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sartinocchja
Salottino
Utente Attivo
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Inserito il - 25/11/2011 : 09:45:34
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@Milly come sei misteriosa … mi piace questo tuo sperimentare … aspetto con pazienza di vedere i tuoi manufatti (ma vedi di non far passare troppo tempo) … Come evidenzi, nel disciplinare sono presenti “le armature” in uso nella nostra isola. Per armatura s’intende (come indica Wikipedia) sia il complesso delle operazioni per il montaggio del telaio, armare quindi significa preparare il telaio per la tessitura. Sia il modo di intrecciarsi dei fili di ordito con quelli della trama, una armatura definisce che tipo di tessuto otterrò da quella tessitura. La scrittura di un'armatura si chiama messa in carta.
Gli intrecci o armature fondamentali sono tre: armatura a tela (comprende anche la tessitura piana a trame a vista), armatura a saia e armatura a raso.
Con l’armatura a tela (tessitura piana bilanciata o semplice) telaio orizzontale: 2 licci: tèla, pann’è karri, (mi sembra di capire che con quest’armatura si realizza anche la tecnica a trizzitta????); 4 licci: tèla, pann’è karri, a bagas, a punt’e agu, a lauru.
Con l’armatura a tela (tessitura piana con trame a vista) telaio orizzontale/verticale: 2 licci: un’in dente, all’antiga, fressada. Con l’armatura a tela (tessitura piana con trame a vista) telaio verticale: 2 licci: tessitura a fessure o stacchi (impiegata anche per la realizzazione del “tapìnos de mortu”); a punteddu; puntu a traccu, a manu tenta; a s’ambisùe, a abbuccadura.
Con l’armatura a saia (tessitura piana in diagonale) telaio orizzontale: 4 licci: uresi, furesi, ispina, obraci, pibiones, a ranu, a ricciu, a beltighitta, a bagas, a punt’e agu, a lauru.
Per quanto riguarda le tecniche a briali, a littos, a most’e pei, a tauledda, tintura, preali, all’antiga, che consentono di realizzare tessuti operati e decorati sia monocromi sia policromi, si usa un numero di licci da 3 a 15 (18?) con il telaio orizzontale, il disciplinare non specifica il tipo di armatura …
Ora la maggior parte delle tessitrici sarde impiega per i suoi manufatti principalmente l’armatura a tela e/o saia a 2 o 4 licci (così mi sembra di capire, correggimi se sbaglio). Con questo tipo di armature si eseguono sia i manufatti tipici, sia quelli “dell’innovazione della tessitura”. Naturalmente va sottolineato che c’è innovazione e innovazione … credo che come per i costumi tradizionali, le modifiche hanno senso in quei paesi dove lo si indossa quotidianamente, così per la tessitura ha senso parlare di innovazione dove il processo tessile non si è mai interrotto e si pratica attivamente ancora oggi (centri come Samugheo, Nule, Mogoro, Aggius, Isili, Sarule, anche se i risultati possono essere discutibili), questo perché la competenza tecnica è sempre alta (così dovrebbe). “(…) Competenza tecnica è anche mantenere la conoscenza di una tecnica e del suo uso e non farla regredire”. Ora non si tratta di creare nuove armature che non fanno parte della nostra tradizione ma di reintrodurre quella varietà in uso anni a dietro e che ben conoscevano le nostre nonne, così come la loro competenza tecnica nell’eseguire i manufatti (che non si limitava/fermava alla semplice armatura) … poi si può parlare anche d’innovazione, altro momento molto importante. Permettimi ma sempre più spesso si vedono in giro cose dozzinali … “senza anima”. Mi piacerebbe conoscere il parere anche delle altre tessitrici presenti nel forum … mi viene in mente Chiara Vigo … ma forse il suo è un discorso a parte ... o forse no! A presto
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“(…) Non si vede bene che col cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi.” Antoine De Saint-Exupéry “Osare è la forza più grande …” Selene
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sartinocchja
Salottino
Utente Attivo
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Inserito il - 25/11/2011 : 09:48:31
