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pisittu
Utente Medio
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Inserito il - 02/06/2008 : 09:46:38
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L’UNIONE SARDA, 30, maggio 2008
TRA SARDEGNA E CAMPANIA La sindrome del tamburino sardoDI SALVATORE CUBEDDU
Potremmo chiamarla la "sindrome del tamburino sardo". Napoli sta affogando nella spazzatura e il presidente della Regione sarda vuole essere il primo ad accoglierne una parte. Il nuovo Governo ha bisogno di ridurre gli organici e i nostri parlamentari del centrodestra, comprensivi, aspettano il prossimo turno. Il quattordicenne ragazzo sardo si fa tagliare la gamba per adempiere gli ordini del suo capitano a Custoza (il 24 luglio 1848).Alla fine, "… quel rozzo soldato che non aveva mai pronunciato una parola mite verso un suo inferiore, alza la mano alla fronte e dice: «Io non sono che un capitano. Tu sei un eroe»".
Per carità, non è che non ci fosse della logica nel discorso di chi, per la spazzatura della Campania, aveva osservato: «Siamo in Italia, proviamo a dare una mano!». Dall’altra parte, Berlusconi è cittadino onorario di Olbia, gli interessi sardi possono essere ben rappresentati dal presidente del Consiglio. Lo stesso ragionamento fu proposto per l’assenza di ministri sardi in un governo di Andreotti, che tra di noi vantava solo qualche rapporto di comparatico. Forse ci sentiamo in qualche modo gratificati nel servire l’Italia, mentre l’Italia... ha altri, propri, problemi. Ma non si tratta solo di oggi. Nella storia è documentato che abbiamo combattuto "per" (e "contro"): i faraoni, i punici, i romani, i bizantini, i Papi, Pisa e Genova, catalani e aragonesi, i re di Spagna e di Piemonte, e... la I e II guerra mondiale. Lo studio della vicenda storica della Sardegna sta nel comprendere quando e perché ci siamo battuti "contro" e, soprattutto, i motivi per cui ci preoccupiamo meno dei nostri e più dei problemi degli altri.
Non si dà, invece, il corrispettivo nei nostri confronti. L’Italia è in declino, che è qualcosa di più e di diverso dalla semplice recessione economica. Anche se volesse, probabilmente non sarebbe in grado di risolvere i nostri problemi. Al Nord vince le elezioni chi ha chiesto sicurezza e il mantenimento dei soldi in casa propria. A quella richiesta ha fatto da pendant la ripresa dell’autonomismo siciliano. Da una parte c’è la ricchezza, dall’altro il numero dei votanti. Coerentemente, la composizione del governo è rappresentativa di quelle realtà.
Guardiamoci, invece, in casa nostra: abbiamo un debolissimo autonomismo e veniamo da trent’anni di incertezza sulla prospettiva economica e istituzionale. Da più legislature non siamo rappresentati neanche in Europa perché alla nostra classe dirigente (politici e sindacati, innanzitutto) non dispiace l’essere affidati ai siciliani. Siamo usciti dall’obiettivo 1 (dove sono rimaste, perché più povere di noi, le Puglie, la Campania e la Sicilia) per non far torto alle grandi industrie. Quando i nostri politici arrivano ai ministeri, normalmente si fanno un vanto di rappresentare il Paese-Italia, piuttosto che favorire la loro Regione fatta di innumerevoli piccoli paesi. Il costituzionalista Demuro qualche giorno fa, su questa stessa pagina, si chiedeva: «In questo scenario, la Sardegna come si colloca?». Noi potremmo chiedere anche a lui, estensore con altri degli ultimi documenti statutari, quali eventuali sanzioni le nostre istituzioni potrebbero invocare, a livello internazionale o di Corte Costituzionale italiana, nel caso il patto costituzionale tra la Sardegna e l’Italia, che fonda lo statuto speciale, non venisse rispettato.Tutti sappiamo quale strame sia stato fatto del nostro Statuto di autonomia nei sessant’anni della sua vigenza! Quello che ci sta capitando davanti agli occhi non è che una lucida e istruttiva lezione sugli storici sfavorevoli rapporti di forza della Sardegna di fronte allo Stato in una situazione di progressiva divaricazione delle nostre condizioni sia rispetto alla questione