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Inserito il - 23/01/2015 : 13:26:02 Fatto da uno studente del Università di Cagliari.
La varietà linguistica di TONARA TONARA è un tipico borgo montano, situato a circa 1000 m.slm. alle pendici del Monte Muggianeddu e di Punta Ghenna ‘e Frores sui contrafforti Occidentali del massiccio del Gennargentu. Fa parte della provincia di Nuoro, confina a oriente con Desulo, a sud con Belvi’, a occidente con Atzara e Sorgono, a Nord con Tiana, lambendo quasi i territori di Ovodda e Fonni. Appartiene alla regione storica del Mandrolisai e a quella geografica della Barbagia di Belvi’, la Barbagia centrale. Pur essendo in piena Barbagia, al confine col Mandrolisai e al limite della linea di separazione con l’altra Barbagia, quella di Ollolai a settentrione, il dialetto di TONARA rifugge da quelle che sono le caratteristiche principali dei dialetti barbaricini, per la NON PRESENZA di alcuni fenomeni particolari di tali parlate, (GRUPPI LINGUISTICI DI FONNI E URZULEI) come il colpo di glottide ? e l’avversione per il fonema F- iniziale e C- iniziale che in tali parlate dileguano o si spirantizzano. Rifugge, discostandosi ulteriormente anche dalle parlate dei paesi limitrofi che avvertono la diversità, marcandone con filastrocche canzonatorie i tratti caratteristici ( “FOGIA E NUGE NON NNE OGIO CA MI NOGEDE ” tradotto : FOGLIE DI NOCI NON NE VOGLIO PERCHE’ MI FANNO MALE.....con la ripetizione “cacofonica” del nesso intervocalico -G-, abbondantemente usato tipico del tonarese ). Essendo posto in posizione pressoché centrale nell'economia della geografia linguistica isolana, Tonara si trova interessata da fenomeni di CONTRASTO LINGUISTICO STRUTTURALE tra le diverse varietà della lingua Sarda quindi Logudorese e Campidanese pur assestandosi ad assumere maggiormente un impronta di tipo settentrionale, cristallizzando tratti peculiari delle parlate centrali ossia delle zone poste ad una latitudine geografico-linguistica mediana, come il Mandrolisai, il Barigadu, il Montiferru e l’Ogliastra. Essendo in una posizione geografica che ha preservato anche un certo grado di isolamento, nonostante la innata capacità dei tonaresi di riuscire ad uscire con successo da questa condizione di confino storico e sociale, il dialetto ha mantenuto tratti di arcaismo linguistico sintattico e soprattutto lessicale, nonché fonetico, che ne fanno una parlata con una certa valenza linguistica. Il massimo grado di conservatorismo è nel LESSICO, mentre le condizioni FONETICHE hanno subito come per tutto il dominio sardo evoluzioni notevoli. Arcaismi lessicali di chiara impronta latina e pre latina, di cui il tonarese è pieno ( basti pensare che i nomi dei vicinati di cui è composto il paese sono di ignota origine e forse risalgono ad un ambito prelatino ARASULE'-TONERI-TALISERI-ILALA'-INTRERRIOS- o l’uso di alcune locuzioni latine come per esempio EMO utilizzato al posto del più diffuso EIA, relitto che deriva direttamente dal latino IMMO -che sia- lat. “Immo Hic” : è così ) e l’evoluzione di alcuni nessi consonantici, il mantenimento del vocalismo atono e tonico latino, la conservazione delle Velari Latine pressoché intatta in sede di K+ E, I ed ad esiti alterni in sede di G+ E, I contraddistinguono il Tonarese diversificandolo anche dalle parlate vicini. Mantenuta è l’uscita latina dei verbi, e le tre coniugazioni _ARE,_ERE,_IRE come nel Logudorese e nel Nuorese. Il Tonarese quindi non puo’ per evidenti ragioni essere classificato ne come dialetto prettamente Logudorese dal quale si discosta per alcuni tratti classificatori a se stanti che gli danno un impronta particolare , con esiti autoctoni e spesso di compromesso colla varietà Campidanese, che diventa tale già a 40 km a sud di Tonara nei centri appartenenti alle regioni storiche del Sarcidano e della Barbagia di Seulo. Non si puo’ operare nemmeno una classificazione del dialetto nell’area dei dialetti barbaricini del gruppo linguistico della Barbagia di Ollolai, in quanto non condivide con essi che pochi tratti fonetici e lessicali, ma non quelli morfologici e sintattici se non con qualche centro nelle vicinanze, come Tiana Teti e Ovodda: non vi è la presenza nel tonarese del colpo di glottide in sede di c- ed f- iniziale (quindi l’avversione per quest’ultimo fonema) e la costruzione della frase in tonarese è un esito di compromesso tra le due varietà logudorese e campidanese ; non è possibile operare nemmeno un raggruppamento tout court coi dialetti della Barbagia di Belvi’ dal quale il tonarese si allontana mantenendo rispetto a questi l’utilizzo delle velari latine -ch- e -gh-(aghedu-deghe-saligherta-sighire iskire-kida--kentu-piske-kimme), assumendo quindi un impronta di tipo logudorese, con un lessico