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@Istranzu, l’immagine effettivamente non è un granché … ipotizzo (non sono esperta) … la tecnica (concordo con Milly) è quellla a trame a vista (telaio orizzontale?), tecnica un’in dente, all’antiga, fressada???? … Luras non è poi così distante da Aggius … a guardare il manufatto sembra una coperta (unione di tre teli) … Il motivo decorativo geometrico può essere un indizio (nella tradizione ebraica vige il divieto dell’uso delle immagini), ma qui mi fermo. Per quanto riguarda il suo essere “un tessile ebraico” ma???? Gli ebrei furono espulsi dai regni riuniti di Castiglia e di Aragona di Spagna (di cui la Sardegna faceva parte) nel 1492. Di tempo ne è passato … ???? Saluti
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gessica congiu
Nuovo Utente
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Inserito il - 25/11/2011 : 23:50:49
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BENTORNATA MILLY
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milly73
Salottino
Utente Mentor
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Inserito il - 29/11/2011 : 17:39:13
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| sartinocchja ha scritto:
@Milly come sei misteriosa … mi piace questo tuo sperimentare … aspetto con pazienza di vedere i tuoi manufatti (ma vedi di non far passare troppo tempo) … ho bisogno di tempo per mettere in atto i miei studi Come evidenzi, nel disciplinare sono presenti “le armature” in uso nella nostra isola. Per armatura s’intende (come indica Wikipedia) sia il complesso delle operazioni per il montaggio del telaio, armare quindi significa preparare il telaio per la tessitura. Sia il modo di intrecciarsi dei fili di ordito con quelli della trama, una armatura definisce che tipo di tessuto otterrò da quella tessitura. La scrittura di un'armatura si chiama messa in carta.giustissimo, penso non ci sia bignoso di un mio intervento, aggiungo solo che la rappresentazione grafica di un armatura viene chiamata "messa in carta"
Gli intrecci o armature fondamentali sono tre: armatura a tela (comprende anche la tessitura piana a trame a vista), armatura a saia e armatura a raso.
Con l’armatura a tela (tessitura piana bilanciata o semplice) telaio orizzontale: 2 licci: tèla, pann’è karri, (mi sembra di capire che con quest’armatura si realizza anche la tecnica a trizzitta????); questo nome non l'ho mai sentito, intessante 4 licci: tèla, pann’è karri, a bagas, a punt’e agu, a lauru.
Con l’armatura a tela (tessitura piana con trame a vista) telaio orizzontale/verticale: 2 licci: un’in dente, all’antiga, fressada.la tecnica a un'in dente si lavora con il telaio orizzontale, utilizzando per reggistrare il secondo passaggio "sa tauledda" Con l’armatura a tela (tessitura piana con trame a vista) telaio verticale: 2 licci: tessitura a fessure o stacchi (impiegata anche per la realizzazione del “tapìnos de mortu”); a punteddu; puntu a traccu, a manu tenta; a s’ambisùe, a abbuccadura.
Con l’armatura a saia (tessitura piana in diagonale) telaio orizzontale: 4 licci: uresi, furesi, ispina, obraci, pibiones, a ranu, a ricciu, a beltighitta, a bagas, a punt’e agu, a lauru.
Per quanto riguarda le tecniche a briali, a littos, a most’e pei, a tauledda, tintura, preali, all’antiga, che consentono di realizzare tessuti operati e decorati sia monocromi sia policromi, si usa un numero di licci da 3 a 15 (18?) con il telaio orizzontale, il disciplinare non specifica il tipo di armatura … confermo 18 licci, ho armature o bozze dove si tesse con 24 licci, ricordiamoci che nella tessitura a litzos è il disegno che comanda, quindi più il disegno è elaborato più licci dobbiamo utilizzare
Ora la maggior parte delle tessitrici sarde impiega per i suoi manufatti principalmente l’armatura a tela e/o saia a 2 o 4 licci (così mi sembra di capire, correggimi se sbaglio). le tessitrici di ieri ed oggi tessono con più licci stando sempre sulla tipicità, prendo esempio da si scaccu, nel topic c'è la foto, l'ho tessuta con 5 licci, è una "mosta" antica chiamata "sa mustra de su limone" Con questo tipo di armature si eseguono sia i manufatti tipici, sia quelli “dell’innovazione della tessitura”.
