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Nota Bene: Seulo - Su Stampu 'e Su Turrunu. E' un particolare fenomeno carsico sul rio Su Longufresu, Il ruscello scompare in una cavità nel terreno per ricomparire decine di metri più in basso in una cavità a forma di grotta, con una bella cascata che forma un laghetto d'acqua fresca, da cui riparte il corso del ruscello dopo il salto. Da qui in poi ha origine il rio Trassadieni, che continua a scorrere fra i tavolati calcarei fino al Narbonnionniga, dove c'è la foresta omonima.



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V I S U A L I Z Z A    D I S C U S S I O N E
calafuria Inserito il - 25/10/2007 : 10:27:55
Apro questo topic per non dimenticare il duro lavoro dei minatori.
Molti di loro hanno tramandato ai loro figli, parenti ed amici i racconti delle giornate trascorse nelle viscere della terra, racconti di fatiche, brutti ricordi, avvenimenti simpatici o semplici curiosità.
Fatevi avanti indicando possibilmente la località mineraria.
15   U L T I M E    R I S P O S T E    (in alto le più recenti)
giunco Inserito il - 24/10/2010 : 13:33:40
La storia della miniera che leggerete mi lega in modo insindacabile alle origini di una persona che io stimo:
http://www.minieredisardegna.it/LeM...6&IdCM=&SID=
Buona domenica a tutti.
giunco
giunco Inserito il - 16/10/2010 : 14:09:48
Fra le notizie che ho potuto leggere in questi giorni mi è piaciuta una poesia dell’ex minatore Lido Marchetti, il lavoro in miniera doveva essere molto duro, non certo riconosciuto dai più, bravo Lido Marchetti e grazie per una lezione di vita.
giunco.


"Poesia dell’ex minatore Lido Marchetti

Quando a vent’anni arrivava la sera
e ritornavo dalla miniera
sudato stanco e col viso nero
non ci pensavo che fosse vero
che dopo poco sarei diventato
anch’io come tanti per sempre malato
del male tremendo che incute terrore
il “Male Comune” del minatore.

Un’ora di strada al mattino ed alla sera
Per lavorare nella miniera
E ci si andava non c’erano appigli
Là dentro era il pane dei nostri figli.
Sant’Olga, Verzalla, San Vito o Zabelli,
là dentro eravamo amici e fratelli
e là in quelle tane più lunghe o più corte
schiavi dolenti si cercava la morte.

Sant’Anna, Santa Barbara, Vernacchio o Pianello,
erano otto ore di duro martello
e dopo poco che si minava
già malamente si respirava
dal polverone che si faceva
a volte la lampada non si vedeva
e si cantava e non si pensava
a quel malanno che lì si pigliava.

Con poco pane nella bisaccia
E poco vino nella borraccia
A metà turno si strappava un boccone
E poi di nuovo nel polverone
Finché stremati si arrivava alla sera
Con poco guadagno e più tisi nera.

Oh quanti compagni del nostro mestiere
Han già lasciato parenti e miniere
Le hanno lasciate di notte e di giorno
Per quel lungo viaggio senza ritorno
E sono partiti fra stenti ed affanni
I più non avevano ancor cinquant’anni.

O voi giovanotti che ancor lavorate
Nelle miniere modernizzate
Per fare mine ancor ci vuole il martello
Usatelo attenti con un po’ di cervello
Perché la vita è per noi troppo amara
Ma la salute è la cosa più cara.

Lido Marchetti"

www.gmpversiliese.org/Poesia.doc
Flore Inserito il - 14/10/2010 : 10:40:13
Finalmente una buona notizia
Mi associo agli auguri espressi da giunco.

REUTERS

Alle 5 ora italiana i soccorritori hanno completato il recupero dei 33 minatori imprigionati per settanta giorni a oltre 600 metri di profondità. Luis Urzua, il leader della squadra di lavoratori rimasti intrappolati nella miniera ai primi di agosto, è stato l'ultimo a uscire dalla capsula poco più larga delle spalle di un uomo.

Adesso i 33 minatori, trovati in buone condizioni di salute per la maggio parte (uno ha la polmonite e viene curato ad antibiotici) passeranno un periodo di riposo in ospedale.

Ora si trovano in una nuova condizione di celebrità, visto che i due mesi trascorsi nel sottosuolo e le operazioni di salvataggio per raggiungerli e portali alla superficie sono state seguite da milioni di persone in tutto il mondo grazie alla tv. E i minatori, che hanno stabilito un nuovo record mondiale di sopravvivenza nel sottosuolo, sono stati acclamati come eroi nazionali in Cile, esploso in manifestazioni di gioia quando il loro salvataggio è andato a buon fine, nel giro di 22 ore dal recupero del primo a quello dell'ultimo.

