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Rovanma
Nuovo Utente
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Inserito il - 03/07/2011 : 09:45:55
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| milly73 ha scritto:
Finalmente sono riuscita a ultimare la bisaccia, il disegno centrale risale al 1850 un'altro mio orgoglio l'originale aveva vari strappi quindi alcuni punti gli ho ho dovuti "aggiustare" io
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ciao Milly, è davvero meravigliosa la tua bisaccia.... Da noi purtroppo non ne ho mai visto così ricche, credo le facessero solo più semplici anche perchè se le avessero fatte le bisacce "da festa" sarebbero maggiormente sopravvissute in quanto poco usate. Al contrario, a noi sono arrivate solo le bisacce semplici, da cui deduco che, pur essendo logorate dall'uso in campagna, se sono arrivate a noi era prorio perchè venivano tessute solo quelle....credo....! Tornando al discorso dei fili dorati... nella tessitura non so, ma ho visto un lenzuolo di mia bisnonna, ricamato sicuramente prima del 1910 che aveva le cifre ricamate con filo da ricamo classico intervallato con fili metallici (ora non ricordo che punto fosse, ma forse punto pieno). Il problema è che le figlie che raccontavano di questo ricamo "in oro" che la madre ha dovuto disfare il ricamo col filo metallico e lasciare solo il cotone da ricamo perchè il metallo, intorno agli anni 30, si stava arrugginendo. Credo non abbiano inventato storie, anche perchè i punti di ruggine sul ricamo li ho visti....il dubbio rimane sul tipo di filo se fosse filo metallico dorato oppure canuttiglia come la si trova oggi.... Ritengo quindi che sia possibile che da qualche parte anche nella tessitura il filo dorato o la canuttiglia possano essere stati usati anche prima degli anni 70, e presumibilmente è stato un elemento che ha fatto invecchiare precocemente il manufatto e ha portato alla sua estinzione..!....e per questo non si trovano pezzi con fili dorati precedenti a quell'epoca? Ti rigiro l'interrogativo, magari può darci un nuovo spunto di ricerca....!Buon lavoro! e ancora complimenti per il recupero della bisaccia
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Rosella 79 |
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milly73
Salottino
Utente Mentor
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Inserito il - 30/07/2011 : 18:36:30
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| Rovanma ha scritto:
ciao Milly, è davvero meravigliosa la tua bisaccia.... Da noi purtroppo non ne ho mai visto così ricche, credo le facessero solo più semplici anche perchè se le avessero fatte le bisacce "da festa" sarebbero maggiormente sopravvissute in quanto poco usate. Al contrario, a noi sono arrivate solo le bisacce semplici, da cui deduco che, pur essendo logorate dall'uso in campagna, se sono arrivate a noi era prorio perchè venivano tessute solo quelle....credo....! Tornando al discorso dei fili dorati... nella tessitura non so, ma ho visto un lenzuolo di mia bisnonna, ricamato sicuramente prima del 1910 che aveva le cifre ricamate con filo da ricamo classico intervallato con fili metallici (ora non ricordo che punto fosse, ma forse punto pieno). Il problema è che le figlie che raccontavano di questo ricamo "in oro" che la madre ha dovuto disfare il ricamo col filo metallico e lasciare solo il cotone da ricamo perchè il metallo, intorno agli anni 30, si stava arrugginendo. Credo non abbiano inventato storie, anche perchè i punti di ruggine sul ricamo li ho visti....il dubbio rimane sul tipo di filo se fosse filo metallico dorato oppure canuttiglia come la si trova oggi.... Ritengo quindi che sia possibile che da qualche parte anche nella tessitura il filo dorato o la canuttiglia possano essere stati usati anche prima degli anni 70, e presumibilmente è stato un elemento che ha fatto invecchiare precocemente il manufatto e ha portato alla sua estinzione..!....e per questo non si trovano pezzi con fili dorati precedenti a quell'epoca? Ti rigiro l'interrogativo, magari può darci un nuovo spunto di ricerca....!Buon lavoro! e ancora complimenti per il recupero della bisaccia
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Ciao, non ho risposto subito perchè ho voluto fare una piccola ricerca e chiedere a persone anziane, sicuramente più esperte di me. In un mio post precedente ho scritto che la bisaccia, nei tempi andati, veniva usata come valigia, quindi impossibile che non fossero usurate dal tempo. La bisaccia poteva essere tessuta anche con semplicità perchè a volte poteva identificare un ceto sociale, dovevi vedere in che condizioni era la bisaccia da cui ho recuperato il disegno, in alcuni punti era strappata,i fili d'orati non c'erano, è stato un mio sfizzio peccato non ho pensato di fotografare l'originale, era tanto l'impegno per poter recuperare il disegno.