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milly73
Salottino
Utente Mentor
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Inserito il - 29/11/2011 : 21:57:36
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| milly73 ha scritto:
sartinocchja ha scritto:
@Milly come sei misteriosa … mi piace questo tuo sperimentare … aspetto con pazienza di vedere i tuoi manufatti (ma vedi di non far passare troppo tempo) … ho bisogno di tempo per mettere in atto i miei studi Come evidenzi, nel disciplinare sono presenti “le armature” in uso nella nostra isola. Per armatura s’intende (come indica Wikipedia) sia il complesso delle operazioni per il montaggio del telaio, armare quindi significa preparare il telaio per la tessitura. Sia il modo di intrecciarsi dei fili di ordito con quelli della trama, una armatura definisce che tipo di tessuto otterrò da quella tessitura. La scrittura di un'armatura si chiama messa in carta.giustissimo, penso non ci sia bignoso di un mio intervento, aggiungo solo che la rappresentazione grafica di un armatura viene chiamata "messa in carta"
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scusami, la stanchezza fa strani scherzi ho letto per metà mea culpa.
| sartinocchja ha scritto:
Naturalmente va sottolineato che c’è innovazione e innovazione … credo che come per i costumi tradizionali, le modifiche hanno senso in quei paesi dove lo si indossa quotidianamente, così per la tessitura ha senso parlare di innovazione dove il processo tessile non si è mai interrotto e si pratica attivamente ancora oggi (centri come Samugheo, Nule, Mogoro, Aggius, Isili, Sarule, anche se i risultati possono essere discutibili), questo perché la competenza tecnica è sempre alta (così dovrebbe). “(…) Competenza tecnica è anche mantenere la conoscenza di una tecnica e del suo uso e non farla regredire”. Ora non si tratta di creare nuove armature che non fanno parte della nostra tradizione ma di reintrodurre quella varietà in uso anni a dietro e che ben conoscevano le nostre nonne, così come la loro competenza tecnica nell’eseguire i manufatti (che non si limitava/fermava alla semplice armatura) … poi si può parlare anche d’innovazione, altro momento molto importante. Permettimi ma sempre più spesso si vedono in giro cose dozzinali … “senza anima”. Mi piacerebbe conoscere il parere anche delle altre tessitrici presenti nel forum … mi viene in mente Chiara Vigo … ma forse il suo è un discorso a parte ... o forse no! A presto
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mi dispiace ma non sono d'accordo, sono anni che sto studiando le tecniche etc., pensi che solo in Sardegna si tesse a litzos o briabi ? Ebbene con mia grande sorpresa ho scoperto che non è una tecnica usata solo dalle tessitrici sarde ma anche dalle tessitrici inglesi.
La voglia di innovazione non nasce per puro caso ma perchè mi piace tantissimo confrontarmi con altre tessitrici, ascoltare il parere di chi ha voglia di ammirare nelle mostre un qualcosa di nuovo, chi è pronto senza mezzi termini a dirti: a me non piace l'artigianato sardo, perde troppo pelo !!! E poi con grande orgoglio e soddisfazione ti ordina il tappeto, perchè nel tuo manufatto sei riuscita a metterci un qualcosa in più. Anche dalle critiche si riesce ad imparare e a migliorarsi
Gli studi sono lunghi a volte faticosi, ci sono momenti che dico a me stessa ma chi me lo fa fare..... ma ogni volta che vorrei arrendermi, guardo i miei telai, tocco i fili e penso a ciò che potrei fare, i vari intrecci etc. E che dire degli incontri inaspettati con persone che mi spronano ad andare avanti e a non arrendermi. Il mio viaggio a Nuoro mi ha fatto conoscere Nietta Condemi De Felice, ho osservato con ammirazione i vari intrecci studiati da lei, campioni di tessitura dai tanti colori intrecciati tra loro con tanta eleganza....più osservavo il tutto e più ripetevo a me stessa "ce la posso fare", la chiaccherata con la Signora Nietta è stata una carica di ottimismo.
