V I S U A L I Z Z A D I S C U S S I O N E |
Folkettara Dilettante |
Inserito il - 20/06/2016 : 11:17:37 Questa discussione mi è stata ispirata da un utente che un po' di tempo fa aveva chiesto gli accordi di "antoneddu, antoneddu" (una "corsicana standard" ed è dedicata a quelli che, pur essendo appassionati di questo genere, strimpellano la chitarra. Ora, premetto che non sono in grado di usare il pentagramma o le tablature; quindi gli accordi di una corsicana o di qualche altro stile posso provare a trascriverli solo per lettera (ovviamente "magg." e "min." indicano "maggiore" e "minore". Inizio con la trascrizione di una sequenza di una "corsicana" (senza l'introduzione e le parti solistiche tra una strofa e l'altra): la min., mi magg. 2 volte; re min., do magg., mi magg., la magg.; re magg. (a volte si ripete il re min.), do magg.; mi magg., la magg. N.b.: Quando le strofe sono rallentate, la sequenza è questa: la min.; la settima, re min.; re min., do magg.; mi magg., la magg; re magg. (o min.), do magg.; mi magg., la magg. Questo è lo schema che uso io, perché i canti "a la corsicana" li suono in la min. Eventualmente Vi trascrivo gli accordi di due "corsicane" che fanno eccezione, cioè "la rustagghja" e "la più bedda di gaddura", ok? Nos intendimus! |
15 U L T I M E R I S P O S T E (in alto le più recenti) |
Folkettara Dilettante |
Inserito il - 04/12/2017 : 10:03:35 | Folkettara Dilettante ha scritto:
il prossimo post ha come argomento la descrizione di due stili di canto "a chitterra" che rientrano nel filone gallurese (oltre alla "corsicana" e al "trallallera gallurese" del quale parlerò prossimamente): si tratta della "timpiesina" o "gadduresa" e della "filugnana" ("filonzana in logudorese). Ho voluto metterli insieme perché in un certo senso si assomigliano, a parte qualche cosa in più nella "filugnana (come il cambio di tonalità nell'ultimo verso di ogni strofa). La "timpiesina" si comporta un po' come il canto in re per via dell'alternanza fra "cantadore" e chitarrista, che ha il suo spazio ogni due versi del testo (strofe di quattro versi) e il ritmo di questo stile è un po' irregolare. Qui gli accordi sono essenzialmente due tutti in maggiore: mi e la, ripetuti circa 6 volte, più due a vuoto; di solito a partire dalla seconda strofa succede di ascoltare le variazioni (rallentate di ritmo e con qualche accordo in più). Può anche di succedere di sentire dei canti in cui il cantadore fa fare al chitarrista già qualche variazione nella prima strofa (nel canto "lu mundu abbagliatu" di Cossu Senior, si comincia con un mi magg. rallentato e ripetuto 6 volte, poi si passa a un re, la, mi e si chiude in la, per poi ricominciare con questo ritmo un po' più veloce e "zoppicante", come lo chiamo io). Nella "filugnana" i quattro versi vengono cantati uno vicino all'altro: i primi tre usano gli accordi della "timpiesina" (anche se, in questo caso, io mi accompagno usando gli accordi re/sol, per comodità di posizione delle dita) ripetuti 9 volte). Poi per cambiare tonalità sull'ultimo verso si procede così: mi (o mi settima) la ripetuto due volte). N.b.: non è un caso che questi due stili di canto "a chitarra" all'interno di una gara si suonano, di solito, uno attaccato all'altro. Non vorrei ripetermi ma mi scuso se magari descrivendo questi stili posso sembrare un po' troppo imprecisa (e anche noiosa), anche se so che gli appassionati di questo filone della musica popolare sarda sono molto pochi; il fatto è che sto provando un po' a semplificare per chi, come me, sta provando ad accompagnarsi in modo semplice, rispetto ai chitarristi professionisti. Unu saludu a tottus!
