Forum Sardegna - Il racconto di un tartufaio dilettante
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 Il racconto di un tartufaio dilettante
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Autore Discussione
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trifola

Utente Attivo



Inserito il - 02/01/2009 : 20:21:49  Link diretto a questa discussione
Alla amica miss diamante e a tutti quanti leggeranno questa risposta dedico la parte iniziale di un breve racconto da me scritto. E' una storia semplice, semplice come sono i trifolai. Fra di noi vi è una persona che conosce tutto il racconto, è da me stata premiata per la spontanietà della sua dialettica. Poi far finta di non sapere cosa sono le trifole mi lascia asettico, con un pò di curiosità si possono utilizzare al meglio le informazioni che offre internet.
@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@


Titolo: IL RACCONTO DI UN TARTUFAIO DILETTANTE.

Tutto cominciò il 21 ottobre 2004 quando lessi sull’inserto di un quotidiano locale il seguente articolo:
“Imparare a raccogliere tartufi.”

“In langa lo chiamano “trifolau” e la sua figura, a metà strada tra mito e leggenda, continua ad essere anche oggi avvolta da un’aurea fascinosa. Si aggira nei boschi nebbiosi delle colline tra Alba e il Monferrato (io però dico che si trovano anche in molte altre zone della nostra penisola), accompagnato solo dal suo inseparabile cane, senza il quale, si dice, non potrebbe trovare nessuna delle sue preziosissime “patate”.
“… … … … …” seguivano le istruzioni per l’iscrizione al corso promosso dall’Assessorato all’agricoltura della provincia. Durata del corso: cinque lezioni in aula e una in tartufaia coltivata con il cane.
Figlio di emigrati sardi, nato proprio nel Monferrato, era rimasta in me, nascosta in chi sa quale angolo della mia materia grigia, la voglia addormentata di osare anche con questa nuova esperienza di vita. ........

@@@@@@@@@@@@@@@@@@@
Buona serata da trifola






 Firma di trifola 
Sa fàula si scoberit sempri.
Chie non iscultat consizos, andat in hora mala.
Mezus solu
che mal’accumpagnadu.

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trifola

Utente Attivo



Inserito il - 05/01/2009 : 23:05:28  Link diretto a questa risposta
Se a qualcuno piace l'inizio di questa storia posso suddividerla a puntate e continuare.
Notte da trifola






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Pia
Salottino
Utente Mentor




Inserito il - 05/01/2009 : 23:09:10  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Pia Invia a Pia un Messaggio Privato
Io aspetto la continuazione......






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Pedra Longa

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UtBlocc

Utente Bloccato



Inserito il - 06/01/2009 : 04:12:41  Link diretto a questa risposta
OhTrifola, anch'io!!!





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6169

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trifola

Utente Attivo



Inserito il - 06/01/2009 : 08:40:57  Link diretto a questa risposta
IL TARTUFAIO DILETTANTE (II PUNTATA)
.........Una vita passata a lavorare al chiuso e come hobby, nei ritagli di tempo mi dedicavo sin da ragazzino al ciclismo competitivo, ottenendo anche in questo sport un lusinghiero risultato. Al secondo anno, nella categoria esordienti, mi ero classificato nei primi dieci nel punteggio regionale lombardo e avrei avuto tutto il diritto di partecipare al campionato italiano di categoria. Purtroppo tali campionati si disputavano in Puglia, troppo lontano dalla Lombardia dove nel frattempo da buoni sardi c’eravamo trasferiti, allora si usava correre dietro al lavoro per migliore la propria professionalità e non aspettare il contrario. Se ben ricordo il campionato di categoria lo vinse un ragazzo di Provaglio d’Iseo. Passarono gli anni, continuavo a lavorare e a dedicarmi agli sport amatoriali tra cui l’atletica, prima come amatore, poi come agonista nella marcia atletica ed infine come allenatore di ragazzi/e nella stessa disciplina. Con la Sonia che stabilì il record italiano sui due km di marcia, finì anche per me l’illusione di essere un buon allenatore perché difficoltà nel mondo del lavoro mi obbligarono a scelte diverse dalla passione pura. Trovare un altro posto e mantenere dignitosamente la famiglia o fare il mantenuto. Nel frattempo continuavo a pedalare e a camminare, percorrevo mensilmente a quei tempi centinaia di km, basti pensare ai giri del lago d’Iseo, alla gara del Passatore (la Firenze - Faenza di 107,5 km) e alle varie maratone ecc.
Torniamo all’argomento tartufi con il quale ho cominciato questo racconto.
30 Ottobre 2004, primo appuntamento. Come uno scolaretto della prima elementare mi avvio all’Istituto Tecnico Agrario “Pastori” dove si terranno anche le successive lezioni.
Ci vengono forniti dei materiali didattici e s’inizia. Devo confessare che io con i libri non sono mai andato d’accordo, ho sempre preferito la manualità ma mi adeguo.
Una rapida lettura della documentazione e dentro di me nasce la curiosità di sapere come s’inizia.
Di sicuro voi penserete.........






