice Soter. Due sue poesie sono state musicate da Franco Madau e Piero Marras (Torra immoi) e dal gruppo Agorà (Manca una leura). Alcuni dei suoi versi figurano, inoltre, su riviste letterarie tra cui “S’ischiglia” e “La grotta della vipera” e su diverse raccolte antologiche. Con le sue opere ha partecipato al Salone del Libro di Torino e alla Fiera Internazionale del Libro di Francoforte. Tiene numerosi recitals e fa parte di alcune giurie di premi letterari.

Torra immoi

Torra immoi
ca is pilus funt ancora
nieddus che-i-sa notti,
is dentis biancus
che mindula frisca,
sa boxi alligra
che arrui de monti.
Torra immoi:
is frenus de su tempus
sun tirendi a forti
e mi sanguinant is manus.
Torra immoi:
m'as agatai trasparenti
baddendi a luxi e luna.
Tizi Inserito il - 10/01/2012 : 22:35:13
E' un'artista poliedrica, Franca Nurchis, la sua ricerca artistica spazia, infatti dalla materia al colore, alla parola. Franca Nurchis è nata a Cagliari nel 1942.

Ha studiato materie umanistiche.

Dal 1973 al 1996 insegna educazione all'immagine nella scuola primaria statale per i bambini portatori di handicap, per i quali organizza diversi laboratori di sperimentazione e animazione.

Fra le mostre personali più importanti si segnalano: "Immaginaria", Palazzo Regio, Cagliari 1999; "Lentamente si fece silenzio", Centro Culturale Man Ray, Cagliari 2002, dove oltre alle installazioni presenta, per la prima volta, le sue poesie.


Si potrebbe stare una vita
distesi tra un arcobaleno
di azzurri
a sognare fronde ombrose
dal profumo di frangipane
a disegnare mandala dentro
il mare
a catturare pastelli per
gli occhi
di un'isola incantata
ad evocare istinti e liberare
inibizioni
si potrebbe stare una vita
a vivere di niente.



Nel luogo di ombre
sembra regnare
rassegnata malinconia
per il consumarsi del tempo
allo scandire illusioni
che cingono come manto
gli affanni
gettando ponti tra sogno
e realtà.
Ma quando trascinati
dalla ruota dei desideri
il passo si arresta sradicato
per sempre
su quel luogo violato
mai più
tornerà a stendersi
il silenzio.

Tizi Inserito il - 10/01/2012 : 22:20:09
Custa esti sa terra chi bramo (Juanna Elìes) ho trovato solo il testo in Italiano e non ho trovato nessuna biografia, ma mi è piaciuta molto la poesia!

Questa è la terra che desidero:
Un luogo di ombre leggère di muschio
Di alture affidate a Dio
Di collinette e strapiombi
Di piane che all'imbrunire svaniscono sotto una coltre di nebbia

Desidero le stelle che trapuntano il cielo
Il profumo delle erbe
Che il vento fruga e cosparge nell'aria
Ho care queste case dipinte, quasi,
Con la seta verde delle foglie
Dove la corrente tiepida corre, poi si nasconde
complice l'oscurità

Questa è la terra che amo
Perché ogni tanca* è coltivata col sudore
Ogni pezzo di verde un miracolo
Ogni viottolo testimone di storie

Sono legata a questo sterrato
Che quotidianamente ci trascina e ci perseguita
Nei sentieri del tempo.
E conta calmo e silenzioso,
Uno per uno, i passi che muovo


maria Inserito il - 03/11/2011 : 05:45:35
Bellissimeeeeeeeeeeeeeeeee Milly
Ho una preferenza per "Notte di luna ladra"
Tizi Inserito il - 02/11/2011 : 21:51:46
Che bella "ammentu"!
milly73 Inserito il - 02/11/2011 : 21:07:39
Ammentu
di Francesca Moro