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...mi riaggancio al post sulla "filugnana" perché di recente ho scoperto alcuni video in cui è presente una variante chiamata "filugnana a s'antiga" (in gallurese "graminatogghja a l'antica": questa variante è, praticamente, una versione più elaborata della "timpiesina", perché l'accordo principale viene suonato con la nota principale più alta in modo che la chitarra sia all'unisono con i "cantadores". Inoltre in questo tipo di filugnana non c'è il cambio di tonalità come nella filugnana "moderna" (utilizzata più spesso nelle gare). Pur avendo ascoltato questa variante diverse volte, non sono in grado di trascrivere gli accordi esatti, anche se ho imparato la melodia. |
Folkettara Dilettante |
Inserito il - 13/11/2017 : 09:40:33 Vorrei ricollegarmi a quanto ho detto a proposito dil giro di accordi dei "muttos" per trascrivere la coda delle registrazioni di DeLunas che non riuscivo a capire (utilizzando sempre il la magg. come tonalità di partenza). Coda: sol magg. (tenuto circa 10 volte), re settima o re magg. (2 volte) sol magg. (4 volte); do magg. (circa 10 volte), mi magg., la magg. (gli ultimi accordi rallentati). |
Folkettara Dilettante |
Inserito il - 23/10/2017 : 11:19:37 | Folkettara Dilettante ha scritto:
| Folkettara Dilettante ha scritto:
| Folkettara Dilettante ha scritto:
A proposito del prossimo stile di canto a chitarra avrei molte cose da scrivere, anche se ho paura di cancellare il post per via della lunghezza. Prima di tutto vorrei confermare, come ho anticipato prima, che lo stile in questione (la "disisperada" o "disispirata") è quello più "tradizionale" di tutti, perché ha origini piuttosto antiche e sia nato come serenata (molti di questi canti sono canti d'amore e non hanno necessariamente come tema argomenti tristi). L'introduzione del chitarrista è piuttosto lunga e non c'è un accompagnamento ritmico alle evoluzioni vocali del "cantadore"; la chitarra costituisce una specie di tappeto sonoro con due tecniche che non sono in grado neanch'io di riprodurre sulla mia chitarra: il "tremolo" (usato da Aldo Cabizza) e l'accordo "ad arpeggio" (usato dalla famiglia Merella). Passo ora a scrivere gli accordi di una "disisperada" standard, dividendola in parti, per comodità Preambolo con il vocalizzo sulla "e" (facoltativo): sol magg., do magg., la magg., re magg. Prima parte: re magg., mi min, la magg., re magg., sol magg. (parte ripetuta due volte). Parte ii (usata in seguito come finale del canto): mi magg., la magg. (ripetuti due volte). Parte centrale (la più intensa): re magg. (6 volte circa), si magg., mi min., si magg., si magg., mi magg. Parte iv (che, in definitiva, è la ripetizione del preambolo, senza il la magg.). Chiusura del canto con la ripetizione della seconda parte, cioè mi magg., la magg. (ripetuti due volte). NB. ho dimenticato di dire che io parto dal sol magg. come tonalità iniziale e chiudo in la magg. Un'altra considerazione: Wikipedia dice che i testi di questi canti sono strofe di otto versi, ma ho trovato delle "disisperadas" più lunghe come ad es. "biddesa rara" di Mannoni, che ne ha il doppio e "bedda li me' 'iltù" di S. Stangoni, che è la più corta finora ascoltata e imparata. E poi, "biddesa rara" è uno di quei canti che non hanno il virtuosismo sulla "e. La mia composizione "sas ùrtimas paràulas" è basata sullo schema standard trascritto finora. ... |
...mi ricollego al post sulla disisperada per trascrivere gli accordi di due casi "anomali" rispetto allo schema standard, come ho fatto nel caso della "corsicana": infatti pensavo di trascrivere gli accordi di "o cara dea di celi" e di "bedda li me' viltù" due canti galluresi tra i più brevi rispetto a una disisperada classica. Partiamo da "o cara dea di celi", chiamata anche "disispirata di Aggius": parte i (che sostituisce il preambolo dello schema classico): sol (o si) magg., re mag., sol magg. (gli ultimi due accordi ripetuti due volte); parte ii: mi magg., la magg., parte centrale: re magg. (circa 6 volte), sol magg.; parte iv: si magg., mi magg. (2 volte), sol magg.; ripresa della seconda parte per due volte; coda, quasi come una "timpiesina": mi la, mi la (ripetuti circa 4 volte; corrispondono ai versi "drommi cara anninnia, alo alo! deu lu be' ti dia e mali no!
