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Tharros
Salottino
Utente Virtuoso
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Inserito il - 19/06/2011 : 13:46:19
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Grazie Maria...mi è scappato solo un "Wow" perchè ero un pò sorpreso di questa cosa e non mi veniva nulla da dire. adesso invece che ho capito sono veramente contento di questo perchè così chi lo vorrà potrà leggere qualcosa di Sardegna vista da un continentale.
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E' sempre meglio sembrare stupidi tacendo invece di darne la conferma parlando!! |
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maria
Salottino
Utente Maestro
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Inserito il - 19/06/2011 : 17:46:35
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| Tharros ha scritto:
Grazie Maria...mi è scappato solo un "Wow" perchè ero un pò sorpreso di questa cosa e non mi veniva nulla da dire. adesso invece che ho capito sono veramente contento di questo perchè così chi lo vorrà potrà leggere qualcosa di Sardegna vista da un continentale.
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A me me ne son scapati due Ho potuto inoltre vedere altre foto della Sardegan che son superbe E t'assicuro che vista da un continentale la vedi diversamente la Sardegna
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Redentore - Monte Ortobene
Nuoro
..un altro meraviglioso angolo di Sardegna |
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bulimba
Nuovo Utente
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Inserito il - 19/06/2011 : 19:32:28
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Belle le foto...anche io sono stata sulla Nurra...il paesaggio è a dir poco magnifico..!! Ci passai durante la mia vacanza in Sardegna..un mese col caravan su e giù per le coste e l'interno...!! Fantastico!
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Flore
Salottino
Utente Master
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Inserito il - 21/06/2011 : 08:43:09
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| Tharros ha scritto:
Wow!!!
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Messere, mi compiaccio delle vostre capacità
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Grazia Orsù, dunque.....
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Tharros
Salottino
Utente Virtuoso
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Inserito il - 21/06/2011 : 18:17:05
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Modestamente sono universalmente riconosciute... la ringrazio assai damigella della sua compiacenza...
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Flore
Salottino
Utente Master
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Inserito il - 22/06/2011 : 08:47:16
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| Tharros ha scritto:
Modestamente sono universalmente riconosciute... la ringrazio assai damigella della sua compiacenza...
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Sento aria di 'sfrucugliamento'.............
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Grazia Orsù, dunque.....
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Tharros
Salottino
Utente Virtuoso
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Inserito il - 22/06/2011 : 22:14:44
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Flore...chiudi la finestra!!
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Tharros
Salottino
Utente Virtuoso
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Inserito il - 23/06/2011 : 16:25:34
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Da Olbia ad Alghero Km percorsi 236
Terra Finalmente. Nove ore di traversata, ed eccomi in Sardegna. Alle spalle un lungo anno d’attesa. Nonostante le ripetute visite nell’Isola mi aspetto di rivivere emozioni gia vissute, viverne di nuove, avere l’opportunità di conoscere cose diverse ed interessanti. Essere qui ha su di me un effetto meraviglioso. I giorni di viaggio che avrò dinanzi sapranno regalarmi con certezza quello che cerco. La Sardegna non ha mai disatteso le mie speranze perché, da qualsiasi parte si guardi, non delude mai. Spero di fare nuove amicizie, conoscere gente e far parte, per un breve periodo, di un’Isola piena di storia, di paesaggi marini e montani e di strade da percorrere nella più assoluta libertà. Le prime cose da fare ora sono: recuperare le provviste che mi serviranno oggi, il pieno di gasolio al van e altre cosette utili. Preferisco fare gli acquisti che mi servono tutte le mattine, ho il frigorifero che serve per le cose da bere; il resto lo compero di volta in volta conforme quello che mi va di mangiare. Sulla strada, che va verso S. Teodoro, c’è un centro commerciale dove trovo quello di cui ho bisogno, quindi, espletati questi semplici ma essenziali compiti mi avvio. Il traffico, fuori Olbia, è scarso, solo camper e alcune auto ma niente di che. Per ora viaggio in direzione Sassari. Lungo la strada ci sono cartelli che segnalano le stazioni della ferrovia e le uscite che indicano i paesi che sto sorpassando: Monti, Berchidda, Oschiri, Ozieri. Percorro un’ampia vallata contornata di montagne. Sulla sinistra: i Monti d’Alà, il Monte Acuto, il gruppo del Monte Limbara. Farò nuovamente questa strada più avanti fermandomi nei luoghi che hanno qualche interesse o m’incuriosiscono. Una piccola deviazione a destra prima del paese di Ardara per andare a visitare la chiesa di S. Antioco di Bisarcio con una breve sosta e qualche fotografia. Riparto dopo qualche minuto, tornando sulla statale e poi ulteriore sosta alla Chiesa di SS. Trinità di Saccargia, che io chiamo “ un bell’esempio d’architettura a righe”. Ce ne sono alcune in Sardegna sempre con lo stesso stile, ma di colore diverso. Saccargia significa “ vacca accucciata” uno strano nome per un luogo di culto. Una leggenda narra che, in tempi lontani, ogni giorno una mucca pezzata veniva in questo luogo. Aveva l’abitudine di mettersi in posizione quasi inginocchiata. Un’altra, racconta che la sposa del Giudice di Torres ebbe qui una visione, dalla quale venne a conoscenza della nascita di un figlio maschio. La nascita ebbe luogo nove mesi dopo e il Giudice fece costruire questa bellissima chiesa come ringraziamento.