Ci funti mamentus
candu s’ammentu de bosatrus…
bosatrus chi no seus prus innoi
mi scempiada
e deu du sciu…
chi sas peadas bostas
funti po sempri
sparessias de custa terra
Tandu deu seu ‘ela
laniada in milli filacittus…
bolatzant is filincus
illas scorriadas e fertuas
trottoxadas a sa matta de s’esistentzia
chi circada cun rexinis fundudas
sambini de linfa po noa vida.
Illas fundiasa a sa spera
ca su benidori ap’a trogai
unu pretziosu, spantosu
filu ‘e oro
po nos incontrai ‘e nou
Podit essi chi sas caras nostas
sianta furriadas…
ma…seguramenti
nos’ap’a reconnosci

traduzione
Ricordo

Ci sono momenti
in cui il ricordo di voi
di voi che non siete più qui
mi strazia
ed io lo so…
che le vostre impronte
sono per sempre
svanite da questa terra.
Allora io sono vela
lacerata in mille brandelli
Sventolano le fibre
lembi stracciati e percossi
attorcigliati all’albero
dell’esistere
che cerca con profonde radici
sangue di linfa per nuova vita
Lembi fusi alla speranza
che il futuro avvolgerà
un prezioso e magico
filo d’oro
per rincontrarvi
Forse i nostri visi
saranno cambiati, ma…
sicuramente ci riconosceremo.
milly73 Inserito il - 02/11/2011 : 21:01:09
Nott’e luna bardanèra

In custa nott'e luna barbanéra
ischintiddiant is ferros
de cuaddos impressidos
in is mores de padentes mùdas,
po fare fùras.

A cuadd'e alas de bentu
geo puru 'olìa furare.

'Olia furare
de sa mesa apparicciada 'e chelu
un isteddighedd'e lughe
po dd'arregalàre
a unu pipìu solu, iscavulàu,
de pedde bianca o niedda
chi lambrigat
spibionande oras de tristura.

‘Olia furare unu carignu a sa luna
po dd'arregalàre a su 'ecciu solu
post' a parte de sa soziedàde
ca no podet caminare.
In dogna surcu cofudu
costoidi un'istoria antiga
in s'iscusorgiu de s'ammentu
e tenet ancora gana de contare:
poite no ddu 'oleis iscurtare?

In custa nott'e luna bardanèra
'olia furare de su Babbu Mannu
una cosa bella e rara:
su pedronu,
po d'arregalare
a chini no agatat paghe
ca no ischit perdonare!

'Olia furare s'abb'e su mare
po istudare dogna fogu tentu
in custa terra chi sighit a abbruxare!
Custas manos nudas, impotentes,
cantas cosas ‘iant'a 'ollere furare
po cambiare s'indula 'e s'omine
chi sighit a gherrare!

traduzione
Notte di luna ladra


In questa notte di luna ladra
scintillano gli zoccoli
dei cavalli lesti
nei sentieri delle montagne mute,
per fare razzia.

A cavallo delle ali di vento
anch'io vorrei rubare.

Vorrei rubare
dalla tavola imbandita del cielo
una stellina di luce,
per regalarla
ad un bimbo solo, abbandonato,
di pelle bianca o nera
che piange
centellinando ore di tristezza.

Vorrei rubare una carezza alla luna
per regalarla al vecchio solo
messo da parte dalla società
perché non può camminare.
In ogni ruga profonda
custodisce una storia antica
nello scrigno dei ricordi
e vorrebbe ancora raccontare:
perché non lo si vuole ascoltare?

In questa notte di luna ladra
vorrei rubare dal grande Babbo
una cosa bella e rara:
il perdono,
per regalarlo
a chi non trova pace
perché no sa perdonare!

Vorrei rubare l'acqua del mare
per spegnere tutti i fuochi
in questa terra che continua a bruciare!
Queste nude mani, impotenti,
quante cose vorrebbero rubare
per cambiare l'indole dell'uomo
che continua a guerreggiare!

milly73 Inserito il - 02/11/2011 : 20:55:26
Feminas

Rosas,
nuscosas de amòre,
donàis sa vida
a totus is creatùra.
Feminas,
biancas, nieddas e moras,
chenza benidòre
bendias,
affachiladas, idorrobadas
de sa dignidàde,
a zerriu citìu,
grerrais e moreis
po sa libertàde !
Feminas a coro issambentìu
cravillau de spinas
che Nostrassennora
po figios imbriagos de droga:
ais sempere ‘onàu
e mai arrecìu !
Feminas
pringias de amòre,
cun d’unu sorrisu,
cuais su dolòre.
Feminas
orroschias de isperare,
a cara surcàda
po is males de sa terra
sighint a gherrare:
seis sempere dignias
de s’isprigare…!