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...provo ora a trascrivere gli accordi di "bedda li me' viltù), la più corta che ho imparato finora (la versione che ho imparato è di Salvatore Stamgoni, capo storico del gruppo "Aggius"): parte i (sostituisce il preambolo dello schema classico, senza il do magg. e il la magg.): sol magg., re magg., sol magg. re magg., sol magg.; parte ii: mi magg., la magg. (due volte), parte centrale: re magg. (tenuto circa 4 volte), sol magg.; parte iv: si magg., mi magg. (ripetuti 2 volte), sol magg.; ripetizione della seconda parte. NB: Ovviamente queste due "disisperadas" non hanno un ritmo definito, come tutti i canti suonati in questo stile; quindi solo ascoltando le registrazioni si riesce a capire quando si cambia accordo.
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...data la brevità di quest'ultima disisperada, vado un po' fuori tema trascrivendo pure il testo, in modo che chi è interessato può seguire la registra zione (si trova su Youtube) e provare ad accompagnarla: "Bedda li me viltù So cunsacrati a te, La me matrona No agghju altu più Agghju lu cori e tu se' la padrona La 'ita é in brazzi toi Tu mi cumandi e fanni Lu chi boi" NB una versione di questo canto è reperibile nella registrazione dello spettacolo "ci ragiono e canto" di Dario Fo, al quale hanno preso parte gli stessi Aggius nella formazione storica. |
Folkettara Dilettante |
Inserito il - 18/10/2017 : 11:06:36 | Folkettara Dilettante ha scritto:
| Folkettara Dilettante ha scritto:
A proposito del prossimo stile di canto a chitarra avrei molte cose da scrivere, anche se ho paura di cancellare il post per via della lunghezza. Prima di tutto vorrei confermare, come ho anticipato prima, che lo stile in questione (la "disisperada" o "disispirata") è quello più "tradizionale" di tutti, perché ha origini piuttosto antiche e sia nato come serenata (molti di questi canti sono canti d'amore e non hanno necessariamente come tema argomenti tristi). L'introduzione del chitarrista è piuttosto lunga e non c'è un accompagnamento ritmico alle evoluzioni vocali del "cantadore"; la chitarra costituisce una specie di tappeto sonoro con due tecniche che non sono in grado neanch'io di riprodurre sulla mia chitarra: il "tremolo" (usato da Aldo Cabizza) e l'accordo "ad arpeggio" (usato dalla famiglia Merella). Passo ora a scrivere gli accordi di una "disisperada" standard, dividendola in parti, per comodità Preambolo con il vocalizzo sulla "e" (facoltativo): sol magg., do magg., la magg., re magg. Prima parte: re magg., mi min, la magg., re magg., sol magg. (parte ripetuta due volte). Parte ii (usata in seguito come finale del canto): mi magg., la magg. (ripetuti due volte). Parte centrale (la più intensa): re magg. (6 volte circa), si magg., mi min., si magg., si magg., mi magg. Parte iv (che, in definitiva, è la ripetizione del preambolo, senza il la magg.). Chiusura del canto con la ripetizione della seconda parte, cioè mi magg., la magg. (ripetuti due volte). NB. ho dimenticato di dire che io parto dal sol magg. come tonalità iniziale e chiudo in la magg. Un'altra considerazione: Wikipedia dice che i testi di questi canti sono strofe di otto versi, ma ho trovato delle "disisperadas" più lunghe come ad es. "biddesa rara" di Mannoni, che ne ha il doppio e "bedda li me' 'iltù" di S. Stangoni, che è la più corta finora ascoltata e imparata. E poi, "biddesa rara" è uno di quei canti che non hanno il virtuosismo sulla "e. La mia composizione "sas ùrtimas paràulas" è basata sullo schema standard trascritto finora. ... |
...mi ricollego al post sulla disisperada per trascrivere gli accordi di due casi "anomali" rispetto allo schema standard, come ho fatto nel caso della "corsicana": infatti pensavo di trascrivere gli accordi di "o cara dea di celi" e di "bedda li me' viltù" due canti galluresi tra i più brevi rispetto a una disisperada classica. Partiamo da "o cara dea di celi", chiamata anche "disispirata di Aggius": parte i (che sostituisce il preambolo dello schema classico): sol (o si) magg., re mag., sol magg. (gli ultimi due accordi ripetuti due volte); parte ii: mi magg., la magg., parte centrale: re magg. (circa 6 volte), sol magg.; parte iv: si magg., mi magg. (2 volte), sol magg.; ripresa della seconda parte per due volte; coda, quasi come una "timpiesina": mi la, mi la (ripetuti circa 4 volte; corrispondono ai versi "drommi cara anninnia, alo alo! deu lu be' ti dia e mali no!
