jacumu
Salottino
Utente Medio
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Inserito il - 22/12/2008 : 14:08:08
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San Simone è un antichissimo villaggio disabitato situato tra Gergei, Manas, Villanovafranca e Gesico, che appartiene da tempo immemore agli escolchesi, che qui hanno i terreni più fertili.
Tale villaggio sorge in una zona "nuraxi", che come il nome suggerisce, è ricca di resti nuragici. Ci sono una trentina di lolle, alcune antichissime, ed una chiesa. Tutte le lolle più antiche, così come la chiesa, sorgono su fondamenta di nuraghi. Fino agli anni settanta c'erano anche delle tombe dei giganti, ma la stoltezza di alcuni agricoltori ha fatto sì che le steli fossero distrutte ed usate per tirar su muretti a secco. Intorno al villaggio, in molti terreni si notano cumuli di pietre e resti di nuraghi complessi.. ovviamente, ogni anno con gli agricoltori che "sperdiano" i terreni, questo patrimonio storico viene sempre più distrutto.
Questo villaggio fu abbandonato a causa di una pestilenza alla fine del 1300 dai mori che lo popolavano.. da qui al passaggio di tali terreni alla popolazione di Escola, ci sono 2 diverse ipotesi/leggende:
1) La prima leggenda narra che a seguito di tale pestilenza che si abbatté sul villaggio di san Simone, gli abitanti cercarono rifugio nei paesi vicini tra i quali Mandas, Villanovafranca e Gergei che gli cacciarono via, arrivati ad Escolca gli accolsero con molta gentilezza e così per ringraziarli gli concessero tutte le terre molto fertili ad Escolca.
2)La seconda leggenda narra che morirono tutti gli abitanti di san Simone così Escolca e Mandas si contesero il territorio, Mandas diceva che doveva essere loro perché erano più vicini, mentre Escolca ribatteva che non centrava niente. Così si decise di far gareggiare due buoi attaccati allo stesso carro e chi avrebbe vinto si sarebbe preso il territorio. Vinse il bue di Escolca che trascinò il bue di Mandas verso Escolca.
Esiste poi un libro ben fatto dal comune, che racconta antiche storie tramandatesi nel tempo, collegabili alla prima leggenda, che sembra avvalorare la prima versione dei fatti.
Ogni anno, ora mai da secoli, gli escolchesi la settimana successiva alla Pentecoste, fanno rivivere il villaggio per due giorni attraverso una festa che qui sì svolge.
L'intera popolazione a piedi in processione, o sopra dei carri (ora sostituiti dai trattori addobbati con lenzuola bianche e con molti fiori, con le persone che siedono nei "cascioi") percorre, passando da Gergei, il traggitto che divide il paese dal villaggio, dietro ad un giuogo di boi che porta la statua del santo. Dopo 2 ore dalla partenza si arriva al villaggio di san Simone dove si fa festa e si balla in piazza.
Arrivati al villagio, dopo i primi balli sardi in piazza, ogni famiglia si riunisce nella propria lolla con gli ospiti invitati e consuma la cena, cui segue il giro delle lolle, in cui ogni famiglia offre dolci, vini e liquori "autoctoni".. la notte prosegue con balli fino all'alba. La mattina seguente c'è la messa nella chiesetta in loco, seguita dalla processione per la benedizione dei campi, cui segue il pranzo nelle lolle. Nel pomeriggio, la popolazione lascia San Simone per ritornare ad Escolca in processione dietro ai buoi, passando questa volta per Mandas (dove ci si ferma per festeggiare con i mandaresi, con balli sardi e bevute di vino), per poi fermanrsi un'ultima volta al bivio di Serri per la merenda, prima della discesa finale in paese (negli ultimi anni, si è cominciato ad effettuare quest'ultimo tratto con delle fiaccole, dando vita ad uno spettacolo unico).
E' una festa molto sentita dagli escolchesi, e per il clima presente unica nel suo genere! Inserisco di seguito qualche foto:
partenza da escolca
la processione
controllo etilometrico poco dopo la partenza
chi va a cavallo:
clima festoso nei cascioi:
vicini alla meta:
l'arrivo alla chiesa di San Simone:
balli nelle lolle:
all'alba c'è chi ancora balla:
balli nella sosta a mandas:
balli nella sosta al bivio di serri, prima della discesa in paese:
il ritorno domenica notte, stanchi ma felici, ad Escolca:
I GOCCIUS di Santu Simoni Zelantissimu Pastori de Santa Religioni
RIT.
Sant' Apostulu Simoni Siàis nostru intercessori.
In Galilea nascestis de Cana in sa cittadi sa Virtudi e Santidadi prestu in pratica ponéis esempiu a totus séis de piedadi e fervori.
RIT.
Sant' Apostulu Simoni siàis nostru intercessori.
Portat pia tradizioni chi bos fistis su Sposu ch' in modu avventurosu hat tentu benedizioni de Maria cun digniazioni e de Gesus Redentori
RIT.
Sant' Apostulu Simoni siàis nostru intercessori.
Po su prodigiu potenti chi operat su Salvadori cambiendi cun amori s' acqua in binu eccellenti Bos 'i féis seguaci ardenti de su divinu Sennori.
RIT.
Sant' Apostulu Simoni siàis nostru intercessori.
In s' Evangeliu acclamau Grand' Apostulu zelanti po su zelu chi costanti dimostrais smisurau po Gesus Crucifissau cun vivissimu amor.
RIT.
Sant' Apostu Simoni siàis nostru intercessori
A su zelu bostru ardenti a su fervori infinitu ne s' Africa ne s' Egittu non pàrit sufficienti sa léi de s' ONNIPOTENTI predichendi cun fervori.
RIT.
Sant' Apostulu Simoni siàis nostru intercessori
De Giuda in cumpangìa in sa Persia seis passau e s' Evangeliu Sagrau annunciais cun energìa cun consòlu est arricìa sa léi de su Salvadori.
RIT.
Sant' Apostulu Simoni siàis nostru intercessori.
De vida tantu preziosa non est digna prus sa terra e cun d' una dura serra tenéis morti dolorosa, bolat s'anima gloriosa po s'uniri a su CREADORI.
RIT.
Sant' Apostulu Simoni siàis nostru intercessori.
In su celu s'ultimau o Apostulu eminenti bos'i pregaus divotamenti siàis nostru abogau sempri éis essi invocau ascurtaìnos cun amori.
RIT.
Sant' Apostu Simoni siàis nostru intercessori.
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"Gherro pro cantu potho, no appa mai paghe appo zuradu finas a esser mortu" TENORE ANTONIA MESINA DE ORGOSOLO
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