Ed eccomi qua, rimprovata di essere un pò assente dal topic non per cattiveria ma devo pur distrarmi dagli innumerevoli fili che attendono di essere intrecciati dalle mie mani.
metto questo link, se vi va guardatelo, è un intervista fatto alla Signora Nietta, io lo trovo molto interessante http://www.google.it/url?sa=t&rct=j...Yv8Q&cad=rja
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Modificato da - milly73 in data 29/11/2011 21:58:37 |
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sartinocchja
Salottino
Utente Attivo
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Inserito il - 30/11/2011 : 20:09:38
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Milly, non puoi far aspettare le tue allieve … come dice il proverbio la prima si condona alla seconda si bastona … scherzo non ti devi giustificare o scusare … qui si sta perché ci fa piacere e/o per scambiarci informazioni/idee/critiche … intuisco che effettivamente per mettere in atto quello che stai progettando ci vuole del tempo … (l’intervista alla Signora Nietta apre molti orizzonti … nuove sperimentazioni, molto molto interessante anche se sono sperimentazioni già presenti nel panorama italiano e internazionale) … come ho detto mi piace questo tuo cimentarti in nuove esperienze (so anche che prima di farlo ti sei costruita una buona competenza tecnica).
Vado per ordine: Per la tecnica a trizzitta nel disciplinare di produzione è indicato come Tessitura a trame avvolte, telaio verticale. Nel libro indicato da te “Tessuti. Tradizione e innovazione della tessitura in Sardegna, nel capitolo Tecniche, intrecci, strutture e disegni, a pag. 124 si parla di questa tecnica anche se nel libro la denominazione tradizionale è sconosciuta. Porta come esempio una coperta di Sarule fig. 185-186 (fine XIX inizio XX sec), realizzata con la tecnica trame a vista le decorazioni con la tecnica a coda di rondine, deviazione di trama e trame avvolte.
Per quanto riguarda il discorso dell’armatura a tela (tessitura piana con trame a vista) telaio orizzontale/verticale: 2 licci: un’in dente, all’antiga, fressada. Milly sia il disciplinare di tessitura, sia il libro sopra citato danno come indicazione telaio orizzontale/verticale per questa tecnica. Ora come esempio per il telaio orizzontale indica pag.110 “Copricassa”, Gergei fine sec. XIX (fig.141). Mentre per il telaio verticale mostra come esempio, pag.154, “Coperta” Orgosolo, sec. XIX (fig. 191).
(…) “confermo 18 licci, ho armature o bozze dove si tesse con 24 licci, ricordiamoci che nella tessitura a litzos è il disegno che comanda, quindi più il disegno è elaborato più licci dobbiamo utilizzare” … intuivo che si potesse arrivasse a un numero maggiore di 18, dalle mie parti il numero max di licci sembra essere 15, anche se a parere di molte signore anziane, la bellezza sta nella semplicità ...
Interessante il tuo non essere d’accordo … ti ringrazio per la testimonianza … Concordo quando dici che l’innovazione tessile non è figlia del caso, ma di studio della tecnica, della sua preservazione e nel far si che non regredisca. Nel caso delle tecnica “a briabi” sembra sia successo un po’ questo, non importa se nel resto d’Italia o nel mondo si usa questa tecnica … non ho mai pensato che avessimo l’esclusiva … in Sardegna la situazione, come segnala anche la stessa prof. Nietta Condemi De Felice, è di avere delle ottime tessitrici ma che non conoscono il telaio (preparazione del telaio, movimento licci, la pedalatura, come riportare su carta quadrettata il progetto/disegno del manufatto che si vuole ottenere, ovvero l’armatura del tessuto) … con grave danno per questo settore … mi chiedo come si possa parlare di innovazione quando si perdono pezzi di memoria. Tu stessa quando descrivi la tecnica affermi che è poco diffusa, anche se apprezzata (la tristezza è che li l’innovazione è lasciata a una macchina ???? … il risultato poi … che dire???? Un tovagliato che a vederlo le nostre nonne chissà che orrore). Ripeto non sono contro l’innovazione, io lo considero un momento molto importante del processo tessile, ma se questo nasce, si sviluppa, progredisce in un humus giusto (Naturalmente quello che fai tu è un esempio da seguire) altrimenti forse si creano solo danni.
