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sardosempre
Utente Attivo
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Inserito il - 03/03/2008 : 11:01:09
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| Anurai ha scritto:
Mi permetto di precisare qualcosa sul costume di Oristano. Le donne di Oristano città vestivano a sa crabarissa, ecco perchè nelle vecchie foto della vestizione de su componidori vedete donne con un abito simile a quello di Cabras... Quello è l'abbigliamento comune a Oristano, Cabras, Nurachi, Riola, Solarussa, Zerfaliu, MAssama, Nuraxinieddu Il costume delle foto di Rosmery è una ricostruzione degli anni '60 dovuta al grande impegno amore e passione di Enrico Fiori, fondatore del gruppo folk di Oristano. Di quel costume ci sono poche fonti, alcuni acquerelli poco dettagliati risalenti al 1700/1800 e una foto degli inizi del 1900 con una bambina di circa 10 anni abbigliata con una gonna plissettata come quella di Busachi, un giacchino lungo sino ai fianchi (quello a sa crabarissa è cortissimo, si aggancia sotto il seno) e con dei tagli verticali al fondo, e al posto de su pann'e'aranti un grembiule in tulle ricamato. Da qui è stato ricostruito quello rosso attuale, molto coreografico e ricco di apllicazioni ricamate, poi per gemmazione è nato quello nero di gala. Io lo amo molto, e amo il fatto che si usi tanto metterlo, purtroppo in poche occasioni, eppure questo basta a tenerlo vivo e in continuo sviluppo e miglioramento. Eppure quello che su di me esercita un fascino speciale è quello a sa crabarissa, perchè era nell'uso, perchè ancora lo vedo indossare tutti i giorni da ormai poche signore di una certa età. Un altro particolare che posso ricordarvi è che da noi non si usava la camicia femminile o maschile con i polsi ricamati, è solo una innovazione degli ultimi 40 anni...
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oristano
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drFolk
Salottino
Utente Senior
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Inserito il - 03/03/2008 : 12:14:40
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Su Manteddu Puzonatu è caratteristico del paese di Bitti, ed è un tipo di abbigliamento infantile caduto in disuso assieme all'usanza delle fasciature, venendo sostituito "dae su 'istireddu". Su manteddu è un pannello rettangolare di orbace scuro, bordato su tre lati con del panno rosso impunturato con del filo nocciola, e profilato con velluto blu-nero. Può essere increspato nel mezzo, e viene avvolto attorno al corpo fasciato dell'infante, in modo che le bordature verticali di panno rosso vengano chiuse sul davanti. A su manteddu si sovrappone su corittu, che riprende in forma semplificata la tipologia del corittu femminile. Queste sono notizie ovvie, mi rendo conto: ma è interessante notare che la combinazione manteddu, soloppattu, camicia e caretta viene indossato dalle bambine fino ai tre-quattro anni di età: credo possa rappresentare un relitto dell'antico abbigliamento femminile con la gonna a doppio pannello, secondo quanto già detto in un mio post precedente. Inoltre il gruppo folkloristico di Bitti usa un pannello molto simile a su manteddu puzonatu come copricapo femminile, una sorta di mantiglia ripiegata e sovrapposta all'insieme "vela-caretta" (non più tonda come quella delle bambine, ma appuntita). Resterebbe da chiarirre se la tipologia adottata come mantello femminile sia quella appropriata, in quanto negli apparati relativi alle stampe di Simone Manca di Mores si parla di una mantella rossa bordata di azzurro, e in un manoscritto anonimo di Orune (su www.oruneonline.it) si parla de sar damas de manteddu, le nobildonne di orune che portavano una mantella rettangolare di scarlatto che cadeva loro sulle spalle.
Immagini tratte da www.flickr.com, da www.sardegnacultura.it (libro COSTUMI).
Scusate per il ritardo, ho iniziato la preparazione del nuovo esame universitario e dovevo trovare un assetto decente.
