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Nota Bene: Ales - Piccolo centro della Sardegna centrale. Situato ai piedi del Monte Arci su una depressione naturale attraversata da un fiume (ora incanalato), ha sempre rivestito un ruolo determinante nell'economia della Marmilla ospitando scuole, sedi di importanti enti pubblici e privati, di forza pubblica e uffici vari. E' probabilmente la più piccola sede Vescovile d'Italia . Il paese è noto a livello internazionale soprattutto per aver dato i natali ad Antonio Gramsci.



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V I S U A L I Z Z A    D I S C U S S I O N E
robur.q Inserito il - 16/09/2012 : 11:48:55
La Catalogna in effetti ha tutte le carte in regola per essere invidiata: è una delle regioni più ricche della Spagna e d'Europa, ha un'industria estesa e diversificata, una capitale che è una metropoli dallo spessore internazionale, è meta di moltissimi turisti, ha un regime di autogoverno estesissimo che gli permette di gestire gran parte del gettito fiscale e ne fa largo uso anche per tutelare ed implementare la lingua locale.
Ma da alcuni sardi con bollori nazionalistici è invidiata per il successo che lì hanno i partiti nazionalisti.
Per la verità alle ultime elezioni parlamentari spagnole, i partiti "spagnoli" hanno vinto la maggioranza dei seggi.
Ma non si può nascondere che in Catalogna i partiti nazionalisti hanno un notevolissimo seguito: recentemente una grande manifestazione di questi partiti in Barcellona ha avuto come esito l'usuale combustione da parte di incapucciati (e non siamo a Pasqua) di bandiere spagnole ma, ed è una novità, anche di quelle europee. Ovviamente manifestavano contro la crisi, causata ovviamente dai "montanari" di Madrid. Dimenticando il piccolo buco nei conti della loro Comunità Autonoma!
Che cosa è il nazionalismo Catalano? Esattamente lo stesso fenomeno politico, ma più arrabbiato, del nostro volgare "Leghismo"!!
Già intendo i distinguo arrabbiati: macchè, i Catalani, come i sardi, sono una nazione, i padani (e i veneti, i lombardi ecc.) no!!! Ovviamente lo hanno deciso loro, che i Veneti non sono una nazione, non hanno diritto alla loro lingua, all'autodeterminazione politica ecc.. Non possono essere nazione, perchè ciò non rientra nei teoremi nostrani di noi poveri sardi dominati dal nazionalismo italiano, nazione oppressa cui è stata conculcata la propria lingua e la propria etnica cultura!! Eppoi i Leghisti sono dei razzisti di xxxxx!! Ebbene, cari amici, anche i nazionalisti catalani sono dei razzisti di xxxxx: per loro gli Andalusi sono i terroni, Madrid è ladrona, i Canarini sono Canarignoli!!! Loro si che sono gente che lavora, dimenticando che, esattamente come il nord-Italia, il loro sviluppo è dovuto in gran parte alle politiche protezionistiche dell'odiato stato spagnolo che ha garantito loro un grande mercato interno senza concorrenza e un mercato estero sufficientemente vicino. Poi, i nazionalisti catalani sono molto orgogliosi del loro passato imperialista che li ha portati a conquistare il sud-Italia, la Sicilia e, udite udite, anche la Sardegna!!!
E qua per i nazionalisti sardi, invidiosi dei colleghi catalani, sorge il panico da interpretazione: come possiamo invidiare coloro che ci hanno conquistato?
Beh, che avuto ha avuto, chi ha dato ha dato, shcurdammoce o passato!! In realtà erano Aragonesi, quasi Spagnoli, anzi forse erano agenti segreti degli odiati savoiardi (non i biscotti s'intende)!
In ogni caso, anche noi abbiamo conquistato qualcosa; quando? ma durante la civiltà nuragica, quando, a momenti, ci prendevamo l'Egitto, altro che Ottaviano Augusto!!!
Tra ex-grandi conquistatori ci si può intendere, l'importante è accusare qualcun'altro dei propri disastri, che siano i terroni, o Roma ladrona (o avara), o Madrid ladra e terrona, o gli Italiani imperialisti. Noi sardi, nel disastro del Sulcis non ci entriamo niente, ce lo hanno imposto con la forza e ci hanno costretto a tenercelo altri 30 anni, anche se era improduttivo e fortemente inquinante. L'Italia ci deve un sacco di soldi e ci deve mantenere per altri 30 anni. Naturalmente dopo l'indipendenza!!! Eppoi noi sardi da soli ce la facciamo benissimo, col turismo, il formaggio e i carciofi!! Sorry, gente, non possiamo più fare il paradiso fiscale, dobbiamo accontentarci del formaggio!!!
A si biri pringius!!!
13   U L T I M E    R I S P O S T E    (in alto le più recenti)
Adelasia Inserito il - 09/10/2012 : 22:56:49
Turritano ha scritto:

[quote]
PS io non invidio nessuno, ma ammiro chi lotta per i propri ideali e per la sua gente

Adelasia Inserito il - 09/10/2012 : 22:55:34
robur.q ha scritto:

. L'unica via è il turismo e insieme la possibilità di diventare residenza di nord-europei benestanti e a riposo. Significa costruire, costruire bene però, lungo le coste, perchè questa gente vuole alberghi, case e servizi, e li vuole vicino al mare, non a Pabillonis o a Berchidda.


Residenza per nord europei benestanti e a riposo???
Che prospettiva limitata e limitante, mi sa tanto di de profundis per l'isola (l'ironia è involontaria..).

Inoltre, a parte la banalissima constatazione che la Sardegna non è solo mare, e che quindi non c'è niente di più errato che partire da queste premesse, con la politica delle costruzioni lungo le coste (costruire bene?? si dice sempre così....) poi qualcuno dovrà spiegare ai turisti per quale motivo dovrebbero venire in Sardegna e non andare a Rimini, per esempio...
Turritano Inserito il - 09/10/2012 : 21:23:50
robur.q ha scritto:

Francamente amici, preferisco essere un sardo vivo e prostrato davanti al'occupante italiano piuttosto che .............

Non credo che uno delle due modi di essere escluda l'altro? io preferisco essere un Sardo vivo e non prostarmi davanti a nessuno, tantomeno all'occupante italiano. Non siamo Baschi, e il "pizzo" può esistere in qualunque parte del mondo senza essere legato in nessun modo a qualunque forma di nazionalismo.
Inp'oltre il nazionalismo può benissimo NON essere razzista e xenofobo, a meno che a qualcuno non convenga associarlo a questi estremismi per tentare di alienarlo e metterlo in cattiva luce agli occhi del popolo. Ma è un sistema che convince sempre meno:la gente è meno stupida di quanto a volte si crede.
Anche nell' essere orgogliosi di essere gli eredi dei Nuragici come dei Sardi dei Giudicati io non vedo niente pericoloso o scandaloso. Quanto DNa nuragico abbiamo? non importa, qualcosa c'è, è appurato, ma anche se fosse del tutto scomparso siamo sempre gli eredi morali, che cosa c'è di male? io vedo un filo diretto, e ne sono orgoglioso e lo sarei anche se fossi solo a pensarla così, ma fortunatamente sono in buona compagnia
Turritano

PS io non invidio nessuno, ma ammiro chi lotta per i propri ideali e per la sua gente
robur.q Inserito il - 06/10/2012 : 08:16:13
No Bidus, non parto affatto "sconfitto", ma realista. L'esempio del Giappone è fuori misura, perchè i giapponesi sono 120 milioni, noi un milione e mezzo: significa mercato interno inesistente. Che la Sardegna sia periferica è un dato di fatto, non una lagna autolesionista, ma lo è come tutte le isole e gli arcipelaghi del mediterraneo e anche dell'atlantico. Essere "periferici" non significa essere condannati all'ergastolo del sottosviluppo, ma significa che le politiche economiche non possono essere le stesse in Lombardia (o nella valle del Reno) e in Sardegna (o a Cipro). Significa fare delle scelte precise per immettere denaro d'investitori nella nostra economia e far si che abbia alto rendimento. L'unica via è il turismo e insieme la possibilità di diventare residenza di nord-europei benestanti e a riposo. Significa costruire, costruire bene però, lungo le coste, perchè questa gente vuole alberghi, case e servizi, e li vuole vicino al mare, non a Pabillonis o a Berchidda. L'idea del turismo totalmente "ecologico" è molto romantica ma, economicamente, è sterile, non da grandi numeri e noi abbiamo bisogno di grandi numeri per aumentare il nostro standard di vita. A meno che tu non abbia in mente una società autarchica e dai modesti costumi, che credo sia una via impraticabile. Ah, e a proposito, studiamo pure la nostra lingua, non c'è nessuna contraddizione, ma per lavorare serve conoscere l'inglese, e serve conoscerlo bene!!
p.s. a me i catalani stanno sulle balle come i lombardi, tali quali.
Bidus Inserito il - 04/10/2012 : 21:57:52
... quella catalana sia meglio per certi aspetti, ma almeno contratta con lo stato centrale a muso duro e non come se andassero a chiedere l'elemosina.