Malgrado le sofferenze che hanno dovuto patire, i 33 si trovano di fronte diverse opportunità se vorranno accettare le occasioni loro offerte.

In una marea di regali e inviti, Real Madrid e Manchester United hanno invitato i minatori, appassionati di calcio, a vedere le loro partite in Europa. Un eccentrico cantante diventato uomo d'affari locale ha regalato loro 10mila dollari a testa mentre il capo di Apple Steve Jobs ha mandato a ciascuno l'ultimo iPod e un'azienda greca ha offerto un giro turistico delle isole.

Con milioni di persone incollate davanti alla tv che trasmetteva in diretta l'operazione di recupero, i festeggiamenti sono scoppiati in tutto il paese sudamericano, con le campane a festa.

E il presidente Sebastina Pinera, la cui popolarità è aumentata per come ha saputo gestire la situazione di crisi, era alla miniera per accogliere ognuno dei 33 minatori all'uscita ed invitarli a fargli visita al palazzo presidenziale a Santiago.
giunco Inserito il - 13/10/2010 : 16:45:29
Chissà quanti di noi avranno avuto un parente minatore, io ne ho avuto diversi e per questo mi sembra logico esultare con il Signor Atzori per i minatori del Cile.
Tantissimi auguri per un proseguimento di vita felice e serena

http://www.libero-news.it/regionees...sp?id=509169

giunco
quattromori Inserito il - 08/12/2008 : 16:15:42
ecco alcune foto di Cala Francese







calafuria Inserito il - 23/10/2008 : 12:46:52
L' arcipelago di la Maddalena.

Sono rimasto incuriosito nel sapere che l'attività estrattiva legata agli anni 20 e 30 delle cave di granito era affiancata da diversi lavoranti provienenti dalla Liguria, dall'Emilia e dalla Toscana considerati anarchici dal Governo di quel periodo.

Domenico Lovisato, in uno scritto del 1913, descrive così il granito presente nella cava: '' Di tutte le roccie granitoidi presenti in Sardegna, svariatissime per grana, per colorito, per compattezza, per durezza, per resistenza, per lavorabilità e anche per bellezza, quella che eccelle fra tutte è senza dubbio la massa di Cala Francese..''
calafuria Inserito il - 25/07/2008 : 12:43:42
LA PERCEZIONE DELLA VITA


Sono tornato nelle viscere della terra, quel maledetto ribasso, ho voluto riflettere sulla mia vita, una visita di riflessione non di ricerca.
Solo il silenzio parla, sembra che voglia rispondere alle tue domande voglia darti un consiglio alle tue riflessioni.
Ho ripercorso tutta la mia vita in un ambiente che ho definito delle meraviglie, quel silenzio mi ha aiutato a capire e ripercorrere ogni momento della vita.
Alba....tramonto....la mia teoria che non c'è notte così lunga che possa impedire al sole di sorgere, tutto annullato adesso ho capito che il silenzio non mi farà più male e che il caos della vita porta solo alla deconcentrazione dei valori, mi auguro di rimanere pulito per tutto il percorso della vita.
calafuria Inserito il - 25/06/2008 : 21:46:49
calafuria ha scritto:

Era un giorno come tanti nella miniera.
Il porforatore invitava il barramine ad andare avanti per una nuova carica, un nuovo abbattimento.
Gira, gira e perfora ad un certo punto il barramine trova il vuoto e dell'acqua comincia ad uscire dal foro.
Erano circa gli anni 60 alla mineralogia in pochi erano interessati, quando si trovavano queste sacche vuote mandavano all'aria gli abbattimenti e di conseguenza la produzione della materia prima.
Arrigo capì subito che un metro oltre l'avanzamento di magnetite si celava una sorpresa.
....................-...............


------------Le ametiste di Traversella---------------

La geode rinvenuta era tappezzata da cristalli di quarzo ametista di dimensioni notevoli, diverse decine di centimetri……….che spettacolo, i minatori erano incuriositi dal ritrovamento, dalle dimensioni dei cristalli e dal quel colore viola, li osservarono, li scrutarono e poi ignari dell’importanza del ritrovamento cominciarono a lanciarli a terra.
Le ametiste conservavano all’interno del cristallo delle cavità piene d’acqua, questa particolarità faceva si che con l’urto questi esplodevano, diversi andarono in frantumi ma fortunatamente Arrigo fermò lo scempio e grazie a lui diversi musei di storia naturale e qualche collezionista ne preservano ancora dei campioni.
Asinella80 Inserito il - 18/06/2008 : 12:26:12
annika ha scritto:

Ecco in breve la cronaca dell'eccidio di Buggerru, riportata negli stralci del giornale "La Primavera umana" An. I, n. 25, Cagliari- Iglesias, 18 settembre 1904.