Per quanto riguarda il filo d'orato nella tessitura i nostri avi non li usavano, questo è ciò che mi hanno riferito, ho avuto la fortuna di vedere molte bisacce ma mai tessute con fili d'orati o fili metallici. Però Isili è famosa nell'utilizzo del filo di rame nella tessitura per esaltare gli effetti cromatici, quindi questo può essere uno spunto, almeno per quanto mi riguarda, per continuare la ricerca sui fili metallici ma non per la canuttiglia, difficile da usare nella tessitura, io ho provato ma con risultati deludenti.
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milly73
Salottino
Utente Mentor
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Inserito il - 30/07/2011 : 18:49:10
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girovagando su internet ho trovato questo libro scaricabile in pdf, a me è stato molto utile, scusate lo sfogo ,non oso dirvi quanto mi è costato e adesso scopro che si puo scaricare "a gratis"
comunque metto il link è veramente interessante http://www.google.it/url?sa=t&sourc...CWMA&cad=rja
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sartinocchja
Salottino
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Inserito il - 17/10/2011 : 19:19:14
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[quote]
A leggere il post con i miei commenti a questi schemi mi viene da ridere, quanto sono buffe le mie interpretazioni.
Vediamo se così va meglio: Milly per il rimettaggio non necessariamente si parte dal subbio che contiene l’ordito, ora tu lo ripeti sempre ma non è una regola fissa, si può partire anche dal subbio che confina con il pettine, credo dipenda da come si organizza il lavoro.
Così come per la regola numero uno: “mai e poi mai si deve svolgere il lavoro dal subbio una volta tessuto si rischia di compromettere il lavoro”. Milly quanto detto da te è vero solo in parte, nel senso che bisogna, essere pratiche e sapere quello che si fa. Io stessa ho fatto esperienza della cosa e chi lavora al telaio da una vita, lo considera una cosa normale. Ma effettivamente per chi è alle prime armi ci vuole molta attenzione se non si vuole compromettere il manufatto.
Circa il quesito se si può realizzare il tessuto “pann’e carri” con un rimettaggio a quattro licci. Sono quasi certa sia possibile, si procede abbassando i pedali a rotazione 1,2,3,4,1,2,3,4 ecc ... così mi sembra!
Per gli schemi da te gentilmente concessi: dalle mie parti questo schema è chiamato “su briabi a libru”, tu presenti tre disegni ma credo sia la variante di un'unica tipologia. Per questo tipo di rimettaggio occorrono 5 lici (“5 canne”;4+1). Ho fatto fatica a capire cosa intendevi per: “Ogni punto equivale a due licci vuoti”, alla fine penso sia da intendere così: quello che tu indichi come vuoto forse è in realtà “su pan’è carri”. Ma in ogni caso si alterna “uno pieno e uno vuoto”. I due vuoti non li capisco????
Per quanto riguarda il rimettaggio si fa riferimento al primo schema (per intenderci i quadrati bianchi e neri): da ripetere fino alla fine dei fili.
Mentre durante la lavorazione bisogna seguire lo schema come indicato da te: 1-2; 2-3; 3-4; 1-4; 1-2; 2-3; 3-4; 1-4; 1-2; 1-4; 1-2; 1-4; 1-2; 1-4; 3-4; 2-3; 1-2; 1-4; 3-4; 2-3; 1-2; se si sceglie il primo disegno.
Per ogni disegno esiste 4-5 varianti se non di più. Dalle mie parti si differenzia la tecnica “a briabi” con quella “a scaccu”, dove il rimettaggio è lo stesso, cambia solo il movimento dei piedi. Famoso è quello denominato “su scaccu imbidiosu”. Se riesco (ma sono negata) mostro l’immagine del mio primo tappetino … lo adoro. Saluti.
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gessica congiu
Nuovo Utente
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Inserito il - 23/10/2011 : 09:33:38
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mi aiuti milly ho appena iniziato con un corso di tessitura mi servirebberero dei disegni!!!!