Grazie per la segnalazione del link … il mio non voleva essere un rimprovero buon lavoro.
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milly73
Salottino
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Inserito il - 30/11/2011 : 21:33:20
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| sartinocchja ha scritto:
Milly, non puoi far aspettare le tue allieve …
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io non sono una maestra, amo la tessitura e tutto ciò che rigurda l'argomento, io continuo ad imparare insieme a voi, ogni giorno è una scoperta come quella fatta oggi, il primo è si scaccu invidiosu,devo assolutamente studiare il rimettaggio e l'altra un tipo di tessitura denominato a diamantina l'unico manufatto che ho potuto vedere si trova a Nuraminis ed è una tovaglia tessuta nella seconda metà dell'ottocento.
| sartinocchja ha scritto:
Per la tecnica a trizzitta nel disciplinare di produzione è indicato come Tessitura a trame avvolte, telaio verticale. Nel libro indicato da te “Tessuti. Tradizione e innovazione della tessitura in Sardegna, nel capitolo Tecniche, intrecci, strutture e disegni, a pag. 124 si parla di questa tecnica anche se nel libro la denominazione tradizionale è sconosciuta. Porta come esempio una coperta di Sarule fig. 185-186 (fine XIX inizio XX sec), realizzata con la tecnica trame a vista le decorazioni con la tecnica a coda di rondine, deviazione di trama e trame avvolte.
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a volte sono distratta leggendo, appena ho la mente libera devo rileggerlo, non ricordo questo termine.
| sartinocchja ha scritto:
Per quanto riguarda il discorso dell’armatura a tela (tessitura piana con trame a vista) telaio orizzontale/verticale: 2 licci: un’in dente, all’antiga, fressada. Milly sia il disciplinare di tessitura, sia il libro sopra citato danno come indicazione telaio orizzontale/verticale per questa tecnica. Ora come esempio per il telaio orizzontale indica pag.110 “Copricassa”, Gergei fine sec. XIX (fig.141). Mentre per il telaio verticale mostra come esempio, pag.154, “Coperta” Orgosolo, sec. XIX (fig. 191).
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Attenzione, sa fresada la puoi ottenere tessendo sia con il telaio verticale sia con il telaio orizzontale, (posto una foto di un manufatto mio così ti faccio vedere la differenza), per quanto riguarda la tecnica un'in dente si ottiene solo con il telaio orizzontale, a pagina 110 lo spiega molto chiaramente. Come al solito i miei tre telai sono impegnati, ma non mancherà occasione per farti vedere come avviene la tessitura, non è fattibbile con il telaio verticale.
| sartinocchja ha scritto:
Interessante il tuo non essere d’accordo … ti ringrazio per la testimonianza …
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mi rendo conto di essere ripetitiva, ma a me non piace solo tessere, mi piace scoprire, esplorare, non voglio solo avere un bel tappetto voglio capire la storia che c'è nell'arte tessile e ti assicuro che c'è tanto da imparare e così a volte capita di non essere d'accordo perchè esplorando ti accorgi di alcune cose che fanno riflettere.
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sartinocchja
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Inserito il - 01/12/2011 : 10:12:58
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Milly non puoi ritornare sui tuoi passi ormai sei la nostra maestra (a breve ti faremmo avere la valutazione sull’insegnamento paura eh!!! … scherzo) … hai ragione qui impariamo tutti ...
