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Inserito il - 11/04/2006 : 21:16:18
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Montevecchio è situato a Sud-Ovest della Sardegna, a 352m slm nella zona del Sulcis-Iglesiente
_______________________________________________________________________________________________ Cantu pane carasau e fattu fattu cannonau dae su casu'e su pastore, sas seadas lean colore in su mare 'e Muravera, sas launeddas sonan tottu unpare in trullalléra.
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Modificato da - Agresti in Data 11/04/2006 21:17:42
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Inserito il - 11/04/2006 : 21:19:03
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E' uno degli insediamenti minerari (vi si estraevano minerali di piombo e zinco che contenevano anche delle percentuali di argento) più antichi della Sardegna, situato nel Guspinese,a circa metà strada fra Guspini e la costa dei territori di Arbus ed uno degli otto siti che compongono il Parco Geominerario della Sardegna.
Storia in sintesi
I giacimenti minerari sono stati sfruttati sin dall’antichità molto probabilmente dai Romani (forse anche precedentemente nell’età nuragica) di cui sono stati ritrovati vari reperti:
- attrezzi vari (picconi, badili, lucerne di terra cotta, ciotola in legno);
- macchine (pompa in piombo, noria di 24 recipienti in rame);
- pane di piombo con inciso: IMPeratoris CAESaris HADRiani AUGusti;
Nel medioevo furono soprattutto i Pisani a trarre beneficio dalle miniere. Nell' 700 sabaudo la miniera, risveglio’ l'interesse di imprenditori minerari europei, in particolare dello svedese Gustavo Mandell che introdusse delle significative novità (l’uso dell’esplosivo per abbattere la roccia, adozione delle gallerie orizzontali). Dopo circa 20 anni di sfruttamento questo periodo florido si esauri’ determinando una crisi economica mineraria. Nel 1948 il re Carlo Alberto diede una concessione perpetua della miniera di Montevecchio (fu la prima ad essere data in concessione) a Giovanni Antonio Sanna che la trasformo’ in un attività industriale. Da quel momento la gestione privata delle famiglie Sanna-Castoldi-Bertolio (fino al 1933) determino’ lo sfruttamento continuo’ del giacimento minerario producendo molti profitti. Anche in seguito con l’unione di Montevecchio e Monteponi (1962-1970) e vari altri enti l’attivita’ mineraria diede lavoro a moltissime persone (era la prima miniera d’Europa per la produzione dello zinco). Nel 1986 viene acquistata dall’Eni che fa opera esclusivamente di manutenzione e di controllo e nel 1991 viene definitivamente chiusa ogni attività produttiva del sottosuolo.
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Inserito il - 11/04/2006 : 21:22:52
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Un grande piazzale raccoglie le strutture, in mattone cotto e basalto, del complesso di Piccalinna realizzato nel 1887 ( Becca Linna = Picchio Rosso). E’ formato dalla sala Compressori che funzionavano a vapore, producevano aria compressa, ed oltre a far partire le netturbine arieggiavano le gallerie portando via l’aria malsana (funzionante dagli inizi dell’800 fino al 1983); la cabina elettrica (nel 1934 l’argano viene elettrificato); la sala argano da cui partivano le funi di canapa intrecciate a mano che sostenevano gli ascensori che, oltre a portare giu’ e far risalire gli operai, permettevano l’estrazione di tonnellate di materiale dal sottosuolo, attraverso l’antistante pozzo di S.Giovanni (il funzionamento era continuo ed era neccessario una concentrazione totale da parte del macchinista). Pozzo San Giovanni
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Inserito il - 11/04/2006 : 21:23:52
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Alla sinistra del pozzo di S.Giovanni sostano, da molto tempo ormai, i carrelli con manici ai lati, per il trasporto dei minerali che venivano sottoposti, successivamente, alla cernita ad opera delle donne sfruttate in cambio di un misero pezzo di pane.