Entro in Sassari che sono circa le 11. Parcheggio il van e vado un po’ a zonzo, senza meta. Arrivo di fronte al Duomo e mi siedo su una panchina. In quella vicina c’è un signore che legge il giornale. Gli chiedo cosa c’è d’interessante da vedere. La risposta è - Qualcosa da vedere lo hai davanti, puoi fare un giro fino in Piazza Italia e dopo alla fontana del Rosello. Con un po’ di fortuna, girando per le strade del centro, potrebbe vedere la preparazione dei Candelieri-. Ringraziai e chiedendo ai passanti arrivai in Piazza Italia. La piazza è molto grande, a pianta quadrata con palazzi tutt’ intorno, faccio qualche foto poi m’incammino verso la fontana del Rosello, che si trova sotto il ponte omonimo. Percorro alcune stradine e passo davanti al municipio dove mi fermo per sbirciare dentro e vedo un candeliere che se ne sta solo soletto in mezzo al cortile interno. La discesa dei candelieri o “Sa Faradda” è per i sassaresi Sa Festa Manna. E’ il proseguimento di una festa importata dai toscani che restarono a Sassari fino alla fine del XII° secolo. Era consuetudine l’offerta di un certo quantitativo di cera alla chiesa di S.Maria a Pisa. Questa festa, rimase poi a Sassari anche quando i pisani tornarono nella loro terra. Periodicamente, a partire dal 1500’ ebbe luogo ogni qual volta ricomparve il terribile morbo o altre calamità. La costruzione dei candelieri venne affidata alle corporazioni (gremi) cittadine. Non fu un’occasione consolidata, molte le interruzioni nel suo svolgimento. Vi furono anche contrasti sulle dimensioni, la forma ed il peso dei candelieri. Ora, e questo dal 1979, la festa si ripete annualmente; pur avendo conservato gran parte dell’aspetto antico c’è stata un’evoluzione, mescolando il fattore religioso e goliardico. A questo punto vista la calda giornata un bagno ci starebbe proprio bene e penso che è un’ottima idea, ma prima vorrei andare a visitare un bellissimo sito qui vicino: l’altare nuragico di Monte d’Accoddi. All’entrata c’è la biglietteria dove si paga un accesso di prezzo molto modesto. Questo sito, riportato alla luce grazie all’interessamento del presidente Segni, è l’unico esempio di Ziggurath, di tipo Mesopotamico, presente in Europa e discretamente conservato. Una mezz’ ora di visita e poi verso il mare. Il posto più vicino è Platamona e lì dirigo per il bagno, il pranzo e due orette di sosta. Lascio la spiaggia, si sta facendo sera e alcuni nuvolosi non promettono nulla di buono, ed è ora di andare verso l’ultima meta della giornata. Alghero o Alguer in catalano o S’ Alighera in sardo. C’è una disputa per il nome: il significato è secondo alcuni è “Golfo riparato con un’isoletta al centro” per altri invece “posto delle alghe marine” S’ Alighera, appunto.
