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Cybermen preistorici? Antichi guerrieri sardi si alzano dalla polvere.

da The Independent.

Una forza d'élite di guerrieri preistorici - scolpiti nella roccia, nel Mediterraneo occidentale, 2700 anni fa - riemergono dall'oblio.

Gli archeologi e gli esperti di conservazione in Sardegna (Italy) sono riusciti, nel riassemblaggio di migliaia di frammenti di sculture sbriciolate, a ricomporre un unico e ancora piccolo esercito di guerrieri a grandezza naturale in pietra, che originariamente fu distrutto da un nemico nel bel mezzo del primo millennio a.C.

È l'unico gruppo di sculture a grandezza naturale raffigurante guerrieri mai trovato in Europa. Sebbene costituito da un numero molto inferiore di figure rispetto al famoso esercito di terracotta in Cina, l'esempio della Sardegna è precedente di 500 anni ed è costituito da statue di pietra invece che in ceramica.

Dopo otto anni di conservazione e restauro, 25 dei 33 guerrieri scolpiti in pietra - arcieri, pugilatori con scudo o spada - sono stati sostanzialmente riassemblati.

I guerrieri, in origine, furono scolpiti e posti a guardia sopra le tombe di élite sarde dell’Età del Ferro, intorno al VIII secolo a.C. Si pensa che questi guardiani di pietra possano essere la raffigurazione degli individui sepolti oppure siano le loro eterne guardie del corpo.

Tuttavia, nel giro di alcuni secoli, i Cartaginesi (provenienti dall’odierna Tunisia) che invasero la Sardegna – come ipotizzano gli archeologi - distrussero i guerrieri di pietra (e i modelli dei nativi santuari fortezza in arenaria, i “Nuraghi”) in cinquemila frammenti. E 'probabile che il piccolo esercito scolpito - e le tombe di cui erano guardiani - siano stati visti dagli invasori come importanti simboli del potere locale e dello status.

Il sito fu poi abbandonato e dimenticato. Al controllo cartaginese della Sardegna è seguito quello romano, poi vandalico, bizantino, pisano, aragonese, spagnolo, austriaco, savoiardo ed alla fine il dominio italiano.

Le migliaia di frammenti furono riscoperti solo nel 1970 - e studiati nei primi anni 1980 da archeologo italiano Carlo Troncheti. Due delle statue furono poi ricomposte -ma la stragrande maggioranza del materiale è stato messo in un magazzino del museo locale, dove vi è rimasto fino al 2004 quando il lavoro di restauro sui frammenti riprese da parte degli archeologi a Sassari, nel nord della Sardegna.

Appena ricostituito, “l’esercito di pietra” della Sardegna ha portato l'attenzione su una fra le più impressionanti, antiche e ancora poco conosciute civiltà del mondo - la cosiddetta cultura nuragica che ha dominato l'isola dal XVI secolo a.C. alla fine del VI secolo a.C. Il periodo di massimo splendore dell'età del bronzo era a metà del secondo millennio a.C. - all'incirca dal XVI al XIII secolo a.C, quando vennero costruiti alcuni fra i monumenti architettonici più imponenti mai prodotti nella preistoria.

Ancora oggi, i resti di 7000 fortezze nuragiche (dei castelli più antichi d'Europa) continuano a dominare il paesaggio della Sardegna. Diverse decine hanno resistito eccezionalmente bene alla prova del tempo - e danno un'impressione straordinaria di quella che poteva essere l'architettura militare sarda durante l'Età del Bronzo.

Il ricomposto esercito di pietra dovrebbe andare in esposizione da questa estate nel sud della Sardegna, Museo di Cagliari, 70 miglia a sud-est del luogo del ritrovamento, Monte Prama nel centro Sardegna.

Molti dei guerrieri di pietra sono armati con archi o protetti da scudi - e indossano l'armatura di protezione scolpita in pietra sul petto e l'elmo cornuto in pietra sopra le loro teste. Alcuni dei combattenti - quelli che si crede rappresentino dei pugili - portano lo scudo nella mano sinistra, tenuto in alto sopra le loro teste. Questi 'pugili' possono aver ben rappresentato o incarnato degli scudieri che servivano gli alti membri della Sardegna dell’Età del Ferro sepolti nelle tombe adiacenti.

Nei pressi vi erano anche almeno dieci modelli di castelli nuragici (nuraghi) di forme differenti - alcuni monotorri e altre più elaborate fortificazioni polilobate.

E’ probabile che i modelli rappresentino le costruzioni monumentali reali (fortezze dell'Età del Bronzo trasformate in ancestrali santuari nell’Età del Ferro) della famiglia di appartenenza di ogni individuo sepolto.

La classe dirigente di questa parte della Sardegna potrebbe essere stata una cerchia relativamente molto ristretta di individui strettamente correlati. Gli studi scientifici effettuati sul materiale scheletrico presso un laboratorio di Firenze, suggeriscono che la maggior parte degli individui morti appartenevano a due generazioni della stessa famiglia allargata.