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Nota Bene: Pau - è un comune di poco più di 300 abitanti della provincia di Or, situato nell'area geografica denominata Alta Marmilla, sul versante occidentale del massiccio vulcanico del Monte Arci, noto come paese dell'ossidiana e nel territorio è presente il campeggio montano Sennixeddu.



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 Mare e Cemento: il nuovo piano paesaggistico RAS

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V I S U A L I Z Z A    D I S C U S S I O N E
DedaloNur Inserito il - 23/09/2011 : 14:16:50
http://inchieste.repubblica.it/it/r...lf-22097436/
Sardegna, cemento in riva al mare tra residence e campi da golf
Sardegna, cemento in riva al mare tra residence e campi da golf
Si potrà costruire anche entro trecento metri dalla costa. Il sacco delle coste. Il governatore Cappellacci pronto a cancellare i divieti di Soru. Ambientalisti in rivolta. La legge salva coste voluta dalla giunta Soru sta per essere smantellata
ROMA - Legge salva coste abolita, vecchi piani di lottizzazione tirati fuori dai cassetti, 25 campi da golf per succhiare un'acqua che con il caos climatico diventerà sempre più preziosa. E, a chiudere in bellezza, un'altra colata di cemento che la giunta regionale si appresta ad approvare. È la cura del Pdl per una Sardegna che ha resistito all'epoca d'oro dell'urbanizzazione selvaggia e rischia di cadere ora, proprio in vista del traguardo di uno sviluppo economico dolce, capace di far leva sulla bellezza del paesaggio per creare un'onda lunga di occupazione e benessere.

L'allarme viene dalle associazione ambientaliste insorte di fronte a un sistema di deroghe che aumenta la possibilità di costruire nuova cubatura sulla fascia costiera. "L'attacco è cominciato con il piano casa del 2009, il biglietto da visita della giunta Cappellacci dopo una campagna elettorale che era stata direttamente sponsorizzata dal presidente del Consiglio", spiega Gaetano Benedetto, direttore delle politiche ambientali del Wwf. "Questo piano casa prevede ampliamenti con aumenti di volume dal 10 al 45 per cento ed elimina una serie di controlli: potrebbe portare all'apertura di circa 40 mila cantieri per opere anche entro la fascia dei 300 metri dal mare. È incredibile che una Regione dalle risorse infinite come la Sardegna immagini una crescita attraverso la strada predatoria del mattone anziché attraverso uno sviluppo armonico del suo territorio e della sua identità".

Il Pdl replica parlando di semplificazione delle procedure
. In effetti le nuove procedure sono così semplici che, nel disegnare il progetto di riforma, è saltato anche il dialogo con i diretti interessati, gli amministratori locali. Invece di consultarli, la maggioranza di centrodestra ha deciso di affidarsi alla pubblicità, sostenuta dai fondi pubblici. Sui quotidiani sardi sono comparse due pagine a pagamento per sostenere la tesi che il Piano paesaggistico regionale voluto dalla vecchia giunta Soru contiene troppi vincoli, troppi divieti, mentre per rilanciare l'economia bisogna ricorrere al mattone.

"È un segno di irresponsabilità politica: dei soldi utilizzati in questo modo in un momento in cui la gente è affamata e disperata dovranno rendere conto", protesta Gian Valerio Sanna (Pd), padre del Piano paesaggistico regionale della giunta Soru. E sulle 90 pagine del nuovo Piano di deregulation si scatena la protesta dell'opposizione e degli ambientalisti, preoccupati che il complesso intrico di deroghe in discussione dia il via libera all'assalto delle campagne e faccia saltare i vincoli anche entro i 300 metri dalla costa.

"È particolarmente grave il progetto dei campi da golf"
, sottolinea Ermete Realacci, responsabile Pd per la green economy. "Non tanto per l'intervento, pur pesante, in termini di acqua e pesticidi, ma perché costituiscono la testa di ponte per una cementificazione selvaggia". Il meccanismo - spiega Vincenzo Tiana, presidente di Legambiente Sardegna - è semplicissimo: si crea un campo da golf sostenendo che è solo un prato verde, perché opporsi? e poi si costruisce un annesso villaggio turistico perché da qualche parte chi gioca a golf deve pure dormire.
"Con il pretesto di favorire l'occupazione si stravolgono le norme di tutela della Sardegna senza comprendere che, così facendo, si raggiunge un risultato opposto a quello dichiarato", ricorda Giulia Maria Mozzoni Crespi, presidente onorario del Fai. "Solo difendendo l'incalcolabile patrimonio dell'isola in termini di paesaggio, e della cultura che ha contribuito a disegnare nel corso dei secoli questo paesaggio, si potrà mettere a punto un'economia duratura e di ampio respiro, in grado di funzionare al di là della breve stagione turistica attuale"



http://inchieste.repubblica.it/it/r...te-22097247/

L'ANALISI di GIOVANNI VALENTINI
Dagli opposti estremismi

nulla di buono per l'ambiente CEMENTO libero, edilizia selvaggia. Non sarebbe certamente uno slogan di successo per una campagna promozionale o pubblicitaria sul turismo in Sardegna. E in realtà il nuovo Piano paesaggistico regionale minaccia di danneggiare, oltre all'ambiente, anche lo sviluppo e l'economia dell'isola. Bastano 90 pagine e 76 articoli per provocare un tale disastro?