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Modificato da - drFolk in data 03/03/2008 12:19:14 |
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Lollove
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babborcu
Salottino
Utente Virtuoso
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Inserito il - 04/03/2008 : 10:49:16
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Non voglio distoglierti ,dott. folk ,dai sacrosanti esami... ma ti ringrazio per le precisazioni sul manteddu puzonatu... credo che puzonatu si riferisca alle pieghette che lo fanno assomigliare alla coda di un uccello?? mi sbaglio ??nel sassarese sa munnedda puzonada è una gonna, molto influenzata dalla moda cittadina del primo 900 ,con pieghette a ventaglio nel retro al punto vita. Sono convinto che la foggia di Bitti, poichè non di rado in certi abiti dei bimbi, " discende" e resta la moda passata degli adulti, rimandi alle gonne arcaiche aperte davanti... poi vi è dempre una polifunzionalità in molti indumenti sardi... massime la gonna , la cappa ed il grembiale confondono le loro funzioni... alcuni manteddos ellittci di Ollolai , destinati ai bimbi ,erano evidentemente anche cappe, per le adulte ,, e confrontane la forma con i grembiuli di Aritzo ... Per quanto ne so le cappe erano molto diffuse nell'abbigliamento delle donne "de zente "anche nel nuorese... ne ho visto a Oliena, a Nuoro e in altri paesi... non mi sorprende che vi fossero a Orune e Bitti... il modello iniziale di questo accessorio era rettangolare ed in Logudoro , anche a Osilo ,era detto "cobertedda"... Il poeta di Bantine, Pisurzi ne l 1700 cita questo capo come tipico delle dame... " solu mancat chi ti lies cobertedda e iscoffìa.. ciao ,, babborcu
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drFolk
Salottino
Utente Senior
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Inserito il - 04/03/2008 : 11:14:00
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Nulla da obiettare alla tua analisi, anzi! Sol omi lascia perplesso il fatto che tale copertedda o manteddu bittese sia in orbace nero, tessuto troppo rigido e troppo rustico per la confezione di un capo d'abbigliamento nobiliare.
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Lollove
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babborcu
Salottino
Utente Virtuoso
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Inserito il - 04/03/2008 : 11:44:44
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Dr Folk, non volevo dire che il copricapo bittese era da nobili... quelli che ho citato per il nuorese erano di scarlatto o velluto di seta rooso o broccato... a Osilo la copertedda blu e nera era distinta da quellla rossa, riservata all'ELITE.. a proposito... mi fa piacere che illustri quel che scrivo su Osilo.. io per adesso non sono attezzato... il costume di gala.. come ho detto ,era esclusivo di una minoranza.. rispetto al resto della popolazione. e soltanto di determinate feste ..Ortiz non lo vide forse per la gelosia che avevano a mostrarlo...ma quei costumi c'erano ed erano portati... l'abito de ogni die non lo colpì perchè aveva colori smorzati e soprattutto nero,, ne parlerò opresto.. invece quando andò a Ittiri le gonne di teletta lo entusismarono... ciao.. babborcu
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babborcu
Salottino
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Inserito il - 04/03/2008 : 16:37:38