Una domenica di sangue

La piazza di Buggerru che ricorda
l'eccidio dei minatori


"Era fatale. Era inevitabile. Il Direttore di Buggerru….. aveva sete di sangue, e sangue ebbe finalmente, il disgraziato, il quale nei suoi operai vede la massa brutta che il capitalista può sfruttare impunemente ed impunemente frustare, senza concederle neanche il piccolo e meschino diritto della protesta. … oh! si, Signor Georgiades (Direttore della miniera di Buggerru), turco di nascita e turco d’anima ….i sei figli del povero Montixi, il figlio non ancora nato del povero Littera, il dolce bimbo, che, a giorni, vedrà la luce e non avrà il conforto delle carezze e dei baci paterni, saranno sempre – spettro terribile – tra voi ed i vostri piccini, i quali – belle ed innocenti creature come quelle degli assassinati – non sappiano mai – l’auguriamo proprio di cuore alla pura santità della loro infanzia – non sappiano mai che voi, loro padre, siete un assassino.

Come si svolsero i fatti: ecco, brevemente. Gli operai erano oramai stanchi delle prepotenze e delle vessazioni...

Non contento di tutte le prepotenze da lui fatte, noncurante del malumore che il personale nutriva contro di lui, ultimamente il signor Georgiades intendeva imporre agli operai, che lavoravano all’esterno, un nuovo orario, che violava antichissime abitudini sempre seguite nella miniera.

Orbene, il Direttore pretendeva imporre l’orario invernale col primo di settembre. Gli operai si ribellarono a questa pretesa. Essi osservarono che, per i grandi calori estivi, erano indispensabili tre ore di riposo, durante quella parte della giornata, in cui il caldo è eccessivo. Indispensabili specialmente ad operai che dovevono lavorare all’aperto, sotto la sferza del sole. Inoltre essi osservarono che col nuovo orario avrebbero lavorato un’ora in più.

Fu formata subito una Commissione operaia, la quale, accompagnata dal Cavallera, dal Battelli e dalle autorità, doveva conferire con il Direttore, che – freddo, impassibile, provocante – resisteva a tutte le preghiere ed a tutti i consigli delle stesse autorità su dette. …. La Commissione si recò dal Direttore. Una grande folla, l’immensa maggioranza della popolazione, seguì la Commissione, fino alla Direzione. Battelli rimase con la folla, per mantenerla calma. Salivano alla Direzione – posta presso alla riva marittima – le cupe voci del mare, a quando dominate, soffocate dai lenti, profondi, terribili ululati della folla impaziente. …

…Ad un tratto si ode, distinto, il tonfo di pietre, scagliate con forza. Era la sassaiola. Poi, acute, fischianti, ininterrotte, una ventina di fucilate. Era l’eccidio!! Il sangue proletario innaffiava anche questa arsa ed infelice terra sarda; il sangue di poveri bagnava Buggerru….Tre furono i minatori rimasti uccisi".






Una storia triste... l'abuso dei prepotenti nei confronti dei più deboli....
annika Inserito il - 18/06/2008 : 12:23:02
Ecco in breve la cronaca dell'eccidio di Buggerru, riportata negli stralci del giornale "La Primavera umana" An. I, n. 25, Cagliari- Iglesias, 18 settembre 1904.


Una domenica di sangue

La piazza di Buggerru che ricorda
l'eccidio dei minatori






"Era fatale. Era inevitabile. Il Direttore di Buggerru….. aveva sete di sangue, e sangue ebbe finalmente, il disgraziato, il quale nei suoi operai vede la massa brutta che il capitalista può sfruttare impunemente ed impunemente frustare, senza concederle neanche il piccolo e meschino diritto della protesta. … oh! si, Signor Georgiades (Direttore della miniera di Buggerru), turco di nascita e turco d’anima ….i sei figli del povero Montixi, il figlio non ancora nato del povero Littera, il dolce bimbo, che, a giorni, vedrà la luce e non avrà il conforto delle carezze e dei baci paterni, saranno sempre – spettro terribile – tra voi ed i vostri piccini, i quali – belle ed innocenti creature come quelle degli assassinati – non sappiano mai – l’auguriamo proprio di cuore alla pura santità della loro infanzia – non sappiano mai che voi, loro padre, siete un assassino.

Come si svolsero i fatti: ecco, brevemente. Gli operai erano oramai stanchi delle prepotenze e delle vessazioni...

Non contento di tutte le prepotenze da lui fatte, noncurante del malumore che il personale nutriva contro di lui, ultimamente il signor Georgiades intendeva imporre agli operai, che lavoravano all’esterno, un nuovo orario, che violava antichissime abitudini sempre seguite nella miniera.

