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asia
Salottino
Utente Senior
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Inserito il - 26/06/2008 : 22:25:41
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| ziama ha scritto:
Asia.....e' stata una casualita' che ho notato anche io..... Non era assolutamente voluta...dato che non ho programmato niente e gli spezzoni del racconto li posto nel momento in cui nascono.... Pero'...pensavo nessuno l'avesse notato! Hai l'occhio clinico!
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Nulla accade per caso...
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drFolk
Salottino
Utente Senior
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Inserito il - 26/06/2008 : 22:29:16
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Nulla accade per caso... Sono quei valori aggiunti che fanno di una grande storia una splendida storia. Voglio sapere come va a finire, Ziama, qual è la chiave del tredicesimo capitolo. Non tenermi sulle spine.
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Lollove
Nuoro
..un altro meraviglioso angolo di Sardegna |
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ziama
Salottino
Utente Maestro
AmBASCIUatrice in USA
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Inserito il - 26/06/2008 : 23:52:56
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TREDICESIMA PARTE
Nel frattempo tante cose erano cambiate. Dopo la partenza di Vikram per l’India, qualche tempo dopo fu il turno di Herbert di abbandonare “il nido”. Aveva conosciuto una ragazza in aereo durante uno dei suoi frequenti viaggi tra l’Europa e gli Stati Uniti (lei faceva l’assistente di volo per Austrian Airlines) e l’amore che era nato in volo, decise di mettere radici a Vienna. Fu cosi che Aurelia ed io, la mia amica rumena, diventammo coinquiline e dopo avere portato a termine il contratto dell’appartamento sulla 30th Street, decidemmo di cercare un nuova sistemazione che fosse piu economica. Non ci servivano tre camere da letto e ovviamente due camere ci sarebbero costate meno. I prezzi degli affitti a Manhattan sono da paura. Ovviamente sul costo incidono anche certi fattori come la locazione, la vicinanza ai trasporti pubblici, l’anno di costruzione del palazzo e i servizi offerti all’interno del condominio stesso (portineria, ascensori e optional quali possono essere la palestra, piscina ecc). Mentre sfogliavamo gli annunci delle varie agenzie immobiliari, mi imbattei in un’offerta che mi lascio’ a bocca aperta: un appartamento con due camere da letto, bagno, cucina e salone in un palazzo di recentissima costruzione con piscina, campi da tennis, minigolf, palestra, bagno turco, sauna e sala ricevimenti al prezzo che da qualsiasi altra parte avremo pagato per una camera da letto e senza nessuno di questi optional. L’unico neo era la zona, dato che si trovava nella parte ovest della citta’, famosa un tempo per essere frequentata da spacciatori e prostitute. Ora in via di sviluppo, a Manhattan dove c’e’ spazio ormai si costruisce, parecchia gente era ancora titubante a spostarsi da quella parte, per cui per invogliare i clienti ad affittare gli appartamenti, si offrivano a prezzi stracciati. Non ci lasciammo sfuggire l’occasione e la settimana successiva esserci trasferite, e finalmente in grado di ospitare la mia famiglia senza arrecare disturbo a nessuno, i miei genitori arrivarono a New York in compagnia di mio zio e mia zia. Io non potevo comunque assentarmi dal lavoro e per fare in modo che si potessero godere la citta’ senza paura che si perdessero chissa dove, chiesi a mia sorella di venire con loro.
Volevamo sorprenderli. Mio padre gia’ tre settimane prima della partenza aveva i bagagli pronti e si era rinchiuso in casa per paura che qualche raffreddore gli impedisse all’ultimo momento di partire. (Uomo previdente il mio papa’!!!!!!!!) Arrivai al JFK mezz’ora prima dell’orario previsto per l’atterraggio. L’autista della limousine mi venne incontro e gli spiegai che la mia famiglia, a parte mia sorella, non sapeva che avevo noleggiato la macchina e gia’ mi pregustavo la scena quando si sarebbero ritrovati a viaggiare con tanto lusso. Aspettammo che tutti i passeggeri scendessero dall’aereo ma dei miei ospiti neppure l’ombra. “Sei sicura che siano su questo volo?” “Sono sicura si ...e immagino anche cosa possa essere successo!” “Cosa pensi che sia?” “Gli hanno trovato la salsiccia!”
La prima ad uscire dal terminal fu mia sorella, lo sguardo infuriato e il fumo che le usciva dalle orecchie: “IO CON QUELLI NON CI VIAGGIO PIU!” A breve distanza ecco comparire i miei genitori e i miei zii che se la ridevano sotto i baffi. “Cosa e’ successo? Non dirmi che hanno davvero trovato la salsiccia?”