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Altra puntata su osilo: L'abito che ho descritto è la risultante di notevoli trasformazioni avvenute nel tempo: il costume del primo ottocento era quasi sempre in orbace granato, il busto, di semplice seta liscia , chiudeva alla vita con un nastro passante, si indossavano due o più gonne, fittamente plissate, sovrapposte; il giubbetto, probabilmente scollato, aveva maniche squartate ed era chiuso con bottoni sferici di lamina, assicurati a nastri, si portava una cuffia a sacco e, sopra, un telo di lino a soggolo.. la capitta. d'orbace, era alternata con la copertedda nera o blu , se non si rovesciava la gonna superiore sul capo.. la camicia, di lino presentava soltanto ricami, molto semplici, a punto nodo sullo scollo e forse il "coro ". gia da allora l'elite portava, però un abito di finissimo scarlatto orlato di nastri rosa o bianchi. verso il 187o le fanciulle abbienti, a gara ,arricchirono il costume, introducendo veli di giacconetta ( cotone semitrasparente ) , le camicie, di stoffe fini, si arricchiscono di ricami, spesso in rosso. si preferirono bottoniere di filigrana con fermi a T gli squarti al giubbetto si chiusero e le balze della cappa e della gonna divennero di nastro commerciale a fiorami. Alla fine del 18oo si introdussero tulle, velluto di seta e balze ricamate ed il costume divenne come oggi vediamo. babborcu
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babborcu
Salottino
Utente Virtuoso
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Inserito il - 05/03/2008 : 12:27:02
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Ancora osilo: Le donne appartenenti alle classi inferiori, nonché le ricche in occasioni non speciali, avevano un abbiglimento festivo meno colorato... ma finemente confezionato ( le donne d'osilo) erano rinomate per l'arte della tessitura e del cucito. Ad esclusione della capitta, l'abito era uguale come struttura a quello " ricco" , gia descritto, ma aveva la gonna di panno nero fittamente plissata.. il velo poteva essere anche di bisso di lino, organza, mussola. Le varianti erano date dal copricapo , così definito : faldetta in conca , una gonna di panno nero indossata sopra quella normale era rovesciata sulla testa ( questo abbigliameto, se il giubbetto ed il busto erano neri ed il velo non presentava ricami , era quello vedovile o del lutto stretto) e si usava per far visite importanti.. In alternativa la gonna, non indossata ,era poggiata sulla testa, come una cappa ,ed era destinata ad usciate meno importanti... se si facevano visite di condoglianza o si era in lutto leggero, con il giubbetto rosso si portava una capitta di panno nero.. in antico orlata anche di blu. Per uscire normalmente di casa un grembiale posteriore. era rovecsiato sulla testa. In casa o al lavoro.. sopra il velo a soggolo di portava un fazzoletto commetciale, fluente sul dorso ed annodato sotto il mento ( muncaloru ispartu ) . Dal 1910 è entrato in uso lo scialle, nero, blu, marrone o color crema. I costumi d'osilo sono molto famosi,, sono stati descritti da quasi tutti i viaggiatori e riprodotti in quasi tutte le raccolte di stampe ed acquerelli. Esistono diversi dipinti di Biasi con donne d'osilo. Ancor oggi molte anziane vestono con gonna lunga e scialle, ma nessuna porta più giubbetto e busto. A Sassari ancora negli anni attorno al 1950 ai attendeva la comitiva degli osilesi al ritorno dalla festa di S. Gavino di Porto torres, che tornavano in paese con le donne alle groppe ed i vestiti di gala.. perchè era ritenuto uno spettaolo.. anche per la bellezza delle donne..
Babborcu..