Orbene, il Direttore pretendeva imporre l’orario invernale col primo di settembre. Gli operai si ribellarono a questa pretesa. Essi osservarono che, per i grandi calori estivi, erano indispensabili tre ore di riposo, durante quella parte della giornata, in cui il caldo è eccessivo. Indispensabili specialmente ad operai che dovevono lavorare all’aperto, sotto la sferza del sole. Inoltre essi osservarono che col nuovo orario avrebbero lavorato un’ora in più.

Fu formata subito una Commissione operaia, la quale, accompagnata dal Cavallera, dal Battelli e dalle autorità, doveva conferire con il Direttore, che – freddo, impassibile, provocante – resisteva a tutte le preghiere ed a tutti i consigli delle stesse autorità su dette. …. La Commissione si recò dal Direttore. Una grande folla, l’immensa maggioranza della popolazione, seguì la Commissione, fino alla Direzione. Battelli rimase con la folla, per mantenerla calma. Salivano alla Direzione – posta presso alla riva marittima – le cupe voci del mare, a quando dominate, soffocate dai lenti, profondi, terribili ululati della folla impaziente. …

…Ad un tratto si ode, distinto, il tonfo di pietre, scagliate con forza. Era la sassaiola. Poi, acute, fischianti, ininterrotte, una ventina di fucilate. Era l’eccidio!! Il sangue proletario innaffiava anche questa arsa ed infelice terra sarda; il sangue di poveri bagnava Buggerru….Tre furono i minatori rimasti uccisi".


Andreaserra Inserito il - 18/06/2008 : 12:03:20
Qualche giorno fà portando il mio nonnino(91anni) a letto gli faccio:
Dai nonnu andausu a lettu!!Forza paris!!
E LUI Risponde:Terre collu e Baccu Abis!!!
ed IO:Poitta asi nau diaicci??
e LUI:Du zerrianta candu anti fattu su scioperu A Buggerru!!!
IO:doi fusta tui puru?? ma mi pariri chi fura a is primus de su 900!!
LUI:NO deu non fui nasciru!!du contata babbu!!ca portara una BALLA in
sa coscia!!!
IO:E itta d'enta sparau!!
LUI:Is CARABINERISI! d'ari imparau a abarrai a dommu!!
sa Balla di d'esti bessia candu fui piccioccu Deu!!
IO:Ma inzarasa boccenta! is Carabinerisi?
LUI:certu is operaiusu ciccanta su chi du su spettara e ca ponenta fogu tottu!!
Avete capito bene! ho scoperto che il Mio bisnonno a partecipato
ai MOTI DI BUGGERRU!!
Janahome Inserito il - 18/06/2008 : 02:03:13
Scusate il lapsus:
ho scritto Santa Barbara al posto di Monte Narba...
all'una del mattino sono cotta.
Se un moderatore mi fà il favore di cambiarlo, grazie!
Janahome Inserito il - 18/06/2008 : 00:57:41
Io non ricordo la miniera,
mia madre non ricorda la miniera,
ma nei suoi occhi brilla ancora il ricordo di suo padre e di suo nonno
.

Mio bisnonno ha iniziato ad Arbus, in miniera, poi si era trasferito a Villaputzu, lì aveva le capre.
Le capre morirono e non c'era la Mamma Regione che l'aiutò.
Scese in miniera a Santa Barbara, a San Vito e con lui scese suo figlio, mio nonno.
Mio bisnonno era ormai grande ed esperto, quindi guidava semplicemente e sorvegliava i lavoranti, procurandosi la stima dei padroni.
Mio nonno era testardo e la miniera non la sopportava... non era giusto lavovare in quelle disumane condizioni!
Organizzò il primo sciopero a Santa Barbara, occupando la miniera assieme a tanti giovani come lui: dopo questo, prese le poche cose che potè e scappò via, a Cagliari, perchè la miniera potevarla affrontarla,
ma non poteva fare altrettanto con suo padre:
all'epoca un padre avrebbe ucciso il proprio figlio a causa dell'onore perduto...
suo padre quasi ci morì dal dispiacere, si sentiva umiliato dallo sciopero del figlio e dalla perdita di stima nei confronti dei padroni.

Non ho mai vissuto queste cose,
ma le leggo ogni giorno negli occhi di mia madre, che le ha ricevute in dono da mio nonno,
forse le uniche cose gradevoli da parte di un uomo tanto severo e crudele, come il suo di padre.
Cosa trasmette una generazione ad un'altra
se non la propria condizione e la speranza di migliorarla?


Grazie a tutti voi e a quello che trasmettete coi vostri racconti.

Marialuisa Inserito il - 06/06/2008 : 16:20:31
Che emozione, Calafuria .
Davvero una sorpresa , continua a raccontare .....
calafuria Inserito il - 06/06/2008 : 12:37:00
Grazie Anny.

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