E tue, Franchisca
appreziàda che Donna,
maista de vida e de seda
po Sardigna e su mundu.
Femina ‘e gloria:
lassàs arrastu
in totu s’istoria !

traduzione
Donne

Rose,
profumate d’amore,
donate la vita
a tutte le creatura.
Donne,
Bianche nere e more,
senza avvenire,
vendute
bendate, usurpate
della dignità,
con un grido muto,
lottate e morite
per la libertà !
Donne col cuore sanguinante
conficcato da spine
come Nostra Signora
per figli ubriachi di droga:
avete sempre dato
e mai ricevuto !
Donne
pregne d’amore,
con un sorriso
nascondete il dolore.
Donne
stanche di sperare,
col viso solcato
per i mali della terra
continuate a lottare:
siete sempre degne
di specchiavi…!

E tu, Francesca
apprezzata come donna,
maestra di vita e di seta,
per la Sardegna e nel mondo.
Donna di gloria:
lasci l’impronta
in tutta la storia !

Di Ida Patta
Adelasia Inserito il - 30/09/2011 : 23:07:20
Ancora la grande Joyce Lussu....

TUTTA QUESTA FELICITA'

Tutta questa felicità
non potrà sparire dal mondo
anche dopo il gran tuffo nell’aldilà
continuerà a svolazzarvi attorno
travestita da lucciola o da farfalla
o saltellando sulle stelle
o giocando allo scivolo con le sibille
giù per l’arcobaleno o sul crinale
di un raggio di sole al tramonto
magari danzando sulle punte
lungo una nota musicale.
Tizi Inserito il - 10/03/2011 : 14:50:02
Sonia Demurtas
Nasce a Sorgono nel 1976, si trasferisce poi con la famiglia nella provincia di Vibo Valentia, dove lavora ed opera nel campo dell’arte figurativa e della scrittura. ama l’arte della poesia fin da piccolissima; esprime il suo essere con toni variopinti, ricchezza di immagini narrate che coinvolgono il lettore; ama l’arte nelle sue svariate espressioni; maestra di disegno e di arte della ceramica, dipinge, modella e plasma i suoi personaggi anche nella poesia.
Nel suo animo un incatenarsi di emozioni, che vivono, prorompendo in canto. Esprime il suo modo di essere con toni variopinti, ricchezza d’immagini narrate particolarmente coinvolgenti.
Nelle sue poesie ha la capacità di vedere cose che altri non hanno mai visto, proponendo un concerto di parole che ripercorrono i ricordi e affondano in una dolce malinconia. Altre volte canta l’amore e lo esalta come pochi sanno fare.
Tutto è incentrato su un percorso di vita pieno di esperienze; Passato e presente si intrecciano con una forza dirompente.
Una mano tesa verso l’infinito… un canto proteso al cielo verso la speranza.
Lo stile neoclassico è inconfondibile, dirompente. Vince numerosi concorsi nazionali e regionali, riceve varie proposte di selezione opere inedite, decide così di vagliare alcune offerte per la pubblicazione del suo libro “OLTRE L’AMORE”, nasce quindi una silloge di scritti poetici, composta da liriche e pezzi di saggistica. Scoperta dal traduttore Teodoro SENNI, il suo libro è ora stato tradotto negli usa.

L'anima.
L'anima dimora
nell'ombra, tra le ombre...
tra quelli che mi sfiorano ignorandomi...
e quelli che io sfioro ricordandomi...
l'anima dimora,
tra soffici cuscini d'allegria,
tra i sorrisi che mi doni amandomi...
e quelli che ti dono amandoti;
L'anima dimora
nei giorni di sole...e in quelli di pioggia...
tra una lenta foschia
che abbraccia il corpo e l'anima mia.

Risposte d'angeli.
Quello che ho passato in questa terra…
non ha risposte d’angeli,
ne alabastri che sorreggono il destino…
Quello che ho passato in questa terra…
macchia l’anima, come la colla di un pino;
Ha occhi d’anfora profondi il mio cammino…
se guardi dentro c’è un mistero che non svelo.
Segna mezzanotte il tocco del mio cuore…
quanta malinconia nell’anima
“sospira e duole”.

Adelasia Inserito il - 01/03/2011 : 22:24:35
LAMPARE DI STELLE (di Mariella Masoni)

Sogni di stagno
tuffano lune
appese su fili di giunco.
Premono grani di sabbia
su ferite umide della notte.
Spingono occhi d’attesa
oltre specchi di lago
e lanciano ami
lampare di stelle
come stupore
di prime volte.




Mariella Masoni è una poetessa sassarese.
Docente in un istituto superiore della città turritana, collabora attivamente in diversi progetti che hanno l'obiettivo di valorizzare la cultura sarda.

Nel 2007 ha pubblicato la raccolta di poesie "Correre cielo".

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