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babi81
Salottino
Utente Master
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Inserito il - 26/06/2008 : 01:09:46
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Quando sono stata a New York, per tutto il tempo che siamo state insieme, avrei voluto sempre chiederti come hai vissuto quella lunga giornata dell'11 Settembre 2001, ma per paura di risvegliare brutti ricordi, ho sempre evitato... E' stata traumatica per me, che l'ho vissuta dall'altra parte dell'Oceano, e nonostante il tuo appassionato racconto, nessuno di noi che non l'ha vissuta in prima persona, potrà mai arrivare ad immaginare la tragedia che si è consumata... anche se in quei giorni, penso che tutti noi ci siamo sentiti un po' newyorkesi... Anche io quella notte non riuscii a spegnere la tv, mi addormentavo e mi risvegliavo ad ogni ora per vedere se ci fosse qualche nuovo sviluppo...
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Barbara |
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crazyscedda
Salottino
Utente Medio
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Inserito il - 26/06/2008 : 10:00:16
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sono ammutolita e incantata dal tuo racconto...
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Racconta alla Luna le tue paure. Grida al sole il tuo sorriso. Ascolta le onde, fatti vento è nel Mare la tua libertà.
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scizia
Salottino
Utente Medio
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Inserito il - 26/06/2008 : 10:13:31
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non ho parole................ quando avevo acceso la tv il primo aereo si era gia' schiantato e purtroppo ho assisitito allo schianto del secondo anche io sono rimasta davanti alla tv tutto il tempo, incredula e disperata, pensando a quelle povere vite umane
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il mio mare |
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drFolk
Salottino
Utente Senior
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Inserito il - 26/06/2008 : 10:18:25
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Ero a Cagliari, quando è successo. Mio fratello mi svegliò di soprassalto (facevo la mia abituale pennichella) e mi gridò: "Stanno attaccando l'America, stanno attaccando l'America!". Che cosa vuol dire? Lo capii quando vidi quegli aerei conficcarsi sulle Torri, l'uno dietro l'altro: le fiamme, il fumo e i crolli improvvisi... Uscii per una qualche commissione, non ricordo quale. Guardavo il cielo come se, da un momento all'altro, dovessero comparire altri aerei e dirigersi contro i nostri palazzi, in città. Vissi quell'attacco come una minaccia a tutti noi, come se ferendo New York i terroristi avessero voluto vendicarsi di tutto un altro mondo troppo distante e corrotto per loro.
Sei una grande penna, Ziama.
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Lollove
Nuoro
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Agresti
Moderatore
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Inserito il - 26/06/2008 : 11:18:20
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Graande Ziama!! Ho letto tutto d'un fiato queste 11 parti della tua vita. Non le stavo snobbando, ma dopo aver letto la prima parte che mi ha letteralmente catturato, volevo addentrarmi nel racconto, come sono abituata a fare per un libro: non mi fermo mai dopo la prima pagina Mi hai trasmesso tantissima forza, coraggio, volontà, voglia di farcela, di andare avanti.. Non c'è dubbio, tutto nasce dalla tua caparbietà, cocciutaggine tutta sarda, ma credo che una buona dose l'abbiano messa anche i tuoi genitori, che per quel che ho capito ti hanno supportato per tutte le tue decisioni e le tue scelte..
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Il Poetto dalla Sella del Diavolo
Cagliari
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Agresti
Moderatore
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Inserito il - 26/06/2008 : 11:23:06
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A proposito dell'11 settembre.. Io quel giorno ero, totalmente all'oscuro di tutto, nell'aula del corso di inglese.. Appena uscita son stata informata dell'accaduto, non credevo alle mie orecchie E' stato qualcosa di sconvolgente, nonostante la lontananza anni luce, il riflesso così negativo di tale tragedia si era fatto sentire come un fulmine a ciel sereno..
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Modificato da - Agresti in data 26/06/2008 11:29:20 |
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Il Poetto dalla Sella del Diavolo
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Andreaserra
Salottino
Utente Senior
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Inserito il - 26/06/2008 : 11:33:40
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Grande ZIA!!
