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sartinocchja |
Inserito il - 07/05/2012 : 07:27:54 »Milano - Cadenas incontro con Francesca Balbo
16 maggio alle ore 21.00, Libera Università delle Donne, via Corso Porta Nuova, 32 a Milano http://www.womenews.net/spip3/spip....article10330
Cadenas Regia: Francesca Balbo Anno di produzione: 2012 Durata: 60' Tipologia: documentario Paese: Italia Produzione: La Sarraz Pictures s.r.l. Distributore: La Sarraz Pictures s.r.l. Data di uscita: 30/04/2012 Formato di ripresa: HDV Formato di proiezione: HD, colore Ufficio Stampa: Studio Vezzoli Titolo originale: Cadenas
CADENAS - Un treno senza tempo nella campagna sarda
Sinossi: In quella parte di Sardegna che si snoda tra la Trexenta, il Campidano e il Gennargentu corre un treno senza tempo, il cui passaggio è salutato da piccoli puntini gialli che agitano una paletta verde e rossa, le guarda-barriera. Un lavoro che si eredita in linea femminile da generazioni. Bloccano il traffico al passare del treno, poche centinaia di chilometri di rotaie secondarie che incrociano strade secondarie percorse da macchine, trattori, pecore e apecar. Ad ogni incrocio presidiato da una signora in giubbottino fluorescente il macchinista tira una corda e alza il braccio per salutare. Il treno supera con un fischio la guarda-barriera e corre via nella polvere, scomparendo dietro una curva: uomini, macchine e animali sono finalmente liberi dalla catena che chiude l’accesso ai binari. Intorno il paesaggio alterna campi gialli e muretti a secco, pianure macchiate di cactus, foreste e strette gole di montagna. La custodia del passaggio a livello è totalizzante: implica cura, responsabilità e attenzione, diventa un’ossessione che abita persino i sogni. E’ un lavoro antico destinato alle donne, che vi si dedicano con ripetitività quasi rituale, durante tutto il giorno, tutti i giorni dell’anno. Il passaggio a livello con le sue catene riduce tutto a sé: l’ora della sveglia, del pranzo e della cena è imposta dal treno, le attese nelle garitte o in macchina sono scandite dai ritardi del treno, il ritmo della giornata è sincopato, incerto, spezzato, mentre l’alternarsi dei gesti sempre uguali è una certezza ineluttabile. Il film racconta queste donne, le guarda-barriera sui binari delle Ferrovie della Sardegna: la loro vita, il loro lavoro, il rapporto con il tempo e lo spazio della Ferrovia. Sono donne che, come molte altre donne nel mondo, lottano per i loro diritti di lavoratrici e per una migliore qualità della vita, mentre vivono immerse nell’attesa, circondate da una natura immobile, dove ogni elemento del progresso rappresenta una minaccia.
Ambientazione: Sardegna "Cadenas" è stato sostenuto da: Ministero per i Beni e le Attività Culturali (MiBAC): 40.000 euro (Delibera Riunione 03/12/2010 - Interesse Culturale)
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sartinocchja |
Inserito il - 08/05/2012 : 06:17:45 Quelle "Carenas" da premio
La milanese Francesca Balbo si aggiudica il primo posto al Premio Solinas per il film sulla vita di Mandas, fatta di lavoro, vita amara e odore di ferrovie. La Sardegna? «Mi hanno conquistatato le sue donne». di Maria Elena Tiragallo
Francesca Balbo, l’asso piglia tutto. Sarebbe proprio il caso di definire così l’autrice milanese che col suo progetto cinematografico, ambientato in Sardegna, “Carenas - Catene”, si è aggiudicata anche il primo riconoscimento del Premio Solinas Documentario per il Cinema 2009, del valore di 5000 euro. Già nei mesi precedenti aveva conquistato la commissione del Premio “Il Cinema racconta il Lavoro”, promosso dalla Regione Sardegna, la sceneggiatura di “Carenas”, ambientata a Mandas, centro nevralgico della tratta ferroviaria sarda. “Il Premio Solinas è l’unica cosa che esiste in Italia per finanziare i documentari indipendenti, permette a chi non ha una produzione alle spalle di realizzare i propri progetti. Inoltre, vorrei ringraziare anche il Comune di Mandas che mi ha dato fiducia a scatola chiusa, prima ancora di vincere al Solinas, aiutandomi da un punto di vista logistico. I due premi non sono assolutamente correlati”, ha esordito Francesca Balbo. Il film racconta le guardie-barriera delle Ferrovie della Sardegna: la loro vita, il loro lavoro, il rapporto col tempo e lo spazio. “Inizia con la prima corsa del treno e con quella della guardia-barriera che corre al passaggio a livello. Ad essere protagoniste sono le donne, le nonne e le madri, il treno resta in secondo piano. Tramite le nonne, che tengono il filo del passato e del presente, si riscopre la storia della ferrovia, in un centro emblematico come Mandas”, ha continuato la regista. Se un ruolo fondamentale è quello ricoperto dalle donne, che si rapportano con gli uomini, un’attenzione particolare è dedicata alla memoria storica. “Non manca la lingua sarda, le protagoniste nei loro racconti, si lasciano andare anche parlando in sardo, e io che non sono sarda ne sono affascinata, proprio come mi ha affascinato Mandas coi suoi ritmi, come per esempio quello della vendemmia, con le sue campagne, dove il ritmo della vita è come quello della natura. Per me che non sono abituata a tutto questo, venendo da una grande città, scopro dimensioni meravigliose. Non sono stata attirata dalla Sardegna, ma dalle donne, per me non ha mare, non ha spiagge, ma colline, trattori, pecore. Queste donne fantastiche le ho conosciute grazie a un articolo che ho letto in precedenza, sono partita e ci siamo piaciute, ed è nato tutto il progetto. Mi hanno conquistata queste donne per il loro lavoro e la loro organizzazione della vita”, ha concluso Francesca Balbo. E a noi non resta che aspettare la primavera 2010 per vedere sul grande schermo “Carenas”, il viaggio al femminile che va dalla memoria all’attualità, attraverso varie generazioni.
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