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Discussione |
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pjalex
Salottino
Moderatore
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 Inserito il - 07/07/2009 : 16:50:35
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Secondo il mio modesto punto di vista nel 2009, si potrebbero rendere certe manifestazioni più sicure per cavalieri e cavalli senza snaturarne troppo lo svolgimento e il significato, tutto qui.
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McCurry
Salottino
Utente Master
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Inserito il - 07/07/2009 : 18:16:22
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| pjalex ha scritto:
Secondo il mio modesto punto di vista nel 2009, si potrebbero rendere certe manifestazioni più sicure per cavalieri e cavalli senza snaturarne troppo lo svolgimento e il significato, tutto qui.
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A priori sarei d'accordo con te .... il problema sta nella "vocazione": non penso che si possa considerare un "sacrificio" non mangiare patatine per due giorni.
E' ovvio che nessuno, ribadisco nessuno, ne fra noi e presumo neanche fra sedilesi, devoti o anche comuni spettatori si augura un incidente, ne agli uomini ne agli animali. Quando accade, come in questo caso ci dispiace, ma il prossimo anno sarà uguale (sperando senza incidenti).
Ovviamente si potrebbe dire che si può morire .... nel sonno, in macchina, in bici, a piedi ecc. ma sarebbe superfluo. Si può ribadire invece che: la devozione è anche sacrificio .... che ci piaccia o no è così!
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 Gli specchi farebbero bene a riflettere prima di rimandarci la nostra immagine.
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cat-erpillar
Salottino
Utente Medio
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Inserito il - 07/07/2009 : 18:42:21
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mi vengono in mente le parole di una mia amica animalista anche se il riferimento era il palio di siena, credo che valga pure per l'ardia, disse che mentre gli uomini avevano il cervello e facoltà per decidere se rischiare la pelle, il cavallo era costretto a farlo contro la sua volontà..... magari così come ogni bambino sedilese sogna di correre un giorno l'ardia, magari anche ogni puledro sogna di correre un'ardia o un palio, chi ci dice che non sia così
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Spesso col tempo muoiono amori amicizie o anche semplici conoscenze, i bei ricordi sono un soffio di vento ma durano un'eternità. _____________Cat-erpillar |
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McCurry
Salottino
Utente Master
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Inserito il - 07/07/2009 : 19:10:43
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| cat-erpillar ha scritto:
....così come ogni bambino sedilese sogna di correre un giorno l'ardia, magari anche ogni puledro sogna di correre un'ardia o un palio, chi ci dice che non sia così
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In effetti la letteratura e i telegiornali sono ricchi di esempi nei quali gli animali sono pronti a fare qualsiasi cosa per i loro "padroni" (meglio sarebbe chiamarli "amici")
scusandomi in anticipo per l'ennesimo OT: cosa dire per i delfini (mai usati come animali domestici) che spesso salvano l'uomo .... ma questa è un'altra storia .....
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antonellocor
Salottino
Utente Senior
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Inserito il - 07/07/2009 : 22:25:48
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| McCurry ha scritto:
... stando alle teorie di chi non apprezza (o non condivide) certe manifestazioni ....
... bisognerebbe eliminare i maneggi, galoppatoi e affini (chiedere se il cavallo è contento), evitare di tenere in casa (gabbia, vasca ecc.) pesci, pappagalli, canarini, criceti e quant'altro ... sempre per lo stesso motivo! (Evitando di citare furetti, pitoni, ragni, tartarughe ecc. ecc.)
Anch'io sono molto dispiaciuto per la tragica scomparsa di Roberto ... ma la devozione (religiosa o pagana) deve essere rispettata! Abramo non esitò a sacrificare il proprio figlio al suo Dio .. alcuni si immolano per la loro religione ... altri (molto più materialisticamente) sacrificano tutto (o comunque molto) al loro dio "denaro". Ho sento parlare di persone che si impegnano a correre l'Ardia per "onorare" la memoria di loro congiunti morti nella medesima.
