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Nugoresu
Utente Attivo
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Inserito il - 28/02/2008 : 16:59:36
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| babborcu ha scritto:
Vorrei dire quel che so del "coro". E' diffuso in quasi tutte le camicie, soprattutto festive , maschili e femminili , antiche sarde anche in alcuni vestitini infantil.: E' localizzato sullo scollo, ai polsi, sulle spalle ( a volte su un solo elemento) in qualche paese si trova nei grembiali non festivi ( Busachi) E' detto anche: alchittu o razzoni in Gallura, bastonette nel Goceano, tene e lassa o lea e lassa nel sassarese, lauru a Thiesi, puntu nvanu o vanu a Samugheo e nelle aree meridionali. E' in genere bianco su bianco ma anche bianco e nero ( area bittese) o rosso e blu ( Ollolai Gavoi) o con sottolineature di rosso ( Oliena): E' eseguito su tele di varia grossezza.Il lavoro è più fine in tele fini e più sollevato e rustico in tele grosse.E' documentato in area folkoristica slava, spagnola e italiana: Lo si conosce in camicie signorili rinascimentali ( vari dipinti dell'epoca ) Puntu vanu.. indicala lentezza dell'esecuzione,,, si fa sempre su una pieghettatura non strettissima della tela... ricamatrici meticolose stramano la tela per segnare le pieghe o contano le trame del tessuto tre prese e tre lasciate, tre pre e una o due lasciate.. altre pieghettano ad occhio anche rapidamente. Nel logudoro questo lavoro era detto ponnere in pija ... il coro de tres , de ses de noe citato anche dalla Deledda, credo che forse si riferisca al numero di fili paralleli che fermano le pieghe e quindi all'altezza della striscia su cui operare con possibilità maggiori di fare disegni più dettagliati. Il lavoro successivo consiste nel passare l'ago con il filo schiacciando alcune pieghe( che risultano in negativo o scure (se il filo è colorato) e risparmiandone altre ( che risultano bianche e in rilievo) , nella passata inferiore il filo schiaccerà le pieghe sfalsandole una si e una no ,, come nel punto tela: é un gioco matematico come nella tessitura a littos:. La pieghettatura viene contemporaneamente stretta facendo sbuffare in fuori le pieghe risparmiate ( lea e lassa appunto ).Questo è quel che ho capito io, l'ho visto fare.. ma non è una cosa evidentemente per aghi inesperti. Le figure sono geometriche .. cuori, croci di sant'andrea , X, rombi spighe.. a Teulada ho visto una camicia maschile con uccelli stilizzati e con il ballo sardo( pacchiane a dirsi, ma vi assicuro belle): A Oliena, Ollolai e a Dorgali, a Busachi e a Bono alcune ziedde lo sanno fareSaluti cari.. Babborcu
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Qualche foto ingrandita dei ricami del bittese ollolai o gavoi?
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drFolk
Salottino
Utente Senior
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Inserito il - 28/02/2008 : 17:11:34
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Dal sito http://www.lulaturismo.it
Bell'esemplare di camicia maschile, con ricamo realizzato a pieghe semplici senza stramatura.
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Lollove
Nuoro
..un altro meraviglioso angolo di Sardegna |
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Nugoresu
Utente Attivo
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Inserito il - 28/02/2008 : 17:20:56
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Grazie belle foto e bei ricami...
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Odisseo
Salottino
Utente Medio
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Inserito il - 28/02/2008 : 23:37:01
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Bellissimo, complimenti!+ Tante info (almeo per me) nuove.
Scusate una curiosità: ma il famoso ORBACE è normalmente reperibile?
ciao!
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Ciao. Sono interessato a fotografie, memorie e ogni informazione utile sul periodo della guerra 1940-43 in Sardegna. |
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babborcu
Salottino
Utente Virtuoso
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Inserito il - 29/02/2008 : 08:38:08
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Bella camicia! Non troppo vistosa e raffinata e curata nei dettagli. La struttura di questo tipo di camicie è antica, di origine rinascimentale... ne ho visto alcune simili cinquecentesche al Museo del Tessuto Tessuto di Prato ed erano ricamate in bordò o nero.. oltre al coro... come ho visto in camicie maschili di Samugheo, presentavano ricami lungo le costure delle maniche. In tempi recenti in molti paesi sardi si è imposta una camicia più moderna, meno ampia e con petto a pieghe cucite e chiusura con bottoncini di madreperla.. Dottor Folk, vistro che sai tante cose dell'area bittese ,e non solo, mi sapresti dire qualcosa in più di sa coa puzonada ( si dice così? ) un tipo di indumento infantile che penso sia arcaico... imparentato con la capitta nuorese.. ed anche con le gonne a sacco di Desulo? A proposito di grembiali copricapo, erano usati oltrechè a Isili, a Osilo, Cuglieri, Busachi, Ossi, Nughedu S. Vittoria ( legati alla vita posteriormente) e, liberi, oltrechè a Desulo, a Ittiri, Thiesi, Uri, Romana, Oristano . Saluti , babborcu
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drFolk
Salottino
Utente Senior
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Inserito il - 29/02/2008 : 21:19:55
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Domani, promesso, vi parlerò de su manteddu puzonatu, oggi proprio non ho avuto tempo.