caratterizzato da una percentuale di vocaboli molto più elevata di matrice logudorese piuttosto che campidanese, percentuale che negli altri dialetti della Barbagia di Belvì si capovolge a favore di questi ultimi; stesso discorso si ha confrontando il tonarese con i dialetti del Mandrolisai per i quali valgono altri criteri classificatori che li ricollegano alle parlate del medio ed alto Oristanese per motivi prettamente storici (appartenenza per lungo periodo al giudicato d’Arborea; piuttosto essendo a cavallo nella posizione limite di tre regioni dalle caratteristiche linguistiche diversificate, il Tonarese ha modellato, se è consentito usare questo termine nel corso dei secoli una variante che è l'esito di compromesso mediano dello sviluppo degli esiti linguistici di queste tre regioni linguistiche così diverse, dando corpo ad un dialetto davvero originale. Il tonarese è stato studiato dai linguisti piu’volte, ed è stato preso come punto di inchiesta da ricerche importanti, condotte da Wagner e Pellis per esempio, ma più recentemente anche da Virdis e da Blasco Ferrer, inserendolo mano mano in griglie classificatorie disparate ma che non hanno mai esaurito appieno ne messo in luce gli aspetti maggiormente peculiari di tale parlata (c' è una unica pubblicazione importante, la tesi di laurea della professoressa Anna Porcu del 1972, oltre a gli studi della linguista Marisa Lallai del 1976, una pubblicazione di una tesi di laurea nella scuola di specializzazione in studi sardi condotta da Renato Poddie sul linguaggio a "suspos"di Tonara, soprattutto del suo rione storico di Toneri, e di recente una voluminosa ricerca sui modi di dire e sullo sviluppo del dialetto tonarese fino ai giorni nostri effettuata dal tonarese Pier Luigi La Croce). Campidanese arcaico, di matrice medioevale, come lo definisce Maurizio Virdis nella sua pubblicazione sulle varietà linguistiche della Sardegna del 1987; variante dell'anfizona o zona grigia, per dirlo alla maniera del grande linguista Bottiglioni ossia appartenente alla cosidetta zona linguisitca definita dai linguisti tedeschi Ubergangsbeieth; una varietà di barbaricino centrale; o forse come giustamente propone lo studioso Blasco Ferrer, una variante della varietà Arborense, appartentente a quella fascia centrale di dialetti di transizione, con notevoli esiti autonomi, tipica della geografia linguistica isolana, che la percorre da ovest a est seguendo più o meno alla stessa latitudine l'affastellarsi e l'intrecciarsi delle isoglosse. Altre spiegazioni poco plausibili e poco scientifiche sono state accreditate alla piu’ o meno importante influenza avuta dall’esterno e dalle attività commerciali che avrebbero in larga misura trasformato il dialetto : imprestiti linguistici da zone anche lontane avrebbero sostituito l’antica condizione originaria e modificato in gran misura la parlata. Queste casistiche affrettate non corrispondono affatto ai canoni generali che devono essere seguiti per lo studio serio di un dialetto. Occorre individuare invece prima di tutto e sottolinearla, la particolarissima posizione geografica del paese nell’ambito della Geografia Regionale Linguistica: bisogna seguire i criteri di classificazione attraverso spazio, tempo, situazione sociale; le cosidette Varietà Diatopiche, Diastratiche, Diafasiche, Diacroniche. Inoltre c’e’ da ricordare è cio’ è un criterio valido per qualsiasi lingua o dialetto,che la Lingua ha sempre una distribuzione areale che segue leggi di continuità lingustica che fanno si che ci sia una reciproca comprensione tra i parlanti. La lingua è unico strumento atto alla comunicazione e come tale deve prima di tutto essere funzionale. Tutte le lingue che non sono ne utili ne pratiche sono destinate a soccombere a favore di altre varietà piu’ prestigiose e duttili. TONARA come tutta l’area centrale sarda è inserita linguisticamente parlando nella Fascia Mediana, la cosidetta “Zona Grigia” dove esiste il trapasso e soprattutto lo scontro , il Contrasto Strutturale tra le due varianti principali della lingua sarda, Campidanese a Meridione e Logudorese a Settentrione.Qualsiasi dialetto sardo anche il piu’ arcaico è sottoposto in questa larga fascia a fenomeni di interferenza lingustica e di contaminazione reciproca. TONARA inoltre ha delle motivazioni geografico-linguistiche in piu’ che ne accentuano questa condizione di trapasso e contrasto proprio come accade per altre varietà dialettali di altri centri posti alla stessa latitudine geografica. Se si esamina la distribuzione dei dialetti in area sarda prendendo in considerazione la fascia centrale, ci si accorge immediatamente che TONARA è attraversata letteralmente dall’isoglossa fondamentale di separazione tra le tre varietà lingustiche sarde: Logudorese, Campidanese, ed Arborense. Posta ad un limite dell’area nuorese, all’estremo limite dell’area campidanese (Aritzo, Belvi’, Desulo hanno dei dialetti con delle caratteristiche che gli avvicinano fortemente all’area Campidanese, sia come scelte lessicali che come evoluzione di nessi consonantici, sia come fonetica, mentre il dialetto di Gadoni e Meana Sardo è già prettamente della varietà meridionale anche se tutti questi paesi appartengono storicamente alla Barbagia di Belvi’), fittamente in relazione con i dialetti del Mandrolisai e del Barigadu-Montiferru (con i quali condivide dei tratti linguistici piu’ che con i dialetti del vicinato), influenzato foneticamente e lessicalmente anche dai dialetti della Barbagia di Ollolai quali Ovodda, Fonni, Olzai, e sprattutto Teti, Austis e Tiana (uso di alcuni termini come ARREGORDARE invece che AMMENTARE, MERIE invece che SERO, MOLENTE invece che AINU, PAPPARE invece che MANDICARE, PITZU invece che SUPRA, PALAS invece che SEGUS uso della -TZ- invece che -TH- in nesso intervocalico -T- ---PRATZA-PUTZU-PITZOCCU-POTZO--- IMMENTIGARE, FRITTU,IMBILIGU,BIDU come tutto il Logudoro e la Barbagia Ollolai-Mandrolisai invece che ISCAESSERE,FRIOS,BIDDIGU,BIU come per la Barbagia di Belvì e il Sarcidano) il dialetto di TONARA risulta un compromesso rispetto a tutte queste varianti: e cio’ non perchè i tonaresi abbiano attinto prestiti da altre parlate vicine, ma è una conseguenza delle condizioni storiche e sociali nonchè come abbiamo detto geografico- linguistiche che hanno fatto evolvere il dialetto in questo senso. Non è difficile per qualsiasi tonarese che sappia parlare la propria lingua comprendere sia la variante Logudorese e Nuorese che quella Campidanese. Zona di conflitto che ha dato vita ad impostazioni curiose nella fonetica (alternanza dei suoni velare e palatale per lo stesso nesso consonantico G+ E, I ),es. INNOGE E DEGHE o ancora LUGE e AGHEDU, nella costruzione grammaticale della frase (numerali e pronomi personali e possessivi logudoresi MEU MIA MEOS MIAS etc, pronome atono ed articolo plurale determinativo campidanesi DDU e IS , ma il primo modellato su impronta del pronome atono logudorese LOS nel plurale DDOS ), nelle scelte lessicali ( per es. parole di uso comune sia logudoresi come ABBA-SAMMENE-SAMMUNARE-FRITTU-BIDU-IMMENTIGARE-COMO-ITE-EMO-CADDU-EBBA-DEO-ISCO-TUE-NIE-ISSORO-GASI-MEU-CARDIARE etc. sia campidanesi PIPPIU-CASTIARE-PAPPARE-BUFFARE-ARREGORDU-NOSO etc. ); questa commistione delle due varianti ha creato costruzioni articolate che danno al dialetto un aspetto alquanto curioso. Inoltre il Tonarese è una parlata di tipo rustico che condivide con gli altri paesi d’alta montagna situati nel massiccio del Gennargentu caratteristiche dialettali esclusive che non si ritrovano in nessun altro distretto linguistico sardo nemmeno nell’area conservativa nuorese-baroniese tipica per il mantenimento fonetico di tutte quanti le velari latine e di fenomeni semi -camitici come il colpo di glottide e l’avversione per i fonemi C- ed F- iniziale e ancor piu’ per il mantenimento fonetico delle Sorde Intervocaliche K P T. Terminologie legate alle attività di montagna gelosa custode di rituali qui conservati piu’ che altrove si ritrovano perduti nella memoria del tempo: ABRATZEDDU fatto d’orbace (cosi chiamato il vestiario tradizionale delle donne tonaresi specificatamente la gonna a pieghe plissettata di lana sarda) MARCORIU ghiaccio TZIRIFODDE neve che si squaglia e che diventa acqua OLOIRE raccogliere LINTZOLA nocciola COCCORO noce (inteso come frutto e non come albero delle noci denominato NUGE) ISTAULEDDU balcone (letteralmente fatto di tavole tonarese tavola:taula) FRONESTA finestra dal latino FENESTRAM tipici tonaresi e che non hanno nessuna rispondenza- o quasi- in nessuno degli altri ambiti dialettali sardi,l’uso di EMO invece che EIA per la particella affermativa SI che deriva direttamente dalla costruzione latina -IMMO HIC- è così-, l’uso di -OLOIRE -per raccogliere -CHISTIRE- per custodire etc. In piu’ per completare il quadro generale di una tipologia linguistica cosi’ variegata, legata inscindibilmente alle mille attivita’ artigianali e non di TONARA , esistono all’interno dello stesso abitato formatosi nel corso dei secoli dalla fusione di diverse comunità provenienti da diversi siti della Barbagia centrale, sorta di parlate sovralocali che differenziano il dialetto a seconda del rione o vicinato nel quale ci si trova o termini lessicali riferiti esclusivamente alle attività artigianali del paese uniche in Sardegna ,come la produzione del torrone e dei campanacci. Differenze sostanziali prima, oggi amalgamate da un livellamento linguistico che sta’ cancellando qualsiasi traccia d’identità originaria. E’ il cosidetto linguaggio per sottointesi o a metafore che rispecchia il grado di conservatività di queste comunità chiuse in se stesse (i cosiddetti “Suspos”) che serviva per escludere dal contesto dei parlanti qualsiasi ascoltatore indesiderato........ Analizziamo ora via via tutte le caratteristiche generali e particolari del tonarese e ci si accorgerà del grado di evoluzione raggiunto dal dialetto in seguito a tutte queste vicissitudini senza dimenticare la oramai massiccia penetrazione di italianismi che inevitabilmente stanno facendo perdere tanta identità a queste parlate uniche superstiti in tutta l’area delle lingue neolatine della chiara matrice originaria latina e che spingendosi anche piu’ in la, verso la sfinge di quella lingua indoeuropea parlata dalle popolazioni del Mediterraneo prima della venuta di Etruschi, Greci e Romani ci potrà essere utile per ricavarne delle notizie e carpirne i segreti e della quale ci resta ben poco. Caratteristiche principali del dialetto. Il dialetto di TONARA ha una chiara impronta fonetica Barbaricina; uscita dei verbi come per il Logudorese ed il Nuorese nelle forme dell’infinito ARE-ERE-IRE, neurtalizzazione parziale nell’uso del gerundio, che da vita a delle forme intermedie tra la variante Sett. e quella Merid., assimilazione dei nessi- MB- ed- NB-,-MD ed-ND- in MM ed NN, tipica evoluzione dei dialetti della Barbagia di Belvi’ (come TONARA, Desulo,Aritzo,Belvi’), mentre nel Mandrolisai i nessi md,nd,mb,nb vengono mantenuti. Per quanto riguarda i tempi delle persone nelle forme verbali,il Tonarese è in situazione di perenne conflitto: le prime tre persone, quelle singolari sono di marca prettamente Log., quelle plurali Logudoresi anch’esse hanno l’uscita in Camp. Questo fenomeno di contrasto si ritrova in tutti i Tempi dei verbi ed è per il tonarese e per gli altri dialetti della Barbagia-Mandrolisai una regola generale (es. il verbo ESSERE ed AVERE hanno una sequenza del tipo: DEO SEO -TUE SESE -ISSU ESTE Log. DEO TEGNO ,TUE TENES, ISSU TENEDE Log, NOSO TENEUS, BOSO TENEIS, ISSOS TENENTE e NOSO SEUSU- BOSO SEISI-ISSOSO VUNTI è di chiara impronta Camp. pur mantenendo l’uscita Log. nei pronomi personali soggetto e nelle persone dei tempi stessi (per il verbo AVERE si usa anche il Nuorese YUKERE che a Tonara seguendo le regole della fonetica diviene UGERE:la sequenza del verbo sarà allora del tipo - DEO UGIO, TUE UGES, ISSU UGEDE Nuor., NOSO UGEUS, BOSO UGEIS, ISSOS UGENTE - NB. che i tre pronomi personali plurali sono in effetti NOS-BOS-ISSOS primi due esiti di compromesso tra Log.e Camp., il terzo ISSOS Log, verbo Nuorese nelle tre persone Plurali con uscita campidanese UGEUS-UGEIS-UGENTE). Il Pronome Atono è Camp. ma risente dell’influenza del Log. e da talvolta esiti di compromesso: DDU,DDI invece che LU,LI del Log., DDOS plurale è modellato sul pronome Log. LOS mentre in Camp.se abbiamo DDUS. L’art. determ. sing. è come per tutta l’area sarda dato da SA,SU mentre si ha la Neutralizzazione alla Camp., fatto puramente casuale, dell’art.determ. plurale IS invece che SOS,SAS come nel Logudoro. Altre parlate simili al tonarese hanno infatti mantenuto la distinzione dell’opposizione Masch. Femm. SAS-SOS invece che la forma IS mentre altre si sono evolute come il tonarese in un’unica forma (SOS e SAS ad Austis,Teti,Neoneli,Paulilatino,Ula Tirso,Busachi,Seneghe IS a Tonara, Tiana,Ortueri,Sorgono,Desulo,Atzara,Bauladu,Talana esiti di compromesso OS- AS a Urzulei e in un’ unica forma US a Baunei in Ogliastra, località queste ultime alla stessa latitudine geografica e linguistica di TONARA e degli altri centri della Barbagia -Mandrolisai). Il mantenimento della VELARE latina pressochè integro soprattutto in sede di K, ( vedi i nessi K+ E, I) avvicina il tonarese alle parlate settentrionali: si ha quindi sempre la Velare in parole come ISKIRE, KIDA, KIME, KELLA, KERA, ISKERRIARE, ISKENTE, ISKRIERE, KENTU, INKIMERAU, MASKINGANNA, KIE, KINTU, KINTORGIU, ISKIDU, KEDDA, KEDDARGIU, etc, quindi mantenimento in sede iniziale di parola K- e sempre dopo -S- e-N-: alcune parole hanno pero’ risentito dell’influenza meridionale che ha alterato questa regola di evoluzione generale nel tonarese; basti pensare che detta influenza ha modificato completamente la fonetica dei dialetti di paesi vicini come è il caso di Desulo, Aritzo, Belvi’ e Meana Sardo facendoli evolvere in senso quasi completamente Campid. Alcune parole, ma soltanto queste, ossia KELU, KENABURA, KENA, KIBUDDA si sono evolute in senso Palatale, ma la Palatalizzazione si è arrestata in una fase iniziale: si ha in tonarese allora GELU,GENARBA,GENA, GEBUDDA esito particolare che in ambito sardo si ritrova solo qui e mai altrove- se non a Desulo, dove la Palatalizzazione è più importante