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Nota Bene: All’alba del 14 agosto di ogni anno a Guasila si tiene “sa cassa de s’acchixedda”, una sorta di gara a cavallo di significato beneaugurale di origine pagana la cui origine si perde nella notte dei tempi. Gli scapoli del paese, ostacolati dagli ammogliati, devono catturare con un laccio una giovenca “a corrus limpius” cioè il laccio deve prendere solo le corna. Al vincitore spetta un fazzoletto di seta ed una catenina d’oro. In passato le carni dell’animale catturato venivano cucinate e distribuite ai meno abbienti ora invece l'animale viene restituito indenne al proprietario.



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 Ho dedicado alla MADONNA DI BONARIA ,questa mia ca

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V I S U A L I Z Z A    D I S C U S S I O N E
massimo zaccheddu Inserito il - 24/04/2008 : 20:57:13
Ho dedicado alla MADONNA DI BONARIA ,questa mia canzone, che ha come titolo:"MADONNA TU SARAI BONARIA" ,della quale, io Massimo Zaccheddu ho scritto, sia il testo che la musica ,che potete ascoltare e scaricare gratuitamente sul mio myspace:
http://profile.myspace.com/index.cf...id=159342359
La patrona della sardegna, mi ha regalato questa grande emozione,mi ha trasmesso attraverso la sua storia di fede,un grande messaggio di speranza e di pace.
IL MIO Grazie ad una persona speciale,la signora TERESA FANTASIA ,che trasmette da BUENOS AIRES, la trasmissione radiofonica,SARDEGNA NEL CUORE,che mi ha chiesto, se mi fossi sentito di scrivere una canzone per la patrona di BUENOS AIRES,io la ringrazio di cuore per avermelo chiesto.
Un abbraccio armonico MAX ZACCHEDDU

Alcuni cenni storici:

"Signore, salvaci, stiamo per perire!" La storia della "Nostra Signora di Bonaria"
Era il marzo del 1370 e un mercantile salpa da un porto della Spagna per la penisola italiana; il cielo era limpido e terso e tutto faceva prevedere una navigazione serena. Ma, all’improvviso, come spesso accade in mare, si scatena una furiosa tempesta. Le ondate, sempre piu' alte e paurose, minacciavano di travolgere quella nave solitaria e ben presto l’equipaggio si accorse che non si poteva far nulla per sfuggire alla catastrofe. A questo punto da una voce, rimasta anonima, si leva il grido: "Signore, salvaci, stiamo per perire!". Contemporaneamente il capitano, per alleggerire la nave, ordina che venisse gettata in mare ogni cosa nella speranza di poter salvare almeno la vita degli uomini dell’equipaggio. Rimasero a bordo solo l’equipaggio e i viaggiatori. All’improvviso, la tempesta si placa, le nubi di diradarono e ricomparve il sole. La gioia esplose in quel gruppetto sparuto e angosciato, e tutti si chiesero il perchè di questo improvviso mutamento delle condizioni atmosferiche. Guardando verso il mare si accorsero che di tutta la merce gettata in mare solo una enorme cassa galleggiava: nessuno sapeva che cosa contenesse o a chi appartenesse. Ma, incuriositi, cercarono di recuperarla. Non ci riuscirono. Il capitano cerca di rimettersi in rotta, ma inutilmente: la nave seguiva misteriosamente quella grossa cassa, che dopo qualche tempo approda dolcemente sulla spiaggia antistante il piccolo borgo di Bonaria, ai piedi di un convento di Frati Mercedari. Scesi a terra, i marinai cercarono di aprire la misteriosa cassa, ma non ci riuscirono. Tentarono di spostarla, ma risulta impossibile per l’enorme peso. Anche la gente accorsa dal borgo sulla riva guardava incuriosita e desiderosa di vedere. La notizia ben presto si diffuse e da ogni parte della vicina città di Cagliari (Caller) sopraggiunsero anche l’arcivescovo Bernardo, il vicere Alberto Satrillas e altre autorita cittadine. Erano tutti esterrefatti e impotenti davanti a quella misteriosa cassa; ma a un certo punto si leva dalla folla una voce infantile che invitava la gente a chiamare i frati del vicino convento. I religiosi accorsero prontamente e, in un’atmosfera di silenziosa attesa da parte degli astanti, con molta facilità aprirono la cassa: quasi increduli per lo stupore, videro una bellissima statua della Madonna con il Bambino e con una candela accesa in mano. La profezia del giovane nobile cagliaritano, che nei primi anni del 1300 aveva costruito nel Colle di Bonaria il primo convento della Mercede in Sardegna, Carlo Catalano, un umile religioso che sarebbe stato l’anima della rinascita spirituale della zona, si avverava: in una visione aveva previsto che "sfavillerebbe fra breve la Santa Madre di Dio col simbolo di una donna che ospiterebbe in Bonaria, apportatrice di grazia ancor piu' bella che non fosse la grazia richiesta" (Fra Efisio Lippi O. de M., Storia del Santuario di N. Signora di Bonaria, Cagliari 1870, pag. 129). Era il 25 marzo del 1370, festa dell’Annunciazione. La statua, ricavata da un unico tronco di carrubo, alta m. 1,56 e poggia su un piedestallo decorato con fregi dorati di stile gotico. La Madonna, dal volto molto delicato, ha una tunica rosso e oro e una ricca cintura, ed è coperta da un mantello azzurro e oro, ha la testa scoperta e i capelli che le cadono dolcemente sulle spalle, ed attualmente è collocata proprio sopra l’altare maggiore del Santuario. Circa la sua provenienza, nonostante le ricerche, non si è mai saputo nulla. L’unico indizio era il piccolo stemma dell’Ordine della Mercede (nato in Spagna, su ispirazione della Vergine, per la redenzione degli schiavi, quasi un secolo prima) dipinto sulla cassa. Ma, una volta approdato in Sardegna, il bel simulacro doveva essere adeguatamente ospitato e ci si chiese dove esso meritasse di essere collocato: era un dono del cielo che si era fatto precedere da quei fatti inspiegabili e si pensa di portarlo nella Cattedrale, chiesa madre della città ; i frati si opposero, sostenuti da tutta la popolazione e portarono la statua nel convento. Si pensò di collocarla in una cappella laterale, poichè l’altare maggiore era già occupato da un’altra prodigiosa statua, La Madonna del Miracolo (il titolo di Madonna del Miracolo ha origine in seguito ad un fatto accaduto qualche tempo prima: un soldato, accanito giocatore di carte, stava perdendo ogni suo avere. A un certo punto, disperato, entrò in chiesa e pregò la Vergine di concedergli la vittoria: se avesse vinto la metà l’avrebbe offerta alla Vergine, in caso contrario, sarebbe tornato in Chiesa e l’avrebbe pugnalata. La notte non riusciva a dormire e il giorno dopo, dopo aver ancora una volta giocato a carte, perse ogni cosa. Allora infuriato torno in chiesa e trafisse con la spada la statua della Madonna. Dalla ferita sgorgò sangue e le tracce si possono ancora vedere. Accorsero i religiosi e lo sorpresero in preda alla disperazione. Fu arrestato e sparì dalla circolazione. Da allora, quell’immagine di Maria viene indicata come la Madonna del Miracolo). La statua della Vergine fu dunque collocata in una cappella laterale, ma il mattino seguente, i religiosi videro che le due statue si erano scambiate di posto. La Madonna venuta dal mare era sull’Altare maggiore. Pensarono che qualcuno avesse voluto onorare nascostamente durante la notte la nuova immagine miracolosa e rimisero le statue al loro posto. Il mattino seguente verificarono lo stesso spostamento. La terza notte decisero di vegliare per impedire che qualcuno effettuasse quello spostamento, ma, senza che riuscissero a rendersene conto, la Madonna venuta dal mare si spostò ancora una volta sull’altare maggiore. Era chiaro che la nuova venuta voleva essere onorata come regina del Santuario; perciò i religiosi la lasciarono nel posto che Essa stessa si era scelta; e da allora viene venerata come Nostra Signora di Bonaria, proclamata nel 1908 da San Pio X Patrona massima della Sardegna. E’ in questo santuario, affiancato dalla grandiosa basilica costruita all’inizio del secolo scorso e recentemente restaurata, che Papa Paolo VI il 24 aprile del 1970 ha detto che "non si può essere cristiani senza essere mariani". E Giovanni Paolo II il 20 ottobre 1985 ha detto tra l’altro, una frase,che è sempre attuale: "L’amarezza e il dolore di questi giorni non soffochino la pietà , non spengano la speranza".
Riguardo al contesto storico, occorre tener presente la travagliata storia della nostra isola che è sempre stata occupata da degli stranieri, ma non trascurata dalla tenerezza di Maria. Nel 1200 era in mano dei Pisani, la cui dominazione i Sardi mal sopportavano. Grazie ad un intervento di papa Bonifacio VIII l’isola fu assegnata agli Aragonesi. Lieti per quella che consideravano alla stregua di una liberazione, i Sardi vollero mandare al re d’Aragona un ambasciatore per sollecitarne la venuta in Sardegna. Si trattava di un giovane nobile, Carlo Catalano appunto, che portò a termine la sua missione e tornò in Sardegna, dopo essere divenuto umile religioso del nuovo ordine della Mercede, recentemente fondato, su richiesta di Maria, per la redenzione degli schiavi dai Mori, da san Pietro Nolasco. La conquista della Sardegna da parte degli Aragonesi non fu facile per la strenua difesa dei Pisani, ma alla fine Alfonso IV d’Aragona, pur restando ferito, ebbe la meglio e in segno di gratitudine fece erigere nel colle di Bonaria una Chiesa dedicata alla SS. Trinità e alla Vergine. Il colle di Bonaria, che fino a poco tempo prima era stato solitario e deserto, anche grazie alle poderose fortificazioni fatte erigere da don Alfonso, si popolò ben presto di militari e delle loro famiglie e di tutti coloro che erano attirati dalla santità di fra Carlo Catalano e dei suoi confratelli religiosi, al cui convento era stata annessa la Chiesa fatta costruire da don Alfonso. E’ così che anche a Cagliari, come nel resto dell’Europa, rinasceva la vita proprio intorno ad un monastero di religiosi consacrati a Dio. E la Regina di questo Convento è tuttora, per sua decisione, Maria, protettrice dei naviganti, come dimostrano i numerosissimi ex-voto, soprattutto provenienti da gente del mare, che si possono ammirare nel Museo del Convento. Maria, protettrice dei naviganti, ma anche di tutti i Sardi ai quali non fa mai mancare le sue silenziose ed efficaci attenzioni; Lei che è di speranza fontana vivace".

