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Nota Bene: Sino ai primi del novecento si conservavano ad Ittiri diversi letti a baldacchino , di un tipo molto diffuso in tutta la Sardegna sin dal 1600 almeno e soppiantati quasi ovunque nel corso del 1800 da letti cittadini. Il caratteristico letto, detto " lettu a pabaglione ", arrivava all'altezza di oltre tre metri dal suolo ed il piano su cui si dormiva era alto circa m.1,80! Vi si saliva tramite una scaletta o una sedia e lo si addobbava con un apparto tessile molto ricercato, formato da coperte decorate e bande a filet. Nel 1908 il pittore costumbrista spagnolo Antonio Ortiz Echague dipinse a Ittiri uno di queti letti , nella tela detta "Hilandera "( la filatrice).



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V I S U A L I Z Z A    D I S C U S S I O N E
Adelasia Inserito il - 26/06/2007 : 12:56:08
La segnalazione di Alfonso Stiglitz in un post precedente, relativa agli scavi di un insediamento romano a Orune, richiama le discussioni e gli approfondimenti sull’intensità della romanizzazione in quella che divenne la provincia romana di Barbaria.

Mille domande e curiosità da parte mia, a partire da questa: quali erano le popolazioni, piuttosto bellicose, che abitavano nell’attuale Barbagia?
Tito Livio scrive che in Sardegna, nell’anno 178 a.c., c'era stata una grande insurrezione antiromana - una delle tante- che aveva visto i Balari allearsi con gli Iliensi (antichi popoli che mi conducono a riflettere su misteriosi archetipi…).
Ma se questi fossero stati davvero dislocati nel Margine e nel Monte Acuto, come mi pare sostenga anche Alfonso, a parte il fatto che allarga notevolmente i confini di quella strenua e indomita resistenza antiromana che spesso si limita ad essere collocata nelle zone interne del nuorese, io mi ritrovo di fronte a un bivio: o la Barbagia comprendeva in linea di massima tutti i territori montuosi dell’isola oppure gli abitanti della cosiddetta Barbaria erano altri. Chi? Io credevo fossero gli Iliensi-Iolei……
O erano gli Aconiti, i Sossinati, i Paratii, dei quali ricordo di aver letto da qualche parte, anzi... chi erano costoro???

Quali tracce esistono di tutte queste popolazioni misteriose?
(Piccola divagazione: ne ho trovato il ricordo nell'etichetta di un vino....almeno possiamo bere alla salute degli antenati!!!)

E quale l’intensità reale, se così si può dire, della loro resistenza e della loro successiva romanizzazione??
11   U L T I M E    R I S P O S T E    (in alto le più recenti)
DedaloNur Inserito il - 20/11/2008 : 11:37:54
aggiungo che il racconto di Strabone trova verosimiglianza e riscontro nell'archeologia in merito ai tranelli perpetrati dai romani ai sardi durante le feste di quest'ultimi. Uno scenario del genere infatti ? ravvisabile nella distruzione del Santuario di Serri. L? esiston indizi di culto e feste con l'abbondante consumo di carne, ex-voto, e poi ad un certo punto la distruzione circa nell 220 a.C da parte dei romai e attestata dal rinvenimento di monete romane.

ciao!
DedaloNur Inserito il - 19/11/2008 : 21:20:37
Messaggio di Adelasia

O erano gli Aconiti, i Sossinati, i Paratii, dei quali ricordo di aver letto da qualche parte, anzi... chi erano costoro???

Quali tracce esistono di tutte queste popolazioni misteriose?

E quale l?intensit? reale, se cos? si pu? dire, della loro resistenza e della loro successiva romanizzazione??


Aconiti, Sossinati, Paratii ma anche i Balari sono popoli sardi della montagna che secondo Strabone tormentavano le coste Toscane con la pirateria sin ai suoi tempi. In particolare assalivano Pisa citt? originariamente etrusca, curiosamente fondata da dei troiani in fuga...come poi diranno anche per i sardi.