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trifola

Utente Attivo



Inserito il - 06/01/2009 : 19:09:51  Link diretto a questa risposta
il tartufaio dilettante (III puntata)
....trova i posti e vai, alt. Come si può iniziare con le tartufaie se non si conosce bene l’inseparabile amico e compagno che dovrà poi accompagnarti nelle lunghe camminate con qualsiasi tempo meteorologico che in seguito ci sarà ?
Qui inizia per me la vera esperienza del tartufaio dilettante. Mi metto alla ricerca in internet di tutte le informazioni che riguardano i cani da tartufo, sia di razza sia meticci. Prendo contatto con tutti gli allevamenti trovati, con mail e telefono mi metto in contatto, questo excursus parte dalla Valle D’Aosta e termina in Irpinia, devo conoscere prima di decidere, devo sapere il più possibile. Le ore perse al sonno sono innumerevoli, finché decido: Allevamento del Lagotto Romagnolo di “Casa Cleo” di Luciano Landi. Dovete sapere che il Lagotto Romagnolo è l’unica razza al mondo riconosciuta per la ricerca del tartufo. Sul Lagotto ci sarebbero innumerevoli notizie mi basta dirne solo tre:
1) “Nella necropoli etrusca di Spina (vicino a Ferrara) furono ritrovate raffigurazioni di caccia e pesca ove compare sistematicamente un tipo di cane in tutto simile al nostro Lagotto. Gli etruschi infatti, affacciatisi sull’Adriatico settentrionale tra il VI ed il V secolo a.C. , ebbero rapporti con molti popoli orientali e certamente questo contribuì a diffondere nella zona a nord dell’Adriatico i cani tipici di quelle popolazioni”……continua






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Pia
Salottino
Utente Mentor




Inserito il - 06/01/2009 : 19:20:58  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Pia Invia a Pia un Messaggio Privato
A me piacciono i racconti! Il tuo è la cronaca di una grande passione sbocciata quasi per caso....






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Pedra Longa

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trifola

Utente Attivo



Inserito il - 07/01/2009 : 05:22:35  Link diretto a questa risposta
il tartufaio dilettante (IVpuntata


2) A Mantova nel palazzo ducale dei Gonzaga esiste un dipinto del Mantegna, dove è raffigurato un Lagotto “http://www.lagottoromagnolo.org/affresco.htm. “Che cosa facesse lì nessuno lo sa, si sa solo che i tartufi li mangiavano anche ai quei tempi.
3) Passano i secoli e arriviamo alla fine del 1800. I cacciatori delle zone paludose del delta del Po si accorsero delle doti di questa razza che, essendo un cane da acqua e da riporto, oltre a riportare la selvaggina trovava e riportava anche il Tuber Magnatum Pico, il famoso bianco pregiato. Da quel periodo in avanti tartufai con pochi scrupoli iniziarono gli accoppiamenti di Lagotto con tutti i tipi di cani, credendo di migliorare la razza non sapendo che così facendo andavano incontro alla fine del Lagotto che, oltre essere bravo cercatore di tartufo, è anche ottimo (forse il migliore) cane da compagnia. Diverse persone anziane dell’Europa settentrionale scendono in Romagna per l’acquisto di questo simpatico animale. Nella metà degli anni 70 un gruppo di amici romagnoli conoscitori del Lagotto si misero insieme per ricostruire la razza che stava scomparendo e dopo oltre venti anni riuscirono a far riconoscere dall’E.N.C.I. il Lagotto Romagnolo.
Passate le giornate di ricorrenza dei santi e dei morti telefono al Landi e concordo con lui una mia visita al suo allevamento, nel frattempo le lezioni sui tartufi proseguono. Mi reco la prima volta ad Imola, il 15 Novembre, per conoscere Luciano che con entusiasmo mi racconta tutto sul Lagotto, mi fa vedere il suo allevamento, i cuccioli appena nati, quelli pronti da vendere, le fattrici e gli stalloni, mi racconta anche il perché del nome dell’affisso “Casa Cleo”, nome dedicato a sua moglie Cleonilde scomparsa tempo prima perché era lei la vera appassionata. Tra i cuccioli pronti alla vendita trovo due femmine che mi vengono incontro, devo scegliere. Dovete sapere che prima di arrivare da Luciano mi ero fermato in un grosso ipermercato e avevo acquistato del riso al tartufo, con questa specie d’intruglio mi ero sporcato le calze, lo avevo letto da qualche parte in internet, se il cane ha buon fiuto, lo si vede al primo incontro. Viene il momento della verità: il prezzo. Una grossa tenaglia mi stringe il petto e mestamente rientro a casa. Durante tutto il tragitto del ritorno a casa, un tarlo mi rode nella mente: è meglio un cane che non sai cosa farà oppure tanti kg di carne quanto il valore del cane? Nell’entrare in casa mia moglie mi domanda:.….. continua