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Lollove
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Anurai
Nuovo Utente
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Inserito il - 02/03/2008 : 22:59:24
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| Odisseo ha scritto: Scusate una curiosità: ma il famoso ORBACE è normalmente reperibile? |
L'orbace viene ancora tessuto a Samugheo inoltre lo trovi a Nule, in diversi colori, presso la rivendita della filanda di Pietrina Cocco Crabolu Vacci, ne vale la pena
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Lunedi mi metto a dieta |
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Anurai
Nuovo Utente
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Inserito il - 02/03/2008 : 23:18:39
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Mi permetto di precisare qualcosa sul costume di Oristano. Le donne di Oristano città vestivano a sa crabarissa, ecco perchè nelle vecchie foto della vestizione de su componidori vedete donne con un abito simile a quello di Cabras... Quello è l'abbigliamento comune a Oristano, Cabras, Nurachi, Riola, Solarussa, Zerfaliu, MAssama, Nuraxinieddu Il costume delle foto di Rosmery è una ricostruzione degli anni '60 dovuta al grande impegno amore e passione di Enrico Fiori, fondatore del gruppo folk di Oristano. Di quel costume ci sono poche fonti, alcuni acquerelli poco dettagliati risalenti al 1700/1800 e una foto degli inizi del 1900 con una bambina di circa 10 anni abbigliata con una gonna plissettata come quella di Busachi, un giacchino lungo sino ai fianchi (quello a sa crabarissa è cortissimo, si aggancia sotto il seno) e con dei tagli verticali al fondo, e al posto de su pann'e'aranti un grembiule in tulle ricamato. Da qui è stato ricostruito quello rosso attuale, molto coreografico e ricco di apllicazioni ricamate, poi per gemmazione è nato quello nero di gala. Io lo amo molto, e amo il fatto che si usi tanto metterlo, purtroppo in poche occasioni, eppure questo basta a tenerlo vivo e in continuo sviluppo e miglioramento. Eppure quello che su di me esercita un fascino speciale è quello a sa crabarissa, perchè era nell'uso, perchè ancora lo vedo indossare tutti i giorni da ormai poche signore di una certa età. Un altro particolare che posso ricordarvi è che da noi non si usava la camicia femminile o maschile con i polsi ricamati, è solo una innovazione degli ultimi 40 anni...
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sardosempre
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Inserito il - 03/03/2008 : 10:03:05
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processione a fonni, anni 20....questi costumi hanno ispirato molte tele di Biasi.
