V I S U A L I Z Z A D I S C U S S I O N E |
Nadja |
Inserito il - 27/09/2007 : 12:56:16 Salve cari amici sardi, mi chiamo Nadja, vivo a Berlino e studio alla universitá Humboldt. Non sono sarda, ma sono una appassionata della vostra terra affascinante. Non ho trovato da nessuna parte del mondo la gente cosi cardiale come sardi. Questa mia passione per la bella Sardegna mi ha spinto di fare la tesi di laurea sul tema "La questione della lingua sarda". Siccome devo fare le ricerche un po´ socio-linguistiche, mi interessebbe molto la opinione dei sardi sulla limba sarda. Sarei molto grata per la risposta alla mia domanda: Che cosa Lei pensa della Limba Sarda Comuna? Per chi non ha ancora sentito niente del questo nuovo progetto della lingua standard sarda, spego subito: Sa Limba sarda comuna é una lingua adottata dal´amministrazione regionale di Sardegna per scrivere alcuni suoi atti. Renato Soru ha proposto questa lingua come un´unica Limba Sarda per Strasburgo ("La Nuova Sardegna dal 19 aprile 2006). Questa lingua é naturale (non é fatta a tavola), è una varietá parlata nelle aree centrali (Samugheo), con aperture al logudorese e al campidanese. Come varietá del riferimento deve diventare un giorno seconda la decisione del Ufitziu de sa Limba Sarda la lingua ufficiale dei sardi. Ma chiunque puó scrivere all´amministrazione nella propria varietá, perche nessuno impedisce continuare a parlare e scrivere la sua varietá sarda. La lingua materna é la identitá di una persona come ha detto tanto tempo fa saggio Humboldt. La vostra opinione conta. Con cardiali saluti. Spero di trovare nuovi amici Nadja |
15 U L T I M E R I S P O S T E (in alto le più recenti) |
Donovan |
Inserito il - 06/04/2010 : 20:24:20 | Nicola76 ha scritto:
| Donovan ha scritto: Per quanto riguarda l' eventuale imposizione puoi stare tranquillo: la Corte Fascistuzionale lo vieterebbe al volo, senza differenze tra dialetti locali o standard ortografico.
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Scusami, stamattina mi sono svegliato prestissimo e forse i miei neuroni cominciano a tradirmi, ma fatico a capire che cosa tu intenda. Che cosa vieterebbe la Corte Costituzionale? Di certo non vieterebbe l'insegnamento del sardo (auspicabile o meno che sia), dato che una legge del 1999 prevede esplicitamente la possibilità dell'insegnamento nelle scuole delle zone del Paese ove si parla tradizionalmente.
Saluti,
Nicola
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Infatti non vieterebbe l' insegnamento del sardo ma la sua imposizione, o obbligatorietà. Nell' ordine:
- La Regione Sardegna non potrebbe obbligare gli alunni sardi ad imparare la lingua sarda
- La Regione Sardegna non potrebbe obbligare le scuole sarde a riservare una parte dell' orario curricolare all' insegnamento della lingua sarda.
- La Regione Sardegna non potrebbe nemmeno avvalersi del cosiddetto "silenzio-assenso", secondo il quale le famiglie dell' alunno in questione devono dichiarare esplicitamente che al proprio figlio NON debba essere insegnata la lingua sarda.
In sintesi: è necessaria una triplice volontà, della Regione, della scuola e della famiglia. Per saperne di più:
http://www.google.it/search?q=friul...nt=firefox-a
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Nicola76 |
Inserito il - 06/04/2010 : 16:40:10 | Donovan ha scritto: Per quanto riguarda l' eventuale imposizione puoi stare tranquillo: la Corte Fascistuzionale lo vieterebbe al volo, senza differenze tra dialetti locali o standard ortografico.
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Scusami, stamattina mi sono svegliato prestissimo e forse i miei neuroni cominciano a tradirmi, ma fatico a capire che cosa tu intenda. Che cosa vieterebbe la Corte Costituzionale? Di certo non vieterebbe l'insegnamento del sardo (auspicabile o meno che sia), dato che una legge del 1999 prevede esplicitamente la possibilità dell'insegnamento nelle scuole delle zone del Paese ove si parla tradizionalmente.