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sartinocchja
Salottino
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Inserito il - 14/11/2011 : 17:28:35
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Curiosando su internet mi sono imbattuta in un articolo che parlava di tessitura. In quest’articolo si afferma che in passato (prima metà del secolo scorso) in Sardegna, abili artigiane sapevano elaborare rimettaggi e armature complessi. Mentre oggi sembrerebbe che la maggior parte di loro non conosca la messa in carta o non sa variare un rimettaggio. Ora io non so come funziona il telaio verticale, ho un’infarinatura di come funziona quello orizzontale, e ho la sensazione che la tecnica maggiormente implicata in “quest’amnesia generale” sia quella (come indicata dal disciplinare di produzione di tessitura artigiana della Sardegna) Tessitura a trame lanciate o tessuti operati: (a briali, a littos, a most’e pei, a tauledda, tintura, preali, all’antiga), ma non solo. Mi domando se questo è possibile? È possibile che l’artigiana tessile di oggi abbia perso questa competenza???? È possibile che in passato le nostre nonne fossero capaci di progettare la costruzione di un tessuto e oggi questa competenza è andata persa????
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gessica congiu
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Inserito il - 15/11/2011 : 18:00:17
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Hai perfettamente ragione!!! | sartinocchja ha scritto:
Curiosando su internet mi sono imbattuta in un articolo che parlava di tessitura. In quest’articolo si afferma che in passato (prima metà del secolo scorso) in Sardegna, abili artigiane sapevano elaborare rimettaggi e armature complessi. Mentre oggi sembrerebbe che la maggior parte di loro non conosca la messa in carta o non sa variare un rimettaggio. Ora io non so come funziona il telaio verticale, ho un’infarinatura di come funziona quello orizzontale, e ho la sensazione che la tecnica maggiormente implicata in “quest’amnesia generale” sia quella (come indicata dal disciplinare di produzione di tessitura artigiana della Sardegna) Tessitura a trame lanciate o tessuti operati: (a briali, a littos, a most’e pei, a tauledda, tintura, preali, all’antiga), ma non solo. Mi domando se questo è possibile? È possibile che l’artigiana tessile di oggi abbia perso questa competenza???? È possibile che in passato le nostre nonne fossero capaci di progettare la costruzione di un tessuto e oggi questa competenza è andata persa????
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sartinocchja
Salottino
Utente Attivo
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Inserito il - 17/11/2011 : 17:33:49
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Gessica io mi auguro che non sia così, anche se con tristezza sto realizzando che forse è proprio vero. Vorrei che le tessitrici della nostra isola smentissero a gran voce che quanto scritto in quest’articolo non corrisponde al vero … o che si possa chiarire come stanno le cose ... tu ritieni che nella tua zona sia così? Che cosa dicono i tuoi insegnati a tal proposito? Saluti
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milly73
Salottino
Utente Mentor
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Inserito il - 19/11/2011 : 16:01:46
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DISCIPLINARE DELLA PRODUZIONE ARTIGIANALE TESSILE SARDA
Materiali impiegati I filati utilizzati devono essere prevalentemente composti da fibre naturali, è ammessa l’utilizzazione di fibre artificiali o sintetiche per ottenere particolari effetti decorativi. Di seguito sono riportati i filati più usati: Lana di pecora sarda filata a mano e non, colorata con coloranti naturali e chimici. Pura lana vergine industriale, colorata con coloranti naturali e chimici; Lana di capra sarda filata a mano e non, colorata con coloranti naturali e chimici Cotone Canapa Lino Bisso Seta
La tessitura può essere fatta esclusivamente su telai verticali, orizzontali oppure obliqui. Telaio manuale (sia esso verticale, orizzontale oppure obliquo): Telaio in cui il lavoro è svolto esclusivamente dall’azione manuale della donna. Telaio Semi-meccanico orizzontale: Telaio in cui le trame strutturali e la cassa battente vengono mosse elettricamente mentre le trame per l’effetto decorativo pibiones sono passate e lavorate manualmente. Tale tipologia di telaio può essere utilizzato per la realizzazione della tela nelle tende e nel tovagliato e per la realizzazione dei manufatti a pibiones.
Decorazioni I motivi decorativi sono quelli tradizionali, legati al mondo animale, vegetale ed alla vita quotidiana: uccelli di differenti forme e dimensioni, liocorno, diversi tipi di piante, foglie, fiori, tralci di vite, ostensori, ballo sardo e motivi geometrici ecc.. Sono ammesse decorazioni moderne che rispettino comunque le tecniche realizzative ed i materiali di cui al presente disciplinare e rispecchino lo spirito ed il ritmo decorativo tradizionale.