Sì, purtroppo possono bastare. Non solo per le deroghe predisposte dalla giunta Cappellacci che di fatto smantellano i vincoli introdotti dal predecessore, Renato Soru, autorizzando così un assalto al territorio e in particolare alle coste. Ma ancor più per il metodo centralistico e autoritario con cui la Regione ha impostato il suo Piano, eliminando la procedura delle "intese" e quindi il confronto con le amministrazioni locali nella fase progettuale per sostituirlo con un bombardamento mediatico a colpi di pagine a pagamento sui giornali.

Più che eccessivi, i limiti fissati a suo tempo da Soru potevano risultare arbitrari e addirittura inefficaci: il divieto di costruire entro due chilometri dal litorale, nonostante le migliori intenzioni, rischiava di risultare - come qui abbiamo già scritto allora - troppo o anche troppo poco, a seconda dei casi, della conformazione della costa e delle sue caratteristiche. Ma adesso la possibilità di deroga addirittura all'interno della fascia finora superprotetta di trecento metri dalla battigia, a favore delle strutture ricettive esistenti, è senz'altro insufficiente per salvaguardare l'integrità del paesaggio, tanto più nei tratti di particolare pregio.

Non c'è dubbio che, per alimentare l'industria del turismo, occorre realizzare nuovi edifici e nuovi impianti, magari riqualificando prima il patrimonio recuperabile. E in questa prospettiva, gli alberghi, i porti e i campi da golf - contemplati nel Piano paesaggistico regionale - possono contribuire allo sviluppo locale, a condizione ovviamente che i rispettino la natura e l'ambiente. Altrimenti, con gli eco-mostri o con gli scempi edilizi, i turisti non arrivano o se ne scappano presto.

In una terra meravigliosa come la Sardegna, e in tutte le altre regioni meridionali privilegiate dal sole e dal clima, si può e si deve alimentare un turismo sostenibile, cioè compatibile con la tutela dell'eco-sistema, cercando di allungare la stagione al di là dei due o tre mesi estivi in modo da favorire l'occupazione nel settore alberghiero e in tutto l'indotto. E perciò servono gli alberghi, i porti e a maggior ragione possono servire gli impianti golfistici, in grado di richiamare anche in pieno inverno visitatori italiani e stranieri che diversamente vanno in Spagna, in Portogallo, in Marocco, in Tunisia o da qualche altra parte. Si tratta, però, di stabilire dove e come costruire questi alberghi, questi porti o questi campi, per ridurre al minimo e magari azzerare il loro impatto ambientale.

Quello che occorre, in Sardegna o altrove, è dunque un sano riformismo verde che rifugga dagli "opposti estremismi", tutto o niente, due chilometri o trecento metri e anche meno, per conciliare le esigenze dello sviluppo con le ragioni del territorio. A volte è proprio l'eco-radicalismo a provocare reazioni uguali e contrarie, offrendo involontariamente un alibi alle truppe delle ruspe e del cemento, agli speculatori, ai saccheggiatori del paesaggio. O perfino a chi impugna la bandiera ambientalista per difendere solo i propri interessi, le proprie tenute o residenze al mare o in campagna. È una specie di "effetto Nimby" alla rovescia, dove l'acronimo "not in my back yard" (non nel mio giardino o nel mio cortile) - coniato per descrivere l'atteggiamento comune contro le centrali nucleari - si può estendere e applicare al contrario a certi "signori dell'ambiente" che spesso predicano bene e razzolano male.


5   U L T I M E    R I S P O S T E    (in alto le più recenti)
Paola Sirigu Inserito il - 05/03/2012 : 18:02:48
Siamo noi che votiamo questi amministratori che riladciano questi permessi, non dimentichiamolo.
Bidus Inserito il - 04/12/2011 : 10:31:54
Recentemente su rai3 hanno trasmesso un servizio e relative interviste alla gente.
Le risposte di alcuni erano agghiaccianti! Del tipo: all'estero ho visto anche i grattacieli sulle spiagge... poi il solito: abbiamo bisogno di lavoro...