Saluti,
Nicola |
Donovan |
Inserito il - 06/04/2010 : 02:17:33 | prolunga ha scritto:
In Sardegna ogni paese ha il suo dialetto o lingua come si dice, penso che sia inutile fare una legge per costringere il logudorese a parlare il campidanese e viceversa, basta che nelle scuole si insegni il dialetto locale per non perdersi la tradizione e non avere vergogna di parlarlo in pubblico e in famiglia, per Nadja mi hanno detto che nell’università di Desdra insegnano il sardo non so se è vero prova ad informarti
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Infatti si tratta di imparare a SCRIVERE in modo uniforme, non a parlare. Per quanto riguarda l' eventuale imposizione puoi stare tranquillo: la Corte Fascistuzionale lo vieterebbe al volo, senza differenze tra dialetti locali o standard ortografico. |
musthayoni |
Inserito il - 05/04/2010 : 21:39:23 .. giusto turritano .. l'Euskera batua ... docet .. e medas dde nosus ianta deppi piagai su giassu dde su ki is baskus anti fattu .. mancai issus puru teninti in donnia bidda maneras insorus dde ddu fueddai .. deppeus sceti ponni conca a pentzai ... |
Turritano |
Inserito il - 04/04/2010 : 22:21:42 | prolunga ha scritto:
In Sardegna ogni paese ha il suo dialetto o lingua come si dice, penso che sia inutile ...... .......
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Infatti: secondo questo ragionamento di comodo, estremizzando si arriverebbe a dire che ogni mio vicino (di casa) parla una “lingua” diversa dalla mia (solo perché certamente usa qualche parola diversa da quelle che uso io), esattamente come a Usini (SS) si parla la "lingua" Usinese mentre a Ossi (SS), 3/4 km di distanza, si parla la "lingua" Ossese, pur essendo entrambe logudoresi e praticamente simili. Come a Sassari si parla Sassarese e nella vicinissima Sorso si parla il Sorsese che hanno differenze irrisorie una dall’altra. Questo per dire che, chi si ostina a negare l’esistenza di una base comune di una lingua sarda, affoga ignominiosamente nel ridicolo. Tu naturalmente puoi pensarla come vuoi, ma a mio parere, una cosa stai sbagliando e, se leggi tutta questa discussione, capirai di cosa si tratta ma, in ogni modo, te lo riassumo io: Con la LSC nessuno costringe un campidanese a parlare logudorese o viceversa ("costrizione" che del resto nessuno vuole od auspica). Si tratta solo di utilizzare una lingua comune (cosa che hanno tutte le Nazioni) per redigere qualsiasi atto ufficiale pubblico, altrimenti cosa impossibile da fare. Se nelle scuole “si insegna solo il dialetto locale” e ci si ferma a questo, la Lingua Sarda morirà comunque, con enorme dispiacere di chi la conosce e ama veramente e con grande soddisfazione di chi non vede l’ora che tiri le cuoia. A questo punto non esisterà più né Logudorese, né Campidanese né nessun altra varietà o sottovarietà del sardo, né nessuno dei dialetti di una lingua sarda comune, che è appunto il Sardo.
Giustissimo quando dici: “Non avere vergogna di parlarlo in pubblico e in famiglia”. Giustissimo e d’altronde cosa fondamentale e doverosa per ogni sardo. Il Sardo non solo si insegna in qualche Università tedesca, ma anche in Romania, in Giappone, in America (USA) e chissà dov’altro, come classico esempio di Lingua Romanza , (e sempre nella sua varietà “logudorese”). In “Logudoro” vengono spesso studenti di Università straniere per imparare il Sardo “dal vivo”. Essi si scelgono un paese dove si parla un “sardo” considerato “classico, per esempio Bonorva, Thiesi, Ploaghe ecc. Imparano il “Sardo”, non la “lingua bonorvese”, thiesina, “ploaghese” ecc.