Vedi che ora i catalani iniziano a piacerti?

Dopo 150 anni di unificazione è naturale che tu e la maggior parte dei sardi ci possa sentire italiani. Non è possibile negare questo. Io stesso mica sono stato battezzato al sacro fuoco dell'indipendentismo e non incarno certo un modello ideale di sardità. Cosa poi vorrà dire sardità, ma anche italianità credo sia difficile stabilirlo. Se guardassimo le cose in modo antagonistico, dell'Italia, di come è rappresentata e per come è conosciuta se ne potrebbero dire molte di cose al negativo. Ma il punto non è questo, anche il discorso culturale è molto relativo. Le mitologie possiamo anche lasciarle ai leghisti, noi non ne abbiamo bisogno. Si perché, possiamo girarla come si vuole, ma ci sono delle cose che non è possibile relativizzare, come invece assurdamente succede. Mi riferiamo al modo in cui la Sardegna è vista da noi stessi e soprattutto da chi ci governa. es. tu stesso hai scritto che siamo lontani da centro dell'Europa. Questa è una affermazione tipica di quelle che sono le cosiddette narrazioni tossiche dei sardi. Questo fatalismo non ci porterà da nessuna parte. Proviamo a vederla in altro modo: siamo al centro del Mediterraneo; ci sono altre isole "isolate” come la Sardegna e i cui abitanti e governati non si fanno problemi. Vogliamo pensare al Giappone, immerso nel medioevo sino a meno di 150 anni fa e ora una delle prime potenze economiche mondiali. gli e sempi sono tanti. Perché partire sconfitti?
Io sono per la "biodiversità”. Le diverse parlate le vedo come una ricchezza; l'influsso italiano, ma non solo la vedo come un arricchimento; abbiamo alle spalle 5000 anni di storia, non è un imbastardimento della purezza del' appartenenza alla nazione sarda per cui questo basterebbe per mettere a tacere i nostri diritti a definirci nazione e al diritto all'autodeterminazione.
Il tuo stipendio potrebbe anche pagartelo la NASA o il governo cinese , la pensione che ti darà l'IMPS non è un elemosina, te la sei pagata come se la pagano ad esempio i lavoratori extracomunitari. Il nostro sentire, italiano o sardo conta relativamente. La geografia ci suggerisce di tenerne conto.
Vabbè, si farebbe lunga.
I catalani facciano quello che sentono di fare, noi possiamo fare a meno dei loro esempi.
Adelasia Inserito il - 03/10/2012 : 21:24:17
Bidus ha scritto:

Robur, intanto io non vedo grossi fenomeni di nazionalismo come lo intendi tu, ovvero atteggiamento xenofobo e esaltazione della sardità. ........ In ogni caso alla parola nazionalismo non va data necessariamente un significato negativo. Quello che vedi di negativo nei catalani e nei leghisti è solo un modo becero per affermare la propria identità. Personalmente non sono d'accordo.


D' accordissimo. Nazionalismo come autodeterminazione dei popoli sì; nazionalismo come predominio sugli altri, xenofobo e totalitario assolutamente no.

Evidenzio inoltre la differenza allorquando manifestazioni becere (giusto per usare lo stesso aggettivo) e razziste sono messe in atto da estremisti disgraziati che vengono isolati e condannati, e quando le stesse sono attivate da figure -ahimè-istituzionali che esternano il "proprio" concetto di civiltà e rispetto : penso a Borghezio, testa d'uovo (diciamo così) nonché deputato europeo della lega nord, che platealmente disinfestava i treni dove viaggiavano immigrati.

Se questo è l'esempio, l'ideologia e il grado di cultura dei vertici di talune sedicenti autonomie, non mi scomodo neanche a contestarne eventuali pretese storiche ...

Adelasia Inserito il - 03/10/2012 : 20:51:29
robur.q ha scritto:


i catalani .... sono cosi gentili con gli andalusi, gli hanno accolti con calore, hanno eletto a Presidente perfino uno di loro che, benchè nato e cresciuto a Cordoba, parla sempre in un fluente catalano (è del Partito socialista spagnolo però). La politica falsum in verum mutat!