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...provo ora a trascrivere gli accordi di "bedda li me' viltù), la più corta che ho imparato finora (la versione che ho imparato è di Salvatore Stamgoni, capo storico del gruppo "Aggius"): parte i (sostituisce il preambolo dello schema classico, senza il do magg. e il la magg.): sol magg., re magg., sol magg. re magg., sol magg.; parte ii: mi magg., la magg. (due volte), parte centrale: re magg. (tenuto circa 4 volte), sol magg.; parte iv: si magg., mi magg. (ripetuti 2 volte), sol magg.; ripetizione della seconda parte. NB: Ovviamente queste due "disisperadas" non hanno un ritmo definito, come tutti i canti suonati in questo stile; quindi solo ascoltando le registrazioni si riesce a capire quando si cambia accordo. |
Folkettara Dilettante |
Inserito il - 18/10/2017 : 10:43:28 | Folkettara Dilettante ha scritto:
A proposito del prossimo stile di canto a chitarra avrei molte cose da scrivere, anche se ho paura di cancellare il post per via della lunghezza. Prima di tutto vorrei confermare, come ho anticipato prima, che lo stile in questione (la "disisperada" o "disispirata") è quello più "tradizionale" di tutti, perché ha origini piuttosto antiche e sia nato come serenata (molti di questi canti sono canti d'amore e non hanno necessariamente come tema argomenti tristi). L'introduzione del chitarrista è piuttosto lunga e non c'è un accompagnamento ritmico alle evoluzioni vocali del "cantadore"; la chitarra costituisce una specie di tappeto sonoro con due tecniche che non sono in grado neanch'io di riprodurre sulla mia chitarra: il "tremolo" (usato da Aldo Cabizza) e l'accordo "ad arpeggio" (usato dalla famiglia Merella). Passo ora a scrivere gli accordi di una "disisperada" standard, dividendola in parti, per comodità Preambolo con il vocalizzo sulla "e" (facoltativo): sol magg., do magg., la magg., re magg. Prima parte: re magg., mi min, la magg., re magg., sol magg. (parte ripetuta due volte). Parte ii (usata in seguito come finale del canto): mi magg., la magg. (ripetuti due volte). Parte centrale (la più intensa): re magg. (6 volte circa), si magg., mi min., si magg., si magg., mi magg. Parte iv (che, in definitiva, è la ripetizione del preambolo, senza il la magg.). Chiusura del canto con la ripetizione della seconda parte, cioè mi magg., la magg. (ripetuti due volte). NB. ho dimenticato di dire che io parto dal sol magg. come tonalità iniziale e chiudo in la magg. Un'altra considerazione: Wikipedia dice che i testi di questi canti sono strofe di otto versi, ma ho trovato delle "disisperadas" più lunghe come ad es. "biddesa rara" di Mannoni, che ne ha il doppio e "bedda li me' 'iltù" di S. Stangoni, che è la più corta finora ascoltata e imparata. E poi, "biddesa rara" è uno di quei canti che non hanno il virtuosismo sulla "e. La mia composizione "sas ùrtimas paràulas" è basata sullo schema standard trascritto finora. ... |
...mi ricollego al post sulla disisperada per trascrivere gli accordi di due casi "anomali" rispetto allo schema standard, come ho fatto nel caso della "corsicana": infatti pensavo di trascrivere gli accordi di "o cara dea di celi" e di "bedda li me' viltù" due canti galluresi tra i più brevi rispetto a una disisperada classica. Partiamo da "o cara dea di celi", chiamata anche "disispirata di Aggius": parte i (che sostituisce il preambolo dello schema classico): sol (o si) magg., re mag., sol magg. (gli ultimi due accordi ripetuti due volte); parte ii: mi magg., la magg., parte centrale: re magg. (circa 6 volte), sol magg.; parte iv: si magg., mi magg. (2 volte), sol magg.; ripresa della seconda parte per due volte; coda, quasi come una "timpiesina": mi la, mi la (ripetuti circa 4 volte; corrispondono ai versi "drommi cara anninnia, alo alo! deu lu be' ti dia e mali no!