Il ricatto occupazionale e la lobotizzazione delle persone a portato a questo. La Sardegna è oramai perduta, è solo questione di tempo dopodichè sarà per sempre altra cosa rispetto a quello per cui è conosciuta e amata.
Il Quinto Moro Inserito il - 28/11/2011 : 12:04:13
DedaloNur ha scritto:

Secondo il "gruppo intervento giuridico" il PPR tenterebbe di "resuscitare", alcuni piani speculativi:

http://gruppodinterventogiuridicowe...o-regionale/

iuttosto chiaro dove và a parare la virtuosa modifica del P.P.R. Ecco solo alcune delle speculazioni immobiliari che si cerca di far resuscitare, veri e propri zombie di cemento: progetto Cala Giunco s.r.l. a Cala Giunco-Nottèri (Villasimius), progetto Malfatano s.p.a. (Lega delle Cooperative) a Piscinnì (Domus de Maria), vari progetti in zona di bonifica agraria nella piana di Castiadas, progetto Colony Capital di ristrutturazione e ampliamento complessi ricettivi Costa Smeralda (Arzachena), gran parte del progetto Nuove Iniziative Coimpresa s.r.l. (gruppo Cualbu) a Tuvixeddu-Tuvumannu (Cagliari).

Arbus, dune di Piscinas-Scivu

E a questi andranno sommati decine di altri progetti edilizi “nuovi” e già pronti, come quello Matsa Group s.p.a. – Real Estate Serenissima s.p.a. a Piscinas, Ingurtosu, Costa Verde (Arbus) e quello Dimore Esclusive s.r.l. (sostenuta dalla Unipol Gruppo Finanziario s.p.a.) sulla costa di Nebida (Iglesias).

Riguardo le modifiche al P.P.R., alle infinite deroghe in favore delle più scandalose speculazioni immobiliari, alla strisciante cementificazione dei paesaggi agricoli, ai campi da golf alibi per cazzuole e mattoni, le associazioni ecologiste Gruppo d’Intervento Giuridico, Amici della Terra, Lega per l’Abolizione della Caccia opporranno la più dura reazione in campo legale e con la sensibilizzazione dei cittadini.



Via le mani da Scivu!!
DedaloNur Inserito il - 30/09/2011 : 21:25:45
Secondo il "gruppo intervento giuridico" il PPR tenterebbe di "resuscitare", alcuni piani speculativi:

http://gruppodinterventogiuridicowe...o-regionale/

iuttosto chiaro dove và a parare la virtuosa modifica del P.P.R. Ecco solo alcune delle speculazioni immobiliari che si cerca di far resuscitare, veri e propri zombie di cemento: progetto Cala Giunco s.r.l. a Cala Giunco-Nottèri (Villasimius), progetto Malfatano s.p.a. (Lega delle Cooperative) a Piscinnì (Domus de Maria), vari progetti in zona di bonifica agraria nella piana di Castiadas, progetto Colony Capital di ristrutturazione e ampliamento complessi ricettivi Costa Smeralda (Arzachena), gran parte del progetto Nuove Iniziative Coimpresa s.r.l. (gruppo Cualbu) a Tuvixeddu-Tuvumannu (Cagliari).

Arbus, dune di Piscinas-Scivu

E a questi andranno sommati decine di altri progetti edilizi “nuovi” e già pronti, come quello Matsa Group s.p.a. – Real Estate Serenissima s.p.a. a Piscinas, Ingurtosu, Costa Verde (Arbus) e quello Dimore Esclusive s.r.l. (sostenuta dalla Unipol Gruppo Finanziario s.p.a.) sulla costa di Nebida (Iglesias).

Riguardo le modifiche al P.P.R., alle infinite deroghe in favore delle più scandalose speculazioni immobiliari, alla strisciante cementificazione dei paesaggi agricoli, ai campi da golf alibi per cazzuole e mattoni, le associazioni ecologiste Gruppo d’Intervento Giuridico, Amici della Terra, Lega per l’Abolizione della Caccia opporranno la più dura reazione in campo legale e con la sensibilizzazione dei cittadini.
DedaloNur Inserito il - 25/09/2011 : 14:26:38
http://lanuovasardegna.gelocal.it/c...sola-5012373
SASSARI. Non piace per niente quel che sta succedendo in Sardegna a Salvatore Settis, uno dei massimi esperti di gestione dei beni culturali e di tutela del paesaggio. «Con il governatore Renato Soru l'isola aveva espresso un momento alto per la difesa del territorio non a livello regionale ma nazionale: ora da locomotiva d'Italia la Sardegna rischia di diventare l'ultima ruota del carro», spiega lo specialista, che negli anni scorsi si è occupato di temi ambientali scottanti nell'isola, primo fra tutti il caso Tuvixeddu, l'antica necropoli in pericolo nel cuore di Cagliari.