Hai beccato l’unico presidente “straniero”: i catalani però hanno prontamente "rimediato" già nel 2010, eleggendo il barcellonese Artur Mas il cui partito, rigorosamente autonomista, Convergència i Unió (CiU) ha ottenuto il 38,5% dei voti.
In questi giorni è noto anche a noi, in quanto ha indetto le elezioni anticipate e un referendum sull' autodeterminazione catalana (84 voti a favore e 51 contrari): bastano queste cifre a dimostrare da che parte tira il vento da quelle parti e la loro capacità di guardare oltre.

robur.q Inserito il - 01/10/2012 : 22:29:39
Hai ragione Bidus, grossi fenomeni di nazionalismo in Sardegna non esistono se non in una ristretta cerchia che peraltro cerca la pietra fondante dell'identità nella lingua che invece, finora, ha solo diviso e trascura invece l'organizzazione statuale che ci ha rappresentato per 500 anni, ovvero il Regno di Sardegna. So già che ti si stanno rizzando i capelli. Ma io vado sempre controcorrente (soprattutto a Francesco Sedda) e, per me, quell'istituzione, che era gestita tutta da sardi (eccetto il Vicerè) in ogni sua articolazione, governo, parlamento e magistratura, ha forgiato la nostra identità di nazione assai più della lingua. Il Vicerè era solo portatore delle richieste del Re: se pensiamo che il nostro sovrano era Carlo V, che era titolare di una trentina di regni, oltre che imperatore romano, che quasi giunse all'unificazione dell'Europa come federazione di stati autonomi (sempre nell'ambito delle ideologie dell'epoca naturalmente), possiamo vedere quell'istituzione con assai meno antipatia che, peraltro, fu sobillata dai Savoia in funzione anti-spagnola. In Sardegna si parlano 4 lingue oltre l'italiano: il sardo (tradizionalmente in due varietà nettamente distinte), il sardo-corso (anche questo in due varietà distinte), il catalano e il ligure, e i loro locutori hanno tutti pari diritti civili. E il sardo-corso è probabilmente autoctono almeno tanto quanto il sardo. La lingua non ci unisce, almeno, finora non lo ha fatto. Tu sei indipendentista? E' un'idea su cui non mi scandalizzo, ma io sono nato e cresciuto sardo e italiano, per me è un dato di fatto, non precisamente una scelta: scuola italiana, lingua italiana, televisione italiana; l'italianità fa parte di me quanto la sardità, non la posso eliminare come non posso eliminare la sardità e la cagliaritanità. Lo stato italiano è il mio stato (oltre che mio datore di lavoro), la comunità politica e culturale italiana è anche mia insieme ad altri 60 milioni. Riguardo alla convenienza economica dell'indipendenza, beh, non ne sarei molto sicuro. Uno stato grande ci difende meglio a livello europeo e mondiale, ma noi sardi in questo stato siamo pochi e mal rappresentati. Anche questo è un dato di fatto, anche se non siamo di gran lunga la regione più povera. Io credo che il miglior futuro per noi sardi sia in una nostra crescita culturale e di consapevolezza politica, perchè l'insularità è una diseconomia, soprattutto se si tratta di un'isola lontana 2000 km dal cuore dell'Europa. Dobbiamo ricontrattare il nostro rapporto all'interno della Repubblica, da posizioni più forti, ma la nostra classe politica è quello che è!! Non che quella catalana sia meglio per certi aspetti, ma almeno contratta con lo stato centrale a muso duro e non come se andassero a chiedere l'elemosina.
Io guardo più alle Baleari o alle Canarie che alla Catalogna come esempio da seguire: hanno i nostri stessi problemi e li stanno risolvendo meglio di noi. A certi costi, però!
Bidus Inserito il - 30/09/2012 : 09:16:36
Robur, intanto io non vedo grossi fenomeni di nazionalismo come lo intendi tu, ovvero atteggiamento xenofobo e esaltazione della sardità. Non mi pare di vederne neppure in tutti i movimenti indipendentisti, anzi, uno di questi dichiara tra i i suoi principi il NON nazionalismo. In ogni caso alla parola nazionalismo non va data necessariamente un significato negativo. Quello che vedi di negativo nei catalani e nei leghisti è solo un modo becero per affermare la propria identità. Personalmente non sono d'accordo.
I baschi ora hanno cambiato strategie e gurdano anche a l'esempio dei movimenti nostrani. Non ci crederai, ma il pensiero del nostro filosofo Franciscu Sedda è conosciuto anche e forse di più fuori dalla nostra isola.