Una città fortezza con il nucleo storico praticamente intatto con un aspetto magico, a volte irreale. Di giorno, si possono ammirare i particolari dei vicoli con l’acciottolato in pietra, le case con le ringhiere in ferro, gli archi medioevali, le architetture che vanno dal gotico-catalano al rinascimentale. I palazzi, come quello della Curia d’epoca cinquecentesca. La chiesa, dedicata a Santa Maria, la cui costruzione risale alla seconda metà del 500’, con parti più nuove d’epoca ottocentesca. Numerosi altri luoghi di culto arredano il centro d’Alghero; la chiesa della Misericordia del 500’, San Michele del 600’ e di S. Francesco della seconda metà del 300’, verso la fine del 500’ fu restaurata a causa di un crollo e anche a cavallo degli anni 70’ e 80’ si fecero altri interventi conservativi. I vari palazzi, i vicoli percorsi da turisti che si soffermano ad ammirare le vetrine che espongono lavorazioni in oro; ma soprattutto è il corallo ad attirare l’attenzione, per il suo colore rosso vivo e per la gran perizia nella lavorazione, un prodotto fondamentale nell’economia Algherese, tanto è vero che un ramo di corallo è posto al centro dello stemma cittadino. Il lungomare è la passeggiata d’ampio respiro, con un ampio panorama sul Golfo d’Alghero su Capo Caccia e Punta del Giglio, le barchette colorate sotto i bastioni, le torri di S. Giacomo, della Polveriera e la torre de Castilla. Lo sguardo corre dal Lido di S. Giovanni fino a Fertilia, mentre sulla parte verso la città, le costruzioni militari e molte ville in stile liberty. E’ di notte, però, che Alghero mostra tutta la sua magia. Le stradine illuminate con discrezione, i giochi di luci e d’ombre incorniciano finestre e portali. Lasciato il centro raggiungo i bastioni sul lungo mare; li percorro da piazza Sulis fino al porto con molta calma. Le gelaterie, ristoranti e bar, il mercato notturno. Pittori locali, mettono in mostra i loro quadri, quasi tutti con soggetti marini o viste della città. Non mancano ovviamente gli onnipresenti cinesi, giocolieri di strada i piccoli gruppetti che suonano. In una piazzetta mi fermo ad ascoltare un duo con launeddas e fisarmonica che canta canzoni sarde attorniati da un vasto pubblico molto attento e bambini che, seduti per terra, si gustano un gelato. Passeggiando non mi accorgo del tempo che passa e ad un certo punto noto che la città si è svuotata dei passanti le vie sono meno frequentate, molta gente ha fatto ritorno alle proprie case. E’ quasi l’una di notte. Ritorno verso il van ripercorrendo le strade del centro cittadino ormai silenzioso. Solo qualche gruppetto di ragazzi sosta ancora seduto su dei gradini ma le loro voci sono basse, quasi impercettibili, come se anche loro fossero stregati da questa città.
- Ho un ricordo, che risale ad anni fa: come questa sera, percorrevo i vicoli, ancora affollati di turisti. Girato un angolo, scorsi, davanti ad una vetrina, una sagoma, immobile che guardava gli oggetti esposti. Non so perché, ma quella ragazza, di una ragazza si trattava, aveva un che di…misterioso. Indossava un vestito bianco e rosa, con dei grandi fiori, lungo fino ai piedi calzati con dei sandali chiari. Portava un bolerino ricamato a disegni sottili. I capelli, castani chiari, lunghi fino a metà della schiena. Rimasi qualche minuto ad osservarla fino a quando non si voltò girando lentamente su se stessa, come al rallentatore. Mi passò davanti, scorsi il suo viso chiaro senza segni d’abbronzatura, due occhi grandi nei quali per un attimo scorsi riflessa la luce dei lampioni, lasciando dietro di se una tenue scia di profumo, forse ciclamino. La seguii ad una certa distanza, mantenendo il suo passo. Si muoveva come se sfiorasse la strada, senza sussulti. Il vestito le ballava intorno, i capelli dondolavano da una parte all’altra del corpo. Un’esile figura di donna, mi dette la sensazione che Alghero fosse