settentrionale che rispetto alla questione meridionale. Al Nord la Lega si permette strappi istituzionali che presidia tramite i ministeri delle riforme e, soprattutto, degli interni. Anche al Sud trionfa la politica territoriale, solo che lo Stato lì è in competizione con la delinquenza organizzata. Cosa c’entriamo noi con tutto questo? Come potremmo essere utili? Come rendere compatibile una tale divaricazione tra la storia che noi viviamo, i nostri grandi problemi, con situazioni tanto differenti? Ci è successo altre volte: una delle tante. Alla metà del Seicento, mentre le Fiandre e Milano erano in fermento e a Napoli imperversava la rivolta di Masaniello contro il vicerè di una Spagna in pieno decadimento, a Cagliari ci si faceva vanto con Madrid perché la nostra nobiltà, il clero e il popolo erano rimasti gli unici fedeli. Da qui partivano gli aiuti ai governativi e contro i rivoltosi. Ancora Edmondo De Amicis non aveva scritto il libro Cuore e la storia del piccolo tamburino sardo. Ma la sindrome da noi c’era già.
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http://www.teleindipendentzia.net/ Nelle strategie economiche italiane ,la Sardegna per la sua posizione geografica ha un ruolo infimo, il fatto che la Sardegna si sviluppi ha ben poche ricadute vantaggiose per l' Italia perciò è ovvio che puntino ad altro. E pensa che io nemmeno gliene faccio una colpa: è nel loro sacrosanto interesse massimizzare gli sforzi altrove.
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Turritano
Utente Virtuoso
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Inserito il - 02/06/2008 : 23:20:57
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Tutto giusto, Pisittu, un bell'articolo, son cose che ho sempre pensato anch'io e, qualche volta, scritto anche sul forum. "Sindrome de tamburino sardo", "sindrome di Stocolma", sindrome delle "kentu concas kentu berritas" sindrome del "pocos, locos e malunidos", insomma la sindrome ormai ben assimilata del "all'ordine badrone!", che risale alla disgraziata caduta del Regno di Arborea sotto quello di Aragona! Turritano
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DedaloNur
Salottino
Utente Master
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Inserito il - 29/09/2008 : 20:40:13
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complimenti Pisittu! è vero, noi sardi tendiamo a nobilitarci nella devozione. prova ne è, la nostra religiosità. L'eroismo degli esempi che tu citi, hanno come base la devozione.
Il problema però non è questo nobile sentimento, è semmai il suo oggetto, o meglio l'autorità per la quale si nutre. Io credo che uomini come Emilio Lussu, senza offendere alcuno, non abbian avuto successori all'altezza e quindi gli ideali di autonomia e anche d'indipendenza siano stati mal gestiti e mal interpretati. Adesso forse potremmo strappare maggiori autonomie e poteri all'Italia, visto che si va verso il federalismo fiscale. Ma all'orizzonte non vedo nessun Lussu che ci rappresenti in modo adeguato....
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Modificato da - DedaloNur in data 29/09/2008 20:48:10 |
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Turritano
Utente Virtuoso
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Inserito il - 30/09/2008 : 00:14:46
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| DedaloNur ha scritto:
complimenti Pisittu! è vero, noi sardi tendiamo a nobilitarci nella devozione. prova ne è, la nostra religiosità. L'eroismo degli esempi che tu citi, hanno come base la devozione.
Il problema però non è questo nobile sentimento, è semmai il suo oggetto, o meglio l'autorità per la quale si nutre. Io credo che uomini come Emilio Lussu, senza offendere alcuno, non abbian avuto successori all'altezza e quindi gli ideali di autonomia e anche d'indipendenza siano stati mal gestiti e mal interpretati. Adesso forse potremmo strappare maggiori autonomie e poteri all'Italia, visto che si va verso il federalismo fiscale. Ma all'orizzonte non vedo nessun Lussu che ci rappresenti in modo adeguato....