Turritano |
Nicola76 |
Inserito il - 04/04/2010 : 09:58:56 | prolunga ha scritto: basta che nelle scuole si insegni il dialetto locale per non perdersi la tradizione e non avere vergogna di parlarlo in pubblico e in famiglia, per Nadja mi hanno detto che nell’università di Desdra insegnano il sardo non so se è vero prova ad informarti
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Al di là dell'opportunità o meno di insegnare le varie lingue sarde nelle scuole (altrove ho già detto che sono contrario, come sono contrario che si insegnino le altre lingue regionali o locali italiane altrove), su cui non insisto, vorrei fare presente che la tua, con tutto il dovuto rispetto, è un'impressione un po' ingenua.
Non avere vergogna va benissimo, ma insegnare una varietà iperlocale, nella stragrande maggioranza dei casi, non è fattibile. Anzitutto, bisogna trovare gli insegnanti: in paesini con 2-3000 abitanti, magari per lo più anziani, puoi trovare un numero di persone in grado e disposte a insegnare alla scuola dell'obbligo? Per farlo, peraltro, ci vuole una certa formazione... Inoltre c'è il problema della codificazione. La maggior parte delle parlate di qualsiasi regione d'Italia (e potrei estendere il discorso) non ha una codificazione scritta. In pratica, "ognuno scrive come gli pare" oppure si scrive secondo la codificazione di un'altra lingua più influente.
In pratica, non si può pensare di insegnare il "dialetto" di ogni singolo paesino o località. Occorre fare delle scelte. Avere una lingua ben codificata e insegnare quella, magari avendo l'accortezza di spiegare agli studenti che troveranno delle divergenze più o meno marcate a seconda della zona dell'Isola in cui si spostano.
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Per quanto riguarda l'insegnamento del sardo in qualche università straniera, è possibile che ci sia qualche cattedra. So per certo che c'era una cattedra di friulano in Giappone, per esempio. E il mio relatore dell'università, triestino, era stato ad una conferenza dove aveva incontrato questo giapponese che parlava un italiano assolutamente approssimativo, ma che era capace di tenere una conferenza in friulano.
Di solito so per esperienza che queste cattedre vengono istituite per compiacere Tizio o Caio, per dare loro un ruolo ed uno stipendio non impegnativo (alcuni anni non hanno proprio iscritti, altri ne hanno uno o due). E in ogni caso, mi viene da chiedermi che senso abbia per uno studente straniero imparare il sardo se non sa già l'italiano, anche perché con l'italiano riuscirà tranquillamente a viaggiare anche in Sardegna.
Ho visto tanti brillanti studenti della facoltà di Lingue uscire pieni di buone speranze con lingue "minori" e finire per fare tutt'altro nella vita perché non serviva a nulla aver studiato catalano o còrso... Con tutto il rispetto, a me queste cattedre sembrano un tributo alla burocrazia e un modo per passare soldi al professore di turno, nulla più.
Saluti,
Nicola |
prolunga |
Inserito il - 03/04/2010 : 22:35:49 In Sardegna ogni paese ha il suo dialetto o lingua come si dice, penso che sia inutile fare una legge per costringere il logudorese a parlare il campidanese e viceversa, basta che nelle scuole si insegni il dialetto locale per non perdersi la tradizione e non avere vergogna di parlarlo in pubblico e in famiglia, per Nadja mi hanno detto che nell’università di Desdra insegnano il sardo non so se è vero prova ad informarti |
Su foristeri |
Inserito il - 04/03/2010 : 22:05:51 | Donovan ha scritto:
| Su foristeri ha scritto:
| Donovan ha scritto:
| vlady ha scritto:
[b][brown]non sono molto avezzo ai forum, e quindi mi scuso Albertina, se ho usato la maiucola impropriamente. Ma per tornare a noi...certo Donovan, sarebbe economico e probabilmente "massivo" uniformare la parlata sarda. Credo che comunque esistano ancora tantissime persone che parlano bene il loro dialetto. Perchè non sfruttare didaticamente queste preziose opportunità? La lingua, qualunque essa sia verrà sempre inflazionata dal momento che si vive, per me sarebbe importante e fondamentale che i giovani, specie i più piccoli, imparassero da subito, magari alla scuola elemetare, quei vocaboli che saranno preziosi per la conservazione di una parlata..si di una parlata..io non sono d'accordo con chi definisce il sardo una lingua. Propendo per un insieme di parlate che sono, come dicevo prima il vero forziere da non scardinare. Il prezzo da pagare sarebbe troppo alto. Pensa Donovan se imnprovisamente tutti i sardi parlassero una sola lingua....non ci riconosceremo più nella nostra unicità, anche di campanile culturale. Vanno conservate tutte. Quindi le forze dedichiamole alla tutele di queste Vladi