stata costruita perché lei ci potesse passeggiare. Per quasi un’ora camminammo, lei inconsapevole della mia presenza, per la città illuminata, percorremmo parte dei bastioni dove si fermò, ed io pure, a guardare il mare, forse a sentirne il profumo. Si mosse, scese una scalinata che portava verso il centro, il vestito sfiorava i gradini, i passi leggeri, girò a destra in un vicolo dove io la seguii dopo qualche secondo ma era scomparsa. Mi fermai sorpreso e un po’ avvilito. Non andai avanti, restai qualche minuto guardando il vicolo vuoto, poi mi girai e mi diressi verso la mia auto. - I passi nei vicoli hanno una debole eco, cammino quasi in punta di piedi per non disturbare coloro che dormono. Forse qualche fantasma, come nelle classiche leggende inglesi, può aver eletto dimora qualcuno di questi antichi palazzi che ormai, caballeros e senoritas, non abitano più-. Non mi rimane che scegliere il posto per la mia prima notte in Sardegna. Durante le ferie, vorrei che tutte le giornate finiscano col profumo e il rumore del mare. Una strada che da un lato sfiora il mare di Cala Inferno e dall’altra, la vista si allarga su Porto Conte ed il Golfo d’Alghero, dei quali posso solo vedere le luci, sono a Capo Caccia. Ho attraversato la Sardegna da Est ad Ovest. Quando sono sull’Isola il mio primo giorno è sempre uguale, lo stesso percorso. Alghero è il mio punto di partenza per le scorrerie dei giorni futuri. Non ho programmi né mete particolari se non di andare dove più posso, cercando di trattenere il più possibile di quanto vedrò. Per la prima volta terrò un piccolo diario di questi giorni, riportando se possibile le sensazioni che vivrò cose e luoghi che vedrò e i profumi che sentirò. Le foto saranno un ricordo di questo viaggio. E’ difficile per me spiegare perché quest’isola m’attiri tanto perché le sensazioni sono molteplici e trovarne una che abbia più valore di un’altra non è possibile. Finalmente potrò godere di quella preziosa solitudine tanto difficile da trovare durante tutto l’anno, e preziosi silenzi. Buona notte.
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Tharros
Salottino
Utente Virtuoso
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Inserito il - 23/06/2011 : 16:29:01
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Da Capo Caccia all’ Argentiera
Km percorsi 149
Il sole sta nascendo sfiorando Punta del Giglio, da qui, una strada che sfiora le falesie di Cala Inferno è uno spettacolo. La notte è passata tranquilla, nulla ha turbato questa mia prima notte sarda. La sveglia è stata del tutto naturale anche se inaspettata. Sono stato svegliato dagli stridii dei gabbiani che stanno tuttora volando sopra, ed in tempo per assistere all’alba che mi dispiace moltissimo perdere. Volteggiano e poi calano improvvisamente con delle picchiate sul mare della Cala come se stessero giocando. Alcuni minuti fa, prima che il sole sorgesse e illuminasse le scogliere, ho visto un gruppetto di cinghiali passare tranquilli in mezzo ai camper parcheggiati nello spiazzo sottostante. L’Isola Foradada sta facendo il suo ingresso, in questa giornata sfiorata dall’aurora che sta lentamente illuminando lo spazio intorno, e contrasta sempre più sullo sfondo di un mare quasi immobile. Se prima era tutto indistinto nel colore e nelle forme, adesso comincio a distinguere il verde dei cespugli di mirto e lentisco, le rocce bianche e nere. Il sole nascente si specchia nel mare di Porto Conte, e la punta di Tramariglio fa da confine al mare blu scuro di Cala Calcina. Sorseggio il mio primo caffè facendo una breve passeggiata lungo la falesia che sovrasta cala Inferno fino a poter scorgere la grotta che attraversa l’isola Foradada, da qui il nome. Oggi non andrò lontano; le mie mete, se non interverranno variazioni, saranno alcuni luoghi e siti archeologici dei dintorni. Sulla strada verso ad Alghero sosta per una visita