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Io non sono nessuno! ma nessuno è come Me!
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paola
Salottino
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Inserito il - 26/06/2008 : 16:14:53
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| afabica ha scritto:
| Janahome ha scritto:
[quote] Ma perchè non ci sono altri che scrivono qualcosa sulla loro "trasferta"?
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quando avro un po di tempo vi scrivero della mia avventura in sud-america
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brava terry
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Tuerredda
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ziama
Salottino
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Inserito il - 26/06/2008 : 16:17:58
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Grazie a tutti... Vorrei riuscire a trasmettere un po' le mie emozioni, le mie paure e le mie gioie attraverso questo resoconto dei miei anni trascorsi negli Stati Uniti. E' difficile mettere tutto nero su bianco anche perche' cose non si possono raccontare, non si possono spiegare. Alcune vicende hanno lasciato il segno indelebile, sia quelle belle che quelle brutte.... Altre sono soltanto "vicende di vita quotidiana" come potrebbe essere la vita in qualsiasi altra citta' del mondo....
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Santa Mariedda - Senorbi
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Siamo sardi Siamo spagnoli, africani, fenici, cartaginesi, romani, arabi, pisani, bizantini, piemontesi. Siamo le ginestre d'oro giallo che spiovono sui sentieri rocciosi come grandi lampade accese. Siamo la solitudine selvaggia, il silenzio immenso e profondo, lo splendore del cielo, il bianco fiore del cisto. Siamo il regno ininterrotto del lentisco, delle onde che ruscellano i graniti antichi, della rosa canina, del vento, dell'immensità del mare. Siamo una terra antica di lunghi silenzi, di orizzonti ampi e puri, di piante fosche, di montagne bruciate dal sole e dalla vendetta. Noi siamo sardi. Grazia Deledda. |
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ziama
Salottino
Utente Maestro
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Inserito il - 26/06/2008 : 16:22:34
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DODICESIMA PARTE
Ricordo ancora la prima volta che incontrai Nino. Un amico di Herbert, il mio coinquilino, ci invito’ a cena per celebrare il suo nuovo lavoro. “Conosco un ristorantino italiano carinissimo e si mangia divinamente”. “Dobbiamo proprio? Io i ristoranti italiani a New York preferisco evitarli. Se proprio devo mangiare italiano, me lo cucino da sola!” “Vedrai che ti piacera’, ne sono sicuro”.
Mi aspettavo di ritrovarmi in uno di quei locali “finto-italiani” dove anche l’arredamento e’ un’esagerazione di quello che dovrebbe essere una trattoria nostrana, con biciclette appese al soffitto e foto del papa e di Frank Sinatra alle pareti. Fui positivamente colpita invece dalla sobrieta’ dell’ambiente. Il soffitto basso, le tovaglie bianche ai tavoli e le luci soffuse mi fecero venire in mente un ristorante che avevo visto in un film con Sophia Loren, se non ricordo male intitolato “La Baia di Napoli”. Un signore sulla cinquantina, con un viso che ricorda un po’ Robert de Niro, ci accolse all’ingresso e saluto’ calorosamente Miguel, che a quanto’ capi’ era uno dei clienti abituali. Mi colpi’ subito la sua aria gioviale e una volta sentito il suo accento, gli chiesi se fosse napoletano. “Ma che scherzi???” mi rispose “Non sono napoletano, sono di Capri!” Mai dare a una persona di Capri del “napoletano”!!!!!!!!!! Ci fece accomodare in quello che in seguito venni a scoprire essere il tavolo migliore del ristorante e durante tutta la serata fece in modo di assicurarsi che tutto procedesse per il meglio. Quando gli chiesi il permesso di “rubare” uno dei suoi posaceneri (ancora si poteva fumare nei locali pubblici e i suoi portacenere erano adorabili) mi disse senza mezzi termini: “Ti conosco da quindici minuti ma gia’ ho capito che sei una ‘cagacazzi’” (Beccata!! Devo avercelo scritto in fronte!!!) Quello fu l’inizio della nostra amicizia.
