Forum Sardegna - S'accabadora, morte, riti funebri, lutto..
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Nota Bene: Domus de Janas Il nome popolare significa letteralmente "case delle fate" ma in realtà esse sono delle tombe scavate nella roccia dalle popolazioni che vissero in Sardegna nel Neolitico, prime fra tutte quelle della cosiddetta "cultura di Ozieri", che fiorisce nel periodo compreso fra il 4000 e il 3000 a.C.



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Annixedda

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Inserito il - 12/03/2010 : 14:48:58  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Annixedda Invia a Annixedda un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
mmmm io non sono molto ferrata su questo, quindi chiedo a te: sai qualcosa delle prove storiche che riconducono all'epoca classica?
Io so solo che queste figure c'erano anche tra romani e greci, come dicevo in un precedente post.






Città: Bologna  ~  Messaggi: 181  ~  Membro dal: 15/11/2006  ~  Ultima visita: 10/04/2015 Torna all'inizio della Pagina

Etnostudy

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Inserito il - 12/03/2010 : 14:57:17  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Etnostudy Invia a Etnostudy un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Cosa intendi per prove "storiche"? Documenti che ne parlino? Perchè, ne esistono? A me risulta che alcune figure simili all'accabadora fossero presenti nel mondo classico ma vengano menzionate solo in opere letterarie... E si sa che non possono essere assunte a prove... L' "eutanasia", come viene definita oggi, è sempre esistita in una miriade di contesti culturali diversi... Ed anche ammesso che venga provata documentariamente, perchè dovremo estendere questa esistenza dal mondo classico alla Sardegna???





 Regione Sardegna  ~ Prov.: Sassari  ~ Città: Sassari  ~  Messaggi: 29  ~  Membro dal: 23/01/2010  ~  Ultima visita: 04/11/2014 Torna all'inizio della Pagina

Annixedda

Utente Medio



Inserito il - 12/03/2010 : 15:00:45  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Annixedda Invia a Annixedda un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Dal mondo classico non solo alla Sardegna, ma al sud Italia e ad altri paesi Mediterranei.
Estendere la "ricerca" vuol dire trovare confronti e trovare confronti può aiutare a trovare prove o a confutarle.






Città: Bologna  ~  Messaggi: 181  ~  Membro dal: 15/11/2006  ~  Ultima visita: 10/04/2015 Torna all'inizio della Pagina

Etnostudy

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Inserito il - 12/03/2010 : 15:13:47  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Etnostudy Invia a Etnostudy un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
No, il mio dubbio riguarda appunto questo... Un parallelo etnografico non prova l'esistenza di un fenomeno culturale in un altro contesto... Che senso ha stabilire l'esistenza di queste figure in Marocco o in Grecia? prova che esistessero anche in Sardegna??? Semplicemente è chiaro che ci sia al giorno d'oggi una grande confusione tra le figure delle "praticas" e delle "'idemortos", che i loro "poteri" siano stati estesi fino a comprendere la pratica dell'eutanasia e che alcuni studiosi abbiano male interpretato alcune informazioni e le abbiano distorte più o meno consapevolmente... Ma secondo te, una cultura che prevede l'esistenza di una figura come quella dell'accabadora, che in sè riassume l'alfa e l'omega, che in sè "regolamenta" l'evento luttuoso, ha bisogno di tutti quei segni rituali e para-rituali presenti in Sardegna nell'elaborazione culturale del lutto????





 Regione Sardegna  ~ Prov.: Sassari  ~ Città: Sassari  ~  Messaggi: 29  ~  Membro dal: 23/01/2010  ~  Ultima visita: 04/11/2014 Torna all'inizio della Pagina

Annixedda

Utente Medio



Inserito il - 12/03/2010 : 15:33:51  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Annixedda Invia a Annixedda un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Stabilire l'esistenza di questa figura in altri luoghi non prova che esistessero anche in Sardegna, ma dà da pensare: è probabile che esistessero anche in Sardegna e in tutto il Sud-Italia.
L'accabadora non ha nessun segno rituale o para-rituale. La pratica dell'accabadura era assolutamente nascosta, non era visibile. E in realtà non c'entra proprio nulla con l'elaborazione culturale del lutto. Lutto e accabadura sono due cose diverse.