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Antoi
Salottino
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Inserito il - 09/03/2008 : 16:09:52
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costume di S. Giusta destra costume fino a 30 anni fa a sinistra ultimi costumi
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babborcu
Salottino
Utente Virtuoso
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Inserito il - 10/03/2008 : 08:54:35
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ultima puntata su Osilo. Il costume maschile, con un forte contrasto con quello femminile di gala, è rigorosamente bianco e nero. Impiega il famoso orbace , fresi de tres, prodotto un tempo nel pase... privo di peluria.. finissimo, come una garza coriacea nera. Impiega , inoltre, lino crudo, finissimo tessuto al telaio nel paese. Tutti i pezzi, benchè non siano vistosi, sono rifiniti con cura certosina ed hanno un taglio molto accurato. La berritta è di panno nero, la camicia, entone, è di lino crudo con bottoncini rivestiti di fili, ad ago. iIl corpetto, dossu, è di panno fine nero, raramente di velluto nero. Questo capo è smanicato, chiude a doppio petto sul davanti, ha un breve scollo arrotondato e presenta una serie di lunghe asole nere ( debbono essere perfette, vi erano donne specializzate soltanto nel fare le asole ), la chiusura è attuata con minuscoli bottoni ( 18- 26 per parte)rivestiti di tessuto nero.. nel passato si usavano anche bottoncini di vetro nero, satinati, lucidi o sfaccettati; sulla schiena si vede la fodera di lino crudo contornata dal rinforzo nero del giro collo e giro manica, che risparmiano una specie di calice bianco.. con espediente simile a Nuoro.. Bitti ecc.. : Il resto degli indumenti è simile a quello degli altri paesi... la giacchetta con cappuccio, capottinu, ha le falde rivestite di velluto nero.. esisteva anche un capotto, cappottone, lungo sin quasi alle caviglie e con spacchi.. Gia ai primi del novecento le ragas vennero sostituite con calzoni, strettissimi, di orbace nero. Anche per l'abito maschile si seguono trasformazioni nel tempo... nel primo ottocento il corpetto era di scarlatto e si usava il coeru...sopravveste di pella ben conciata 8 come quella del componidori di Oristano).. poi il corpetto venne fatto in velluto granato,, poi viola, sino all'attuale nero.. saluti a tutti babborcu
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babborcu
Salottino
Utente Virtuoso
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Inserito il - 11/03/2008 : 14:00:26
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Visto che nessuno scrive.. non mi diverto cosi!!! altra puntata sui costumi logudoresi... Nulvi Nel paese ancora qualche anziana vedova indossa quotidianamente il cotume.. ma ,al posto degli antichi busto, camicia e giacchetta, porta maglioni... l'indumento più caratteristico è sa faldettedda, una gonna di tela nera ( o tibet per lusso ) che viene poggiata sulla testa come una cappa... la si sovrappone ad un fazzoletto a soggolo nero... questa foggia è comune a tutta l'Anglona ( martis, chiaramonti, perfugas, laerru...) a ploaghe , bonorva, sorso, Ittiri, sennori e alla gallura ( la capitta ) e a monti, berchidda , oschiri.. ma con stoffe e decorazioni specifiche paese per paese. A Nulvi esiste anche un altro tipo di copricapo , che fece definire le nulvesi " le rondinelle " e che adatta una gonna , per il lutto stretto o vedovile... la gonna , appena increspata in vita, ,è di tibet nero ed è indossata su un'altra di panno nero plissato o tibet;viene rovesciata dulla testa... e si indossa sopra un telo bianco copricapo, con il busto di broccato listato di nero e allacciato con stringhe, sempre nere, ed in maniche di camicia ( perchè l'uso della giacchetta era ritenuto lussuoso) . una specie di sottogola bianco e nero è stato introdotto nel 1950 da una maestra che tentava di rendere più "ordinato l'abito"... poco opportunamente, a mio parere, per esigenze di spettacolo si usano camicie con opizzi e ruches ed un cammeo appeso ad un vellutino.... così come ,per ostentare il costume, si tiene la gonna aperta sul davanti ( in origine lasciava intravvedere appena il volto)... le parti bianche in antico erano affumadas, ingiallite con il fumo,, perchè anche portare indumenti bianchi faceva cedere il rigore del lutto... conosco quest'uso per molti centri del Nord.. qualcuno lo conosce per il nuorese e l'ogliastra??? ciao babborcu