ed è presente in tutti i nessi-non avremo mai nessuna velare ne in sede -ch- che -gh- e si è arrestata a una fase intermedia, e Belvì e Aritzo dove la Palatalizzazione si è completata-avremo XELU-XENARBA-XENA-XIBUDDA- come in campidanese o esiti molto simili. L’altra Velare latina, la G nei nessi G+ E, I ha invece esiti alterni di caratt.ne fonetica sempre in seguito all’influenza della Palatalizzazione Meridionale: alcune volte la G velare è mantenuta, altre volte è indistintamente trasformata in un inizio di palatale che la trasforma dal suono gutturale originario GH nel suono palatale GI - GE; -avremo quindi velarizzazioni in SALIGHERTA, AGHEDU, DEGHE, DOIGHI, BINNIGHI, (in generale sempre nei numerali),SIGHIRE INGHIRIU, ILIGHIGNU, MURIGHESSA, SORIGHE, e qui il dialetto tonarese è completamente logudorese e palatalizzazioni di 1° livello in termini: INNOGE,LUGE,NUGE,FOGILE,MEIGINA,PIGE,OGE che lo collocano in una situazione di contrasto che da l’esito di compromesso -G- a cavallo delle due sfere logudorese e campidanese . Il valore fonico della G perde la sua originaria impronta velare ed assume curiosamente un’articolazione rafforzata -G- con un intacco palatale che contraddistingue il tonarese da qualsiasi altra parlata sarda. Soltanto la parlata di Desulo può avvicinarsi a questa sitazione ma qui la Palatale viene sempre pronunciata e il dialetto non ha mantenuto nessuna velare:l’esito di compromesso che ne deriva è una -SS- rafforzata o una palatale -C- invece della velare CH (ISSIRE-CENTU-CIMME-CIDA-CERA) e sempre la palatale -G- in sede di GH (SIGIRE-DEGE-LUGERTA-BINNIGI-AGEDU-LUGE-NUGE-FOGILE-MEIGINA),evoluzione quasi campidanese. Cio’ che è per altri dialetti una situazione di contrasto è divenuto per il tonarese una regola fonetica generale poichè la pal.ne si è arrestata in tempi antichi in una situazione di inizio del fenomeno e ha interessato marginalmente il lessico del dialetto stesso; questo per la non capacità dei parlanti di riprodurre i suoni dolci e strascicati della palatalizzazione campidanese: la trasformazione si è proprio arrestata a livello vocalico e consonantico creando pero’ delle evoluzioni curiose e non coerenti ad un’unica legge generale. Il Tonarese ha i Pronomi Personali soggetto ed oggetto in seq. di tipo misto DEO ,TUE ,ISSU,ISSA log., NOSO ,BOSO, camp. modellati su impronta logudorese,ISSOS,ISSAS logudoresi , mentre i Pronomi Possessivi sono di tipo Logudorese:MEU, MIA, MEOS, MIAS. L’uscita dei verbi al presente è del tipo -o, -as, -ad, aus, ais, anta quindi sempre di tipo misto con le prime tre persone in log.e le ultime tre in camp. Il lessico è per un 70% del totale di marca Settentrionale e un 30% Meridionale , ma ci sono molti casi di coesistenza di sinonimi (coppie sinonimiche) delle due varianti che vengono utilizzati indipendentemente: è il caso di vocaboli come per esempio: ZERRIO - MUTTO, ‘OLENTE - CHELENTE, CREFFIU – ‘OFFIU, CHESSA - MODDITZU, MOLENTE – AINU, BASCA - CAENTE, CARDIA - CASTIA, BIDU-BIU, BIES-BIS, etc. Altre volte invece la scelta lessicale è un arcaismo tipico della Barbagia che non si riscontra nelle altre varianti: ISTAULEDDU-COCCORO-ABRATZEDDU-MARCORIU-TZIRIFODDE etc.; questa commistura di termini aggiunge ulteriore singolarità al dialetto. Per quanto concerne invece l’evoluzione del sistema vocalico e dei nessi consonantici occorre fare per il dialetto tonarese considerazioni a parte prendendo spunto sempre da questa perenne situazione di compromesso: il sistema vocalico è Penta vocalico come per il latino e le vocali latine stesse sono mantenute completamente; sono di timbro medio, intermedio, non presentano fenomeni di metafonesi. Sia in pos. Tonica che Atona il tonarese come tutto il Logudoro e il Nuorese è di chiara impronta romana. Per il latino CJ-TJ , per es. , il Tonarese ha la variante -TZ- che lo avvicina alla sfera del CAMP., quindi -TZ- sempre dopo -N- e -R-, mentre in Log. avremo T e in Nuorese TH, in Ogliastra -SS- suono di compromesso tra i due. Anche altri distretti sett. (Barb.Ollolai,Montiferru,Marghine-Planargia hanno esiti simili al Tonarese, segno di una contaminazione mer. antica.TZ - vedi Olzai,Ovodda,Lodine,Gavoi,SantuLussurgiu,Sedilo, Abbasanta,Paulilatino,Aidomaggiore, ecc.). In tutta la Barbagia di Belvi’ e in quasi tutta quella di Ollolai i dialetti mantengono,compreso il tonarese la prostesi della R- iniz. in sede di parola ,come il Camp., ma qui la prostesi è resa diversamente con ER- ed OR- invece che con AR- come nel Meridione (ORROSA,ERRIU,ERRISU,ERRORE,ORROSU,ORRUBIU,ORRUMMULU,ORRUBIOSU,etc.).Qualche vocabolo risente pienamente della contaminazione Campidanese rendendo la prostesi della -R- con -AR- iniziale:ARRORE-ARREGORDU-ARRABIU-ARRAGIU-ARRANA. Come per il Log. invece