|
Pienamente d' accordo su questo: vanno preservate le varianti locali, che sono il sardo reale e non certo la LSC o il "Logudorese" ed il "Campidanese" che sono sistemi grafici. Il problema è come farlo, di certo restando nella situazione attuale nel volgere di qualche decennio sarà difficile recuperare. Va benissimo il contributo dei madrelingua, è un ottimo sistema per preservare le diverse varianti, ma non è sufficiente: anche se i bambini imparassero perfettamente la propria variante, a cosa gli servirebbe? Mio padre e mia madre sono madrelingue, ma la conoscenza del sardo nella loro vita non è servita a nulla perchè socialmente quella conoscenza non veniva riconosciuta e per il mio bene hanno optato per il fatto che io imparassi l' italiano. In pratica, con l' insegnamento degli anziani stai solo rimandando il problema di una generazione: fuori dal proprio paese qual sardo non serve più. Se invece la conoscenza del sardo servisse per i concorsi, per l' insegnamento, per scrivere un giornale che tutti capiscono agevolmente per tradurre tutto ciò di cui parlavo prima e che non rimane chiuso in un paesino allora conoscere il sardo serve ed è anche remunerativo!
Se l' argomento ti interessa, questo è un convegno nel quale si chiariscono alcuni dubbi. Ci sono diversi docenti universitari tra cui Roberto Bolognesi (Gresienti che a tui)
http://www.sotziulimbasarda.net/Tel..._01_1_4.html
|
Buongiorno,
La mamma di Roberto BOLOGNESI è di VILLANOVA MONTELEONE (SS).
Saluti.
|
Non vedo proprio cosa c'entri, dato che il luogo di nascita di un genitore non si trasmette per via ereditaria ai figli. Non è un segreto il fatto che Bolognesi sia nato e cresciuto nel Sulcis:
http://www.condaghes.com/scheda_autore.asp?id=125
In ogni caso la signora Bolognesi è venuta a mancare pochi mesi fa.
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Io volevo dire che BOLOGNESI conosce bene il Campidanese del Sulcis ma senza alcun dubbio anche il Logudorese e specialmente quello molto particolare dei dintorni di SASSARI.
Unu saludu mannu.
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robur.q |
Inserito il - 17/02/2010 : 21:41:31 | albertune ha scritto:
Sono davvero mortificato (non così immagino i curatori del forum) che tale topic abbia avuto più di 10 mila accessi. E'proprio vero che i film horror onerosi, attraggono più di quelli che sono a scarto ridotto. Ma se l'horror vi appassiona così tanto vi rimanderei a : http://web.tiscali.it/sardoillirica...sardigna.htm . Lì ci trovate my opinion
saluti
|
Mamma mia, che ira funesta perchè non articoli meglio le tue opinioni? sempre che voglia esporle a dei tranquilli forumisti.... |
albertune |
Inserito il - 17/02/2010 : 16:49:38 Sono davvero mortificato (non così immagino i curatori del forum) che tale topic abbia avuto più di 10 mila accessi. E'proprio vero che i film horror onerosi, attraggono più di quelli che sono a scarto ridotto. Ma se l'horror vi appassiona così tanto vi rimanderei a : http://web.tiscali.it/sardoillirica...sardigna.htm . Lì ci trovate my opinion
saluti
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Biggina |
Inserito il - 04/02/2010 : 17:24:24 trovo anch'io la lingua sarda terribilmente intrigante. Quando sentivo - e sento - alcuni amici miei sardi parlare mi crepo dalle risate perche' apparte la simpaticissima cadenza e apparte che hanno la particolarita', mi sono accorta, i sardi di far ridere sempre tutti perke' hanno sempre la battuta pronta e ti fan spanciare.. ma e' proprio quando li senti imprecare o borbottare qualcosa in sardo che e' potentissimo l'effetto devastante di risata che ti danno! C'è un mio conoscente cagliaritano che quando parla mi fa morire dalle risate e lui per me pansa che je rido sempre in faccia.. hahaha ma poi gli dico : scusami ma hai una parlata stupenda !!!!