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sardosempre
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Inserito il - 03/03/2008 : 10:05:34
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costumi sardi all'orto botanico di cagliari..principi del secolo XX
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sardosempre
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Inserito il - 03/03/2008 : 10:07:52
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DONNE DI DESULO NELLA PARROCCHIA di sant' antonio abate, issiria.1955
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Modificato da - Petru2007 in data 30/06/2008 17:32:58 |
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sardosempre
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Inserito il - 03/03/2008 : 10:09:16
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preparazione del pane..desulo anni 50
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babborcu
Salottino
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Inserito il - 03/03/2008 : 10:51:59
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In attesa delle notizie sul manteddu puzonadu, vi parlerò di un altro costume logudorese. Osilo. L'abito femminine più noto, così come lo conoscimo, è stato elaborato, da una foggia precedente (ve ne parlerò prossimamente) alla fine del 1800.E' detto su estire 'e cheja, perchè si usava soltanto per le proprie nozze ,per intervenire ai matrimoni e per grandi cerimonie religiose;oppure sa capitta ruja , per il copricapo che lo caratterizza. Poteva essere indossato esclusivamente dalle donne delle famiglie di proprietari. Il capo è avvolto in una benda , elu, di tulle bianco o azzurrato o di bisso, ricamato a fiorami , che è difficile da fasciare correttamente( liare ) ; sopra si mette sa capitta: una cappa semicircolare di velluto di seta cremisi o viola orlata con un alto bordo di raso bianco, tutto ricamato con fiori( rose, garofani, pansè, tulipani, ecc ) con fili di seta colorati e fili d'oro e d'argento e rifinito con ruches bianche. Il giubbetto ,groppittu,è chiuso dul petto ed ha maniche strette.. è di terziopelo solitamente granato; chiude ai polsi con dodici o più bottoni di filigrana, d'argento o d'oro, per manica. Il busto , imbustu, indossato sopra,è rigido, serra la vita tramite ganci metallici e può essere di broccato o di seta bianca ricamata. La Gonna , faldetta,è di velluto di seta cremisi o viola, lavorata a pieghe larghe ( accannonada ) ed ha una balza come quella della capitta. A Osilo ci sono molti di questi abiti originali e le proprietarie ne sono estrelamente gelose, tanto da mostrarli con riluttanza, ancora se ne confeziona qualcuno.. ci sono diverse sarte abilissime nel cucito e nel ricamo.. l'abito costa tantissimo.. sia per i materiali, sia per i ricami... un esemplare antico è stato valutato 20000 euro! Ma se si penza che comprende circa 7 metri di raso , alto 35/ 4o cm, ricamto in quel modo! Se si ha occasione di assistere a processioni , si possono anche cento e più ragazzercon l'abito, l'importanza della festa è data dal numero delle capitte presenti, e l'effetto è davvero spettacolare! Saluti cari, babborcu
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sardosempre
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Inserito il - 03/03/2008 : 10:55:00
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pirri..primi anni 20
era motl ocomune all'epoca che gli uomini portassero un fazzoletto legato sul mento
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sardosempre
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Inserito il - 03/03/2008 : 10:58:15
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| babborcu ha scritto:
In attesa delle notizie sul manteddu puzonadu, vi parlerò di un altro costume logudorese. Osilo. L'abito femminine più noto, così come lo conoscimo, è stato elaborato, da una foggia precedente (ve ne parlerò prossimamente) alla fine del 1800.E' detto su estire 'e cheja, perchè si usava soltanto per le proprie nozze ,per intervenire ai matrimoni e per grandi cerimonie religiose;oppure sa capitta ruja , per il copricapo che lo caratterizza. Poteva essere indossato esclusivamente dalle donne delle famiglie di proprietari. Il capo è avvolto in una benda , elu, di tulle bianco o azzurrato o di bisso, ricamato a fiorami , che è difficile da fasciare correttamente( liare ) ; sopra si mette sa capitta: una cappa semicircolare di velluto di seta cremisi o viola orlata con un alto bordo di raso bianco, tutto ricamato con fiori( rose, garofani, pansè, tulipani, ecc ) con fili di seta colorati e fili d'oro e d'argento e rifinito con ruches bianche. Il giubbetto ,groppittu,è chiuso dul petto ed ha maniche strette.. è di terziopelo solitamente granato; chiude ai polsi con dodici o più bottoni di filigrana, d'argento o d'oro, per manica. Il busto , imbustu, indossato sopra,è rigido, serra la vita tramite ganci metallici e può essere di broccato o di seta bianca ricamata. La Gonna , faldetta,è di velluto di seta cremisi o viola, lavorata a pieghe larghe ( accannonada ) ed ha una balza come quella della capitta. A Osilo ci sono molti di questi abiti originali e le proprietarie ne sono estrelamente gelose, tanto da mostrarli con riluttanza, ancora se ne confeziona qualcuno.. ci sono diverse sarte abilissime nel cucito e nel ricamo.. l'abito costa tantissimo.. sia per i materiali, sia per i ricami... un esemplare antico è stato valutato 20000 euro! Ma se si penza che comprende circa 7 metri di raso , alto 35/ 4o cm, ricamto in quel modo! Se si ha occasione di assistere a processioni , si possono anche cento e più ragazzercon l'abito, l'importanza della festa è data dal numero delle capitte presenti, e l'effetto è davvero spettacolare! Saluti cari, babborcu
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festa ad osilo....si puo notare come le donne avessero gia abbandonato l'uso del costume con capitta ed utilizzassero piu che altro l'abito piu semplice, come ci racconta acnhe CHICCHARRO nel suo viaggio in sardegna
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