Quanto al fatto che dovremo prenderci le nostre responsabilità non posso che darti ragione, dovremo farlo da subito, ma ti domando: come? L'automia attuale è fallita, ma fallirebbe qualsiasi altra forma di autonomismo o di federalismo quando il soggetto forte è sempre lo Stato. Per me la risposta è un altra e lo dico ripetendo quello che auspichi anche tu: assunzione totale delle NOSTRE responsabilità. Tradotto=diventare maggiorenni; tradotto=viaggiare per conto nostro; tradotto=indipendenza statuale.
robur.q Inserito il - 29/09/2012 : 12:21:17
Francamente amici, preferisco essere un sardo vivo e prostrato davanti al'occupante italiano piuttosto che un basco morto ammazzato dai suoi stessi compatrioti perchè non pago il "pizzo" rivoluzionario all'ETA.
Non voglio essere un provocatore, ma dobbiamo tracciare una linea netta ed invalicabile tra tutela dei nostri interessi economici e del nostro patrimonio culturale e il nazionalismo razzista e xenofobo. Se non lo facciamo, per il carattere intimamente mite del popolo sardo, corriamo il rischio di perdere tutto. Dobbiamo emarginare gli estremisti, i fanatici del DNA, i sedicenti discendenti puri dei nuragici ecc ecc . Non mi piace chi brucia bandiere incapucciato: ha violentato una città accogliente e tollerante come Barcellona e non voglio che ciò accada nella mia terra.
robur.q Inserito il - 29/09/2012 : 08:46:56
Avete tutti e due ragione, però, per coerenza, dovremmo invidiare pure i veneti, che, con la scalata al campanile di San Marco, l'adesione massiccia al locale partito federato alla Lega, vogliono tutelare la loro identita di Veneti; e magari, far rinascere la Serenissima Repubblica!
Ma loro no, sono leghisti e razzisti di m****, invece i catalani no, loro sono cosi gentili con gli andalusi, gli hanno accolti con calore, hanno eletto a Presidente perfino uno di loro che, benchè nato e cresciuto a Cordoba, parla sempre in un fluente catalano (è del Partito socialista spagnolo però). La politica falsum in verum mutat!
Il nazionalismo catalano, come tutti i nazionilismi del mondo, è un'ideologia SEMPRE perniciosa, e non va affatto confuso con la tutela delle culture tradizionali locali, comprese quelle linguistiche. E la Catalogna ha poteri e finanziamenti enormi dalla "ladra" Madrid, e li spreca come tutti i politici fanno per farsi rieleggere. Bruciare la bandiera spagnola, e quella europea, è solo xenofobia e anche razzismo: la crisi catalana l'hanno creata i catalani, non il governo spagnolo, se ne assumano la responsabilità, come noi sardi, tutti, dobbiamo assumerci la responsabilità del fallimento della nostra autonomia.
Bidus Inserito il - 23/09/2012 : 19:15:43
Ottimo, Adelasia!
Farsi rispettare per qualcuno è essere buzzurri, razzisti, leghisti e chi più ne ha.... intanto per smentire che siamo tutto ciò, cioè per dimostrare che siamo un popolo accogliente, amichevole e tutto quel che si vuole eleggiamo personaggi come luca barbareschi. Andiamo avanti così, Sardegna terra di conquista e di cuccagna.

Gli estremismi di taluni sono l'effetto collaterale della scarsa consapevolezza che abbiamo di noi.
Adelasia Inserito il - 23/09/2012 : 18:36:14
Mah, non ci trovo nulla di malsano nell'"invidiare" la Catalogna, il suo nazionalismo, la sua autonomia, sancita da quello Statuto approvato a furor di popolo che costituisce il riconoscimento dell’identità, della nazionalità e dei diritti storici del popolo catalano; quello statuto che del simbolo dell’ identità catalana, la lingua, ne riconosce l’uso veicolare e preferenziale in tutti corpi dell’ amministrazione pubblica e nei mezzi di comunicazione. E scusate se è poco.

Mentre noi, tenaci e coerenti ( sigh), continuiamo a tenere saldamente il pollice verso nei confronti di noi stessi, della nostra storia, della nostra cultura, del nostro patrimonio.
Non sia mai che emerga qualche eccellenza, qualche cenno di fierezza e qualche sprazzo di identità - passata, presente o futura- che vada oltre lo sventolamento dei 4 mori, di “Forza Cagliari” e la prima strofa di “Nanneddu meu”.


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