Città: Bologna  ~  Messaggi: 181  ~  Membro dal: 15/11/2006  ~  Ultima visita: 10/04/2015 Torna all'inizio della Pagina

Etnostudy

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Inserito il - 12/03/2010 : 15:59:23  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Etnostudy Invia a Etnostudy un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
AH????? Io ti ho chiesto tutta un'altra cosa: cercherò di spiegarmi meglio, è che davo per scontato alcune cose, visto che studiamo entrambe antropologia culturale!!!! Ti ho chiesto come è possibile che una cultura che prevede l'esistenza di una figura come quella dell'accabadora possa contemporaneamente sviluppare tutta una serie di apparati simbolici che permettano la gestione del lutto... o meglio, se una cultura conferisce nelle mani di un solo individuo la possibilità di poter decidere della vita e della morte che senso l'elaborazione di una struttura simbolica così complessa??? E soprattutto, visto che lutto e accabura sono due cose diverse perchè il tuo prof ti ha fatto estendere la ricerca ai meccanismi di gestione del lutto e all'analisi del concetto di morte??? Non voglio mettere troppa carne al fuoco, ma è proprio qui che è nata la leggenda antropologica dell'accabadora: nella ricerca delle prove dell'esistenza di questa figura sono state male interpretate alcune pratiche...





 Regione Sardegna  ~ Prov.: Sassari  ~ Città: Sassari  ~  Messaggi: 29  ~  Membro dal: 23/01/2010  ~  Ultima visita: 04/11/2014 Torna all'inizio della Pagina

Annixedda

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Inserito il - 12/03/2010 : 16:07:36  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Annixedda Invia a Annixedda un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Allora, sono ben disposta a discutere con te di quest'argomento, ma ti chiedo l'umile cortesia di essere meno arrogante.
Non mi piace che le persone mi si rivolgano con manie di onnipotenza del sapere.

La mia ricerca si basava soprattutto sulla figura dell'accabadora, ma doveva essere contestualizzata. Io l'ho contestualizzata sia all'interno dell'isola, con un capitolo sviluppato sulle pratiche della morte e del conseguente lutto, e anche all'interno della società moderna, non specificamente sarda.
E, come ti ho detto prima, l'accabadura era una pratica assolutamente nascosta e si faceva, ovviamente, prima della morte... il lutto e tutte le pratiche per la sua elaborazione avvengono dopo la morte: è cosa ben diversa.
Inoltre, dato che era una pratica nascosta, non si potevano evitare le pratiche del lutto che si facevano per le morti naturali: avrebbe destato sospetti tra la società.






Città: Bologna  ~  Messaggi: 181  ~  Membro dal: 15/11/2006  ~  Ultima visita: 10/04/2015 Torna all'inizio della Pagina

Etnostudy

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Inserito il - 12/03/2010 : 16:17:11  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Etnostudy Invia a Etnostudy un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Io sarò pure arrogante, ma anche tu sei un po' permalosetta... Siamo giovani, siamo colleghe, è normale un dibattito... Mica ti ho attaccato personalmente...Era solo un appunto scherzoso... Adesso ho pure paura a confutarti: la tua obbiezione non regge. Perchè fare qualcosa di nascosto??? Se ci si rivolgeva a loro, vuol dire che la pratica era conosciuta, così come il loro ruolo... Però, con queste cose secondarie, ci stiamo girando attorno... Quali sono le prove dell'esistenza che hai trovato???? Se no io, come faccio a confutarle???





 Regione Sardegna  ~ Prov.: Sassari  ~ Città: Sassari  ~  Messaggi: 29  ~  Membro dal: 23/01/2010  ~  Ultima visita: 04/11/2014 Torna all'inizio della Pagina

Annixedda

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Inserito il - 12/03/2010 : 16:52:59  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Annixedda Invia a Annixedda un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Non è una questione personale: solo che se mi trovo di fronte qualcuno che secondo me fa l'arrogante, non sono più in grado di discutere, si inaridisce la discussione... e mi dispiacerebbe.
Perdonami se sono permalosa.

