V I S U A L I Z Z A D I S C U S S I O N E |
Albertina |
Inserito il - 29/04/2007 : 15:29:14 Ho pensato al testo della nostra canzone. Voi pensate alla musica.
Proviamo a comporre amici una canzone, facciamoci venire un po’ di buonumore.
Il nostro sito va e in tutto il mondo regna perché noi tutti siam figli della Sardegna.
Qualcuno non è sardo, ma è stato acquisito per meriti raggiunti scrivendo in questo sito.
Domenico è il capo e lascia tutti fare, però mi raccomando: non fatelo arrabbiare.
L’atavica Nuragica coi suoi provvedimenti in riga mette tutti se noi non stiamo attenti.
E poi arriva Ela mitica figura, prepara pranzi e cene: è un mostro di bravura.
Dalla città eterna Paola non può scordare e la sua terra sarda non smette mai d’amare.
Un tocco aristocratico Adelasia garantisce: con i suoi itinerari insegna ed istruisce.
Caruso dalla Francia in Trallalleros canta, il pubblico risponde e di questo lui si vanta.
Babballotto picciocca in Sardegna ha trovato, il suo cuore è palpitante perché è innamorato.
Maragda è la mascotte dei paradisolani e buonumore mette ai vicini e ai lontani.
Tranquillo in Toscana scrive in poesia e in prosa e a far collage di gruppo ci pensa e poi ci prova.
In lungo e in largo Giorgiopge la Sardegna vuol girare, ma ogni tanto una fonte aiutatelo a trovare.
Non è da meno Cisto: tutto ha fotografato. Non lo trovate mai sprovvisto o impreparato.
Campidano è latitante, dai fatelo tornare, perché l’olio di ricino noi gli dobbiamo dare.
E latitanti sono Falco e Pierì, non fateci aspettare, tornate presto qui.
Nuorese è invece Carol super impegnata e ai problemi sociali è sempre interessata.
Con canti e storie il sito Barbaricina adorna; per trovare materiale alla sua terra torna.
I genitori invita in America Ziama ed essi il viaggio affrontano quando lei li chiama.
Titti sorride e piange perché molto emotiva a lei vuole bene l'intera comitiva.
E poi c'è ancora Marco, il giovane poeta che lo si riconosca il babbo Pippo aspetta.
Sagitter in tutto esperto un asso in matematica, ma ancora più sorprende se parla d'informatica.
Pamy di politica non vuole mai parlare, ma con i suoi ricordi si lascia troppo andare.
Monteferru al cibo è sempre interessato ma il cinghiale sardo è un pasto prelibato.
E Meurreddu gira facendo il ballerino, son pronta a scommettere che lui è il più carino.
Afabica si sa come cuoca è perfetta e ogni tanto nel sito posta una sua ricetta.
Dal Belgio può Mirella trovare in questo sito notizie di Villamar del tempo attuale e antico.
Ziu Eu si tiene in forma e a lui piace viaggiare è legato tanto al sito, non ce lo può negare.
Agresti ha progetti turistici e aziendali e bene fa perché ha pure capitali.
Ser, i tuoi fotomontaggi non possiamo mai scordare dai, ti aspettiamo sempre, vienici a trovare.
Alexa nel sito la famiglia ha presente: se la sente sempre accanto col cuore e con la mente.
E Barionesa scrive nel forum la sua poesia e lascia trasparire un po’ di nostalgia.
Giakarlo e Francine, coppia eccezionale, i loro scherzi al forum non fanno nessun male.
Quattromori alla Sardegna onore grande rende e la bandiera sarda in ogni luogo appende.
I dolci che fa Meri sono capolavori, assaggiare li vorremmo per sentirne anche i sapori.
E poi ancora c'è Guilcier artista di grande ingegno son molto originali i suoi lavori in legno.
E poi ci sono io mi dovete ricordare, l'indirizzo del sito è questo, venitemi a cercare.
http://xoomer.alice.it/amarevillamar
Scrivete anche voi nel forum.
( Continua )
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15 U L T I M E R I S P O S T E (in alto le più recenti) |
Albertina |
Inserito il - 20/01/2008 : 18:43:08 | pardula ha scritto:
tra pardule e bianchini sognam tanti bambini speriamo nel futuro murta è gia sicuro ora scriviam la canzoncina con murta e pardulina
io ci ho provato
pardulina
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Vi auguro di cuore che i vostri desideri vi portino l'amore che avete nei pensieri. |
Albertina |
Inserito il - 20/01/2008 : 18:41:52 | Incantos ha scritto:
Grazie Albertina ... sono la più coraggiosa! Credo davvero che il mio pensiero sia comune a tutti i Paradisolani ..tu hai belle parole per tutti.. ed era giusto ringraziarti e farlo nel modo a te più caro!
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Dai...mi fai piangere... |
Incantos |
Inserito il - 20/01/2008 : 18:40:16 Grazie Albertina ... sono la più coraggiosa! Credo davvero che il mio pensiero sia comune a tutti i Paradisolani ..tu hai belle parole per tutti.. ed era giusto ringraziarti e farlo nel modo a te più caro!