al nuraghe Palmavera. Se non è indispensabile preferisco fare da solo senza, una guida che mi porti in giro per il sito, e qui non è indispensabile. A me piace molto girare in mezzo a queste pietre che raccontano millenni di storia. Il nuraghe Palmavera sembra sia stato un porto commerciale. Ha una torre centrale in calcare mentre la parte aggiunta a posteriori è in arenaria. Circondato da un villaggio di capanne circolari e rettangolari è uno dei nuraghe meglio conservati anche se, come in altri, ci sono tracce di maldestri restauri fatti con uso di cemento. Lasciato il nuraghe vado verso due spiagge abbastanza famose: la spiaggia del Lazzaretto e la spiaggia delle Bombarde. La prima è cosi denominata a causa della presenza in tempi andati di un lazzaretto del quale si vede ancora l’omonima torre; l’altra, la spiaggia delle Bombarde, è un lido che offre al turista svariati confort e attrezzature balneari. Fertilia, il paese a pochi passi è un borgo che ebbe la sua espansione negli anni 30’ quando arrivarono dal continente i Ferraresi e, dopo la Grande Guerra, si aggiunsero i profughi Giuliani. Vicino a Fertilia, sulla parte opposta della strada, si trovano i resti di un ponte costruito dai romani che serviva per collegare le due sponde dello stagno di Calich. Qualche centinaio di metri oltre il paese, inizia il Lido di San Giovanni, la spiaggia degli Algheresi, come lo è il Poetto per i Cagliaritani. Facendo una larga deviazione ritorno indietro per andare alle “tombe ipogeiche Anghelu Ruju”. E’ uno dei tanti siti costituiti da tombe interrate (ipogeiche), in questo caso, o anche Domus de Janas, (casa delle fate) come vengono chiamate qui in Sardegna ed antecedenti il periodo Nuragico. Come nel sito del Monte d’Accoddi, il biglietto per entrare non è sicuramente caro; insieme al costo dell’entrata forniscono anche una piantina e un opuscolo che contiene una breve storia e spiegazioni sul sito. Per chi si ferma in questa parte dell’Isola, esiste la possibilità di fare un biglietto cumulativo per tutte le zone archeologiche dei dintorni. Il sito è costituito da circa 40 ipogei scavati nel terreno, sparsi su una discreta area.
Dopo le Tombe ipogeiche riprendo la strada verso S. Maria la Palma per andare al lago Baratz, l’unico lago naturale della Sardegna. Gli altri, di una certa superficie sono laghi artificiali. Arrivo in prossimità del lago che sono quasi le 13 mi fermo in uno spiazzo per il pranzo. Dopo aver mangiato, una passeggiata aggirando il lago, percorrendo una delle tante stradine, quasi dei sentieri, dentro la bellissima pineta. Non ho incontrato persone e questo, probabilmente mi ha dato l’occasione di osservare alcuni animali colti di sorpresa al mio passaggio. Alcuni caprioli, una volpe e una famigliola di tassi, padre madre e tre piccoli. Quando le persone che frequentano questo posto sono numerose la probabilità di vedere animali è minima, soprattutto se ci sono bambini al seguito. Non avevo con me la digitale e ed ho perso l’occasione di avere delle immagini. Parto dal lago e ritorno verso Alghero. Mi fermo al lido per fare il bagno e starmene sulla spiaggia. Il tempo si è un po’ guastato, il sole va e viene ma poco importa, almeno non piove. Approfitto anche per farmi una doccia, in spiaggia ce ne sono diverse a pagamento. Il sole si nasconde dietro le nuvole e stare qui non ha molto senso con tutto quello che c’è d’interessante nei dintorni. Riprendo il van alla volta di Porto Torres. Mi fermo, lungo il tragitto, al Porticciolo; una bellissima e suggestiva baia con la torre sovrastante ed a Porto Ferro dove, oltre alla bella spiaggia di sabbia rossiccia a cui deve il nome e forma un’ampia insenatura, si possono vedere tre Torri d’avvistamento. In quell’occasione c’erano anche cinque tipi molto intelligenti che ne stavano usando una come bersaglio tirandole dei sassi. Prima di entrare a Porto