Si tratta di una informazione preziosa perch? forse ? l'unica evidenza letteraria (le altre o sono pi? antiche come quella di simonide di ceo o sono indirette) che attetano la navigazione presso le trib? sarde dell'entro terra, e non gia della costa.

essendo poi popolazioni tribali (confinavano con i corsi) e non urbanizzate secondo i canoni romani, eran probabilmente depositari di una tradizione marinara ben pi? antica quanto a rotte e costruzione del naviglio. A me piace immaginare che usassero le navi dei modellini insomma...

ecco cosa dice Strabone a porposito di questi Pirati sardi

Strabo geografia, libro V cap.2 par.7 (361 265)

The greater part of Sardo is rugged and not at peace, though much of it has also soil that is blessed with all products ? especially with grain. As for cities, there are indeed several, but only Caralis and Sulchi are noteworthy. But the excellence of the places is offset by a serious defect, for in summer the island is unhealthful, particularly in the fruitful districts; and it is precisely these districts that are continually ravaged by those mountaineers who are now called Diagesbes; in earlier times, however, their name was Iola?s; for Iola?s, it is said, came hither, bringing with him some of the children of Heracles, and took up his abode with the barbarians who held the island (the latter were Tyrrheni).

Later on, the Phoenicians of Carthage got the mastery over them, and along with them carried on war against the Romans; but upon the defeat of the Phoenicians, everything became subject to the Romans. There are four tribes of the mountaineers, the Parati, the Sossinati, the Balari, and the Aconites, and they live in caverns; but if they do hold a bit of land that is fit for sowing, they do not sow even this diligently; instead, they pillage the lands of the farmers ? not only of the farmers on the island, but they actually sail against the people on the opposite coast, the Pisatae in particular.

Now the military governors who are sent to the island resist the mountaineers part of the time, but sometimes they grow weary of it ? when it is not profitable continuously to maintain a camp in unhealthful places, and then the only thing left for them is to employ stratagems; and so, having observed a certain custom of the barbarians (who come together after their forays for a general celebration extending over several days), attack them at that time and overpower many of them.

Again, Sardo produces the rams that grow goat-hair instead of wool; they are called, however, "musmones," and it is with the hides of these that the people there make their cuirasses. They also use a small leather shield and a small dagger.


come si vede anche dal racconto di Strabone, la sardegna in effetti non era pacificata, ed i romani se tendevan agguati durante le feste dei sardi, dovevan cmq temere quelle popolazioni.
D'altronde che la "costante resistenziale" non sia qualcosa di poetico ? attestao anche dai libri dei trionfi. che si assegnavan in et? repubblicana, solo con un certo numero di morti nemici.
Altrimenti come accadde anche per un episodio in sardegna non lo si concedeva e si procedeva all'ovatio.


Antiquarius Inserito il - 19/11/2008 : 18:59:30
Comunque sono assolutamente d'accordo con Alfonso quando parla delle eccessive banalizzazioni insite nella dicotomia romanizzazione vs. resistenza. La verit? ? che il processo di "romanizzazione" delle barbagie o, pi? precisamente, l'evoluzione materiale, culturale, etnica delle popolazione dell'interno durante i secoli che vanno dall'et? romana all'alto medioevo, sono ben lungi dall'essere chiare. Le cause sono purtroppo di diverso tipo: pochi studi sistematici sul territorio, attenzione riservata prevalentemente ai monumenti di et? preistorica e protostorica, spesso effettuando scavi che mal documentano, o peggio ignorano, i riutilizzi di tali monumenti durante l'et? storica, radicato pregiudizio sull'idea della "costante resistenziale" quasi si avesse paura a smentire tale teoria. Finch? non ci si decider? a studiare i territori delle barbagie in modo sistematico (ricognizioni, scavi etc.) non usciremo dal campo delle ipotesi, perch? ? solo grazie ai dati archeologici che potremo avere qualche indizio in pi? su cui lavorare.
Antiquarius Inserito il - 19/11/2008 : 18:44:38
Beh dipende... mi risulta che l'insediamento di sant'Efis di Orune abbia una cronologia abbastanza tarda, da inquadrare tra IV e V secolo d. C. almeno per quanto concerne ci? che ? emerso sino ad ora. Diversa ? la situazione nei secoli dell'et? repubblicana e della prima et? imperiale.
Trambuccone Inserito il - 17/11/2008 : 00:37:54
Pare che cio' che si ? trovato a S. Efisio-Orune dia un grosso scossone alla "resistenza sarda".....
Ma tant'?!
T.
alfonso Inserito il - 16/11/2008 : 19:39:04
Si ha pubblicato qualcosa Attilio Mastino nel volume storia della Sardegna antica che puoi scaricare gratuitamente dal sito della Regione

questo ? il link
http://www.sardegnadigitallibrary.i...463&id=34019
giulioalbertotolu Inserito il - 16/11/2008 : 17:16:06
alfonso ha scritto:

Risposta veloce, magari ci ritorner? in un altro momento con pi? calma. La tua difficolt?, e non solo tua ma di tutti noi, risale al fatto che riportiamo indietro nel tempo concetti di altre epoche: barbagia e barbaricini sono realt? pi? recenti rispetto ai tempi di cui parla Tito Livio e probabilmente da riferire a epoche non di molto precedenti l'et? bizantina. La "confusione" nasce dall'identificazione tra le "civitates barbariae" dell'iscrizione di Forum Traiani (che in realt? all'epoca dell'iscrizione, I sec. d.C., si chiamava Aquae Ypsitanae) e i Barbaricini, che invece sono di epoca pi? recente (bizantina appunto). Le civitates barbariae sono probabilmente gli Iliensi , i Balari e i Corsi.
Gli Iliensi, i Balari e, non dimentichiamoli, i Corsi sono i gruppi che a un certo punto si rivoltano contro i Romani (poi con pi? calma potremo parlare delle motivazioni) e nessuno di loro sta nella Barbagia. Degli Iliensi e dei Balarti conosciamo i cippi di confine che, fortunatamente, consistono in elementi non rimovibili e quindi ci danno la certezza della loro posizione: quello degli iliensi consiste in una iscrizione incisa sul nuraghe Aidu 'entos di Bortigali e l'altra, quella dei Balari, in un masso dentro il corso del riu Scorraboes, nel sito di Badu Carru, tra Monti e Berchidda. Le altre popolazioni sono pi? defilate rispetto alla rivolta o perch? in realt? non vi parteciparono o perch? meno importanti. Di molte di esse conosciamo la localizzazione, sempre da cippi di confine o da altri tipi di iscrizioni; per quanto riguarda la Barbagia conosciamo i Nurritani di Orotelli, i Celesitani e i Cusinati di Fonni, i Gallilenses dell'area di Esterzili (sui quali molto potremo dire) e altri. Degli Aconiti, Sossinati e Paratii di cui parla Strabone purtroppo non abbiamo dati territoriali, per ora.
Per la romanizzazione e resistenza possiamo parlarne, appena ho un po' di calma, questi giorni. L'unico avvertimento non riduciamo tutto al binomio resistenza/romanizzazione, una sorta di insieme di battaglie; rischiamo di non comprendenre la complessit? della situazione sarda dell'epoca.
alfonso
alfonsostiglitz@libero.it

alfonso





Salve a tutti ... Mi chiedevo se esistesse - da qualche parte - una seppur vaga cartina geografica dei popoli sardi durante il primo tentativo di colonizzazione romana. ........ Grazie in anticipo .........

M'? necessaria per la creazione di un fumetto a d'oc che fosse divertente ma al contempo istruttivo ...
Adelasia Inserito il - 05/03/2008 : 22:49:24
Mi è riaffiorata alla mente questa discussione, stasera: ancora una volta mi ritrovo ad avere la conferma che quanto ha scritto Alfonso è ormai opinione largamente condivisa.