Sarebbe opportuno sentire qualche vecchio (o anche giovane) Sedilese che spiegasse cos'è per loro L'Ardia.
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Caro McCurry quelle che tu chiami teorie per alcune persone sono delle convinzioni forti ed importanti come può esserlo una fede religiosa e pertanto come tali vanno rispettate, allo stesso modo di chi corre l'Ardia o esprime la propria fede in altre forme. Non si tratta solo di condividere o meno certe manifestazioni...
A parte questo, la morte di una persona non può che dispiacere, a presindere dalla situazione che l'ha causata.
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Non c'è rimedio ne per la nascita ne per la morte, ciò che ci resta è cercare di goderci l'intervallo |
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Nevathrad
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Inserito il - 07/07/2009 : 23:54:54
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R. I. P.
Una preghiera...
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McCurry
Salottino
Utente Master
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Inserito il - 10/07/2009 : 18:46:48
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Piangono le bandiere dell'Ardia
Venerdì 10 luglio 2009
Le bandiere dell'Ardia, quelle che appena quattro giorni fa nella stessa piazza avevano esultato in onore di San Costantino, ieri hanno pianto.
Nella parrocchiale dedicata a Giovanni il Battista, Sedilo ha dato l'estremo saluto a Roberto Pisanu, il cavaliere morto per una rovinosa caduta durante l'Ardia di lunedì. Nella chiesa gremita, il vescovo di Alghero - Bosa, Giacomo Lanzetti, ed i sacerdoti della diocesi hanno concelebrato la messa funebre insieme a don Giuseppe Pisanu, fratello del morto ed a don Stefano Pinna, suo cugino. In chiesa, il dolore profondo e composto dei familiari, i volti affranti dei cavalieri sedilesi e del sindaco Angelo Putzolu, le lacrime, quelle espresse e quelle trattenute, di tante persone, molte giunte da Suni con il sindaco Antioco Pischedda e da Bosa, dove don Giuseppe e don Stefano svolgono il loro ministero sacerdotale.
Le bandiere dell'Ardia e quelle delle Confraternite hanno salutato il feretro: la morte del cavaliere rievoca atmosfere di dolori celebri vissuti nell'ora terribile del dramma al tramonto. Si è spento un uomo che è salito sul suo cavallo non per una sfida, ma nel nome di una fede antica, incomprensibile a tanti, ma chiara e presente nella mente e nel cuore dei sedilesi. Perché la morte nell'Ardia di San Costantino, lo sanno bene i cavalieri di Sedilo, non è una fatalità ma una possibilità.
Il vescovo Giacomo Lanzetti ha provato a spiegare il senso della provvisorietà della vita: «La nostra fine è evento reale fin da quando nasciamo, la vita vera è quella che ci attende in Cristo». Ed ha ricordato San Paolo, che incontrò Gesù cadendo da cavallo, folgorato dalla sua luce: «dobbiamo ormeggiarci, ancorarci alla Fede, per capire questo dramma» - ha detto, affrontando il tema delle due letture: San Paolo che invita alla fede in Cristo, più forte del dolore e della paura e l'episodio evangelico di Lazzaro. Il Vescovo ha cercato parole di consolazione, invitando tutti al silenzio ed alla preghiera e parlando della Resurrezione: «Roberto vive ora la vita vera - ha detto - porta in cielo l'insegna del Cristo Risorto». Ovvero, con quel segno , da vero cavaliere di San Costantino, Roberto ha vinto la sua battaglia.
LE INDAGINI Intanto proseguono le indagini dei carabinieri che ieri hanno acquisito i filmati della corsa e nei prossimi giorni sentiranno alcuni testimoni della caduta. E sulla necessità di rendere più sicura la corsa Pasquale Onida, sedilese, presidente della Provincia di Oristano, fissa chiari paletti: «Incidenti di tale gravità non sono certo frequenti nella storia dell'Ardia, ma devono comunque provocare una riflessione seria; una cosa deve essere però chiara: l'Ardia di Sedilo è un rito di fede e non può essere stravolta».
ANTONIO NAITANA su Unione Sarda
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