Tipologie di prodotto Arazzi Tappeti
Biancheria per la casa (tovaglie, lenzuola, coperte, copriletti, asciugamani, copritavola) Complementi di arredo (tende, ornamenti da letto, cuscini) Oggetti da trasporto (bisacce, borse) Orbace Tessuti in orbace per varie utilizzazioni
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milly73
Salottino
Utente Mentor
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Inserito il - 19/11/2011 : 16:09:01
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Metodo di lavorazione Tutte le fasi di lavorazione del prodotto marchiato “Tessitura artigiana - Sardegna devono essere eseguite nel laboratorio artigianale, mediante operazioni manuali, o semi manuali (come precedentemente descritto)
Colorazione I filati possono essere colorati con sostanze organiche o chimiche.
Tecniche di tessitura Tessitura piana bilanciata o semplice. (tèla, pann’è karri). Telaio orizzontale (a due o a quattro licci). È la forma più semplice di tessitura, con una armatura a tela quando si lavorano filati più fini di lino e di cotone. L’ordito e la trama vengono incrociati tra loro e se hanno lo stesso spessore e flessibilità il dritto ed il rovescio del tessuto appaiono simili dato che l’ordito e la trama sono ugualmente visibili. Tessitura piana in diagonale. (uresi, furesi, ispina, obraci). Telaio orizzontale (a quattro licci). Si caratterizza per la presenza di nervature parallele diagonali che si sviluppano verso destra o sinistra per lo spostamento di una legatura per ogni passaggio di trama. La più comune è l’armatura diagonale o saia, che permette di ottenere motivi a spina di pesce e zig zag. Questo tipo di armatura permette di ottenere anche l’orbace quando trama e ordito sono di lana e vengono sottoposti ad un processo di follatura. Tessitura piana con trama a vista. (un’in dente, all’antiga, fressada). Telaio verticale ed orizzontale (a due licci). Si ottiene con una armatura analoga alla tessitura piana bilanciata semplice (a tela) facendo scorrere nel passo d’ordito, i fili di trama, battendoli con forza, fino a nasconderli completamente. Dato che il colore del tessuto è in questo caso determinato dai soli fili di trama, l'ordito può essere di colore diverso, monocromo, screziato o grezzo. Tessitura a fessure o stacchi. Telaio verticale. Tecnica di tessitura piana con trame a vista caratterizzata da susseguirsi di fessure in corrispondenza dei cambi di colore delle trame disposte su orditi adiacenti. Il filo colorato della trama viene infatti fatto girare intorno al filo di ordito senza agganciarlo a quello adiacente sul quale si avvolgerà a sua volta la trama di un diverso colore lasciando una fessura verticale sul limitare dei due blocchi di colore. Tipica, appunto, è la piccola asola verticale in corrispondenza dello stacco tra due colori. In genere i motivi decorativi prevedono una lunghezza di fessure limitata; quando eccezionalmente gli stacchi creano fessure molto lunghe, che potrebbero indebolire eccessivamente il tessuto, si provvede in un secondo tempo a fissarle con piccoli punti di rinforzo. Tessitura a coda di rondine. (a punteddu). Telaio verticale. Tecnica di tessitura piana con trame a vista caratterizzata dal fatto che, ad ogni cambio di colore in senso longitudinale, ogni corso di trama avvolge il primo filo dell'ordito interessato da un altro colore condividendolo a corsi alternati con le trame di diverso colore. In questo modo non si creano fessure e il tessuto risulta compatto e completamente a doppio diritto, sebbene il disegno risulti meno definito nei passaggi cromatici. Tessitura a trame allacciate o agganciate. (puntu a traccu, a manu tenta). Telaio verticale. Tecnica di tessitura piana con trame a vista nella quale la trame colorate si intrecciano sul rovescio del tessuto tra le due catene di ordito che limitano il passaggio cromatico dei diversi blocchi di colore. Nella forma più semplice (‘allacciamento singolo’) un filo di trama passa intorno ad un filo di trama vicino e torna all’interno del blocco del suo colore. Invece l’allacciamento delle trame si dice ‘doppio’ quando ciascun filo di trama compie un giro su se stesso per intrecciarsi con due fili di trama vicini. In questo modo si crea un cordone, sul rovescio del tessuto, lungo la linea di confine dei colori; la struttura è solidissima e i contorni del disegno sono nettissimi sul diritto del lavoro. Il manufatto così tessuto è utilizzabile su entrambe le facce, ma ha un solo diritto. Tessitura a trame curvilinee o deviate o inserti di trame (a s’ambisùe, a abbuccadura). Telaio verticale. Comunemente usata nei vari tipi di tessitura piana per ottenere particolari effetti decorativi. Consente di introdurre nei tessuti alcune trame che formano piccole parti della decorazione con