Archeologo, docente universitario, ex direttore della Scuola Normale di Pisa, storico dell'arte, recentemente Settis ha scritto per Einaudi un libro dal titolo emblematico di una realtà in negativo: «Paesaggio, Costituzione, Cemento». Calabrese di Rosarno, 70 anni, è autore di numerosi altri saggi su questi argomenti ed è membro di diverse istituzioni accademiche internazionali.

- La giunta regionale di centrodestra vuole cambiare il piano paesaggistico voluto dal precedente governo di centrosinistra. Perché non è d'accordo su quest'impostazione? Ritiene possano esserci danni per l'ambiente?
«Questo non è un progetto alternativo, è la semplice distruzione del precedente piano per lasciare spazio al cemento. L'isola nel 2005 si era mossa all'avanguardia per proteggere le coste, sino a diventare un importante riferimento. L'idea che viene avanzata adesso per stravolgere tutto il sistema non può dunque che essere giudicata in maniera molto sfa
vorevole».

- Per quali ragioni, esattamente?
«La revisione apre la strada alla speculazione edilizia. Una minaccia che, detto per inciso, incombe su tutta l'Italia, non solo sulla Sardegna. Ma il pericolo assume nell'isola una valenza particolare».

- Perché?
«Non si capisce il motivo per cui prima di pensare a nuove costruzioni non si affronti il recupero dei centri semispopolati, la questione dei villaggi abbandonati o disabitati. Non si comprende insomma il mancato ricorso a una politica del riuso di paesini e borghi a volte bellissimi e che, a ogni modo, appartengono alla storia del territorio. Favorendo nuove costruzioni si farebbero nascere i soliti posti per vacanze ormai uguali in tutto il Mediterraneo, dalla Tunisia al Marocco».

- Entrando nello specifico, che cosa pensa di una revisione dei vincoli a salvaguardia delle coste?
«La logica d'azione è la stessa del piano casa lanciato dal governo Berlusconi. Una logica fondata sull'illegalità. Dov'è infatti la norma che a livello nazionale dovrebbe consentire l'attuazione del patto a suo tempo annunciato con le Regioni? Non esiste. Quindi tutti i piani casa varati dalle amministrazioni regionali, compresi quelli fatti dagli esecutivi di centrosinistra, non sono legittimi».

- Nella bozza della giunta Cappellacci si fa riferimento a una quantità di deroghe e alla possibilità di un aumento di volumetrie sino al 25%.
«Che cosa aggiungere? Vale sempre lo stesso discorso, così come per le modifiche ipotizzate sugli indici di fabbricabilità nelle zone interne. Non si capisce quale idea di Sardegna si vuole. Mentre è chiaro un altro aspetto: la straordinaria bellezza dell'isola potrebbe essere alterata in modo devastante».

- A suo modo di vedere, è sbagliato eliminare le intese Comuni-Regione e dare eccessivo spazio alle amministrazioni locali nella difesa di beni che contribuiscono a definire l'identità culturale dell'isola?
«Nessuno si può sognare di fare quel che vuole. E bisogna che i sindaci per primi svolgano correttamente la loro parte. Perché tutti devono rispettare il Codice dei beni dello Stato. Un Codice che prevede una serie di azioni concordate, con responsabilità condivise, tra Municipi, Unioni o Consorzi di Comuni, Province e Regione. In Italia il paesaggio è il grande malato: per curarlo bisogna chiamare a consulto tutti i medici».

- E in Sardegna?
«L'isola non fa eccezione. Anche perché finora ha spesso dimostrato di sapersi difendere meno di altre realtà.Guardiamo, per esempio, la Corsica: là i litorali sono stati preservati molto meglio, i corsi sono riusciti a farsi rispettare più dei sardi. Ma noto che le cose cambiano, che da qualche tempo la sensibilità per la tutela del paesaggio cresce e che i comitati di salvaguardia si stanno moltiplicando ovunque».

- È favorevole all'espansione dei campi da golf e dei porti turistici con sviluppo di residenze e servizi collegati lungo i litorali dell'isola?
«Come potrei esserlo? È una strategia che punta ad assecondare soltanto le passioni dei ricchi. Ma che si rivela estremamente nociva per il territorio. Oltre che, naturalmente, a prevedere profitti solo per le imprese che operano nel settore delle costruzioni».

- In definitiva, che giudizio dà di una revisione della legge salvacoste?
«Mi pare di averlo già detto in modo chiaro: del tutto negativo. E a tutti coloro che parlano soltanto della necessità di costruire di più faccio a mia volta una domanda. Da vent'anni Berlusconi e quelli che la pensano come lui si affannano a sostenere che l'edilizia è il principale motore dell'Italia: ma allora come mai la nostra economia è ferma e le agenzie internazionali ci continuano a declassare?».


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