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Marialuisa
Utente Master
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Inserito il - 02/03/2009 : 16:02:23
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Accadde quel giorno in Sardegna
E' inusuale aprire un "Accadde quel giorno "postdatato , ma oggi è occasione speciale , una testimonianza particolare , che verrà dopo questi dati storici , mi ha fortemente motivato .....
* Quel 26 febbraio 1943 alle 15,30 una ventina di B17 arrivò su Cagliari da Capo Carbonara rovesciando 50 tonnellate di bombe sulla direttrice Bonaria-Castello-Stampace. Il bollettino parlava di 73 morti e 286 feriti. Il Teatro Civico fu sfondato, il Bastione di San Remy, colpito da 3 bombe, perse l'arco con parte delle scale.
In Piazza Costituzione si formò una profonda voragine.
In Castello, il palazzo del Villamarina fu sventrato, mentre la chiesa di San Giuseppe, vicino alla Torre dell'Elefante, crollò completamente.
Di Sant'Anna rimase in piedi solo la facciata e, in piazza del Carmine, una bomba fece una buca larga 8 metri e molto profonda. Il Municipio conservava solo la facciata. Parecchie costruzioni del Largo, del Corso, della via Sassari, via Maddalena, via Malta e via Caprera diventarono cumuli di macerie.
Chiesa del Carmine
fonte e immagini matmatprof.it
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Giuseppe
Utente Attivo
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Inserito il - 02/03/2009 : 16:56:20
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Quando iniziò a suonare l'allarme (la sirena stava nella torre di San Pancrazio), quel 26 di febbraio del 1943, eravamo a tavola. Quel pranzo rimase lì e, dopo, avevamo ancora molta fame, come sempre, ma nessuno ebbe più voglia di mangiare. Per me, quel ricordo, fu solo paura e le bombe cadute, nella via Martini, a pochi metri da noi, e le pareti che tremavano, e le stoviglie di quella cucina ospitale della signora Cristina che sbattevano e facevano una terribile musica di morte. Pensavamo (se pensavamo...) che arrivasse da un momento all'altro. Poi... Poi pensammo solo a lasciare subito la città. In pochi minuti una città bella, intatta, amata, ridotta in polvere. La attraversammo tra la polvere, i pianti, la confusione e i morti. Ricordo ancora l'edicola sventrata della via Roma (l'ultima, prima del viale Bonaria, quella che esiste ancora) e i giornali sparsi per terra. Lo confesso: ebbi voglia di fermarmi per raccoglierne almeno uno. Quando rivedo quell'edicola, oggi più grande e più bella, mi viene un tuffo al cuore o, se preferite, un crampo allo stomaco. Una grande paura, quel 26 febbraio, e una grande fuga al buio, lontano, sopra un vagone-merci, coperti da un telone, verso l'ignoto. Anzi, verso Senorbì (mai vista prima) poi altrove. Poi Gesturi, poi Guasila. Luoghi nuovi (per noi), gente nuova ma sardi come noi. Vita difficile, per tutti. Vita da "sfollati". Una grande e involontaria esperienza. Quando tornammo, dopo mesi, non c'erano più i morti ma restavano i vuoti, le macerie. Restava la confusione, l'incertezza, ma anche la voglia di vivere e di ricominciare. E ricominciammo, accidenti!, e la città rinacque, e restò URBS URBIUM, restò la capitale dell'isola, con il suo orgoglio e la sua medaglia d'oro.
Non posso ricordare altro. O troppo poco per la cronaca e per la storia. Grazie, Marialuisa, per avermi costretto a ricordare senza paura e senza rimpianti. A ricordare che sono sopravvissuto a quelle macerie, che sono cresciuto da quella paura e da quelle macerie. Saluti. Giuseppe ps. Per la verità, su quel dopoguerra ho scritto alcune altre cose. Ma questa è un'altra storia.
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Modificato da - Giuseppe in data 02/03/2009 17:00:08 |
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Marialuisa
Utente Master
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Inserito il - 02/03/2009 : 17:06:34
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Giuseppe caro , siamo noi a ringraziare te per questa testimonianza struggente ma pacata , per queste righe dove immaginiamo l'inimmaginabile , per quelle note di speranza che - sembra di capire - mai vi hanno abbandonato e - infine - per il grande amore che traspare verso Cagliari . Grazie ancora !