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Folkettara Dilettante |
Inserito il - 20/06/2017 : 12:39:42 | Folkettara Dilettante ha scritto:
Prima di trascrivere gli accordi "base" dei canti "a sa nuoresa" vorrei fare una piccola osservazione (correggetemi, eventualmen"te, se faccio qualche imprecisione (d.altra parte, io mi accompagno in modo elementare): q uesto stile in ogni strofa utilizza spesso variazioni molto elaborate soprattutto all'interno delle gare; queste variazioni si complicano ancora di più nel finale, quando i "cantadores" improvvisano in tonalità diverse, come nel canto in re (pratica chiamata "zirada"). A questo punto ecco gli accordi (io lo stile "nuoresa" lo accompagno in Do magg.), tutti in magg.: Do 5 volte; sol, sol, do; re, mi, la, mi, la. Nb.: Le variazioni che hanno accordi in più non le so suonare tutte, per non parlare della "zirada" (anche se ci ho provato); comunque tenete conto che ho scritto solo gli accordi di base. Saludos a tottus dae sa folkettara
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...descrivendo lo stile "nuoresa" ho dimenticato di dire che il ritmo è quello di un valzer. |
Folkettara Dilettante |
Inserito il - 03/05/2017 : 12:56:47 Nel post dedicato alla descrizione della "disisperada" avevo accennato inavvertitamente le due tecniche che i chitarristi usano per accompagnare il "cantu a chiterra": mi riferisco all'accompagnamento ad arpeggio o "a s'antiga" e a quello a plettro. semplificando la spiegazione dei due tipi di accompagnamento, si può paragonare il primo stile alla tecnica del "fingerpicking" usata in America: infatti si utilizzano solo le dita. La seconda tecnica (anche se già praticata negli anni '30 da Nicolino Cabizza) può considerarsi la più moderna delle due ed è quella che a me fa pensare ai chitarristi di flamenco, soprattutto nell'accompagnamento dei canti in re e nelle introduzioni ai canti "classici". |
Folkettara Dilettante |
Inserito il - 20/04/2017 : 11:34:50 | Folkettara Dilettante ha scritto:
Sempre nel filone gallurese del canto a chitarra abbiamo delle strofette chiamate "trallallera gallurese" o "trallallera corsicana" (non a caso si suonano, come ho detto nell'ultimo post, subito dopo la corsicana vera e propria. In ogni strofa i versi sono divisi in coppie ripetute due volte (alla seconda coppia si aggiunge il ritornello "trallallera-larillallà") e il ritmo ricorda vagamente la tarantella, ma non del tutto. Questi sono gli accordi (in la magg.): la, la, mi, la (2 volte); re, re, re, la, la, mi, mi, la (è la seconda coppia con il ritornello compreso). NB.: in un'altra discussione sul canto a chitarra avevo detto che ogni strofa aveva due versi, ma ho sbagliato i calcoli.