Ecco cosa scriveva Pasquale Maoddi, nel suo interessante testo "Gusana-L'età romana in Barbagia":
<<Si pensa oggi, con più verosimiglianza rispetto alle tesi del passato....... che i Pelliti assoldati da Amsagora per combattere i Romani fossero gli abitanti del Monteferru, del Marghine e forse anche della valle del Tirso, ma non quelli delle zone montane che oggi chiamiamo barbaricine.
Probabilmente queste non erano allora (216 a.C.) in grado di valutare la gravità del pericolo romano per la loro civiltà, nè forse pensavano che i Cartaginesi costituissero un reale vantaggio che valesse la pena di conservare a prezzo di guerre e di sangue...>>
alfonso Inserito il - 27/06/2007 : 08:00:47
I miti possono sempre restare, l'importante è avere ben chiara la differenza tra mito e storia; comunque il modello della "costante resistenziale sarda" ha creato un mito che si basa sulla sconfitta, molto romantica ma sempre sconfitta, un mito che corrisponde alla visione colonialista degli autori romani per i quali i popoli "barbari" erano caratterizzati soprattutto dalle nobili virtù militari, indomiti guerrieri (mito peraltro molto maschilista e infatti non prevede alcun ruolo per le donne), mai sconfitti da nessuno ma ovviamente votati alla sconfitta davanti ai romani; e da qui noi celebriamo "eroi" sconfitti come Ampsicora, che peraltro non era un resistente nuragico, ma un latifondista punico di origini numide, che combatteva per i propri privilegi e il volere di Cartagine.
E a proposito di Ampsicora e i sardi pelliti: il nome è utilizzato da Tito Livio per indicare un gruppo di Sardi di cui non conosceva il nome (quindi niente a che vedere con gli Ilienses, Balari o Corsi, né con gli altri gruppi sardi) e che vuole distinguere dai Sardi, che per lui sono i punici di Sardegna di Ampsicora. Li definisce, quindi, in modo un po' dispregiativo "sardi vestiti di pelli". Io credo, e l'ho anche scritto, che si tratti degli abitanti del Montiferru ai quali Ampsicora si rivolge, invano, per farsi aiutare nello scontro contro Roma, scontro nel quale è molto isolato, non ha infatti l'appoggio delle altre città puniche che sembrano restare a vedere o parteggiare con i romani; e i Sardi pelliti si guardano bene dall'aiutare Ampsicora, infatti non partecipano alla rivolta, non li riguarda.
alfonso
alfonsostiglitz
Adelasia Inserito il - 26/06/2007 : 22:33:54
alfonso ha scritto:
Gli Iliensi, i Balari e, non dimentichiamoli, i Corsi sono i gruppi che a un certo punto si rivoltano contro i Romani (poi con più calma potremo parlare delle motivazioni) e nessuno di loro sta nella Barbagia.


Alfonso...che fai, mi distruggi i miti!!!!
Al di là della battuta, riaffermo tutto il mio apprezzamento per la tua chiarezza ...La questione è intrigante e non credo sia molto conosciuta: spero venga approfondita.

E visto che siamo in tema di miti infranti... anche tu pensi che in realtà per Sardi Pelliti non si debbano intendere le popolazioni delle montagne Barbaricine ma più semplicemente quelle del Montiferru???
alfonso Inserito il - 26/06/2007 : 13:32:25
Risposta veloce, magari ci ritornerò in un altro momento con più calma. La tua difficoltà, e non solo tua ma di tutti noi, risale al fatto che riportiamo indietro nel tempo concetti di altre epoche: barbagia e barbaricini sono realtà più recenti rispetto ai tempi di cui parla Tito Livio e probabilmente da riferire a epoche non di molto precedenti l'età bizantina. La "confusione" nasce dall'identificazione tra le "civitates barbariae" dell'iscrizione di Forum Traiani (che in realtà all'epoca dell'iscrizione, I sec. d.C., si chiamava Aquae Ypsitanae) e i Barbaricini, che invece sono di epoca più recente (bizantina appunto). Le civitates barbariae sono probabilmente gli Iliensi , i Balari e i Corsi.
Gli Iliensi, i Balari e, non dimentichiamoli, i Corsi sono i gruppi che a un certo punto si rivoltano contro i Romani (poi con più calma potremo parlare delle motivazioni) e nessuno di loro sta nella Barbagia. Degli Iliensi e dei Balarti conosciamo i cippi di confine che, fortunatamente, consistono in elementi non rimovibili e quindi ci danno la certezza della loro posizione: quello degli iliensi consiste in una iscrizione incisa sul nuraghe Aidu 'entos di Bortigali e l'altra, quella dei Balari, in un masso dentro il corso del riu Scorraboes, nel sito di Badu Carru, tra Monti e Berchidda. Le altre popolazioni sono più defilate rispetto alla rivolta o perché in realtà non vi parteciparono o perché meno importanti. Di molte di esse conosciamo la localizzazione, sempre da cippi di confine o da altri tipi di iscrizioni; per quanto riguarda la Barbagia conosciamo i Nurritani di Orotelli, i Celesitani e i Cusinati di Fonni, i Gallilenses dell'area di Esterzili (sui quali molto potremo dire) e altri. Degli Aconiti, Sossinati e Paratii di cui parla Strabone purtroppo non abbiamo dati territoriali, per ora.
Per la romanizzazione e resistenza possiamo parlarne, appena ho un po' di calma, questi giorni. L'unico avvertimento non riduciamo tutto al binomio resistenza/romanizzazione, una sorta di insieme di battaglie; rischiamo di non comprendenre la complessità della situazione sarda dell'epoca.
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