V I S U A L I Z Z A D I S C U S S I O N E |
Ammutadori |
Inserito il - 10/01/2007 : 15:43:41 La pratica di recitare "Is brebus" è ancora considerata molto efficace contro "sa pigar‘e ogu", il malocchio. Queste vere e proprie "formule magiche" hanno effetto anche recitate a distanza e in assenza della persona colpita. In questo caso è necessario portare alla guaritrice qualcosa che appartenga al malato, ma sappiamo di casi in cui non è stato necessario nessun oggetto, forse perchè la guaritrice conosceva direttamente la persona coinvolta. Si dice che per poter curare il malocchio a distanza, occorre che i brebus vengano recitati rivolgendosi nella direzione in cui vive la persona da curare.
Ci sono diversi modi per eliminare l'influenza nefasta ed il più diffuso consiste nel prendere un bicchiere d'acqua in cui si mette una manciata "de granus de trigu", di chicchi di grano. Dopo aver chiesto il nome della persona la guaritrice recita il Credo. Se questa è stata effettivamente presa d'occhio, il chicco di grano "si ndi pèsara", si solleva verticalmente, si formano delle bollicine sulla sua superficie e si mette a girare. Se il malocchio è molto forte le bollicine "zaccanta", scoppiano.
Terminate le pratiche, la guaritrice chiede "de da torrai sa sceda sia in beni sia in mabi" , ossia di essere informata sullo stato della persona malata sia che sia guarita sia che non lo sia. In quest'ultimo caso, dovuto al fatto che il malocchio è troppo forte o di vecchia data, è necessario ripetere il rito.
Come riconoscere chi ha il potere di lanciare il malocchio? Si dice che tali persone possano essere riconosciute perché hanno "sa pipìa ‘e s'ogu", la pupilla, più grande del normale, detta "s'ogu ‘e crabu" , l'occhio di caprone. Generalmente si tratta di persone che nutrono forti sentimenti di invidia e gelosia nei confronti del bene e della buona sorte altrui ma spesso, secondo noi si tratta dei casi più frequenti, chi lancia il malocchio, lo fa inconsapevolmente, sempre però provando i sentimenti citati in precedenza.
Il malocchio può essere esercitato anche sugli animali, sulle piante, sulla frutta, sugli ortaggi, su tutto ciò che è vivo; in questi casi spesso ciò che è colpito "si scorara", ossia perde qualunque forza e muore. Alcuni ritengono addirittura che il malocchio possa colpire il cibo nel senso che la sua preparazione può andare a male: torte o pane che non lievitano, crema che impazzisce, conserve che ammuffiscono…
Saludi e Trigu http://www.contusu.it |
15 U L T I M E R I S P O S T E (in alto le più recenti) |
Ammutadori |
Inserito il - 09/04/2013 : 17:09:28 Mi sa che ho aperto questo post nel 2009 :-) Ampuriesu ti hanno contattato in molti? |
ademel |
Inserito il - 18/09/2012 : 18:41:16 | Samuele ha scritto:
| lorena24 ha scritto:
Ciao samuele volevo sapere se era possibile effettuare la medicina del malocchio a distanza??? se fa lo potresti fare x me???grazie aspetto risposta..
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Ciao Lorena, perdonami ma leggo solo ora questa tua risposta. Comunque sì, le pratiche per il malocchio possono essere fatte anche a distanza, così come quelle per i nervi o muscoli infiammati o doloranti, per gli spaventi, i colpi d'aria, ecc. Per quanto riguarda lo spavento, qualcuno quì ha detto che i preti non fanno questo rito... non so da voi, ma a Napoli invece sono molti i preti che lo praticano per i bambini che ne hanno bisogno.
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Ciao Samuele, non so se leggerai questo messaggio a breve, cercavo una persona che potesse fare la medicina per togliere il malocchio, è per una persona cara, mi puoi aiutare? |
ademel |
Inserito il - 18/09/2012 : 18:39:06 | meurreddu ha scritto:
una mia zia mi deve insegnare sa meixina e'sogu ... quella con il grano e le preghiere .. ma a gonnesa c'èrano tante signore che facevano tante medicine .. molte le fanno ancora .. tipo s'affumingiu .. tipo sa meixina de is porrusu ..ecc .. solo che per gelosia nn le insegnaNO ..
su meureddu
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Ciao , Quando ero piccolo una signora del mio paese che era anche una zia, mi ha fatto s'affuminzu perchè mi ero spaventato, volevo sapere se da voi la pratica era la stessa, anche da voi si usava una tegola con delle erbe che poi si bruciavano? |
Samuele |
Inserito il - 05/05/2012 : 17:47:55 | lorena24 ha scritto:
Ciao samuele volevo sapere se era possibile effettuare la medicina del malocchio a distanza??? se fa lo potresti fare x me???grazie aspetto risposta..