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trifola

Utente Attivo



Inserito il - 07/01/2009 : 16:54:26  Link diretto a questa risposta
Devo per inesperienza sbagliato qualcosa prima di inserire il link, ora riprovo:
http://www.lagottoromagnolo.org/affresco.htm
se non si dovesse vedere su una nuova pagina e troverete:
Un Lagotto nel 1400
Speriamo in bene






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Pia
Salottino
Utente Mentor




Inserito il - 07/01/2009 : 21:40:09  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Pia Invia a Pia un Messaggio Privato
Carissimo trifola finalmente ho visto i tuoi bei lagotti che hai usato come avatar. E poi oggi ho avuto una informazione in più per quando a scuola spiegherò ai miei allievi La camera degli sposi del Mantegna! Grazie!






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trifola

Utente Attivo



Inserito il - 08/01/2009 : 07:54:04  Link diretto a questa risposta
Pia Deidda ha scritto:

Carissimo trifola finalmente ho visto i tuoi bei lagotti che hai usato come avatar. E poi oggi ho avuto una informazione in più per quando a scuola spiegherò ai miei allievi La camera degli sposi del Mantegna! Grazie!


Mi fa piacere che anche il Lagotto contribuisca al miglioramento culturale della Prof. e dei suoi allievi. Se come penso hai navigato all'interno del sito avrai di certo trovato un'altro quadro risalente al 1600, ti consiglio di guardare tutto capirai perchè questi cani meritano un'attenzione particolare e....
Buona giornata e buon lavoro
Ciao da trifola






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trifola

Utente Attivo



Inserito il - 08/01/2009 : 07:59:43  Link diretto a questa risposta
il tartufaio dilettante (V puntata)

….. il cane dov’è? Le racconto tutto. Mi guarda, mi sorride e nel silenzio del nostro salotto mi bisbiglia all’orecchio: non fumi, non bevi, non hai vizi di nessun genere, togliti questo sfizio e cammina come hai sempre fatto, telefona subito all’allevatore e concorda di fermare la vendita del cane e fra due giorni ritorni a Imola. Santa donna, come la amo, come le voglio bene, aveva capito che dovevo togliermi le tossine di quarant’anni di lavoro, le ultime rimaste. Così feci e ritornai dall’ormai amico Landi che mi accolse come la prima volta con entusiasmo, espletò tutta la burocrazia che si richiede nella vendita di un cane di razza, pagai e felice e contento presi la strada del ritorno. Il 30 novembre Rita entrò a far parte del nostro branco. Strada facendo un grosso problema mi turbinava nel mio inconscio, avevo dimenticato di possedere già un cane, un pastore maremmano femmina. Mi fermo al primo autogrill e telefono all’allevatore chiedendo consigli, riposta: stia attento che se non vanno in simpatia subito, lei non troverà neppure le ossa del Lagotto che ha comprato. Così non è stato perché fino a poco tempo fa le mie femmine sono andate d’accordo. Weiss ( il pastore maremmano) purtroppo è venuta a mancare. Dopo il primo ambientamento nella nuova dimora, per la lagottina inizia il periodo di addestramento. Di tutte le informazioni scaricate da internet raccolgo quelle che a me sembrano le migliori e via. Due addestramenti al giorno, di pochi minuti, il cane deve prendere il lavoro come gioco. Mi accorgo che più il tempo passa e più le caratteristiche di ricerca e riporto migliorano. Nonostante l’inverno rigido tutto prosegue per il meglio, aumentando costantemente i minuti di addestramento giornalieri e sostituendo i vari odori contenuti in capsule di plastica opportunamente forate e nascoste sotto terra, arriva il giorno della prova sul campo.
Roè Volciano, una mattina di metà febbraio 2005, … continua






