Forum Sardegna - Milano - Cadenas incontro con Francesca Balbo
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Nota Bene: La più antica attestazione delle launeddas ( il tipico strumento a tre canne della Sardegna) risale ad età nuragica.
Il notissimo "Suonatore Itifallico" ritrovato a Ittiri , oggi esposto al Museo Archeologico di Cagliari, infatti, suona un flauto a tre canne.
Questo fa presumere che i nuragici possedessero un sistema musicale che prevedeva l'accordo di tre note. Si pensi che il sistema musicale dei greci antichi accordava soltanto due note!



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 Evento: Milano - Cadenas incontro con Francesca Balbo
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sartinocchja
Salottino
Utente Attivo



Inserito il - 07/05/2012 : 07:27:54  Link diretto a questa discussione  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di sartinocchja Invia a sartinocchja un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
»Milano - Cadenas incontro con Francesca Balbo

16 maggio alle ore 21.00,
Libera Università delle Donne,
via Corso Porta Nuova, 32 a Milano
http://www.womenews.net/spip3/spip....article10330

Cadenas
Regia: Francesca Balbo
Anno di produzione: 2012
Durata: 60'
Tipologia: documentario
Paese: Italia
Produzione: La Sarraz Pictures s.r.l.
Distributore: La Sarraz Pictures s.r.l.
Data di uscita: 30/04/2012
Formato di ripresa: HDV
Formato di proiezione: HD, colore
Ufficio Stampa: Studio Vezzoli
Titolo originale: Cadenas

CADENAS - Un treno senza tempo nella campagna sarda

Sinossi: In quella parte di Sardegna che si snoda tra la Trexenta, il Campidano e il Gennargentu corre un treno senza tempo, il cui passaggio è salutato da piccoli puntini gialli che agitano una paletta verde e rossa, le guarda-barriera.
Un lavoro che si eredita in linea femminile da generazioni.
Bloccano il traffico al passare del treno, poche centinaia di chilometri di rotaie secondarie che incrociano strade secondarie percorse da macchine, trattori, pecore e apecar.
Ad ogni incrocio presidiato da una signora in giubbottino fluorescente il macchinista tira una corda e alza il braccio per salutare. Il treno supera con un fischio la guarda-barriera e corre via nella polvere, scomparendo dietro una curva: uomini, macchine e animali sono finalmente liberi dalla catena che chiude l’accesso ai binari.
Intorno il paesaggio alterna campi gialli e muretti a secco, pianure macchiate di cactus, foreste e strette gole di montagna.
La custodia del passaggio a livello è totalizzante: implica cura, responsabilità e attenzione, diventa un’ossessione che abita persino i sogni.
E’ un lavoro antico destinato alle donne, che vi si dedicano con ripetitività quasi rituale, durante tutto il giorno, tutti i giorni dell’anno.
Il passaggio a livello con le sue catene riduce tutto a sé: l’ora della sveglia, del pranzo e della cena è imposta dal treno, le attese nelle garitte o in macchina sono scandite dai ritardi del treno, il ritmo della giornata è sincopato, incerto, spezzato, mentre l’alternarsi dei gesti sempre uguali è una certezza ineluttabile.
Il film racconta queste donne, le guarda-barriera sui binari delle Ferrovie della Sardegna: la loro vita, il loro lavoro, il rapporto con il tempo e lo spazio della Ferrovia.
Sono donne che, come molte altre donne nel mondo, lottano per i loro diritti di lavoratrici e per una migliore qualità della vita, mentre vivono immerse nell’attesa, circondate da una natura immobile, dove ogni elemento del progresso rappresenta una minaccia.

Ambientazione: Sardegna
"Cadenas" è stato sostenuto da:
Ministero per i Beni e le Attività Culturali (MiBAC): 40.000 euro (Delibera Riunione 03/12/2010 - Interesse Culturale)







 Firma di sartinocchja 
“(…) Non si vede bene che col cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi.” Antoine De Saint-Exupéry
“Osare è la forza più grande …” Selene

 Regione Sardegna  ~ Prov.: Oristano  ~ Città: Oristano  ~  Messaggi: 609  ~  Membro dal: 21/11/2010  ~  Ultima visita: 17/01/2014

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sartinocchja
Salottino
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Inserito il - 08/05/2012 : 06:17:45  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di sartinocchja Invia a sartinocchja un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Quelle "Carenas" da premio

La milanese Francesca Balbo si aggiudica il primo posto al Premio Solinas per il film sulla vita di Mandas, fatta di lavoro, vita amara e odore di ferrovie. La Sardegna? «Mi hanno conquistatato le sue donne». di Maria Elena Tiragallo

Francesca Balbo, l’asso piglia tutto. Sarebbe proprio il caso di definire così l’autrice milanese che col suo progetto cinematografico, ambientato in Sardegna, “Carenas - Catene”, si è aggiudicata anche il primo riconoscimento del Premio Solinas Documentario per il Cinema 2009, del valore di 5000 euro.
Già nei mesi precedenti aveva conquistato la commissione del Premio “Il Cinema racconta il Lavoro”, promosso dalla Regione Sardegna, la sceneggiatura di “Carenas”, ambientata a Mandas, centro nevralgico della tratta ferroviaria sarda. “Il Premio Solinas è l’unica cosa che esiste in Italia per finanziare i documentari indipendenti, permette a chi non ha una produzione alle spalle di realizzare i propri progetti. Inoltre, vorrei ringraziare anche il Comune di Mandas che mi ha dato fiducia a scatola chiusa, prima ancora di vincere al Solinas, aiutandomi da un punto di vista logistico. I due premi non sono assolutamente correlati”, ha esordito Francesca Balbo.
Il film racconta le guardie-barriera delle Ferrovie della Sardegna: la loro vita, il loro lavoro, il rapporto col tempo e lo spazio. “Inizia con la prima corsa del treno e con quella della guardia-barriera che corre al passaggio a livello. Ad essere protagoniste sono le donne, le nonne e le madri, il treno resta in secondo piano. Tramite le nonne, che tengono il filo del passato e del presente, si riscopre la storia della ferrovia, in un centro emblematico come Mandas”, ha continuato la regista. Se un ruolo fondamentale è quello ricoperto dalle donne, che si rapportano con gli uomini, un’attenzione particolare è dedicata alla memoria storica. “Non manca la lingua sarda, le protagoniste nei loro racconti, si lasciano andare anche parlando in sardo, e io che non sono sarda ne sono affascinata, proprio come mi ha affascinato Mandas coi suoi ritmi, come per esempio quello della vendemmia, con le sue campagne, dove il ritmo della vita è come quello della natura.
Per me che non sono abituata a tutto questo, venendo da una grande città, scopro dimensioni meravigliose. Non sono stata attirata dalla Sardegna, ma dalle donne, per me non ha mare, non ha spiagge, ma colline, trattori, pecore. Queste donne fantastiche le ho conosciute grazie a un articolo che ho letto in precedenza, sono partita e ci siamo piaciute, ed è nato tutto il progetto. Mi hanno conquistata queste donne per il loro lavoro e la loro organizzazione della vita”, ha concluso Francesca Balbo. E a noi non resta che aspettare la primavera 2010 per vedere sul grande schermo “Carenas”, il viaggio al femminile che va dalla memoria all’attualità, attraverso varie generazioni.












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