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Ciao Lorena, perdonami ma leggo solo ora questa tua risposta. Comunque sì, le pratiche per il malocchio possono essere fatte anche a distanza, così come quelle per i nervi o muscoli infiammati o doloranti, per gli spaventi, i colpi d'aria, ecc. Per quanto riguarda lo spavento, qualcuno quì ha detto che i preti non fanno questo rito... non so da voi, ma a Napoli invece sono molti i preti che lo praticano per i bambini che ne hanno bisogno. |
lorena24 |
Inserito il - 17/09/2011 : 12:07:33 Ciao samuele volevo sapere se era possibile effettuare la medicina del malocchio a distanza??? se fa lo potresti fare x me???grazie aspetto risposta.. |
sartinocchja |
Inserito il - 27/01/2011 : 12:31:04 Già “qualcosa in cui credere” (secondo me questo bisogno è insito nella natura umana) … e chi sono io per dire che è giusto credere in una cosa piuttosto che un'altra?
Forse posso esprimere quello in cui “credo o non credo” io (capirlo è già complicato, affermarlo con certezza poi). Forse posso dire che ci sono persone che per tutta una serie di motivi credono in qualcosa di "soprannaturale" o “forza misteriosa” perché gli aiuta di fronte alle paure, o rende più facile tenere a bada l'ansia e tutte le angosce legate alle “preoccupazioni”. Mentre ci sono altre persone che fronteggiano quante paure o preoccupazioni solo con le proprie forze, interrogando se stessi, stimolando la capacità di conoscersi ecc. Esistono queste e forse altre tipologie di persone, ma qui mi fermo.
Sposto l’accento sull’importanza che queste pratiche hanno avuto per i nostri avi e per noi oggi. Io non sottovaluterei cosa sta alla base di “quest’esperienza tramandata (o metodo di cura- medicina tradizionale in cui, mi pare di capire, rientri anche il malocchio) e maturata in stato di necessità”. Non sono solo la camomilla per gli occhi l'olio caldo per le orecchie, o le pratiche magiche, o le medicine che possiamo assumere oggi quando stiamo male, credo. È qualcosa di più, non vorrei spingermi tropo là, ma ha che fare con il nostro DNA. È qualcosa che passa attraverso il latte materno, attraverso il pane che mangiamo ogni giorno e che è stato prodotto dalla nostra terra, ma soprattutto ha che fare con il singolo individuo … Tutto è più sterile se non consideriamo anche quest’aspetto. Naturalmente questo è solo il mio parere.
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Giuseppe |
Inserito il - 27/01/2011 : 11:22:02 | Tharros ha scritto:
Qui si parlava di malocchio, almeno il titolo della discussione era questo. La medicina nella cultura popolare è altra cosa..
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Giustissimo. Ho allargato il discorso anche perché il "malocchio" (come risulta dal testo che ho riportato) rientra tra le "pratiche magiche"[/i] della medicina popolare, ma alcuni ricercatori preferiscono escluderle, forse per comodità espositiva o classificativa. Anche perché gli operatori, all'interno della pratica terapeutica popolare, sono generalmente ben distinti, direi "specializzati". Se ne distinguono, infatti, anche coloro che usano solo le erbe (fitoterapisti popolari) e non le manipolazioni; così pure coloro che pronunciano brebus e invocano formule religiose o adoperano oggetti sacri (ad esempio candele della settimana santa, reliquie vere o presunte, ecc.). Il malocchio, comunque, e qui convengo con THARROS, ha una collocazione tutta sua particolare e, ovviamente, un meccanismo d'azione che non si riscontra in altre pratiche di terapia popolare. E' identico, tuttavia, il rapporto fiduciario verso il guaritore ed è identica la necessità di una iniziazione anche a carattere ereditario. Mi pare doveroso ricordare che la medicina ufficiale (o scientifica) ha attinto (selettivamente) dal bagaglio (spesso misconosciuto) della medicina popolare. Qualcuno, arditamente, mi ha detto (senza insistere troppo) che ha attinto, o potrebbe attingere, anche dalle diverse pratiche terapeutiche del malocchio. In questo stesso forum qualcuno ha anche detto quali potrebbero essere gli elementi recuperabili dalla ricerca scientifica. Un quadro di raccordo più generale (nel corso dei secoli) lo si può trovare nella "Storia della medicina e della sanità pubblica in Sardegna" pubblicato dall' editrice AIPSA (Cagliari) nel 1999. La discussione, comunque, è ancora aperta. Giuseppe |
Tharros |
Inserito il - 27/01/2011 : 09:05:06 Qui si parlava di malocchio, almeno il titolo della discussione era questo. La medicina nella cultura popolare è altra cosa.. |
Giuseppe |