Il tutto ebbe inizio a Fiumicino. Io avevo spedito tutti i biglietti, compreso quello per mia sorella, ai miei genitori in Sardegna. Si sarebbero incontrati poi a Roma, dato che Paola arrivava da Firenze. Una volta scesi allo scalo dei nazionali, la famiglia Brambilla in vacanza, decise di incamminarsi verso gli internazionali e aspettare li mia sorella, che ovviamente non avrebbe mai potuto passare i controlli senza la valida documentazione. Fortunatamente un suo amico lavorava allora in aeroporto e fu mandato in spedizione punitiva a recuperare il biglietto. “Ma come faccio a riconoscerli?” “Quando vedi QUATTRO VECCHIETTI RINCOGLIONITI seduti da qualche parte, vai pure a colpo sicuro, tanto sono loro!”. La missione fu portata a termine con successo e mia sorella riusci fortunatamente ad imbarcarsi all’ultimo minuto.
Arrivati a destinazione, dopo il controllo dei passaporti e il ritiro dei bagagli, c’era ovviamente da passare la dogana. Quando i miei chiesero cosa avessi voluto mi portassero dalla Sardegna, chiesi loro un po’ di salsiccia sarda. “Mi raccomando, tagliatela in piu pezzi, avvolgetela bene e infilatela in mezzo ai vestiti, dentro qualche oggetto che impedisca di riconoscerne la forma o l’odore”.
La forma della salsiccia era bene in vista sui monitor della sicurezza. Era li, a forma di ferro di cavallo, quasi a gridare “SONO QUI! SONO QUI!”. “Avete della salsiccia nei bagagli?” chiese l’ufficiale in inglese. Mia sorella fece le dovute traduzioni e i quattro dell’apocalisse si comportarono come se stessero cadendo dalle nuvole. “CHIIII??? NOIIIIII???? NOOOOO!!!!”
La storia ando’ avanti per qualche minuto. L’ufficiale insisteva, dicendo che sapeva benissimo cosa c’era dentro le valigie, i miei continuavano a negare anche di fronte all’evidenza, almeno sino a quando non si comincio’ a parlare di sanzione monetaria. “Evvvaabbbehhhh, pagheremo la multa. Quant’e’?” chiese mio padre, affidandosi alle traduzioni di mia sorella. “Non hai capito. Non e’ che siccome paghi la multa, questi ti lasciano portare via la salsiccia. Quella rimane qui comunque vadano le cose!” ripose Paola. “E se gli offrissimo dei dolcetti sardi???” “Finirai in galera per tentata corruzione ...con pardule e piricchitus! Ma sei impazzito???”
Gli ufficiali della dogana quella sera si leccarono i baffi. La multa non fu mai fatta, grazie al fatto che mio padre “avesse una bella figliola” (ssiiii, e un pezzo di salsiccia fatta in casa da mio zio per cena!!!!!!!). Arrivammo ai parcheggi dove la limousine era ormai in attesa da piu di un’ora (per fortuna l’autista ebbe pieta’ e non mi fece pagare lo straordinario!). Mia sorella ed io sghignazzavamo come matte, osservando il gruppetto che si guardava intorno per individuare la macchina. Aspettavamo di sentire commenti entusiastici sul tipo di locomozione che gli avevamo riservato, ma una volta indicato loro su qualche macchina dovessero caricare i bagagli, mio padre si infilo’ dentro la limousine come se fosse l’unica macchina che avesse mai conosciuto in vita sua e cosi fecero gli altri. Paola ed io ci guardammo esterrefatte, mentre mio padre dall’interno della macchina urlava :“Siamo pronti a partire????"
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Modificato da - ziama in data 26/06/2008 23:59:25 |
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Santa Mariedda - Senorbi
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Siamo sardi Siamo spagnoli, africani, fenici, cartaginesi, romani, arabi, pisani, bizantini, piemontesi. Siamo le ginestre d'oro giallo che spiovono sui sentieri rocciosi come grandi lampade accese. Siamo la solitudine selvaggia, il silenzio immenso e profondo, lo splendore del cielo, il bianco fiore del cisto. Siamo il regno ininterrotto del lentisco, delle onde che ruscellano i graniti antichi, della rosa canina, del vento, dell'immensità del mare. Siamo una terra antica di lunghi silenzi, di orizzonti ampi e puri, di piante fosche, di montagne bruciate dal sole e dalla vendetta. Noi siamo sardi. Grazia Deledda. |
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paola
Salottino
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Inserito il - 26/06/2008 : 23:59:09
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grande mg....
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Tuerredda
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drFolk
Salottino
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Inserito il - 27/06/2008 : 00:05:09
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I tuoi genitori sono p r o d i g i o s i.