la avversione del fonema S- iniz. in sede di parola che viene sempre anticipato con l’aggiunta di una I- prostetica (ISKIRE,ISTERREDE;ISTEDDU;ISKENTE etc.),mentre in Camp. tutti i vocaboli sono resi con S- iniziale. La costruzione della frase in tonarese, cosa alquanto particolare, pospone il pronome personale come un riflessivo, ossia alla fine come suffisso, diversamente da quanto avviene negli altri distretti del sardo:avremo ,e questa è una regola generale per tutta la Barbagia centrale costruzioni del tipo:Es. STO MORENDO- In Tonarese SEO MORINNOMI -In Campidanese MINCI SEU MORENDI- In Logudorese MI KE SOE MORINDE- Il riflessivo si articola POSPONENDOSI AL VERBO E CREANDO ARTICOLAZIONI CURIOSE: ciò accade talvolta anche in logudorese e campidanese (SOE MORINDEMIKKE-SEU MORINDUMIA) ma in Tonarese è l’unica regola generale di costruzione della frase-Non esistono costruzioni del tipo MINNE SEO MORINNO etc. . Una costruzione di questo genere provoca nel tonarese una ripetizione cacofonica che crea problemi di espressione. Per il Consonantismo invece il Tonarese assume nell’evoluzione dei nessi sit.ni di compromesso tra le due varianti Merid. e Setten. aggregandosi maggiormente a scelte fonetiche di tipo Logudorese: -nell’evoluzione dei nessi in generale il tonarese predilige sit.ni intermedie di fonetizzazione o al limite si aggrega alle aree sett. ma mai a quelle merid.li come invece avviene per i dialetti della restante parte della barbagia centrale e merid.le nonchè per tutti i dialetti del Mandrolisai (per es. il nesso latino consonantico intervocalico -NI- di VINIAS diviene -GI- nel Mandrolisai come in campidanese mentre a TONARA ha un’art.ne del tipo -GN- esito di compromesso tra il -GI- camp. e la variante fricativa log. -Z- (es. PRAGNU,MIGNANU,ARAGNU,AGNARE,BIGNA,.), situazione di arcaismo notevole in quanto lo stesso nesso intervocalico era reso in sardo antico proprio con il suono –GN- come tra l’altro si deduce dai documenti medievali sul sardo. Anche il nesso consonantico latino -TL- che poi diviene -CL- a TONARA da l’esito Log. -ZZ- mentre nella variante mer.le avremo -CC (es. EZZU-PIZZOCCA-NURAZZE-ZEZZERE in tonarese ,etc con grafia resa con –tz- ossia ETZU-PITZOCCA-NURATZE- ZETZERE.). Non ci sono articolazioni rafforzate in sede dei nessi -L- intervocalica come nel Campidano. La consonante S risente dell’art.ne rafforzata tipica dei dialetti rustici della Barbagia e del Nuorese avendo un esito sibilante-sonoro invece che sordo;cosi’ pure per la G e la C che in alcuni casi si si tramutano in Z rafforzando il proprio punto di art.ne fonetica. I nessi -QU- e -GU- latini vengono mantenuti come in tutto il Logudoro evolvendo sempre in esiti del tipo -BB- -PP- -MB- -NB- B- P- (-MM- ed -NN- nel caso tonarese): avremo ABILE, ABBA, SAMBENE, BATTILE, PARDULA, BATTERO, dalle latine aquila, aqua, sanguen, quactile, quadrula,quactor, mentre in campidanese i nessi evolvono in esiti GU,GW,QU,CQU etc. -LJ- diviene -GG- quindi esito che si aggrega alle aree del Logudoro che hanno evoluzioni per questo nesso del tipo -DZ-, mentre in Campidanese avremo -LL- ( FOGIA -FIGIU- PAGIA- TIAGIA contro il Camp. Folla,Fillu,Palla,Tialla e Log. Foza,Fizu,Paza,Tiaza) anche qui stesso discorso di situazione di arcaismo notevole in quanto lo stesso nesso intervocalico era reso in sardo antico proprio con il suono –GG- come si deduce dai documenti medievali. Non ci sono neanche fenomeni di ass.ne consonantica alveolare come nei dialetti campidanesi rustici ( L che diviene R ,?, w od N che si trasforma in uno scatto di glottide ^ ): Altresi’ non sono piu’ presenti nel tonarese fenomeni che tipicizzano linguisticamente i dialetti della Barbagia e del Nuorese , soprattutto la Barbagia di Ollolai, e cio’ nonostante TONARA sia in piena Barbagia centrale e non lontano dal confine con la Barbagia sett. (Ovodda, paese linguisticamente appartenente alla Barbagia di Ollolai dista solo 14 Km. ! ): cio’ allontana il Tonarese da quel compatto gruppo linguistico centrale individuato da alcune isoglosse (linee ling. di separazione tra varianti di una stessa lingua ) fondamentali che preservano fenomeni arcaici come il Colpo di Glottide ( ? al posto dell’esito normale di F- C- e anche in pos. intervocalica), o la conservazione di tutte e tre gli esiti delle Sorde Intervocaliche -K- -P- -T- in genere mantenute in questo settore : le sorde intervocaliche si Leniscono e divengono Sonore man mano che si scende a Sud da questo comparto ; TONARA è al limite con un tale stato di cose poichè conserva la K ma lenisce -P- in -B- e -T- in -D- e perde qualsiasi fenomeno di aspirazione consonantica: qualche volta cade la cons. iniziale in sede di parola ( C,B,D,) ma lo fa senza alcuna fonetizzazione verso l’interno e nessuna occlusione dell’apparato della glottide. Anche qui è la solita questione di posizione geografica e di continuità linguistica areale: se TONARA fosse stata 15 Km. piu’ a Nord avrebbe avuto tutti i fenomeni prima descritti di tipicizzazione dialettale (avrebbe avuto un dialetto come quelli della Barbagia di Ollolai per intenderci ); se pero’ fosse stato 15 Km. piu’ a Sud avrebbe ottenuto un’evoluzione in senso campidanese come è avenuto per altri dialetti come Desulo,Belvi’,Aritzo, e ancor piu’ Gadoni, Meana Sardo,Villagrande,Talana, Baunei, in Ogliastra e tutti i paesi dell’Arborense che nel Medioevo avevano una variante dialettale Log. oggi completamente trasformata o quasi in Camp.