Inserito il - 27/01/2011 : 08:26:02 "Tuttavia, pur essendo la medicina ufficiale quella dominante, all'interno del sistema di cura della Sardegna operano, in misura più o meno sensibile, anche altre medicine. Considerato che un sistema di cura è costituito dall'insieme delle risorse terapeutiche a cui il malato può fare riferimento, attualmente nel nostro sistema di cura possiamo distinguere tre diversi settori a cui indirizzare la ricerca della cura: il settore convenzionale, altamente professionalizzato, con percorsi di formazione istituzionalizzati e col sostegno dello Stato; il settore popolare, cioè quello della medicina tradizionale, non professionalizzato, con percorsi di formazione "sui generis" (fuori dalle istituzioni convenzionali), comprendente credenze e pratiche sia empiriche sia magiche, come patrimonio non gestito dalle istituzioni; il settore non convenzionale e non tradizionale, comprendente conoscenze e pratiche che non rientrano nei due settori precedenti: riflessologia, yoga, musicoterapica, danzaterapia, shiatsu, pranoterapia, agopuntura ecc. Questo fenomeno del pluralismo dei sistemi di cura è presente in qualche misura in tutti i paesi occidentali, ma in Sardegna sembra che assuma ancora caratteristiche particolari per via della diffusione della medicina tradizionale, che raggiunge dimensioni al di sopra di ogni previsione." Da una recente ricerca condotta in tutti i paesi della Sardegna, risulta che i guaritori tradizionali ancora in attività sono sicuramente oltre il migliaio; che accanto alle terapie empiriche sono ancora molto diffusi i riti magico-terapeutici; che su alcune patologie l'intervento di carattere empirico produce esiti di guarigione di notevole interesse; che le persone che ancora oggi fanno ricorso a questo sistema di cura sono oltre centomila. " Per altre notizie, si veda il sito "Sardegna Cultura", alla voce "Medicina popolare" Sono particolarmente interessanti (oltre quelle già citate) e utili le pubblicazioni di Gallini e di Atzori e Satta. Tutte dotate di una ricca bibliografia. Giuseppe
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Tharros |
Inserito il - 26/01/2011 : 18:19:32 E io che ho detto??? |
Giuseppe |
Inserito il - 26/01/2011 : 16:39:44 | Tharros ha scritto:
L'essere umano ha un bisogno che si protrae da secoli cioè "qualcosa in cui credere"! I nostri avi non credo siano tutti superstiziosi o creduloni, ci sono alcune cose che funzionano per via della conoscenza che hanno avuto e l'esperienza maturata in stato di necessità e tramandata. la camomilla per gli occhi l'olio caldo per le orecchie e altri metodi di cura basati solo su quello che si potevano procurare in natura. Il soprannaturale e l'esoterico meglio lasciarlo a chi ha bisogno in qualche modo per emergere dalla folla, farsi notare per uscira da un anonimato che trova pesante. Poi può anche essere che ci sia della verità in qualche manifestazione "strana" ma per ora prove certe non ce ne sono, a parte per chi ci crede.
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Mi permetto di ripetere una segnalazione bibliografica che ritengo fondamentale per la conoscenza di questo come di altri fenomeni simili: i due libri pubblicati dal Nando Cossu ("Medicina popolare in Sardegna" e "A luna calante"). Sono, anche, di piacevole lettura e contengono una straordinaria quantità (e qualità) di nozioni in gran parte raccolte ed elaborate "sul campo". In altri termini, due lavori di autentico valore scientifico, che devono essere conosciuti da chi affronta questa materia, che appartiene alla medicina e all'antropologia. Sullo stesso argomento sono interessanti (e utili) gli studi e le pubblicazioni di Giulio Angioni. Non è difficile trovare tutte le altre indicazioni bibliografiche e consultare i libri nelle biblioteche pubbliche. In tutta questa quantità di studi (e ve ne sono, ovviamente, anche tantissimi altri) come si colloca, come si considera la "medicina dell'occhio", "de s'ogu pigau", "ogu liau", "il malocchio", il risultato dell'invidia, della malevolenza? Che senso e che valore hanno le "terapie" praticate? A questo punto, come è noto, si dividono le diverse scuole di pensiero e non è questa la sede per enumerarle e descriverle. Del resto lo fanno ampiamente (e autorevolmente) gli autori citati o reperibili nella bibliografia. A me pare che sia, in ogni caso, importante, anzi fondamentale, non scartare pregiudizialmente (cioè aprioristicamente) le opinioni e le ipotesi altrui, considerando che esse provengono sempre da strati e tempi culturali diversi (non sempre coincidenti con i nostri) e come tali devono essere considerate e studiate. Giuseppe |
Tharros |
Inserito il - 26/01/2011 : 15:08:22 L'essere umano ha un bisogno che si protrae da secoli cioè "qualcosa in cui credere"! I nostri avi non credo siano tutti superstiziosi o creduloni, ci sono alcune cose che funzionano per via della conoscenza che hanno avuto e l'esperienza maturata in stato di necessità e tramandata. la camomilla per gli occhi l'olio caldo per le orecchie e altri metodi di cura basati solo su quello che si potevano procurare in natura. Il soprannaturale e l'esoterico meglio lasciarlo a chi ha bisogno in qualche modo per emergere dalla folla, farsi notare per uscira da un anonimato che trova pesante. Poi può anche essere che ci sia della verità in qualche manifestazione "strana" ma per ora prove certe non ce ne sono, a parte per chi ci crede.