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...mi riaggancio alla descrizione degli accordi del "trallallera" gallurese per sottolineare la diversità con quello campidanese anche negli accordi e nel ritmo: il primo stile ha tre accordi e assomiglia ad una tarantella, il secondo ne ha due (la magg., mi magg.; mi magg., la magg.) ed è una pseudo-polka ed è più facile da cantare. |
Folkettara Dilettante |
Inserito il - 02/09/2016 : 12:05:12 | Folkettara Dilettante ha scritto:
Oltre al giro di accordi del "canto in si bemolle" mi manca quello di una forma di canto che non rientra nelle gare logudoresi/galluresi, ma che io comunque definirei "a chitarra": si tratta di uno stile presente nella musica folk campidanese, chiamato "canzoni a curba". inizialmente veniva accompagnato dalle launeddas, ma poi sono state sostituite dalla chitarra sarda. Il canto "a curba" è molto lungo e i suoi testi sono spesso molto divertenti e parlano di storie di tutti i giorni (come esempio potrei citare le canzoni di Efisio Mura oppure un canto dal titolo "morti candu bolis". In pratica la "canzoni a curba" è la versione campidanese dei "muttos prolungados", dove si parla di un unico argomento. Ho provato varie volte a cercare gli accordi di questa forma di canto, ma finora sono riuscita a decifrare solo la prima parte; c'è qualcuno che mi può dare una mano? Unu saludu mannu a sos chi sun ancora presentes in custu forum.
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vado un po' fuori tema per segnalare agli utenti di madrelingua campidanese qualche titolo di "canto a curba" particolarmente divertente malgrado la melodia un po! cantilenante: "su dentista", "sa motocicletta" e "su braberi" di Efisio Mura e "su papadori" di Antonio Pani; queste "ballate" (perché raccontano delle storie) si trovano facilmente su Youtube. |
Folkettara Dilettante |
Inserito il - 31/08/2016 : 09:24:22 Oltre al giro di accordi del "canto in si bemolle" mi manca quello di una forma di canto che non rientra nelle gare logudoresi/galluresi, ma che io comunque definirei "a chitarra": si tratta di uno stile presente nella musica folk campidanese, chiamato "canzoni a curba". inizialmente veniva accompagnato dalle launeddas, ma poi sono state sostituite dalla chitarra sarda. Il canto "a curba" è molto lungo e i suoi testi sono spesso molto divertenti e parlano di storie di tutti i giorni (come esempio potrei citare le canzoni di Efisio Mura oppure un canto dal titolo "morti candu bolis". In pratica la "canzoni a curba" è la versione campidanese dei "muttos prolungados", dove si parla di un unico argomento. Ho provato varie volte a cercare gli accordi di questa forma di canto, ma finora sono riuscita a decifrare solo la prima parte; c'è qualcuno che mi può dare una mano? Unu saludu mannu a sos chi sun ancora presentes in custu forum. |
Folkettara Dilettante |
Inserito il - 03/08/2016 : 20:48:07 A proposito del prossimo stile di canto a chitarra avrei molte cose da scrivere, anche se ho paura di cancellare il post per via della lunghezza. Prima di tutto vorrei confermare, come ho anticipato prima, che lo stile in questione (la "disisperada" o "disispirata") è quello più "tradizionale" di tutti, perché ha origini piuttosto antiche e sia nato come serenata (molti di questi canti sono canti d'amore e non hanno necessariamente come tema argomenti tristi). L'introduzione del chitarrista è piuttosto lunga e non c'è un accompagnamento ritmico alle evoluzioni vocali del "cantadore"; la chitarra costituisce una specie di tappeto sonoro con due tecniche che non sono in grado neanch'io di riprodurre sulla mia chitarra: il "tremolo" (usato da Aldo Cabizza) e l'accordo "ad arpeggio" (usato dalla famiglia Merella). Passo ora a scrivere gli accordi di una "disisperada" standard, dividendola in parti, per comodità Preambolo con il vocalizzo sulla "e" (facoltativo): sol magg., do magg., la magg., re magg. Prima parte: re magg., mi min, la magg., re magg., sol magg. (parte ripetuta due volte). Parte ii (usata in seguito come finale del canto): mi magg., la magg. (ripetuti due volte). Parte centrale (la più intensa): re magg. (6 volte circa), si