Quando quasi un anno dopo la mia compagnia decise di trasferire la sede da Manhattan a Woodbury, a Long Island, decisi di lasciare il mio lavoro. Avrei dovuto viaggiare ogni giorno per due ore per raggiungere l’ufficio e altre due per tornare a casa. Preferivo lavorare in citta’ e diedi percio’ le mie dimissioni, senza per altro essermi assicurata di avere gia’ un lavoro. Ovviamente le mie aspettative per quanto riguarda il tipo di occupazione erano cambiate e continuavo a rifiutare le offerte che mi venivano fatte ogni volta che andavo a un colloquio. Nel frattempo pero’ dovevo in qualche modo assicurarmi delle entrate in attesa di trovare “il lavoro adatto” e praticamente constrinsi Nino a farmi lavorare con lui. Ritornai cosi a fare la hostess in ristorante e Nino fece in modo che durante quei sei mesi di “disoccupazione” guadagnassi abbastanza soldi da permettermi una vita decorosa. Alla fine di dicembre, il mio ex capo, col quale ero comunque rimasta in contatto, mi chiamo’ per sapere come stava andando la mia ricerca per una nuova occupazione. “Non capisco perche’ ti rifiuti di viaggiare. Non fare la stupida e torna con noi. Vedrai che prendere il treno tutti i giorni non e’ cosi male come pensi”
Aveva ragione ancora una volta e durante tutto il periodo che da Manhattan presi il treno che portava a Woodbury, ebbi la maniera di fare cio’ per cui di solito mi manca il tempo in citta’: leggere. Divorai tantissimi libri, uno dopo l’altro, assetata di lettura dopo tanti anni di astinenza. Lessi di tutto, dai fiction ai libri di saggistica, dalla politica a tutto’ cio che mi capitava tra le mani. AJ decise pero’ di riaprire l’ufficio a Manhattan e ancora una volta fui catapultata nella vita frenetica della citta’ e caddi di nuovo nel letargo letterario. Nel frattempo pero non smisi di lavorare in ristorante con Nino, anche se solo i fine settimana. Eravamo ormai diventati una famiglia e sinceramente le serate trascorse in ristorante non mi pesavano affatto, dato che comunque Bricco, questo il nome del locale, divento’ un punto d’incontro con i miei amici, alcuni dei quali conosciuti proprio in ristorante. Ancora oggi, durante i mesi invernali, continuo a lavorare per lui mentre nei mesi piu caldi, quando in ristorante c’e’ meno da fare, mi dichiaro “on summer strike”, ossia lo sciopero estivo per potermene tranquillamente andare al mare.
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Santa Mariedda - Senorbi
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paola
Salottino
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Inserito il - 26/06/2008 : 16:34:00
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ce l'h0 fatta a mettermi in pari.... letto tutto....
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Tuerredda
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patrizia
Salottino
Utente Senior
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Inserito il - 26/06/2008 : 21:38:22
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Aspetto con ansia la TREDICESIMA PARTE!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
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asia
Salottino
Utente Senior
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Inserito il - 26/06/2008 : 21:49:55
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Continuo a leggere con grande piacere. Una domanda: è casuale che il racconto dell'UNDICI settembre sia il numero UNDICI?
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ziama
Salottino
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Inserito il - 26/06/2008 : 21:53:37
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Asia.....e' stata una casualita' che ho notato anche io..... Non era assolutamente voluta...dato che non ho programmato niente e gli spezzoni del racconto li posto nel momento in cui nascono.... Pero'...pensavo nessuno l'avesse notato! Hai l'occhio clinico!
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Santa Mariedda - Senorbi
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alepazzi
Salottino
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Inserito il - 26/06/2008 : 21:56:07
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te l'ho sempre detto e te lo ripeto per l'ennesima volta.....SEI SPECIALE!!!!! aspetto il seguito
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Cala Goloritzè
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