effetti particolari essendo introdotte in modo non perpendicolare nè bilanciato rispetto all’ordito. Spingendo la trama verso il basso o utilizzando filati di diverso spessore, la trama esce fuori linea formando un angolo più o meno accentuato. Tale tecnica viene utilizzata per realizzare i motivi a s’ambisùe, sos poddighes trottos, sas montagnettas. Tessitura a trame lanciate o tessuti operati. (a briali, a littos, a most’e pei, a tauledda, tintura, preali, all’antiga) Telaio orizzontale. Consiste in un insieme di tecniche che consentono di realizzare tessuti operati e decorati sia monocromi che policromi. Nei tessuti monocromi operati la ‘faccia a trama’ corrisponde al verso del tessuto nel quale sono più evidenti i fili di trama che costituiscono il disegno che si presenta esattamente all’opposto sull’altro verso detto ‘faccia ordito’. Tale lavorazione è tipica dei tessuti in lino per tovagliati ed affini. Nei tessuti policromi ha maggior risalto una delle facce che costituirà il diritto. In questo secondo caso i motivi sono realizzati operando con trame di colore e spessore diverso per accentuare l’effetto decorativo di carattere geometrico. In tutti questi casi le trame decorative sono anche strutturali e corrono da cimosa a cimosa. Nei tessuti a trame lanciate i fili di trama colorati benché attraversino il tessuto da cimosa a cimosa, non sono strutturali, ma complementari e sono tessuti in maniera tale da apparire sul diritto solo quando servono nel disegno che può essere anche a più colori. Quando non viene utilizzato il filo colorato ricade morbido sul rovescio del tessuto. In questo caso diritto e rovescio appaiono completamente diversi. Il disegno a trame lanciate può essere prodotto anche intrecciando due colori in modo da formare un tessuto nel quale i colori del motivo risaltano anche sul rovescio, ma specularmente, dando luogo ed un finto tessuto a doppio dritto. Una particolare variante di questa tecnica è quella impiegata per coperte, copricassa e strisce decorative che viene detta a “tauledda” o a “tintura” nella quale la tessitrice opera avendo di fronte a sé il rovescio del tessuto.
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milly73
Salottino
Utente Mentor
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Inserito il - 19/11/2011 : 16:12:21
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Tessitura a trame sovrapposte o aggiunte. (a bagas, a punt’e agu, a lauru). Telaio orizzontale (a 4 licci). Il telaio viene preparato con armatura a tela e le trame supplementari si lavorano a passo chiuso. Durante il processo di tessitura, si introducono le trame di fondo da cimosa a cimosa che determinano l’intreccio (tela) ad ogni passaggio di trama di fondo si inseriscono le trame supplementari e si lavorano a passo chiuso, esclusivamente nelle parti interessate dal disegno. I fili per le decorazioni devono essere continui e non recisi ai margini del disegno e sono perpendicolari all’ordito e sul rovescio del piano di lavoro. A passo chiuso si portano sul dritto del lavoro per creare le decorazioni, che ricoprono interamente il tessuto di fondo. Caratteristica delle decorazioni: a posta, perra posta, a fiu, a postantrotoxiada, passada de contu, passada de torradura. Questa lavorazione si utilizza anche per le decorazioni delle bisacce del Campidano per le quali si utilizza il rimettaggio doppio con il telaio a 4 licci. Tessitura a trame avvolte. (a trizzitta). Telaio verticale. Lavorazione di rifinitura viene utilizzata per definire linee decorative in rilievo. Consistenti trame colorate vengono avvolte lungo l’ordito formando un cordone generalmente bicolore. Quando tale lavorazione viene condotta in una direzione e poi al passaggio successivo in direzione opposta si crea un motivo a treccia o a catenella. Tessitura a riccio (a pibiones, a ranu, a ricciu, a beltighitta). Telaio orizzontale. È caratterizzata da piccoli rilievi che creano il motivo ornamentale costituiti da ricci di trama che si ottengono attorcigliando un filo di trama supplementare (il "tramone") attorno a un ferro appoggiato sul dritto del lavoro. Sfilato il ferro, rimangono i ricci. La tessitura a riccio viene effettuata su un’armatura a saia. Selezionando i punti dove si fanno emergere i ricci, lentamente si compongono disegni assai complessi. Con tale tecnica s’infila la spola tra i fili dell’ordito, quindi si posiziona su questi un ferretto e con le dita della mano destra e poi con quelle della mano sinistra, si solleva la trama e la si avvolge attorno al ferro, nei punti richiesti dal motivo decorativo, formando in tal modo dei grani in rilievo. Si cambia poi, con il pedale, la posizione dei licci per divaricare i fili dell’ordito per permettere il passaggio delle tre trame strutturali.