Una curiosità : abbiamo notizia di un simulacro della Vergine di Bonaria, venerata in Spagna, nella città di Siviglia a partire dal XV° secolo, durante il quale Maria era venerata come Vergine di Buen Aire. Ed è legittimo dedurre che, poichè l’arrivo del simulacro di Maria in Sardegna è anteriore di un secolo, devono esserci stati frequenti contatti con l’isola che appunto dipendeva dalla Spagna. Dalla Sardegna e dalla Spagna, il nome di Nostra Signora di Bonaria, balzò fino alle lontane terre d’America, precisamente in Argentina, dove troviamo Buenos Aires, città costruita appunto in onore della Protettrice della gente del mare, che, da quel lontano 1370, con sempre maggiore fiducia può seguire l’invito sempre efficace di un santo innamorato di Maria: "Respice Stellam: voca Mariam" (Guarda la Stella: supplica Maria)

Articolo scritto da Maria Vittoria Pinna - tratto da : www.culturacattolica.it
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Casteddaia Inserito il - 29/04/2008 : 14:50:31
Complimenti bellissima canzone
grazie Lella
burrinka Inserito il - 27/04/2008 : 21:38:14
ciauuuuuuuuuuuuuuu Massimo!!!!

bella canzone!!!!

ci incontriamo anche qui...oltre che su myspace...
cedro del Libano Inserito il - 25/04/2008 : 03:39:03
ciao Massimo,quanto tempo senza farti sentire.

Bella canzone.
Incantos Inserito il - 24/04/2008 : 23:47:48
Ciao Massimo... bellissima canzone... e bellissima voce.. Complimenti!!!
interfolk Inserito il - 24/04/2008 : 23:01:00
Ciao Massimo ....... complimenti per la bellissima canzone !!!

appena posso ti aggiungo alla lista degli amici nel mio myspace !!!
Albertina Inserito il - 24/04/2008 : 21:52:43
Bravo, stavo per inserire io qualche notizia sulla Madonna di Bonaria.
Un bel pensiero, grazie. Quindi sei un cantautore? Complimenti!
Anche io scrivo su Myspace...dai, ci sentiamo, ciao

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