Torres, una sosta a S. Gavino, per sgranchirmi le gambe e uno sguardo alla chiesetta sul mare; se non la più bella sicuramente la più caratteristica per posizione, delle chiese Romaniche sarde. Porto Torres è un centro turistico e commerciale, percorrerne le strade è un vero martirio. Parcheggio vicino al Museo Antiquarium, che vado subito a visitare. Una parte interna con statue e vari reperti Romani e una parte esterna comprendente le Terme. Dopo la visita, tanto per non lasciarmi mancare niente, faccio una tappa per vedere il Ponte Romano poco più avanti del Museo. Riprendo la strada verso Stintino e prima del paese una sosta presso la Torre delle Saline. Spiaggia insolitamente vuota oggi. Solo una decina di camper parcheggiati poco più oltre; in Sardegna sono come le sughere, onnipresenti. Le nuvole hanno tenuto lontano i bagnanti. Riparto dopo una mezz’ ora e per andare sulla scogliera di Capo Falcone. Qui ho sostato per la notte diverse volte. Una volta, ricordo, soffiava un fortissimo maestrale, attraverso i vetri vedevo la schiuma, prodotta dalle onde che s’infrangevano sulle rocce, passarmi accanto a gran velocità: pareva nevicasse e, in certi momenti quando il vento soffiava forte non mi sentivo o per nulla sicuro. In alcuni momenti il van sembrava si spostasse a causa delle folate di vento. Esperienza con qualche momento di brivido. Mi inerpico lungo il costone fino alla Torre che domina l’altopiano roccioso. In venti minuti sono sulla sommità dalla quale ho un panorama stupendo: sulla costa di Stintino, sull’Asinara, sull’Isola Piana, e sulla costa che va verso Punta Scoglietti, mi sembra di vedere anche Punta Argentiera. Scendo per lo stesso sentiero e, risalito sul van, rifaccio parte della strada anzitempo percorsa per dirigermi verso l’Argentiera. Qualche goccia di pioggia ma niente d’importante. Sulla strada c’è un bar nel quale faccio sempre tappa, si chiama “ Mai a Letto”. Bevo un caffè, scambio due parole con il proprietario e poi riprendo la strada. Incontro una fontana e approfitto per fare un po’ di bucato, tanto per dare motivo alla sosta. Ho un contenitore sigillato che fa da lavatrice approfittando degli scossoni mentre viaggio. Per il risciacquo troverò un’altra fontana. Attraverso un bellissimo territorio un po’ coltivato e un po’ lasciato a pascolo ci sono due simpatici paeselli: Biancareddu e Palmadula ma vedo anche un’indicazione verso “Canaglia”! Percorro la strada panoramica che scende fino al mare, poi arrivato al campeggio, prendo a destra per una strada sterrata. Si arriva direttamente sulla costa frastagliata, cosparsa di scogli, rocce affioranti piccole insenature sabbiose. Ci sono diverse piazzole create nel tempo da altri visitatori che qui si sono fermati. Parcheggio su una di queste e, nonostante il tempo, scendo sulla scogliera per mettermi qualche minuto in ammollo. Mi rendo conto subito che non è necessario entrare in acqua; stando seduto sugli scogli, con le onde piuttosto veloci che arrivano dal mare, trovo un modo diverso di bagnarmi. Gli spruzzi sollevati arrivano per qualche metro fin dentro la bassa costa, un vero divertimento aspettare l’onda più alta. E’ un posto straordinario anche per l’evidenza del vulcanesimo dell’Isola. Le rocce sono a volte nere a volte bianche attraversate da venature di quarzo; è quasi impossibile camminarci sopra senza un paio di scarpe. Nelle piccole spiaggette, che si aprono nella costa rocciosa, non ci stanno più di due o tre persone. Quasi tutti si fermano nella spiaggia adiacente. ai resti delle costruzioni minerarie o nei pressi del campeggio a Porto Palmas. La vista arriva fino a Capo Mannu, non molto distante, verso nord e fino a capo Argentiera verso sud. Proseguendo lungo la costa si possono raggiungere due belle insenature: cala Marini Netti e cala Trincata. Qualche minuto dopo alcuni goccioloni interrompono la mia intenzione.