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Lollove
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Amon
Salottino
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Inserito il - 27/06/2008 : 00:10:05
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Quando la realta supera la fantasia. Già me li vedo i cani della narcotici che puntano la valigia di tuo padre.Però almeno sulla modica dose per consumo personale avrebbero potuto chiudere un occhio. Troppo forte.
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Su Nuraxi
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asia
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Inserito il - 27/06/2008 : 00:16:47
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Ceee... troppu toga custa femina!
La salsiccia: una delle mie sostanze stupefacenti preferite.
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Janahome
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Inserito il - 27/06/2008 : 00:56:24
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Hanno spostato pure te ziama! La salsiccia? Mi chiedo come ha fatto a passare la frontiera sarda... va beh che quelli si muovono solo se gli compare il maialetto sul monitor, non si sprecano per una salsiccia
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Alexa
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Inserito il - 27/06/2008 : 11:15:23
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Ziama!!! Hai fatto 13 davvero!!!!!! Tredicesima Parte, e 13 pagine.... Più 13 di così... Brava..........
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ziama
Salottino
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Inserito il - 27/06/2008 : 14:36:19
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Azzzz...questa sequenza coi numeri...11 di settembre all'undicesimo capitolo il tredicesimo capitolo sulla tredicesima pagina del mio racconto "ho fatto 13".. Dov'e' Asia?????????? AAASIIAAAAAAAAAA.....aiuttoooooo...che significa tutto questo?????
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Santa Mariedda - Senorbi
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babi81
Salottino
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Inserito il - 27/06/2008 : 14:43:32
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Giocateli al lotto ziama!!!
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Barbara |
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asia
Salottino
Utente Senior
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Inserito il - 27/06/2008 : 15:22:32
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| ziama ha scritto:
Azzzz...questa sequenza coi numeri...11 di settembre all'undicesimo capitolo il tredicesimo capitolo sulla tredicesima pagina del mio racconto "ho fatto 13".. Dov'e' Asia?????????? AAASIIAAAAAAAAAA.....aiuttoooooo...che significa tutto questo?????
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Significa che i mattoni con cui costruiamo le nostre emozioni e i nostri sogni alla fine diventano una casa. E la casualità diventa un percorso nitido, dai contorni precisi, con un senso chiaro. La nostra mente sa andare oltre le combinazioni fortuite.
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alepazzi
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Inserito il - 27/06/2008 : 15:58:38
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grande mary.... me la immagino tua sorella
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Cala Goloritzè
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gshow
Salottino
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Inserito il - 27/06/2008 : 19:10:45
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Su su Ziama attivati, non ci puoi lasciare senza la lettura giornaliera....
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ziama
Salottino
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Inserito il - 27/06/2008 : 19:59:29
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QUATTORDICESIMA PARTE (grazie Kokoro!!)....
Ancora una volta mio padre dovette cambiare la sua opinione. Si innamoro’ anche di New York, che gli feci girare in lungo e in largo, e mentre il resto della truppa camminava a passo lento, con mio zio intento a riprendere tutto con la telecamera e le gemelle Kessler (zia MT e mia madre sono cognate ma vedendole insieme, bassottine e tonde, potrebbero facilmente essere scambiate per sorelle tanto che si meritarono l’appellativo di cui sopra) tutte intente a discutere chissa’ cosa, mio padre alla tenera eta’ di 84 anni, manteneva un ritmo incessante. Prima tappa, Statua della Liberta’ e Ellis Island. A Liberty Island, l’isolotto su cui si trova la statua, non c’era granche’ da fare. L’accesso alla corona era fortunatamente ancora interdetto ed evitammo cosi le due ore di fila per salire fin su e l’agonia della discesa giu per quella scala a schiocciola ripidissima, col passante che arriva giusto a meta’ coscia e il vuoto tutto intorno. All’interno Miss Liberty, come viene chiamata dagli americani, e’ infatti vuota (a parte l’infernale scala) ed e’ possibile notare ogni singolo bullone e ogni singola lastra di rame che la compongono. Ma torniamo a noi. Una volta fatto il giro dell’isolotto e scattate le dovute fotografie col panorama della citta’ alle spalle, tornammo al battello per raggiungere la seconda tappa della nostra gita. Arrivammo cosi a Ellis Island, l’isola degli “immigranti”, quella dove un tempo venivano smistati coloro che arrivavano in America in cerca di fortuna o di una vita migliore. Il vecchio edificio e’ stato ristrutturato e adibito a museo. All’interno si possono ancora trovare oggetti rinvenuti dalle famiglie degli immigranti di allora, le sale mediche dove il personale doveva assicurarsi che nessuno avesse malattie contagiose (altrimenti venivano messi in quarantena in quelle che sembravano piu celle di un carcere che camere ospedaliere!), raccolte di foto, documenti e posters che pubblicizzavano il sogno americano in tutte le parti del mondo e persino un tribunale per giudicare coloro che risultavano avere la fedina penale sporca. Nel giardino che invece circonda lo stabile, trascorremmo qualche minuto a controllare se, nel muro che riporta tutti i nomi degli immigrati che passarono per Ellis Island (esiste anche una nuova sezione per le nuove leve, cioe’ quelli arrivati dopo la chiusura di quell’ufficio e si puo’ fare regolare richiesta affinche il proprio nome compaia nella lista), ci fosse qualcuno con i nostri cognomi. Di BASCIU in quel periodo li, non ne arrivo’neanche uno, ma riuscimmo a trovare due SALVATORE SANNA (mio nonno materno, nonche’ forse il nome piu diffuso in Sardegna!!).