Ho ascoltato qualche canzone dialettale della sardegna e quindi so' ben poco della lingua. Ma sarebbe bellissimo poterla studiare. Mi piacciono molto i dialetti in generale, non solo quelli della Sardegna, ma a costo di sembrare ripetitiva .. quelli sardi sono simpaticissimi |
Donovan |
Inserito il - 01/02/2010 : 04:05:24 | Su foristeri ha scritto:
| Donovan ha scritto:
| vlady ha scritto:
[b][brown]non sono molto avezzo ai forum, e quindi mi scuso Albertina, se ho usato la maiucola impropriamente. Ma per tornare a noi...certo Donovan, sarebbe economico e probabilmente "massivo" uniformare la parlata sarda. Credo che comunque esistano ancora tantissime persone che parlano bene il loro dialetto. Perchè non sfruttare didaticamente queste preziose opportunità? La lingua, qualunque essa sia verrà sempre inflazionata dal momento che si vive, per me sarebbe importante e fondamentale che i giovani, specie i più piccoli, imparassero da subito, magari alla scuola elemetare, quei vocaboli che saranno preziosi per la conservazione di una parlata..si di una parlata..io non sono d'accordo con chi definisce il sardo una lingua. Propendo per un insieme di parlate che sono, come dicevo prima il vero forziere da non scardinare. Il prezzo da pagare sarebbe troppo alto. Pensa Donovan se imnprovisamente tutti i sardi parlassero una sola lingua....non ci riconosceremo più nella nostra unicità, anche di campanile culturale. Vanno conservate tutte. Quindi le forze dedichiamole alla tutele di queste Vladi
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Pienamente d' accordo su questo: vanno preservate le varianti locali, che sono il sardo reale e non certo la LSC o il "Logudorese" ed il "Campidanese" che sono sistemi grafici. Il problema è come farlo, di certo restando nella situazione attuale nel volgere di qualche decennio sarà difficile recuperare. Va benissimo il contributo dei madrelingua, è un ottimo sistema per preservare le diverse varianti, ma non è sufficiente: anche se i bambini imparassero perfettamente la propria variante, a cosa gli servirebbe? Mio padre e mia madre sono madrelingue, ma la conoscenza del sardo nella loro vita non è servita a nulla perchè socialmente quella conoscenza non veniva riconosciuta e per il mio bene hanno optato per il fatto che io imparassi l' italiano. In pratica, con l' insegnamento degli anziani stai solo rimandando il problema di una generazione: fuori dal proprio paese qual sardo non serve più. Se invece la conoscenza del sardo servisse per i concorsi, per l' insegnamento, per scrivere un giornale che tutti capiscono agevolmente per tradurre tutto ciò di cui parlavo prima e che non rimane chiuso in un paesino allora conoscere il sardo serve ed è anche remunerativo!
Se l' argomento ti interessa, questo è un convegno nel quale si chiariscono alcuni dubbi. Ci sono diversi docenti universitari tra cui Roberto Bolognesi (Gresienti che a tui)
http://www.sotziulimbasarda.net/Tel..._01_1_4.html
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Buongiorno,
La mamma di Roberto BOLOGNESI è di VILLANOVA MONTELEONE (SS).
Saluti.