Allora, risalito sul van vado verso il paese d’Argentiera, una volta centro minerario ed ora turistico, sfiorando la spiaggia di Porto Palmas. Restano ancora però le costruzioni, particolarmente sgarrupate, che servivano alla lavorazione del minerale d’argento. A fianco della costruzione c’è una stradina che, non senza qualche difficoltà, mi consente di arrivare su una collina per avere una veduta della costa da un’altra prospettiva. Nonostante il tempo piuttosto uggioso lo spettacolo è considerevole. Dopo qualche minuto il sole riappare ma decido di non muovermi. In questi miei giri le spiagge non hanno una considerazione diversa d’altri posti, siano siti storici o paesi lontani dai giri turistici. E’ un viaggio che non comprende delle necessità particolari ma è un viaggio nel quale ricerco, approfondendo quanto posso, di capire per quanto possibile quello che incontro, la gente con cui ho occasione di parlare. L’ “amore” che provo per questa isola è a volte incomprensibile fino a quando non scopro qualche posto particolare che mi da delle sensazioni che in nessun altro ho avuto. Vivo a volte dei sentimenti che cambiano nell’arco di un minuto. Succede che sto attraversando un territorio e improvvisamente, girata una curva, appare uno spettacolo di desolazione, provocato da un incendio. Boschi e campi bruciati, il colore nero che contrasta con il blu del cielo, alberi anneriti dove ancora leggere spire di fumo si alzano dal legno. La mano dell’uomo, che distrugge la natura. Durante i miei spostamenti quasi ogni giorno vedo levarsi una colonna di fumo. Molti degli incendi in Sardegna sono dolosi, altri sono appiccati da turisti che buttano le cicche fuori dal finestrino. Mi sono trovato diverse volte a sostare per il pranzo fuori qualche paese ed incontrare agenti della forestale che, allo stesso, consumavano il loro pasto in qualche posto ombreggiato vicini ai loro mezzi antincendio. E’ molto frequente anche vederli fermi in qualche spiazzo che attendono una chiamata che, anche loro, sperano non arrivi mai. Infatti, quelle volte che ho avuto occasione di parlarci, quando me ne andavo, li salutavo ma mi guardavo bene d’augurare loro “Buon Lavoro”, forse per una sorta di scaramanzia. Per quanto mi riguarda quelli che appiccano incendi sono gente senza onore che gode nel veder trasformata la straordinaria natura che li circonda in un mucchio di rovine fumanti, che non ha nessun amore per la propria terra ma, al contrario hanno in odio, per ignoranza e assoluta mancanza di rispetto. Spero solo che nella terra dei “balentes” non credano di farne parte. Non mi va di finire la giornata con questi pensieri lugubri. Tiro fuori la mia seggiola dal van, un bicchierino di mirto, comperato stamattina in un negozietto e che mi deve durare per tutto il viaggio, la sigaretta, un po’ di musica tenuta bassa che non copra il rumore delle onde. Questo sarà, per quanto possibile, il mio rito serale di chiusura e oggi la giornata finisce su questa costa. Ormai il sole è tramontato e posso rimanere qui a passare la notte. Ci sono ancora nuvole in cielo ma domani spero in una giornata più soleggiata. Sento il borbottio di qualche motore lontano, vedo le luci di qualche barca che probabilmente ha lasciato il porto per la pesca. Buona notte.
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Modificato da - Tharros in data 23/06/2011 16:51:41 |
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maria
Salottino
Utente Maestro
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Inserito il - 23/06/2011 : 16:29:46
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Che bello si riparte In piu quella parte nn la conosco della Sardegna speciale la fontana de Rosello Ciao Mister
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Redentore - Monte Ortobene
Nuoro
..un altro meraviglioso angolo di Sardegna |
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Tharros
Salottino
Utente Virtuoso
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Inserito il - 23/06/2011 : 17:01:49
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| maria ha scritto:
Che bello si riparte In piu quella parte nn la conosco della Sardegna speciale la fontana de Rosello Ciao Mister
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Ciao Maria...sono le prime due tappe che mi erano venute male. Domenico deve sostituirle.
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Flore
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Inserito il - 24/06/2011 : 09:38:11
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Bravo bravo che hai messo la zona che conosco bene
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Grazia Orsù, dunque.....
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Tharros
Salottino
Utente Virtuoso
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Inserito il - 24/06/2011 : 15:04:41
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Prego prego...!!
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E' sempre meglio sembrare stupidi tacendo invece di darne la conferma parlando!! |
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maria
Salottino
Utente Maestro
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Inserito il - 24/06/2011 : 15:48:44
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| Tharros ha scritto:
| maria ha scritto:
Che bello si riparte In piu quella parte nn la conosco della Sardegna speciale la fontana de Rosello Ciao Mister
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Ciao Maria...sono le prime due tappe che mi erano venute male. Domenico deve sostituirle.
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Venute malema son superbeeeeeeeeeeeee bellissima Rocce e Mare e Cala Inferno e Chiesa Romanica se dovrei sceglierne una nn saprei quale
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Redentore - Monte Ortobene
Nuoro
..un altro meraviglioso angolo di Sardegna |
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Tharros
Salottino
Utente Virtuoso
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Inserito il - 24/06/2011 : 17:12:42
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Non è importante Maria...tanto non le puoi prendere!!
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E' sempre meglio sembrare stupidi tacendo invece di darne la conferma parlando!! |
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