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Nevathrad

Utente Maestro




Inserito il - 08/01/2009 : 09:35:32  Link diretto a questa risposta
Ho recuperato la lettura in men che non si dica... aspetto le altre puntate. Taptaptap... (dita che tamburellano in attesa)





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Pia
Salottino
Utente Mentor




Inserito il - 08/01/2009 : 12:04:31  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Pia Invia a Pia un Messaggio Privato
I Lagotti hanno anche un aspetto molto rassicurante e simpatico. Oltre ad essere bravi "nasi" devono essere anche bravi compagni dell'uomo. Vero?






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trifola

Utente Attivo



Inserito il - 08/01/2009 : 13:20:01  Link diretto a questa risposta
Nevathrad ha scritto:

Ho recuperato la lettura in men che non si dica... aspetto le altre puntate. Taptaptap... (dita che tamburellano in attesa)



Ciao Nevathrad,
vedo che sei un utente molto attento, il racconto del "il tartufaio dilettante" sta per finire. Ricordati(tevi) che un bravo tartufaio non fa sapere nulla in proposito, il tartufaio è un tipo silenzioso direi "sgorbutico", io sono diverso non sono geloso, ho piacere se qualche "amico" si potrà appassionare a questo tipo di sport. L'unica cosa che sempre raccomando è la pazienza, la passione, il forte desiderio di conoscere i segreti che la natura ci riserva. I tartufi sono segreti che la natura ci riserva con orgoglio, con sottomissione alle persone che sanno, con modestia, riconoscere quanto vale il rispetto della stessa. Ripeterò all'infinito: i tartufi in Sardegna ci sono. L'unica cosa che si può fare è curare l'esperienza. Ogni dato che accumuliamo non vada disperso (leggerai fra poco, cosa mi disse uno dei più vecchi tartufai della Prov. di BS..... non è avarizia ma è una difficile scelta di donare a chi rispetta l'ambiente i segreti che si tralasciano i tartufai, oserei dire da centinaia di anni) Lascia sfogare le tue dita nel semplice tap tap e se un giorno ci incontreremo capirai perchè continuo a ripetere: ci vuole pazienza.
Tu devi pensare che le piante micorizzate, piantate nelle condizioni ideali di crescita (tipo di terreno, esposizione al sole, altitudine sul livello del mare, micorizzazzione delle stesse piantine, bisogna sapere che tipo di piante "coltivare" (sopratutto non bisogna farsi imbrogliare da venditori con pochi scrupoli), impiegano dai sette ai dodici anni prima di fruttificare. Le piante che sono per natura micorizzate non è che ti facciano raccogliere i frutti l'anno dopo, anche questi frutti sono la maturazione delle spore tartufigene che hanno come durata dai cinque ai sette anni. L'avvertenza maggiore è ricoprire le buche dopo il ritrovamento del tubero. .... Continua

Ciao da trifola






Modificato da - trifola in data 08/01/2009 13:33:04

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trifola

Utente Attivo



Inserito il - 08/01/2009 : 13:30:58  Link diretto a questa risposta
Pia Deidda ha scritto:

I Lagotti hanno anche un aspetto molto rassicurante e simpatico. Oltre ad essere bravi "nasi" devono essere anche bravi compagni dell'uomo. Vero?


Non tutti sanno che i Lagotti vengono acquistati da persone del Nord Europa solamente per l'affetto, la simpatia e la compagnia che sprigionano verso il padrone, cosidetto capo branco. Infatti nel Nord Europa, fino a prova contraria non si trovano tartufi commestibili (ora lo sapete tutti)
Ciao da trifola






Modificato da - trifola in data 08/01/2009 13:32:31

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