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Modificato da - Marialuisa in data 02/03/2009 17:07:58 |
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CodicediSorres
Utente Medio
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Inserito il - 02/03/2009 : 19:41:42
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Interessante questa rievocazione dei bombardamenti messi a segno su Cagliari nel febbraio 1943. Mio padre conosceva, e conosce, vari rifugi siti tra la zona dei giardini publici e la zona di Buoncammino, e anche in altre zone della città; a volte è stato costretto a utilizzarli, anche solo per qualche falso allarme. E chi l'avrebbe mai detto, prima del 1940, che i nonni di mio padre, ormai ultrasettantenni, avrebbero dovuto assistere a una guerra "moderna" come quella scatenata anche su CA? E come loro tantissimi altri anziani. Con metodi bellici che addirittura li hanno costretti ad abbandonare la città, per rifugiarsi in Barbagia, fino al 45 credo. Tanto per dire che forse agli occhi degli anziani tali eventi devono essere apparsi con connotati particolari, pur nella comunanza del sentimento di paura e angoscia, sentito anche dai più giovani.
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Giuseppe
Utente Attivo
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Inserito il - 03/03/2009 : 08:10:12
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| CodicediSorres ha scritto:
Interessante questa rievocazione dei bombardamenti messi a segno su Cagliari nel febbraio 1943. Mio padre conosceva, e conosce, vari rifugi siti tra la zona dei giardini publici e la zona di Buoncammino, e anche in altre zone della città; a volte è stato costretto a utilizzarli, anche solo per qualche falso allarme. E chi l'avrebbe mai detto, prima del 1940, che i nonni di mio padre, ormai ultrasettantenni, avrebbero dovuto assistere a una guerra "moderna" come quella scatenata anche su CA? E come loro tantissimi altri anziani. Con metodi bellici che addirittura li hanno costretti ad abbandonare la città, per rifugiarsi in Barbagia, fino al 45 credo. Tanto per dire che forse agli occhi degli anziani tali eventi devono essere apparsi con connotati particolari, pur nella comunanza del sentimento di paura e angoscia, sentito anche dai più giovani.
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Molti di quei rifugi furono trappole mortali. Consiglio (ai più giovani) la lettura di un articolo dell'ALMANACCO DI CAGLIARI, di Vittorio Scano, nel quale sono ricordati e descritti tutti quei "rifugi". Quello del mio racconto (breve) del 26 febbraio non era un rifugio: era la cucina dell'inquilina del piano-terra della via Martini, in Castello. Credevamo di essere al sicuro. Non ci salvò il rifugio ma la buona sorte, favorita dalle preghiere di zia Giovannina, una santa donna. Giuseppe
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Verosardo
Salottino
Moderatore
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Inserito il - 03/03/2009 : 08:27:27
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| Marialuisa ha scritto:
Giuseppe caro , siamo noi a ringraziare te per questa testimonianza struggente ma pacata , per queste righe dove immaginiamo l'inimmaginabile , per quelle note di speranza che - sembra di capire - mai vi hanno abbandonato e - infine - per il grande amore che traspare verso Cagliari . Grazie ancora !
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Mi associo a Marialuisa nel ringraziamento a Giuseppe per il modo speciale con cui ci ha voluto ricordare quei momenti. La mia indole, però, mi fa indulgere a pensare e ripensare a quali orrori l'uomo scamperebbe senza l'insensatezza degli uomini di guerra.
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Rocce Rosse - Arbatax
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babborcu
Salottino
Utente Virtuoso
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Inserito il - 03/03/2009 : 08:59:51
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ho avuto occasione di vedere l'aspetto di cagliari dopo i bombardamenti in un filmato in cui il primo maggio san'efisio veniva portato su una motocarrozella, seguito da uno sparuto gruppo di fedeli... è una dei documenti più impressionanti e commoventi sulla sardegna che abbia visto!
