Forum Sardegna

trifola ha scritto:

callas ha scritto:
trifola...ci hai messi sull'attenti....
benvenuto Neonelesu..

Cara callas, io sono un pensionato e apprendista tartufaio. A Caserta gli ordini li ricevevo. Pensa che bello correre nella "pista degli elefanti" a 38/40 gradi all'ombra e dover rimanere impassibili sull'attenti per circa 30 minuti in attesa di un rancio che si raffreddava lentamente. La diarrea veniva per la differenza tra la temperatura corporea e l'acqua fresca che si beveva al momento di iniziare il pasto. E sì, noi eravamo soldati, per di più cavallieri (Cavalleria Corazzata), dovevamo ubbidire, subire i silenzio.
Quando poi ci trasferirono a Pinerolo e tutti i militari compatti fecero lo sciopero della fame per le ingiustizie che subivamo, il Maggiore comandante del G.E.D. “Nizza Cavalleria” per punizione ci fece marciare per ore nelle colline intorno a questa ridente cittadina, convinto di farci venir la fame. Ottenne il risultato opposto, rifiutammo ancora di pranzare. Tutti i militari sarebbero stati denunciati al tribunale militare per insubordinazione. Ci pensi, giovani di vent’anni condannati a qualche anno di Gaeta o Peschiera (erano posti di carceri militari e non luoghi di villeggiatura) perché chiedevano un rancio migliore. IL Comandante il Magg. Giorgio R…. prima di essere un militare era anche un padre, si era accorto che la nostra protesta non era campata in aria. In men che non si dica convocò tutti gli ufficiali dei vari squadroni che scelsero un soldato per ogni squadrone, indovinate chi cera? Anche il sottoscritto, fui uno dei soldatini più alti che grassi al cospetto del Comandante. Senza dar da vedere l’imbarazzo domandò il perché della nostra protesta. Ognuno di noi raccontò la propria versione, non potevamo nemmeno scambiarci le nostre di opinioni perché si entrava da una porta e se ne usciva da un’altra, quando tutto non sarebbe stato più modificabile. Le nostre verità contro le palle di un sottoufficiale.
Per farla breve ottenemmo quello che volevamo: la sostituzione del maresciallo del magazzino viveri. Costui sì che era più grasso che alto, entrava dalla porta centrale, salutava la bandiera, entrava nel magazzino viveri, dava ordini ai subalterni di fornire ai cuochi il quantitativo da lui predisposto per i ranci sia di mezzo giorno che quello della sera e se ne usciva dal porta carraia, molte volte con la Jeep dell’esercito, cosa cera sul mezzo lo sapeva solo lui e il suo attendente, quando usciva a piedi portava con se dei borsoni contenente vettovaglie.
Dal giorno della nostra convocazione in avanti i bidoni di raccolta avanzi dei pasti rimasero quasi sempre vuoti, era cambiato qualcosa, strano ma vero.
Una piccola nota: il 21 agosto 1968 I carri armati russi entrano in Cecoslovacchia. Io e tanti miei commilitoni siamo stati congedati il 28 agosto. Questi sette giorni di servizio militare sono un’altra storia.
Da un figlio di emigrati sardi un caro saluto. A si biri da trifola

Un abbraccio alla amica callas