Durante la loro permanenza, visitarono anche il mio museo preferito, il Museo di Storia e Scienza Naturale e quel giorno li, Paola ed io decidemmo di lasciarli da soli e incontrarli di nuovo piu tardi, una volta finito il tour. Li trovammo seduti su una panchina del parco che circonda lo stabile, a godersi il sole di una bellissima giornata di marzo. Mentre ci allontanavamo in direzione del Central Park, mia madre si chino’ a raccogliere dei semini che aveva trovato vicino alle radici di un grosso albero. Alzo’ la testa a guardare i rami piu alti e disse: “Ora li porto a casa e li semino, chissa’ se attecchiscono”. Tornai sui miei passi a vedere di cosa stesse parlando e mi mostro’ due semi grossi quanto la punta di un dito, di un colorito rosso-arancio. Erano spaccati a meta’ e all’interno si poteva notare quel che poteva essere il nocciolo. Dopo averli osservati bene, gridai a mia sorella: “Diventeremo riccheeeeee!!!!!!!” Paola, si avvicino’ e guardando mia madre seriamente negli occhi le chiese: “Ma i frutti saranno “sfusi” o nascono gia’ confezionati in bustine?” Avevamo in mano due caramelle della M&M’s.
Anche la metropolitana era una novita’ e motivo di spasso. A parte il precario equilibrio di cui soffrivano le signore, che pregavamo ogni volta di cercare una sistemazione da sedute e possibilmente non addosso a nessuno (cascarono uno dopo l’altra sopra una ragazzetta mingherlina alle quale per un momento pensai le sarebbero scoppiati i polmoni!), tutto quanto li meravigliava e li entusiasmava. Quando i due signori di colore entrarono nel nostro vagone cantando e chiedendo delle “offerte”, Paola ed io rimanemmo estasiate dalla bravura del duo. Mi rivolsi a mia madre e a mia zia: “Avete degli spiccioli?” “Cosa hai detto? Piccioni???” chiese mia madre. “Spiccioli......per i cantanti!!”. Risposi io. Nel frattempo, anche mio padre si avvicino’ al gruppetto delle allegre comari e mia madre disse: “Hai sentito perche’ cantano?”. Mia sorella mi guardo’ stupita ma aspettammo curiose il resto del resoconto. “Stanno raccogliendo soldi per i piccioni!!!!!!!” Scoppiammo a ridere e Paola aggiunse “ Dopodiche’ mettono i soldi in banca, gli danno una carta di credito e gli dicono ‘Toh! Questa e’ per te...vatti a comprare quello che vuoi!!!!”
Rimasero qui dieci giorni, alla fine dei quali noi eravamo esauste, e loro freschi e pimpanti, ringiovaniti e rinvigoriti dal tanto camminare. Finalmente mio padre aveva avuto la maniera di vedere come e dove vivo, di conoscere i miei amici e i posti che frequento e da quel momento in poi si preoccupo’ un po’ meno della sua “bambina” in quel di New York. Di conseguenza, anche mia madre riusci a dormire sonni piu tranquilli perche’ le preoccupazioni di mio padre avevano tenuto sveglia anche lei sino ad allora. Tutto questo pero’ ando’ a discapito di mio fratello e di mia sorella. Quando e se per caso il telefono dovesse squillare nel bel mezzo della notte (a volte capita, a volte penso che mio padre se lo sogni!!), la prima cosa da fare e’ chiamare loro e assicurarsi che stiano bene. “Papa’ sono le tre del mattino!! Sto dormendo, dove vuoi che sia a quest’ora?” “Ma ci spieghi perche a Mari (come mi chiamano in casa) non la cerchi mai?” “Perche’ lei non guida!!!!!”
LOGICO, no????
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Modificato da - ziama in data 27/06/2008 20:03:46 |
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Santa Mariedda - Senorbi
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