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Marialuisa
Utente Master
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Inserito il - 03/03/2009 : 09:28:32
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| babborcu ha scritto:
ho avuto occasione di vedere l'aspetto di cagliari dopo i bombardamenti in un filmato in cui il primo maggio san'efisio veniva portato su una motocarrozella, seguito da uno sparuto gruppo di fedeli... è una dei documenti più impressionanti e commoventi sulla sardegna che abbia visto!
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http://www.sardegnadigitallibrary.i...460&id=37642
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CodicediSorres
Utente Medio
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Inserito il - 03/03/2009 : 11:11:17
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| Giuseppe ha scritto:
| CodicediSorres ha scritto:
Interessante questa rievocazione dei bombardamenti messi a segno su Cagliari nel febbraio 1943. Mio padre conosceva, e conosce, vari rifugi siti tra la zona dei giardini publici e la zona di Buoncammino, e anche in altre zone della città; a volte è stato costretto a utilizzarli, anche solo per qualche falso allarme. E chi l'avrebbe mai detto, prima del 1940, che i nonni di mio padre, ormai ultrasettantenni, avrebbero dovuto assistere a una guerra "moderna" come quella scatenata anche su CA? E come loro tantissimi altri anziani. Con metodi bellici che addirittura li hanno costretti ad abbandonare la città, per rifugiarsi in Barbagia, fino al 45 credo.
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Molti di quei rifugi furono trappole mortali. Consiglio (ai più giovani) la lettura di un articolo dell'ALMANACCO DI CAGLIARI, di Vittorio Scano, nel quale sono ricordati e descritti tutti quei "rifugi". Quello del mio racconto (breve) del 26 febbraio non era un rifugio: era la cucina dell'inquilina del piano-terra della via Martini, in Castello. Credevamo di essere al sicuro. Non ci salvò il rifugio ma la buona sorte, favorita dalle preghiere di zia Giovannina, una santa donna. Giuseppe
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Si, è vero, mi avevano raccontato che si verificarono alcuni episodi in cui molta gente perse la vita nei rifugi, e altri rimasero feriti. Però ora non ricordo bene i dettagli. Certamente quelli non erano rifugi veri e propri, erano più che altro strutture e cavità risalenti a epoche più remote. Per rifugio vero e proprio si intende una struttura a più di 10 m di profondità, in cemento armato, con materiali antivibrazione, con ampi locali, prontosoccorso, viveri e acqua per settimane, condotti di aerazione con filtri speciali, gruppi elettrogeni, etc... Non credo esistesse anche un solo esemplare di tali strutture. Tra l'altro esistevano a CA e dintorni dei moderni cannoni antiaerei, con altissima gittata di tiro, ma paradossalmente erano ancora privi dei sofisticati congegni ottici di puntamento, e dunque la loro efficacia era limitatissima. Mio padre ricorda, dopo una incursione aerea, la inquietante bandiera con la svastica al presidio tedesco del bastione, e dei soldati tedeschi che salivano su alcune camionette per compiere perlustrazioni. Ancora non erano pienamente noti gli eventi truci e negativi legati al simbolo della svastica, simbolo preesistente cmq.