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Non vedo proprio cosa c'entri, dato che il luogo di nascita di un genitore non si trasmette per via ereditaria ai figli. Non è un segreto il fatto che Bolognesi sia nato e cresciuto nel Sulcis:
http://www.condaghes.com/scheda_autore.asp?id=125
In ogni caso la signora Bolognesi è venuta a mancare pochi mesi fa. |
Su foristeri |
Inserito il - 25/01/2010 : 18:55:40 | Donovan ha scritto:
| vlady ha scritto:
[b][brown]non sono molto avezzo ai forum, e quindi mi scuso Albertina, se ho usato la maiucola impropriamente. Ma per tornare a noi...certo Donovan, sarebbe economico e probabilmente "massivo" uniformare la parlata sarda. Credo che comunque esistano ancora tantissime persone che parlano bene il loro dialetto. Perchè non sfruttare didaticamente queste preziose opportunità? La lingua, qualunque essa sia verrà sempre inflazionata dal momento che si vive, per me sarebbe importante e fondamentale che i giovani, specie i più piccoli, imparassero da subito, magari alla scuola elemetare, quei vocaboli che saranno preziosi per la conservazione di una parlata..si di una parlata..io non sono d'accordo con chi definisce il sardo una lingua. Propendo per un insieme di parlate che sono, come dicevo prima il vero forziere da non scardinare. Il prezzo da pagare sarebbe troppo alto. Pensa Donovan se imnprovisamente tutti i sardi parlassero una sola lingua....non ci riconosceremo più nella nostra unicità, anche di campanile culturale. Vanno conservate tutte. Quindi le forze dedichiamole alla tutele di queste Vladi
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Pienamente d' accordo su questo: vanno preservate le varianti locali, che sono il sardo reale e non certo la LSC o il "Logudorese" ed il "Campidanese" che sono sistemi grafici. Il problema è come farlo, di certo restando nella situazione attuale nel volgere di qualche decennio sarà difficile recuperare. Va benissimo il contributo dei madrelingua, è un ottimo sistema per preservare le diverse varianti, ma non è sufficiente: anche se i bambini imparassero perfettamente la propria variante, a cosa gli servirebbe? Mio padre e mia madre sono madrelingue, ma la conoscenza del sardo nella loro vita non è servita a nulla perchè socialmente quella conoscenza non veniva riconosciuta e per il mio bene hanno optato per il fatto che io imparassi l' italiano. In pratica, con l' insegnamento degli anziani stai solo rimandando il problema di una generazione: fuori dal proprio paese qual sardo non serve più. Se invece la conoscenza del sardo servisse per i concorsi, per l' insegnamento, per scrivere un giornale che tutti capiscono agevolmente per tradurre tutto ciò di cui parlavo prima e che non rimane chiuso in un paesino allora conoscere il sardo serve ed è anche remunerativo!
Se l' argomento ti interessa, questo è un convegno nel quale si chiariscono alcuni dubbi. Ci sono diversi docenti universitari tra cui Roberto Bolognesi (Gresienti che a tui)
http://www.sotziulimbasarda.net/Tel..._01_1_4.html
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Buongiorno,
La mamma di Roberto BOLOGNESI è di VILLANOVA MONTELEONE (SS).
Saluti. |
Donovan |
Inserito il - 03/12/2009 : 19:27:58 | robur.q ha scritto:
Caaaro Donovan ho letto la ricerca di Bolognesi subito dopo la sua presentazione a Paulilatino alcuni anni fa alla quale fui presente. può darsi che non la ricordi benissimo, è naturale, con l'età i neuroni diminuiscono.... mi sembra però estremamente superficiale classificare i gruppi dialettali su una base "quantitativa", cioè sul numero di parole interessate da un determinato fenomeno. Io ero fermo, e rimango fermo, a delle valutazioni qualitative! Il resto è fede ti saluto
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Certo che è fede: fede incrollabile nel metodo scientifico e non nelle tradizioni, impressioni o ipse dixit di varia natura. Giusto per farti avere un' idea di quanto sia la quantità a contare per i parlanti, ti segnalo questa discussione:
http://www.gentedisardegna.it/topic...OPIC_ID=8271
Con buona pace di chi si addentra in masturbazioni mentali riguardanti le palatizzazioni...
Ti saluto anch' io! |
robur.q |
Inserito il - 01/12/2009 : 21:37:37 Caaaro Donovan ho letto la ricerca di Bolognesi subito dopo la sua presentazione a Paulilatino alcuni anni fa alla quale fui presente. può darsi che non la ricordi benissimo, è naturale, con l'età i neuroni diminuiscono.... mi sembra però estremamente superficiale classificare i gruppi dialettali su una base "quantitativa", cioè sul numero di parole interessate da un determinato fenomeno. Io ero fermo, e rimango fermo, a delle valutazioni qualitative! Il resto è fede ti saluto |
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