Campidano di Terralba
Il Campidano di Terralba, o "rosso di Terralba", come viene comunemente chiamato in Sardegna, viene prodotto per l'80% con l'uva Bovale * la cui presenza nell'isola si fa risalire ai tempi in cui ebbe inizio la dominazione spagnola. Per molto tempo questo vino e' stato al centro di grandi commerci come vino rosso da taglio, destinato alle aree vinicole del nord Italia e della Francia, ottenendo riconoscimenti ufficiali fin dal secolo scorso. La sua piacevolezza gustativa lo faceva apprezzare anche come vino da tavola, nonostante l'elevato grado alcolico ne impedisse, di fatto, una affermazione in questo senso. DATI COMMERCIALI Strutture di produzione: 71 produttori. Numero ettari iscritti: 104,42. Quantita' max producibile: 10.965 hl. Quantita' prodotte: 358 hl.
SPECIFICHE DOC Zona di produzione: alcuni comuni di Cagliari ed Oristano, situati nella pianura del Campidano, al centro della costa occidentale dell'isola. Sono esclusi dalla Doc i vigneti situati ad oltre 400 metri s.l.m., quelli male esposti e quelli di debole spessore derivati da rocce compatte, da dune attuali, i terreni salsi, quelli derivati da alluvioni recenti interessati dalla falda freatica. Vitigni: Bovale di Spagna e Bovale sardo, con una concorrenza massima del 20% di Pascale di Cagliari e/o Greco nero (denominato localmente Gregu nieddu) e/o Monica. Resa massima per ha: 150 qli. Resa massima di uva in vino: 70%. Gradazione alcolica minima: 11,5%. Acidita' totale minima: 4,5 per mille. Estratto secco netto minimo: 18 per mille. Invecchiamento obbligatorio: 5 mesi. Caratteristiche organolettiche: colore rosso rubino piu' o meno chiaro; profumo vinoso, intenso; sapore asciutto, sapido, pieno, caratteristico. Qualificazioni: nessuna. Tipologie: nessuna. Abbinamenti : antipasti saporiti, primi piatti con sughi di carne e salsiccia, carni di maiale e agnello al forno o in umido, carni rosse alla griglia, fegatelli e trippe in umido.
* Il vitigno rosso “Bovale” è giunto in Sardegna dalla penisola iberica durante la dominazione aragonese e con il tempo ha formato due distinte varietà: il “Bovale sardo” o “Bovaleddu” e il “Bovale di Spagna” o “Bovali mannu”. Il “Bovale sardo”, a differenza dell’omonimo “Bovale di Spagna”, è diffuso in tutta la Sardegna: nella provincia di Sassari, in particolare nell’Anglona e nel Logudoro, spesso si accompagna al Cannonau e al Pascale di Cagliari. E’ ricco di sinonimi: il più frequente è quello di Muristellu o Muristella, con cui è anche indicato dal Manca dell’Arca, ma viene anche denominato Bovaleddu o Bovali piticcu. Il Moris lo chiama Vitis affìnis, avendogli trovato una certa somiglianza con il Monica. Viene vinificato assieme ad altre varietà nere per ottenere dei pregevoli vini da arrosto: in particolare entra, assieme al Cannonau e alla Monica, nell’uvaggio per la preparazione del vino DOC “Mandrolisai”; inoltre in unione con il Bovale di Spagna viene utilizzato per il vino DOC "Campidano di Terralba"
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