Era illegale. Ecco perchè si faceva tutto di nascosto: l'omicidio è stato sempre condannato, sia a livello giuridico vero e proprio che a livello religioso.
Una persona con cui ho parlato è stata particolarmente precisa nello spiegarmi come si faceva e in quali casi. E ci sono molti miti da sfatare.
Probabilmente su mazzolu non era lo strumento più usato nè, secondo me, il più adatto.
Più spesso e, secondo me, molto più probabilmente, venivano fatti degli infusi con particolari erbe velenose che procuravano una specie di coma. A questo punto era molto semplice far morire la persona: tappandogli semplicemente il naso oppure con un cuscino.
Non ho trovato delle prove scientifiche che dicano che questa figura sia esistita, ma molte cose mi fanno credere che sia esistita. Anche se io credo che in realtà fossero delle donne normalissime ben inserite nella società (come qualcuno mi ha anche confermato) come le attuali donne che sciolgono o fanno il malocchio. Secondo me una donna non con il solo compito di accabare, ma una donna abbastanza coraggiosa per farlo, e che tutti conoscevano.








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Etnostudy

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Inserito il - 13/03/2010 : 09:28:54  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Etnostudy Invia a Etnostudy un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Ci sono tante, troppe cose che non quadrano:
- Le prime attestazioni letterarie della sua esistenza risalgono ad un periodo in cui la Sardegna rappresentava l' "esotico a portata di mano": era una terra fantastica, selvaggia e inospitale, in cui ambientare leggende e fandonie (hai mai letto "Raccontar fole" di M.Fois???) e in cui tutti, dagli antropologi ai curati di paese, trascrivevano storie inverosimili "realmente accadute" (non mi dilungo, ma si diceva di mirti millenari che facevano da casa ai Sardi, di uomini semi-selvaggi, di strani esseri che abitavano i boschi...)
- In una cultura in cui ogni ruolo sociale aveva le sue precise caratteristiche, funzioni e privilegi, non si riesce a delineare quello dell'accabadora. Le funzioni "magiche" comprendevano in origine la cura dei malati, la gestione dei rapporti con i defunti e probabilmente l'eutanasia praticata sporadicamente. Con l'andare del tempo e 'intromissione sempre più pressante della Chiesa questa figura di mago e guaritore ha finito col sfaldarsi:da una parte le cosidette "praticas", o guaritrici, perfettamente inscritte nell'orizzonte culturale cristiano, dall'altra le 'idemortos, che comunicavano con i defunti e cui era assegnato il ruolo di tramite tra questo mondo e l'aldilà. Ora, è molto probabile che le cosidette accabadoras facciano parte di una di queste categorie, probabilmente, visto il ruolo che esercitavano, della seconda. Nauralmente speso i due ruoli venivano confusi, non si è mai trattato di una separazione netta, in ogni caso alcune delle pratiche che vengono attribuite all'accabadora venivano compiute da queste donne:
1) l'usanza di togliere ogni oggetto religioso: quando un malato tardava a spirare, si cercavano le cose che potevano tenere ancora l'anima al corpo. La speranza generata alla vista delle immagini sacre non aiutava questo processo, e venivano levate;
2) l'uso del giogo: non era assolutamente uno strumento di morte, tanto che spesso sotto il cuscino veniva posta una sua riproduzione. La simbologia del giogo è chiara (v.Durand) simboleggia l'anima e il corpo aggiogate per la vita; nel porre sotto il cuscino lo strumento, si garantiva la separazione del corpo dall'anima e la conseguente morte;
3) esiste uno scongiuro, una formula rituale, che garantiva una morte veloce: "Sant'Anna e Santa Marta, impari sempre andanta... etc. etc." [non lo scrivo tutto perchè è lunghetto] e spesso queste donne venivano chiamate a recitarlo
- Ora, le testimonianze che ho raccolto non hanno mai chiamto in causa l'esistenza di questa lugubre figura e in quelle raccolte da altri che ho potuto visionare poteva semplicemente esser stata chiamata una donna a fare una delle azioni sopra descritte. La cosidetta PROVA DELLE PROVE, l'intervista della Turchi a quella donna di Gadoni, è inconsistente. La donna non conosceva il termine accabadora (mentre, chissà eprchè, non mi avrebbe stupito sentirla usare il termine pratica) e quello che racconta non è avvenuto ai suoi occhi ma dentro la camerea chiusa. Per di più, dalle parole della donna si capisce il carattere "soprannaturale" dell'atto compiuto: non si è trattato di un ruolo operativo di quella donna, ma più semplicemente della recita della formula e del compimento dei vari rituali magici. Cosa che, tra l'altro, è stata confermata dalla signora stessa. Spesso le testimonianze dicono allo studioso cosa si vuol sentir dire, specie qui in Sardegna dove, come diceva Sergio Atzeni, il bene più grande è la NOSTALGIA.