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Ma Dedalo, stai parlando di Lussu, vero? cioè prima che diventasse Emilio "Lusso", tipico esempio della Sindrome del Tamburino Sardo" Turritano
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Modificato da - Turritano in data 30/09/2008 00:15:42 |
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teodelux
Utente Medio
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Inserito il - 30/09/2008 : 16:14:24
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è un bel' articolo piuyttosto veritiero aimè, è vero anche che quando chiediamo a ragione qualcosa ci viene spesso risposto: "no dai! non ora!!! adesso non è proprio il momento!"
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Teo |
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DedaloNur
Salottino
Utente Master
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Inserito il - 30/09/2008 : 18:58:55
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| Turritano ha scritto: Ma Dedalo, stai parlando di Lussu, vero? cioè prima che diventasse Emilio "Lusso", tipico esempio della Sindrome del Tamburino Sardo" Turritano
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Più o meno tutti noi sardi siamo affetti da quella sindrome. Probabilmente anche Lussu non ne era immune.
Ma sino all'ultimo continuò a parlare di Sardegna e del suo bene. Se per caso e secondo te, Lussu divenne Lusso, quando fu eletto al Parlamento, credo che sia una critica ingiustificata. Era per la Sardegna, ma essendo democratico preferiva la via parlamentare.
quindi quand'è che secondo te diventò Lusso?
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Turritano
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Inserito il - 30/09/2008 : 19:39:48
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| DedaloNur ha scritto: Più o meno tutti noi sardi siamo affetti da quella sindrome. Probabilmente anche Lussu non ne era immune.
Ma sino all'ultimo continuò a parlare di Sardegna e del suo bene. Se per caso e secondo te, Lussu divenne Lusso, quando fu eletto al Parlamento, credo che sia una critica ingiustificata. Era per la Sardegna, ma essendo democratico preferiva la via parlamentare.
quindi quand'è che secondo te diventò Lusso?
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E no, Dedalo. Scusa la modestia, ma credo che io non sia per niente affetto da questa sindrome... tant'è vero che ho tutti i "tamburini" contro... In quanto Lussu, a parte gli scherzi, c'era un Lussu prima maniera e un Lussu seconda maniera, rivisto e corretto. La differenza è sostanziale. Io preferisco il primo. Ciao Turritano
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DedaloNur
Salottino
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Inserito il - 30/09/2008 : 20:17:05
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La figura di lussu è certamente contraddittoria. Ha attraversato varie fasi, da giovane era perfino interventista(ma non per nazionalismo italiano), poi come sappiamo ritornò e fondò il Partito Sardo D'Azione, non si sa bene perchè e per come, fece fallire la fusione tra P.S.d'A con il partito Fascista (entrambi composti dai veterani della grande guerra). Venne fatto oggetto d'attentati, poi recluso, scappò, e fondò Giustizia e Libertà. Finita la guerra partecipò alla costituente ed infine da parlamentare, almeno che io sappia, difese quei pochi diritti che l'autonomismo costituzionale concedeva alla Sardegna.
Questo in modo sommario è il cursus honorum di Lussu.
Turritano, io scuso la tua "modestia", ma qui stiamo parlando in generale e non di casi singoli. E se in via generale i sardi non fossero affetti da questa sindrome, Pisittu non avrebbe manco aperto il Post ne Cubeddu avrebbe scritto l'articolo in questione.
Io son contento del fatto che l'Indipendentismo sia democratico e pacifico, sull'esempio di quanto fatto dal Lussu. Ciò che non abbiamo ancora imparato è la capacità di rimanere uniti, cosa che invece all'indomani della guerra, i sardi impararono a fare dopo la tragica esperienza di Asiago, Isonzo e Piave
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Turritano
Utente Virtuoso
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Inserito il - 30/09/2008 : 20:56:15
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Ti quoto, Dedalo Turritano
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pisittu
Utente Medio
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Inserito il - 08/10/2008 : 21:14:22
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l'importante è guarirne e non considerarla con rassegnazione!
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