(Solarussa,Milis,S.V.Milis,BaratiliS.Pietro,Tramatza,Narbolia,Seneghe,S.Vero,Cabras,Riola etc) Una situazione linguistica di Limite estremo tra le due caratterizzazioni della lingua sarda fanno di questo centro un’interessante campionario per lo studio dell’integrazione delle due varianti che qui coesistono bene più che altrove, quasi a voler significare che la lingua dell’isola pur nelle miriadi tipologie evolutive è comunque sempre una e soltanto una.
SCHEDA DI VALUTAZIONE LINGUISTICA LOCALITA ’ TONARA REGIONE STORICA MANDROLISAI REGIONE GEOGRAFICA BARBAGIA DI BELVI’ PROVINCIA NUORO GRUPPO LINGUISTICO BARBARICINO CENTRALE MANTENIMENTO I ED U BREVI LATINE ASSENZA ASSENZA O PRESENZA DI DITTONGHI METAFONETICI ASSENZA ASSENZA O PRESENZA DI DITTONGHI ETIMOLOGICI ASSENZA MANTENIMENTO VOCALI ATONE SI MANTENIMENTO VOCALI TONICHE SI MANTENIMENTO VOCALI FINALI SI -LATINE- MANTENIMENTO CONSONANTI FINALI SI SISTEMA VOCALICO : PENTAVOCALICO LATINO A-E-I-O-U INDISTINTE NEUTRALIZZAZIONE L ED R PRECONSONANTICHE SI PASSAGGIO V- A B- (BETACISMO) FREQUENTE MA NON SEMPRE MANTENIMENTO -V- AVOLOTTU-DEVES- PASSAGGIO -LL- A -DD- CACUMINALE SEMPRE -S COME MARCA DI PLURALE SI FUTURO E CONDIZIONALE PERIFRASTICI SI FORME ANALITICHE SI FORME ORGANICHE SI DURATIVITA’ ESSERE+GERUNDIO SI ESEMPIO : -SEO+ANNANNO- ARTICOLO DETERMINATIVO DERIVATO DA ILLU(M) NO ARTICOLO DETERMINATIVO DERIVATO DA IPSU(M) SI ISSU-ISSA NEUTRALIZZAZIONE OPP. MASCH.-FEMMINILE SEMPRE COME PER IL CAMPIDANESE UNICA FORMA IS FORMA INDISTINTA PRESENZA MORFEMI CONSONANTICI SI PASSAGGI II-III CONIUG. ALLA IV SI CONFUSIONE I BREVE ED E LUNGA IN E APERTA MAI CONFUSIONE U BREVE ED O LUNGA IN O APERTA MAI AU IN O ED AU IN A(SARDO ) MAI POSPOSIZIONE PRONOMI ATONI ALL’INFINITO SI ESEMPIO: - LEANNNEDDU- ANTEPOSIZIONE PRONOMI ATONI SI - DDU LEAS- PRONOME ATONO (DDU DDI -LU LI) SINGOLARE DDU-DDI PLURALE DDOS modellato sul logudorese LOS PROSTESI I+S+CONS. SEMPRE PROSTESI R INIZIALE SEMPRE OR+R,ER+R,IR+R,AR+R QU-GU+VOC: P -B SEMPRE ABBA-BATTERO-PARDULA- QU-GU+VOC:KW-GW-K-G MAI C+E,I> si in quattro termini . gelu gena genarbra gebudda K+E,I: SEMPRE GH+E,I: VALORI FONICI ALTERNI VELARI: SI AGHEDU-DEGHE-BATTORDIGHI-INGHIRIU-SIGHIRE PALATALI: SI IN INIZIO DI PALAT. INNOGE-LUGE-NUGE-MEIGINA CJ-TJ> TS NO CJ-TJ>TZ SEMPRE CJ-TJ>TH NO CJ-TJ>T NO CJ-TJ>C NO CJ-TJ>SS NO LJ>LL NO LJ>L’ NO LJ>LG NO LJ>G SEMPRE FIGGIU-FOGGIA-TIAGGIA --G-- RAFFORZATA LJ>DZ TALVOLTA MANTENIMENTO SORDE INTERVOCALICHE: -P-> MAI -T-> MAI -K-> SEMPRE ECCETTO GELU-GENA-GENARBA COLPI DI GLOTTIDE -? - MAI SCATTI DI GLOTTIDE -’ -MAI -L->-L- SI -L->-B- NO -L->W- NO -L->-R NO- -L->-?- OPPURE -’- NO -L->-GW- NO NESSO DOPO -R- ED -N- TZ SEMPRE -K- SEMPRE MANTENUTA -TS- NO -TZ- SI -C- NO -K-SI PL-----PR FL----FR CL----CR SCL---SCR R,L,S + CONS . SI +K>XX NO + G>GGH NO +T>L’(T) OPPURE L’ NO +D>L’(D) OPPURE L’ NO +P O B > ipp O ibb NO +DZ> ZZ SI EZZU-PIZZOCCA-NURAZZE VARIAZIONI DIATOPICHE IN BASE AI TRATTI MORFOLOGICI DURATIVITA’ ESSERE+GERUNDIO SI FUTURO E CONDIZIONALE ANALITICI SI PRESENTE ED IMPERFETTO DI HABERE SI APPO A PRESENTE ED IMPERFETTO DI DEBERE SI DEPPO A PASSAGGIO INFINITI 2° CONIUG. ALLA 3° SI -O > -U >>-US PLURALE DEI NOMI IN -U NO -O> -U >>-OS PLURALE DEI NOMI IN -U SI ANNAOS-TORRAOS -E>-I >> 3° DECLINAZIONE -I ED -IS SI NEUTRALIZZ. PRONOME PERSONALE 1° E 2° PERSONA SING. NOM. OBL DAT NEUTRALIZZ. PRONOME PERSONALE 1° E 2° PERSONA PLUR. NOSU : NOS esempio in : nosatteros BOSU : BOS esempio in : bosatteros NOIS NO BOIS NO NOSO SI CON VOCALE PARAGOGICA DI APPOGGIO BOSO SI CON VOCALE PARAGOGICA DI APPOGGIO SEQUENZA DATIVO + ACCUSATIVO SI FORME INFINITO ARE>>SI annare ERE>>SI iscriere IRE>>SI bessire GERUNDIO anno-enno-inno -ANDO>> -ENDO>> -INDO>> RAFFORZATIVO DEL GERUNDIO annannonne-annannominne essinnonne-essinnominne PERFETTO PASSATO PROSSIMO E TRAPASSATO PROSSIMO FORME IN -ESSI CANTESSI ANTICHE SISTEMA FORME VERBALI -O -U -AS -AS AT/AD -AD -AMUS -AUS -AZZIS -AIS -ANA -ANTA VARIANTI LESSICALI QUAERERE>>KERRE SI KELERE VOLERE>>BOLLI SI ‘OLERE ECCU MODO>>KOMO SI ECCU MODO>>IMMOI NO DISMENTICARE>>ISMENTICARE SI OLVIDAR>>OLVIDARE NO EXCADESCERE>>SKARESCIRI NO MANDIKARE> ANTICA ------ MANNIGARE------- PAPPAI> SU FORME ----LOG.