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sartinocchja |
Inserito il - 26/01/2011 : 09:24:28 Credo che quello della “medicina popolare o tradizionale” (a prescindere che sia della Sardegna o di qualsiasi altra parte del mondo) sia un argomento complesso, interessante e non si possa esaurire con questi interventi, compreso il mio, (forse perché ogni abitante della terra ha una sua opinione in merito). Oggi tutti noi ci rivolgiamo al medico, e subito dopo corriamo in famaccia per “stare meglio”, in somma alla medicina convenzionale. Nel passato, che poi tanto passato non è, visto che parliamo di 100 anni fa (ma cosa sono 100 anni nell’evoluzione mentale dell’uomo) in presenza di uno squilibrio ci si rivolgeva a questo tipo di medicina, per questioni di ordine economico, culturale e geografico visto che il tipo di società era prevalentemente agropastorale. Con l’affermasi del modello industriale la gestione della malattia ha assunto, ovviamente, un'organizzazione completamente diversa (Sistema Sanitario Nazionale). Che cosa fare allora della medicina dell’occhio, della medica dello spavento, della terapia delle ustioni, insomma della medicina tradizionale? Ciò che prima era prassi comune/normale è ora divenuta una pratica “fuori legge” o motivo di stupore o che certi sintomi siano frutto di molta fantasia e/o troppa superstizione. Possibile che i nostri avi fossero tutti dei creduloni e/o superstiziosi? Allo stesso tempo come far passare il messaggio che qualcosa in cui si crede non esiste? (ops! qui siamo anche sul campo della fede …) È un’ardua battaglia. Come se credere in qualcosa di "soprannaturale" o “forza misteriosa” che domina gli eventi possa proteggere dalla paura dell'ignoto, o rende più facile tenere a bada l'ansia e tutte le angosce legate alle “preoccupazioni”. Come se affrontare questo “ignoto”, queste “preoccupazioni” non fosse possibile solo con le proprie forze, interrogando se stessi, stimolando la capacità di conoscersi.
Oggi come allora di che cosa ha bisogno l’essere umano? …. |
Tharros |
Inserito il - 25/01/2011 : 18:40:22 Mah..ho letto un pò qua e un pò la ma la mia sensazione è che certe cose siano frutto di molta fantasia e troppa superstizione. E' ben vero che per molti è "non è vero ma ci credo" però insomma..sono sempre restio a credere che qualcuno possa avere la possibilità di nuocere per vie esoteriche.. IIn qualsiasi caso io ho un buon rimedio per il mal' occhio. Il collirio.. |
Giuseppe |
Inserito il - 25/01/2011 : 09:31:35 La "medicina dell'occhio" è, forse, la più diffusa tra le medicine popolari o tradizionali della Sardegna. La dimensione del fenomeno è appena accennata dalla seguente osservazione, dovuta a una ricerca antropologica:
I guaritori contattati sono 339, di cui 321 donne e 18 uomini. Quelli sicuramente accertati ma non contattati sono circa 500. Inoltre, per capire meglio la diffusione del fenomeno, si tenga presente che i guaritori intervistati a Padria hanno dichiarato che in quel paese gli operatori che praticano questa terapia magica sono almeno 100; gli intervistati di Sorso ne hanno dichiarato circa 200; l'associazione Pro Loco di Calasetta ne ha segnalato circa 300; a Talana "la praticano tutti", nel senso che non c'è famiglia in cui non ci sia almeno uno che la sappia fare.
Credo che la sola constatazione numerica (quantitativa) non ci dica sufficientemente/compiutamente quale sia il significato (psicologico, sociale, culturale...) del fenomeno. Non manca la letteratura ma l'argomento continua ad avere il suo fascino. Resta il desiderio di conoscere e di capire meglio. Giuseppe
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