Articoli di legge imposti dalla regione per tutelare e salvaguardare l'artigianato tessile.
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Modificato da - milly73 in data 19/11/2011 16:14:29 |
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sartinocchja
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Inserito il - 20/11/2011 : 07:57:31
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Milly, so che postando il disciplinare di produzione tessile della Sardegna intendi comunicare qualcosa, ma diventa difficile capire che cosa se non lo espliciti.
Naturalmente se l’intenzione è solamente quella di fornire altre informazioni concernenti il mondo tessile della Sardegna e non riguarda l’argomento sopra trattato … come non detto . Saluti
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milly73
Salottino
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Inserito il - 20/11/2011 : 18:05:08
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| sartinocchja ha scritto:
Curiosando su internet mi sono imbattuta in un articolo che parlava di tessitura. In quest’articolo si afferma che in passato (prima metà del secolo scorso) in Sardegna, abili artigiane sapevano elaborare rimettaggi e armature complessi. Mentre oggi sembrerebbe che la maggior parte di loro non conosca la messa in carta o non sa variare un rimettaggio. Ora io non so come funziona il telaio verticale, ho un’infarinatura di come funziona quello orizzontale, e ho la sensazione che la tecnica maggiormente implicata in “quest’amnesia generale” sia quella (come indicata dal disciplinare di produzione di tessitura artigiana della Sardegna) Tessitura a trame lanciate o tessuti operati: (a briali, a littos, a most’e pei, a tauledda, tintura, preali, all’antiga), ma non solo. Mi domando se questo è possibile? È possibile che l’artigiana tessile di oggi abbia perso questa competenza???? È possibile che in passato le nostre nonne fossero capaci di progettare la costruzione di un tessuto e oggi questa competenza è andata persa????
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Scusami mi riferivo a questo post, in Sardegna esistono solo le armature che ho inserito nel disciplinare. Datemi tempo e ve le spiego una per una.
Ci sono tantissime armature, noi stesse stando al telaio o rielaborando su carta quadrettata possiamo creare nuove armature, ma ci tengo a precisare che non fanno parte della nostra tradizione, la chiamano: innovazione della tessitura.
Se va in porto il mio nuovo progetto, vi farò vedere nuovi elaborati per adesso non svelo niente altro
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Istranzu
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Inserito il - 23/11/2011 : 17:57:14
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A Luras nel Museo etnografico è esposto (malissimo) un tessile che la guida ha detto "ebraico". E' appeso al muro e coperto parzialmente da una cardatrice e da vari oggetti, nella stanza della tessitura
Immagine:
76,98 KB.
Qualcuno sa darmi notizie su questo tessile? Mi interessa per la giornata della cultura ebraica che devo organizzare per il 2012 ad Alghero.
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milly73
Salottino
Utente Mentor
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Inserito il - 23/11/2011 : 21:06:48
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@Istranzu
non riesco a vedere bene, il manufatto,a primo acchito sembra tessuto a, tessutura piana con trama a vista, tessuti i vari teli e poi uniti fra loro.
Una curiosità per quanto riguarda la tessitura ebraica. Alle frange poste negli angoli dovevano essere inseriti fili di colore techelet che, viene tradotto con blu o porpora, e con il quale comunque in lingua ebraica s’intende riferirsi a varie sfumature dal blu scuro al violaceo, al blu giacinto e all'azzurro- turchino (colore dominante del Dio ebraico-cristiano). Gli ebrei erano erano specializzati nella tessitura di drappi serici, delle sete e dei velluti.
Domani controllo con più calma nei miei libri di tessitura se trovo notizie riguardanti il manufatto da te postato.
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Pro tue fortuna chi onzi notte t'isplenda sa luna, chi no appa mai dolore, onzi die t'illumine su sole...
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