---- PAPPARE----- DEXTALEM>DESTRALE-ISTRALE NO SECURIM>SEGURI SI SEGURE USC.LOG. PADRE>PADRE NO PARE>PARA SI ECCU HAC SIC>>GAZI-GASI SI SEMPRE AIXI>>AICI NO CAPTIVUM>GATTIU NO VIDUUM>BIDU -FIUDU SI LANIUM>>LANZU SI MARRIT>>MARRIU NO STASIX>>STASIU NO FEO>>FEU SI LLEIG>>LEGGIU SI ALCUNI CONSERVATORISMI LESSICALI AVOLOTU dispiacere COCCORO noce (frutto) ABRATZEDDU (lana sarda) FRONESTA (finestra) EMO ( per la locuzioni si, è così) MITACOE casomai ISTEPETANTIS nel frattempo FRIGIDUM>> FRIUS MAI FRIG’DUM>> frittu SEMPRE FORNUM>> forru SI FURNUM>> FURRU NO DIGITUM>> DIDU MAI POLLICEM>> poddie SI MATTA SI ARVURE-ARBURE SI attestazione antica ISMENTICARE-OLVIDARE : immentigare SKARESCIRI MITZA NO KANTARU SI TSIPPIRI SI ROMASINU NO CAENTE SI BASCA SI AMMENTU SI ANTICA ARREGODU SI KESSA SI MODDITSI SI PORTARE SI BATTIRE-YUKERE SI ‘ATTIRE - UGERE PORTA-ENNA SI ENNA-GHENNAS YANNA-YENNA NOI KADIRA SI KADREA NO BIERE NO BUFFARE SI BUIDU SI BOIDU NO UL’ERAS SI OCCIALES-OZZALES SI ARRUSAI NO ABBARE SI LEGGIU SI inteso come brutto d’aspetto FEU SI inteso come brutto d’aspetto e di carattere CASTIARE SI castiare ARDIARE-ABBAIDARE-VIDERE SI cardiare o bardiare DIALETTO DELLA BARBAGIA CENTRALE ZONA DI TRANSIZIONE MISTO LOGUDORESE MERIDIONALE LESSICO MOLTO CONSERVATIVO TERMINI TIPICI DELLE PARLATE DEI CENTRI D’ALTA MONTAGNA MANTENIMENTO VOCALISMO ATONO E TONICO LATINO SISTEMA PENTAVOCALICO LOGUDORESE : A E I O U INDISTINTE USCITA VERBI LATINA LOGUDORESE : ARE -ERE- IRE MANTENIMENTO VELARE LATINA K+ E , I IN SEDE INIZIALE E INTERVOCALICA ECCETTO I TERMINI : GELU GENARBA GENA GEBUDDA INIZIO PALATALIZZAZIONE MANTENIMENTO VELARE LATINA G+ E, I A SEDE ALTERNA CON VALORI FONICI DIFFERENZIATI GH E GG INDISTINTI ES.: AGHEDU-SALIGHERTA E INNOGE-LUGE SORDE INTERVOCALICHE -P->>-B- E -T->>-D-/ -K- SEMPRE PROSTESI LOGUDORESE I+S+CONS. SEMPRE ES.: ISKRIERE-ISTEDDU-ISTERREDE-ISKURTARE-ISTAU-ISKALA PROSTESI DELLA R INIZIALE DATA DA ER+R+VOC. - OR+R+VOC. RARE VOLTE DA AR+R+ VOC. COME IN CAMPIDANESE ARTICOLO PLURALE CAMP. INDISTINTO IS NON PRESENZA DI FENOMENI DI COLPO O SCATTO DI GLOTTIDE AVVERSIONE DELLE CONS. INIZIALI D- B- C- ‘IGNA-’OMO- ‘ARDIA SENZA ASPIRAZIONE NUMERALI LOGUDORESI CHIMME-BATTERO- DEGHE- BINNIGHI- UNNIGHI PRONOME ATONO CAMP. DDU- DDI- PLUR -DDOS MODELLATO SU IMPRONTA LOG. -DD- CACUMINALE SEMPRE PRONOMI PERSONALI LOGUDORESI -QUALCHE INFLUENZA MERIDIONALE PER LE FORME DEL PLURALE LESSICO ARCAICO : COESISTENZA DI VOCABOLI SIA DELL’AREA SETT. CHE MER. (DOPPIONI)- PREVALENZA LOGUDORESE (60% di vocaboli) TERMINI PARTICOLARI TIPICI DELLE PARLATE DEI CENTRI D’ALTA MONTAGNA TIPICI DELLA BARBAGIA CENTRALE E NON RISCONTRABILI ALTROVE ES. KOKKORO-ISTAULEDDU-ABRATZEDDU-OLOIRE-EMMO-FRONESTA-ISTEPPETANTIS-MITACOE MANTENIMENTO FORME INDIFF. GERUNDIO NEUTRALIZZAZIONE NESSI -ND- E -MD- -NB- E -MB- IN -NN- ED -MM- SEMPRE GERUNDIO IN -ANNO -ENNO -INNO 3 FORME DIFFERENZIATE CJ/TJ>>TZ ES. : PRATZA-MATZA-COMMENTZARE -LI->>GG O DZ ES.: FIGIU-TIAGIA-LIGIU-FOGIA AGGREGAZIONE ALL’AREA SETTENTRIONALE LOGUDORESE -L- MANTENUTA NON FENOMENI DI NASALIZZAZIONE -NI->>GN FORMA INTERMEDIA FRA -DZ- LOG. AFFRICATA E -GI- CAMP. PALATALIZZATA ES.: ARAGNU-MIGNANU-IGNA-PRAGNU MANTENIMENTO DI GU.E QU + VOC. ALLA LATINA : PRESENZA DI LABIALI E LABIOVELARI >>> SAMMMENE- ABBA- ABILE- BATTILE-LIMMA-BATTERO MANTENIMENTO -ZZ- AFFRICATA ES.: EZZU-NURAZZE-PIZZOCCU COSTRUZIONE GRAMMATICALE FRASE LOG-POSPOSIZIONE RIFLESSIVO ES.. SEO ORMINNOMI- - -SEO IMMARRINNOMI RAFFORZATIVO GERUNDIO ES. ANNANONNE- - - ANNANNOMINNE FENOMENI QUESTI TIPICI DELLA BARBAGIA CENTRALE E MANDROLISAI FORME VERBALI MISTE LOG. LE SING. CAMP. LE PLUR. BETACISMO -QUALCHE ECCEZIONE- MARCA PLURALE -S -DD- CACUMINALE STUDENTE: Massimiliano Rosa Anno Accademico 2008-2009 MASTER POST LAUREA DI II LIVELLO LINGUA E CULTURA SARDA NEL CONTESTO DEL MEDITERRANEO Dipartimento di linguistica e stilistica Università di Cagliari
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Gonariu |
Inserito il - 27/04/2015 : 14:51:36 Condivido questa analisi fatta da Massimo Rosa di Tonara, che ho avuto il piacere di conoscere una decina di anni fa nel paese dove abito, Orotelli. Penso che il sardo di Tonara, dato anche il bellissimo lavoro fatto da Pierluigi La Croce che ha pubblicato una grammatica ed un vocabolario del tonarese, sia una buona base da cui partire per fare un sardo veramente "comune" per tutti i sardi (buttando a mare la LSC che per me é quai esclusivamente logudorese), colle opportune modifiche vista la leggera tendenza del tonarese verso il logudorese, come massimo Rosa stesso dice. |
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