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UtOld
Salottino
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Inserito il - 03/03/2009 : 11:29:07
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Grazie Giuseppe per la tua testimonianza e per la tua forza nel ricordare. Un affettuoso Saluto Aldo
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UtOld
Salottino
Utente Senior
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Inserito il - 03/03/2009 : 11:56:22
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Quel crudo bollettino di Guerra di Venerdì e Domenica
Venerdì 26 febbraio 1943 Incursione aerea su Cagliari Forza attaccante: 19 quadrimotori B 17 senza scorta segnalati alle 14.45 dal Semaforo di Ustica. Obiettivo: il porto di Cagliari. Avvistamento: ore 15,30 dalle S.V. di Capo Carbonara, Torre Fenugu e Torre Mortorio. Inizio incursione: ore 15,37. Bombe sganciate: 204 da 227 Kg da m 7000 di quota. Zone colpite: area portuale e quartiere di Stampace. Vittime: 73 morti e 286 feriti. Esito del tiro contraereo : poco efficace. Caccia decollati su allarme: 4 italiani e 8 tedeschi alle 15.33 . Esito: 3 B 17 colpiti. Perdite: 1 Me 109, 3 caccia danneggiati. Domenica 28 febbraio 1943 Incursione su Cagliari Forza attaccante: 46 quadrimotori B 17 scortati da 39 caccia P 38. Obiettivo: il porto di Cagliari. Avvistamento: 1^ formazione alle 12,48 dalla S.V. di Torre Fenugu con rotta NW; 2^ formazione segnalata alle 12,53 dal C.R.N. di Gonnesa. Inizio incursione: ore 12,50. Modalità di attacco: in 2 ondate. Bombe sganciate: 538 da 227 kg. da 6500 m di quota. Zone colpite: porto, stazioni ferroviarie, area urbana di Cagliari. Naviglio affondato: p.fo Paolo da 3868 tonn., p.fo S.Rita da 5191 tonn., natanti minori. Vittime civili: oltre 200 morti e alcune centinaia di feriti. Esito del tiro contraereo: poco efficace. Caccia decollati su allarme: 15 italiani e 9 tedeschi alle 12.49. Esito: 3 B 17 probabilmente abbattuti. Perdite: 2 MC 202 e 1 Me 109; 5 Re 2001 danneggiati.
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Giuseppe
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Inserito il - 03/03/2009 : 12:33:32
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| Aldo g ha scritto:
Grazie Giuseppe per la tua testimonianza e per la tua forza nel ricordare. Un affettuoso Saluto Aldo
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Parlare con voi favorisce i ricordi. Grazie Aldo, anche la tua città è nei miei ricordi. Venivo da Nuoro, quando arrivai (tornai) a Cagliari a raccogliere guerra e bombe.
Quell'edicola della via Roma è indimenticabile. In quella occasione e in quel giardinetto accanto furono ferite anche alcune palme, oggi altissime. Può vederle ancora chiunque. Io passo a salutarle, ogni tanto. Non ricordo bene quando, ma quella palme ferite furono onorate (non so se dai Lions o da rotariani o da altri...) con una targa che ora è difficile leggere ma certamente esiste. Anche per questo, anche per quella edicola e quelle palme, per il Teatro e per il Bastione, per le chiese di san Domenico e di sant'Anna, per i nostri morti e i feriti, per tutto questo ho sempre avuto molta difficoltà a chiamarli "liberatori". Giuseppe
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UtOld
Salottino
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Inserito il - 04/03/2009 : 17:27:56
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Quando le immagini parlano da sole
- Donne che pregano in una chiesa di Cagliari colpita dai bombardamenti -
Foto riprodotta da “ L’illustrazione Italiana del Febbraio 1943” girato con Film Luce - Collezione Privata Elettrio Corda -
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Modificato da - UtOld in data 04/03/2009 17:43:42 |
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Marialuisa
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Inserito il - 04/03/2009 : 17:52:57
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Grazie Aldo , questa foto commuove !
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Giuseppe
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Inserito il - 04/03/2009 : 19:56:16
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| Aldo g ha scritto:
Quando le immagini parlano da sole
- Donne che pregano in una chiesa di Cagliari colpita dai bombardamenti -
Foto riprodotta da “ L’illustrazione Italiana del Febbraio 1943” girato con Film Luce - Collezione Privata Elettrio Corda -
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Aldo, ti rispondo pubblicamente. Grazie. Ho copiato la foto. Farò subito una ricerca e ti farò sapere. Giuseppe Le chiese distrutte in questo modo furono (salvo errore) quattro: Sant'Anna (Stampace) San Domenico (Villanova) Santa Lucia (Marina) Santa Caterina della Costa (via Manno, Arciconfraternita dei genovesi) Saluti Giuseppe
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UtOld
Salottino
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Inserito il - 04/03/2009 : 21:45:47
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| Farò subito una ricerca e ti farò sapere.
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Ciao Giuseppe ho notato che questa immagine in quanto estrapolata da un filmato dell'istituto LUCE e poi pubblicata sull'illustrazione Italiana compare per qualche secondo nel filmato inserito da Marialuisa su Topic: http://www.gentedisardegna.it/topic...PIC_ID=11243
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