Ti parlavo de “su scaccu imbidiosu” (“si scaccu invidiosu” come lo chiami tu devo dedurre a Santa Giusta), nella pagina precedente … è un motivo impiegato per le tovaglie, asciugamani, grembiuli, tovaglioli/salviette con cui avvolgere il pane/dolci da portare ai nonni, il tutto rifinito con delle splendide frange in macramè (trovi molti esempi nel museo di Morgongiori). Da noi è considerato il principe dei motivi decorativi realizzati con questa tecnica, esiste il detto “i, ge (ce??) no è tessiu mancu a scaccu imbidiosu!”. Io me ne sono innamorata come posso voglio realizzare una splendida tovaglia (anche se sarà difficile trovare del lino/cotone di qualità). La tessitura “a diamantina” di Nuraminis ?????, interessante … è vero ogni giorno si scoprono cose nuove. Si Milly posta l’immagine del manufatto con la tecnica a “sa fresada”, così capisco la differenza. Non sei ripetitiva … fai bene a precisare come ti muovi, come operi, cosa rappresenta per te il manufatto che realizzi ... è stimolante quando qualcuno non è d’accordo … come dici tu porta sempre a riflettere. Saluti Giovanna
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milly73
Salottino
Utente Mentor
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Inserito il - 01/12/2011 : 14:08:52
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| sartinocchja ha scritto:
Milly
Io me ne sono innamorata come posso voglio realizzare una splendida tovaglia (anche se sarà difficile trovare del lino/cotone di qualità).
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Il lino e il cotone di qualità lo trovi a Samugheo, a prezzi alti ma si trova.
| sartinocchja ha scritto:
La tessitura “a diamantina” di Nuraminis ?????, interessante … è vero ogni giorno si scoprono cose nuove.
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Si per adesso l'unico manufatto che ho avuto occasione di "scoprire" si trova a Nuraminis, ma non finisce qui, le ricerche continuano
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milly73
Salottino
Utente Mentor
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Inserito il - 01/12/2011 : 14:21:12
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Sa mosta de si scaccu invidiosu
sa mosta de is gàncius
sa mosta de is pipìus
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milly73
Salottino
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Inserito il - 01/12/2011 : 14:27:32
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ma mosta de is follas
sa mosta de is gravèllus
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milly73
Salottino
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Inserito il - 01/12/2011 : 14:40:04
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| sartinocchja ha scritto:
(…) “confermo 18 licci, ho armature o bozze dove si tesse con 24 licci, ricordiamoci che nella tessitura a litzos è il disegno che comanda, quindi più il disegno è elaborato più licci dobbiamo utilizzare” … intuivo che si potesse arrivasse a un numero maggiore di 18, dalle mie parti il numero max di licci sembra essere 15, anche se a parere di molte signore anziane, la bellezza sta nella semplicità ...
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si hai ragione la bellezza sta nella semplicità questo campione è stato realizzato usando 16 licci
semplice ma....
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sartinocchja
Salottino
Utente Attivo
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Inserito il - 01/12/2011 : 19:24:48
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prova <script src='http://img854.imageshack.us/shareab...ja.jpg&p=tl' type='text/javascript'></script><noscript>[URL=http://imageshack.us/photo/my-images/854/061ja.jpg/][/URL]</noscript> ci riuscirò
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sartinocchja
Salottino
Utente Attivo
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Inserito il - 01/12/2011 : 19:30:39
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che mal di testa ... e tutto per inserire una foto ohi ohi ... per oggi ne ho abbastanza di computer Milly poi ti spiego cos'è ... che meraviglia le cose che hai postato
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milly73
Salottino
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Inserito il - 01/12/2011 : 19:56:45
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la foto si vede, bravissima dai non è difficile. Bellissimo il manufatto, se sai il nome de sa mosta mi farebbe piacere saperlo. Aspetto la descrizione .
Arazzo tessuto a un'in dente tessuto al telaio orizzontale, sotto l'arazzo tappeto tessuto al telaio verticale. La differenza è che uno è completamente liscio ed è tessuto solo con le mani, invece per la tecnica a un'in dente usiamo la spola e sa tauledda.
Tra l'ordito, seguendo il conteggio del disegno, si fa passare sa tauledda, una volta finito il primo passaggio si sposta sa tauledda vicino al pettine e si solleva di "coltello" ciò permette e soprattutto facilita il passaggio della lana. prima di sfilare sa tauledda si registra il secondo passaggio inserendo una seconda tauledda dietro la cassa battente e si sposta ( ogni punto sono due passate di lana), solo allora si toglie la prima tauledda, si preme un pedale per volta e si passa la trama Questo è il risultato visto da vicino.
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Modificato da - milly73 in data 01/12/2011 20:10:48 |
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