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Annixedda

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Inserito il - 15/03/2010 : 15:04:53  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Annixedda Invia a Annixedda un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Io credo che la figura dell'accabadora non sia mai stata una figura ben delineata. E le accabadoras erano, prima di essere tali, le donne che descrivi tu: quelle con il compito di aiutare il trapasso. Solo se richiesto dal malato stesso o dalla famiglia queste donne aiutavano a morire nel vero senso della parola.
Non conosco l'intervista che ha fatto Dolores Turchi alla donna di Gadoni. Ho sempre preso con le pinze quello che sostiene la Turchi.... diciamo che non gode proprio di credibilità, secondo me.






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Etnostudy

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Inserito il - 15/03/2010 : 17:07:13  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Etnostudy Invia a Etnostudy un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Quindi, se non hanno mai avuto quelle caratteristiche, se sono le donne che intendo io, non sono le accabadoras... Sono praticas, maghe, guaritrici, chiamale come vuoi... Allora, visto che parlandone la figura dell'accabadora ha perso tutti i suoi connotati, è sbagliato dire che non esistesse???... Ciò non significa, però, che non siano accaduti casi in cui un malato terminale sia stato soppresso... Ma erano scelte personali, limitate alla sfera della famiglia, a volte erano addirittura gli uomini ad aiutare nel trapasso... E comunque, si trattava di fenomeni molto molto sporadici... So di guaritrici esperte di medicamenti che hanno effettuato questa operazione solo una volta nella loro carriera e quando si trattava di bambini colpiti da malattie o deformità molto dolorose... E sono tutte figure del secolo corso... Che io, comunque, non chiamerei accabadoras... Beh, sulla figura della Turchi non so che dirti, forse è l'unica cosa su cui sembriamo essere perfettamente d'accordo...





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Annixedda

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Inserito il - 15/03/2010 : 18:08:31  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Annixedda Invia a Annixedda un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Non tutte le praticas facevano le accabadoras e non tutte le donne che facevano le accabadoras erano praticas, è per questo che si ha la necessità di differenziare le figure.
Gli ultimi casi di accabadura ci sono stati nel 1952 e nel 1954, se non erro, e ci sono documenti giudiziari che li attestano. Le donne erano state processate.






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Etnostudy

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Inserito il - 16/03/2010 : 17:15:03  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Etnostudy Invia a Etnostudy un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Vabbè, qua si ritorna sempre allo stesso punto... è come un serpente che si morde la coda... Che cosa facevano le accabbadoras se non erano anche praticas??? Solo quello??? Uccidevano di tanto in tanto??? "Accabbadora" è un'invenzione, uno stereotipo, un personaggio... Tra l'altro applicato alla realtà subalterna della Sardegna da culture dominanti... Esistono maghe e guaritrici che hanno compiuto eutanasie, ma l'accusa di omicidio spesso celava scontri di potere, l'esigenza di un gruppo sociale di allontanare figure "scomode", "ai margini"... Potrei citarti una miriade di casi di eutanasia praticati dagli uomini... E loro cosa erano??? accabbadores??? Il fatto è che la Sardegna era, e continua ad essere l'Isola delle meraviglie... Soprattutto oggi, con il dibattitto sempre più acceso sull'euanasia e sul valore della vita, quale luogo migliore da ergere a patria di queste figure così terribili?





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Annixedda

Utente Medio



Inserito il - 17/03/2010 : 22:00:43  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Annixedda Invia a Annixedda un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Si, alcune accabadoras facevano solo quello: erano chiamate quando era necessario.
Non metto in dubbio che anche gli uomini potessero farlo, ma citami la miriade di casi di eutanasia praticata dagli uomini.
Secondo me l'accabadora non è nè un'invenzione nè uno stereotipo, ma sicuramente una figura scomoda e da allontanare, come la pratica; da allontanare perchè faceva delle cose "terribili" (dal mio punto di vista non sono assolutamente delle cose terribili, anzi: magari ci fossero ancora!) e inaccettabili per la nuova cultura cattolica che si stava stanziando.
Ecco perchè nessuno ne vuole parlare, e perchè molti denigrano il loro operato negandone anche l'esistenza.






Città: Bologna  ~  Messaggi: 181  ~  Membro dal: 15/11/2006  ~  Ultima visita: 10/04/2015 Torna all'inizio della Pagina
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