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Albertina |
Inserito il - 20/01/2008 : 18:33:56 | Incantos ha scritto:
Ela .. ci provo io...Grazie!
Le rime tue sicure a tutti noi proponi bellissime letture poetiche canzoni
porti una fresca brezza scrivendo con maestria fugando la tristezza con la tua poesia
Provo con le rime che ti son tanto care con tanto affetto e stima a nome di noi tutti ti voglio ringraziare carissima Albertina... dovevo farlo prima
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Il canto tu riprendi con le tue dolci rime e tutti noi sorprendi con la poesia sublime. |
pardula |
Inserito il - 20/01/2008 : 16:30:19 tra pardule e bianchini sognam tanti bambini speriamo nel futuro murta è gia sicuro ora scriviam la canzoncina con murta e pardulina
io ci ho provato
pardulina |
pardula |
Inserito il - 20/01/2008 : 16:26:58 brava incantos ,davvero carina!!!
pardulina |
aki |
Inserito il - 20/01/2008 : 16:19:18 Grazie Albertina sei proprio cara è un onore far parte della grande famiglia |
Incantos |
Inserito il - 20/01/2008 : 12:12:17 Ela .. ci provo io...Grazie!
Le rime tue sicure a tutti noi proponi bellissime letture poetiche canzoni
porti una fresca brezza scrivendo con maestria fugando la tristezza con la tua poesia
Provo con le rime che ti son tanto care con tanto affetto e stima a nome di noi tutti ti voglio ringraziare carissima Albertina... dovevo farlo prima
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Ela |
Inserito il - 20/01/2008 : 10:13:59 Adesso bisognerebbe scrivere di te Albertina e mi rammarico di non saperlo fare.....Mi piacerebbe dedicarti una bella poesia, ma siccome non sono capace ti inoltro tutta la mia stima....sei davvero speciale!!!!!!!
------------------------------------------------------------------------------------------------ mezus terra senza pane, che terra senza justizia .
Ela |
Albertina |
Inserito il - 20/01/2008 : 09:11:30 E poi c'è ancora Aki che ha paura d'invecchiare; però il suo cuore è grande non smette mai d'amare. |
Albertina |
Inserito il - 20/01/2008 : 09:05:41 Nicode vien da Tempio, è un gran collezionista: seimila foto parlano al cuore ed alla vista. |
Albertina |
Inserito il - 20/01/2008 : 08:18:59 E sa famiglia crescidi de tanti bella genti: c'è puru Carlo Vacca chi beidi des'Iglesienti.
Arceu in fotografia doneddu su primau; po s'attru non si scidi chi adessi bonu o mau. |
aki |
Inserito il - 13/01/2008 : 11:36:14 A tutti gli amici del forum
Padre mio, mi sono affezionato alla terra quanto non avrei creduto. È bella e terribile la terra. Io ci sono nato quasi di nascosto, ci sono cresciuto e fatto adulto in un suo angolo quieto tra gente povera, amabile e esecrabile. Mi sono affezionato alle sue strade, mi sono divenuti cari i poggi e gli uliveti, le vigne, perfino i deserti. È solo una stazione per il figlio Tuo la terra ma ora mi addolora lasciarla e perfino questi uomini e le loro occupazioni, le loro case e i loro ricoveri mi dà pena doverli abbandonare. Il cuore umano è pieno di contraddizioni ma neppure un istante mi sono allontanato da te. Ti ho portato perfino dove sembrava che non fossi o avessi dimenticato di essere stato. La vita sulla terra è dolorosa, ma è anche gioiosa: mi sovvengono i piccoli dell’uomo, gli alberi e gli animali. Mancano oggi qui su questo poggio che chiamano Calvario. Congedarmi mi dà angoscia più del giusto. Sono stato troppo uomo tra gli uomini o troppo poco? Il terrestre l’ho fatto troppo mio o l’ho rifuggito? La nostalgia di te è stata continua e forte, tra non molto saremo ricongiunti nella sede eterna. Padre, non giudicarlo questo mio parlarti umano quasi delirante, accoglilo come un desiderio d’amore, non guardare alla sua insensatezza. Sono venuto sulla terra per fare la tua volontà eppure talvolta l’ho discussa. Sii indulgente con la mia debolezza, te ne prego. Quando saremo in cielo ricongiunti sarà stata una prova grande ed essa non si perde nella memoria dell’eternità. Ma da questo stato umano d’abiezione vengo ora a te, comprendimi, nella mia debolezza. Mi afferrano, mi alzano alla croce piantata sulla collina, ahi, Padre, mi inchiodano le mani e i piedi. Qui termina veramente il cammino. Il debito dell’iniquità è pagato all’iniquità. Ma tu sai questo mistero. Tu solo.