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Inserito il - 11/04/2006 : 21:25:13
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Da vedere anche la palazzina della Direzione (1869) in stile Neorinascimentale con un primo piano (vi erano ubicati gli uffici) adibito a museo in cui sono presenti le testimonianze del lavoro e della società della miniera tramite immagini, oggetti originali (il telefono per comunicare all’esterno con i diversi livelli) o riproduzioni in miniatura di ambienti. La sala del plastico che riprende gli scavi: il pozzo Sartori, il piu’ importante con i suoi 530 m di profondità e i 19 livelli di lavorazione; le vasche di decantazione dove andavano a finire i fanghi e l’acqua veniva riutilizzata; i piatti che utilizzavano le donne per le cernite; il campione di roccia per il carotaggio attraverso il quale si preparava la mappa del giacimento; la campana di livello, la lampada ad aria compressa………….. la sala dei minerali ( galena, amianto,barite,calchi in gesso, i pallini nichelati “speciali da tiro”). Nel secondo piano (residenza del direttore) èpresente il museo dell’avifauna (cervo, grifone, aquila di Bonelli…), la sala di rappresentanza, dove si tenevano le riunioni, affrescata di vari colori con predominanza di blu.
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Agresti
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Inserito il - 11/04/2006 : 21:28:27
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Nei dintorni di Montevecchio, negli spazi aperti del bosco, è possibile intravedere il cervo sardo (nel periodo estivo). Il cervo sardo (Cervus elaphus ssp. corsicanus) si distingue dalla forma continentale per la sua mole notevolmente più ridotta e il manto più scuro. Si cibano di tutte le piante arbustive, a parte il cisto, e di graminacee. L'elemento più caratteristico è il grande palco (le corna) di cui solo il maschio ne è dotato; le corna, grandi e ramificate, vengono rinnovate annualmente tra febbraio e giugno. Durante la crescita quelle nuove sono ricoperte da uno strato di pelle molto vascolarizzata chiamata velluto, che i cervi man mano eliminano sfregandosi contro gli alberi. Il periodo degli amori inizia normalmente intorno a ferragosto e termina a fine settembre. Il maschio emette un bramito (nasale nei giovani; cavernoso nei vecchi) udibile a notevole distanza con il quale avverte gli altri maschi della sua presenza, quando è nella ricerca della femmina ed anche senza motivo. L’attivita’ dei bramiti è piu’ accentuata quando piove e dopo la pioggia.
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Nuragica
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Inserito il - 11/04/2006 : 23:40:45
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Il palazzo della direzione ospita anche la biennale "arresojas"..... leppas, resojas, lipputtsus, resolgas, urteddus, culteddus, lesorgas, resolias, leppeddas, gorteddus, resolzas, lesorias, gurteddus, resordzas, leppùttsus, leppèddus, lesogas, gotteddusu. No, non è un gioco di parole: sono i diciannove modi per dire coltello in sardo. Forse ne manca qualcuno, ma dietro queste parole c'è sicuramente una grande passione per lame, damaschi, corna, avorio, ottone. Sono tutti uguali i coltellinai. La mostra allestita nel complesso minerario,presenta il percorso storico della lama e del metallo in Sardegna ed in altre realtà italiane ed europee, si avvale della presenza di artigiani contemporanei, dei loro prodotti e di collezioni private di grande valore.
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Paradisola
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Inserito il - 12/04/2006 : 14:18:34
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qui alcune foto dell'edizione 2002 di Arresojas
http://www.paradisola.it/foto-sarde....asp?iCat=26
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Nuragica
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Inserito il - 12/04/2006 : 15:19:53
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L'edizione "arresojas" del 2002 l'ho vista anche io ed ho scattato anche delle bellissime foto.. ma allora non avevo ancora la macchina digitale, anche se a dire il vero le foto cartacee le preferisco a quelle digitali.La cosa che non mi era piaciuta e che naturalmente non ho fotografato, è stata l'esposizione degli animali imbalsamati...
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Agresti
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Inserito il - 13/04/2006 : 13:53:55
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Citazione: è stata l'esposizione degli animali imbalsamati
Triste vero?? Che poi li, non ci sta a fare proprio niente!! Quel palazzo è talmente bello che dovrebbero fare un museo di come era prima
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Nuragica
Moderatore
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Inserito il - 13/04/2006 : 14:11:48
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Si in effetti molto triste. Avrei preferito vedere il cervo sardo che va ad abbeverarsi in qualche fiumiciatolo della zona e magari un bel bruchettino che gioca a nascondino.. e qualche farfalluzza svolazzante!
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Agresti
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Inserito il - 13/04/2006 : 14:34:36
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Vedere i cervi in mezzo alla vegetazione vivi e vegeti è tutta un'altra cosa Un esperienza indimenticabile...
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