magg., mi min., si magg., si magg., mi magg. Parte iv (che, in definitiva, è la ripetizione del preambolo, senza il la magg.). Chiusura del canto con la ripetizione della seconda parte, cioè mi magg., la magg. (ripetuti due volte). NB. ho dimenticato di dire che io parto dal sol magg. come tonalità iniziale e chiudo in la magg. Un'altra considerazione: Wikipedia dice che i testi di questi canti sono strofe di otto versi, ma ho trovato delle "disisperadas" più lunghe come ad es. "biddesa rara" di Mannoni, che ne ha il doppio e "bedda li me' 'iltù" di S. Stangoni, che è la più corta finora ascoltata e imparata. E poi, "biddesa rara" è uno di quei canti che non hanno il virtuosismo sulla "e. La mia composizione "sas ùrtimas paràulas" è basata sullo schema standard trascritto finora. |
Folkettara Dilettante |
Inserito il - 30/07/2016 : 10:35:31 Non avendo ancora capito bene il giro di accordi dello stile chiamato "canto in si bemolle", vi proverò a trascrivere quello del più recente stile di canto "a chiterra", cioè il "canto in fa diesis": infatti sembra sia stato creato verso la fine degli anni '50 dalla coppia Cubeddu-Merella (cantadore il primo, chitarrista il secondo). si parte come minimo da due strofe (una di due versi obbligatoria, e una di quattro facoltativa) e l'ultimo verso di ogni strofa si ripete tre volte. Io questo stile lo accompagno di solito in mi min., perché alla fine devo passare a un'altra tonalità nel finale (sol magg.). Prima strofa (di due versi): si magg., si magg., si magg., mi min.; mi min., mi min., mi min., si magg.; si magg. (3 volte), mi min.; do magg., fa magg., re magg., sol magg., re magg. sol magg. Seconda strofa di quattro versi: si magg. (3 volte), mi min.; mi min (3 volte) si magg. (2 volte); mi magg. (2 volte), la min (2 volte), re magg. (2 volte), sol magg. (2 volte); si magg. (2), mi min. (2); do magg. (3), fa magg. (2), re magg., sol magg. re magg., sol magg. Questi ultimi tre accordi si possono tenere anche leggermente più a lungo, secondo l'ispirazione del cantadore. Prossimamente proverò a parlare di uno tra gli stili classici più antichi (l'ultimo all'interno di una gara): la "disisperada" (gallurese "disispirata"). Saludos! |
Folkettara Dilettante |
Inserito il - 28/07/2016 : 16:12:55 | airone ha scritto:
Ciao sarò ad Alghero dal 5 agosto sera sino al 16 agosto mattina: ci sono eventi dove potrei venire ad ascoltare queste musiche che citi? Possibilmente in zona ;-) Grazie :-)
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purtroppo, non avendo mai potuto andare in Sardegna a sentire dal vivo questi canti, non ti saprei dire se ad Alghero ci sono serate di questo tipo, anche se su Youtube ho trovato qualche esibizione fatta da quelle parti... Un altro utente di questo forum (Petru2007) mi aveva detto che in estate si possono sentire i canti a chitarra di sera in occasione di sagre e eventi del genere... Forse all'interno del sito "cantosardoachitarra.it" riesci a trovare un eventuale calendario. |
airone |
Inserito il - 28/07/2016 : 11:25:25 Ciao sarò ad Alghero dal 5 agosto sera sino al 16 agosto mattina: ci sono eventi dove potrei venire ad ascoltare queste musiche che citi? Possibilmente in zona ;-) Grazie :-)
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Folkettara Dilettante |
Inserito il - 28/07/2016 : 08:47:30 ...passiamo ora a quei canti definiti "classici", probabilmente perché sono piuttosto difficili da accompagnare e da cantare; non voglio dire che il canto in re sia facile al confronto, ma questo filone pare sia stato inventato da alcuni di questi "cantadores" molto abili. in questo filone rientrano il mi e la, la "disisperada" (i più antichi del filone), il "si bemolle" e il "fa diesis". Come stile di partenza trascrivo gli accordi del "mi e la" nel quale io inizio in mi magg. e chiudo in sol magg. saltando l'assolo iniziale. Parte i: si, mi, fa diesis, si mi, si, fa diesis min., si, mi, si, mi (ripetere un'altra volta questa parte). Parte seconda: do magg. (6 volte), re, sol, re sol. Al prossimo post, con la trascrizione degli accordi del "fa diesis". |
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