Mario Luzi |
Albertina |
Inserito il - 13/01/2008 : 08:54:35 Francesco 44 è un pozzo di cultura, competere con lui fa sempre un po' paura. |
francesco44 |
Inserito il - 13/01/2008 : 02:12:23 Per Albertina: percorrendo Lisboa
Lisboa, per il viandante arrivato da altri siti è nome dal suono compiuto come un atto d’amore, che nel cuore entra frusciando che scalza le radici e lo riempie di altre memorie antiche. È suono di reminiscenze che insegue anche all’altro capo del mondo chi va lontano ma non la lascia. Può essere abbandonata Lisboa, perché non s’allontana dagli occhi, con le sue mura grigie pur solari, le vie disegnate dalle ombre guizzanti delle veloci nuvole che scorrono piene sui colli, giocando a rimpiattino con il sole. Lisboa, suono lento e maturo da assaporare, dalle sillabe curve, carezzate dalla lingua e dalle labbra come l’ultimo bacio. Suono che salpa da dentro la bocca con lieve schiocco Lis- come vela gonfiata dal vento, per poi avviarsi col dolce sibilo della brezza mattutina a riempire le labbra bo- della sorda risacca dell’onda atlantica e infine terminare col sospiro aperto dell’amante appagato. aa- Lisboa, nome modulato di canzone racchiusa in tre note, sonorità di canto antico e sussurrato che scivola sul Tago aprendosi all’abbraccio del mare. Lisboa, città capricciosa che ti sconcerta mentre la esplori con la cautela dell’amante in cerca di sensualità celate, che sconcerta chi si fa percorrere le vie coronate di palazzi dai ricchi balconi, dalle entrate imponenti ornate di pietre severe dalle facciate chiazzate d'azulejos, dalle finestre ampie e dai solidi tetti. Case splendenti nel loro restauro, eppure discrete in questa manifestazione di una ricchezza che un tempo fu di famiglia ed ora di anonima società d'azioni. Poi, come dal nulla, rompendo l’armonia della fila di feconde residenze, si affianca un palazzetto con porte murate ed il tetto cadente privato delle grondaie, dalle finestre infrante ed muri sbrecciati di colore grigio striato di nerofumo. Un’antica dimora abbandonata che vagando ne trovi tante di queste case solitarie con le facciate adorne d’azulejos frantumate, le occhiaie vuote delle finestre da cui intravedi i muri interni scarnificati. Case senza padroni che suscitano la tristezza di una vecchia signora che fu tanto amata ed ora è sola, senza la dignità di una perduta ricchezza giovanile e priva degli affetti che partirono per non tornare. Lisboa da vagare senza meta, carezzata con passi lenti, voltando un angolo rapido di volo di rondine, attraversando un incrocio piccolo di timido e pubere bacio d’amore, schivando con l’eleganza poetica del torero un piccolo orgoglioso tram sferragliante, infilando una stradina con le case che si inchinano su essa come a proteggerla, immergendola in un’atmosfera di riservatezza, dove scorre l’uniformità delle facciate trascurate delle case e delle finestre che svelano stanze calde d’umida umanità. Lisboa si svela nelle sensazioni accomodate di chi riconosce una figura in vero mai vista eppure ritrovata nella memoria del sogno, che scivola tra vie succinte nella loro essenzialità, così volute per creare colleganza tra famiglia e famiglia, che sfociano in una piazza vasta, enorme nella sua improbabilità, dominata da una statua d’un grande di tempi perduti alla vita ma non al ricordo, piazze fatte per raccogliere gente e farla incontrare e cicalare. Vie caste e dignitose salgono e scendono intrecciate per poi trasmutarsi in irrisolte stradine di astrusi dislivelli topologici e infine cadere in piazzette minuscole e dislivellate, refrigerate da un minuscolo fronzuto alberello che sale veloce dalle pietre sconnesse di un antico acciottolato. Lisboa, città dei sette colli stretti tra loro come a proteggersi dai venti freddi ed umidi dell’Atlantico che s’incanalano lungo il Tago seguendo come gabbiani le navi che tornano da lontano. Sette colli dalle curve prepotenti ed esposte senza pudore a difesa dell’assalto degli stranieri, con stradine dai marciapiedi a scalini stretti come grondaie, false scalinate in cui l’umida foschia dell’alba non riesce a penetrare, inerpicate a mozzafiato verso i viali alberati che dominano i tetti precipitati sulle balze che separano i quartieri, che corteggiano le piazze ombrose, che scortano fino ai miradores da dove si può inseguire con lo sguardo la luce che rimbalza dai colli procaci, che scivola carezzevole e s’infila ora vivida ora ambrata, tra curva e curva, giocando tra vicoli e strade e piazze, che illumina angoli nascosti, oscuri recessi d’intimità umana che si dischiudono e si spalancano spudorati al suo bacio luminoso. Lisboa provoca con seduzione matura e consapevole, sorprende con l’incanto della spontaneità impudica e accarezza i tuoi sogni con la spigliatezza di femmina navigata che tutti accoglie e nessuno respinge, che si apre senza chiedere, che aspetta d’essere indagata senza imporsi, che non si spoglia e si fa scoprire, che si abbandona a chi la percorre vibrante di un’attesa che mai si consuma.
_________________________ mie poesie tradotte in sardo da tante/i care/i amiche/ci c/o: Tutti i Forum -> Cultura in Sardegna -> Scrittori di Paradisola -> Traduzione in sardo di poesie ----------------- ICHNUSA LIBERA! |
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