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babborcu
Salottino
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Inserito il - 12/03/2008 : 14:06:07
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Ancora Nulvi. Il costume femminile di gala comprende.:in velo di tulle bianco a fiorami che si poggia sulla fronte e fluisce libero sul dorso... una camicia molto simile a quella di Ploaghe ,un giubbetto , uguale a quella d'osilo, ma confezionato in terziopelo a fiorami su fondo scuro... come in quello, i polsi sono chiusi da bottoni d'argento.. in filigrana o lamina... Sopra si porta il busto rigido... in corrispondenza della schiena è un'allacciatura fissa di nastro di seta , spesso a fiorami su fondo giallo, rosa, celeste... che chiude davanti con due appendici romboidali, munite di ganci, rivestite di seta ( bianca o celeste ) Sul petto si stende sa paletta, uno scialletto chiaro damascato che copre il seno...la gonna è di panno nero, a fiittissime pieghe sul retro.. il grembiale è di damasco scuro... l'abito somiglia strutturalmente a quello d'osilo ( nulvi è ai confini) , ma è giocato su toni neri o scuri... esistono molti indizi che nel passato fosse più vivace e colorato... le sarte di Nulvi erano bravissime e i costumi.. esistono pochissimi esemplari rifatti, hanno taglio perfetto, stoffe pregiate , confezione e rifinitura finissimi... L'abito maschile non si discosta troppo da quello d'osilo... cari saluti, babborcu
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babborcu
Salottino
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Inserito il - 18/03/2008 : 17:08:15
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Descrizione da settimana santa: Sennori.. Il costume femminile di gala è tra i più famosi.. si tratta di un abito, originariamente esclusivo di poche donne benestanti.. che si è arricchito nel tempo, anche sollecitato dall' " esposizione " nelle sfilate. E' uno dei costumi sardi più elaborati, appariscenti.. e costosi. L'acconciatura della testa è molto caratteristica . formata com'è da quattro fazzoletti..su tucchè fascia le chiome lasciando in vista una piccola striscia di capelli sulla fronte.. si porta poi un fazzoletto di seta , celeste, crema o rosa, piegato a triangolo ( su muccaloru de sa luisina) poi un soggolo di pizzo o tulle bianco ( su elu ) poi, sopra tutto,un telo di cotone o lino bianco, molto inamidato e piegato con il ferro da stiro , in un modo che ricorda la cornetta delle suore" antiche ". Questo ultimo elemento si chima muccaloru biancu o biccu e, inornato sino al 1920 circa, oggi è operato a traforo e sfilato e smerlato.... alcune donne solstituiscono il tutto con una velo bianco che arieggia il velo " civile " da sposa.. ma , è una mia opinione personale, il " costume"perde molto della sua originalità così. La camicia è di tela ed è ornata da una strisciolina ricamata in bianco allo scollo, da pizzo S. Gallo sul petto ed a i polsi e da sfilati ( trappadiglios " anche molto complessi ai lati dell'apertura veticale, al centro del petto. Sopra si mette la giacchetta , che giunge appena sotto lavita, lascia in vista la camicia sul petto, ed ha grandi e rigide maniche squartate; è di velluto di seta crelisi o bordò e sul lato esterno delle maniche presenta ricami di canutiglio d'oro ( dallo spagnolo canutillo= piccola canna) ( si tratta di una spiraletta metallica , liscia o zigrinata , si,quella che, a volte, rifinisce le collane vicino al moschettone. Questo tubicino viene tagliato con le forbici e , infilato, viene applicato, come le perline.. facile a dirlo!!! a Sennori lo si usa estesamente per realizzare fastosi disegni di corolle, foglie , rose, spesso arricchiti da strass e perline... Le maniche sono orlate con ruches celesti e nastri di raso pieghettato... nel passato l'indumeto era più sobrio e con orlature di passamaneria di seta ... nei prossimi giorni altro ... saluto babborcu
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Nugoresu
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Inserito il - 18/03/2008 : 19:42:25
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| babborcu ha scritto:
Visto che nessuno scrive.. non mi diverto cosi!!! altra puntata sui costumi logudoresi... Nulvi Nel paese ancora qualche anziana vedova indossa quotidianamente il cotume.. ma ,al posto degli antichi busto, camicia e giacchetta, porta maglioni... l'indumento più caratteristico è sa faldettedda, una gonna di tela nera ( o tibet per lusso ) che viene poggiata sulla testa come una cappa... la si sovrappone ad un fazzoletto a soggolo nero... questa foggia è comune a tutta l'Anglona ( martis, chiaramonti, perfugas, laerru...) a ploaghe , bonorva, sorso, Ittiri, sennori e alla gallura ( la capitta ) e a monti, berchidda , oschiri.. ma con stoffe e decorazioni specifiche paese per paese. A Nulvi esiste anche un altro tipo di copricapo , che fece definire le nulvesi " le rondinelle " e che adatta una gonna , per il lutto stretto o vedovile... la gonna , appena increspata in vita, ,è di tibet nero ed è indossata su un'altra di panno nero plissato o tibet;viene rovesciata dulla testa... e si indossa sopra un telo bianco copricapo, con il busto di broccato listato di nero e allacciato con stringhe, sempre nere, ed in maniche di camicia ( perchè l'uso della giacchetta era ritenuto lussuoso) . una specie di sottogola bianco e nero è stato introdotto nel 1950 da una maestra che tentava di rendere più "ordinato l'abito"... poco opportunamente, a mio parere, per esigenze di spettacolo si usano camicie con opizzi e ruches ed un cammeo appeso ad un vellutino.... così come ,per ostentare il costume, si tiene la gonna aperta sul davanti ( in origine lasciava intravvedere appena il volto)... le parti bianche in antico erano affumadas, ingiallite con il fumo,, perchè anche portare indumenti bianchi faceva cedere il rigore del lutto... conosco quest'uso per molti centri del Nord.. qualcuno lo conosce per il nuorese e l'ogliastra??? ciao babborcu
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Ciao, non ti potresti informare e descrivere più minuzionsamente come si fanno i ricami de sos coros nelle camicie? mia moglie ci ha provato con la descrizione fatta ma non ci è riuscita
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babborcu
Salottino
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Inserito il - 19/03/2008 : 13:01:41
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Nugoresu, ti vorrei aiutare davvero!!! penso di averlo descritto al massimo delle mie possibilità..il sapere della mano è difficile da comunicare.. ed io non lo possiedo neppure.. l'ho visto fare tempo fa..l'ho capito ma non profondamente.forse perchè non pensavo mai di doverlo fare io!! per poterlo rifare penso che bisognerebbe vederlo e non sarebbe facile alla prima... forse bisognerebbe provare con schemi facili , come uno zig zag... quel che penso sia difficile è realizzare l'effetto tela una piegna si e l'altra no delle parti in negativo... prova a scrivermi quali sono le difficoltà di tua moglie e vediamo cosa ne ricaviamo... a distanza... bonas pascas de aprile, Babborcu
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babborcu
Salottino
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Inserito il - 20/03/2008 : 10:39:16
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caro nugoresu , ho meditato un po' e ho chiesto consiglio a persone con un cervello più " tecnico" del mio..dunqu secondo me occorre fare una prova su un tessuto consistente... è meglio provare per uno schemetto piccolo... creare tredici pieghe : fare pieghe grandette per es . infilando il filo bianco cinque trame si e tre no in tutto dico tredici pieghe ci vogliono cinque passate parallele di filo distanziate di 4 millimetri l'una... formata la striscia ( non stringerla troppo!!)con il filo nero ( si vede meglio )ripassare così prendendo le pieghe e passando il filo davanti all'una e dietro all'altra,: prima passata in alto: una si, una no,una si,una no una si ,due no,una si, una no, una si, una no, una si . altra passata parallela più in basso :una no, una si, una no, una si., quattro no, una si, una no,una si , una no. altra passata:una si , una no, una si,sei no, una si , una no, una si. Altra passata: una no , una si, due no ,due si, due no, una si una no. altra passata.una si , tre no,una si, due no,una si, tre no, una si.
Avere cura di lasciare un bel pezzo di filo nero ad ogni fine di passata.. alla fine tirarle e stringere quanto basta perchè i rilievi si formino.... è chiaro che così non crei un capolavoro finissimo.. ma seve per apprendere la tecnica... fammi sapere ciao
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