V I S U A L I Z Z A D I S C U S S I O N E |
DedaloNur |
Inserito il - 05/04/2012 : 17:25:23 per il completamento della pagina wiki sui giganti di M. prama, mi occorrerebbero informazioni supplementari sul pozzo sacro di narbolia.
le maggiori informazioni dovrebbero trovarsi in questo articolo, che purtroppo non sono riuscito a reperire:
Sabatino Moscati, Statuette puniche da Narbolia in Rendiconti dell’Accademia Nazionale dei Lincei, classe Scienze morali, storiche e filologiche, serie VIII, 1968, pp. 197-204.
nel suo libro sui fenici e cartaginesi, ripassato velocemente, mi pare che Moscati non si soffermi molto su quel sito. ma magari ricontrollerò meglio. qualche affermazione più dettagliata è presente in vari articoli di Stiglitz, il quale cita lo stesso articolo di Moscati.
ma ad esempio manca il nome di coloro che scavarono a Banatou.
grazie in anticipo, a chiunque volesse aiutarmi.
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2 U L T I M E R I S P O S T E (in alto le più recenti) |
DedaloNur |
Inserito il - 13/04/2012 : 12:45:50 | alfonso ha scritto: e un gran numero di lastre e frammenti di lastre squadrate in arenaria e in calcare.
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grazie alfonso,
questo è il particolare di cui non ero al corrente e che mi ha incuriosito maggiormente. possibile che siano i lastroni di un altra necropoli?
sono ancora nel sito? se ci andassi, potrei trovarli? ho come paura a parlare di queste cose nel forum... |
alfonso |
Inserito il - 12/04/2012 : 18:30:45 Caro Dedalo scusa il ritardo nell’intervento. Per i dati di Banatou posso rimandarti all’articolo di Alessandro Usai pubblicato nel volume su Narbolia, nel quale è anche il mio articolo sulle figurine puniche: Nurabolia, una Villa di frontiera del Giudicato di Arborea, Narbolia 2005. Il libro è scaricabile gratuitamente dal sito del Comune (www.comune.narbolia.or.it). Il pozzo non appartiene alla tipologia dei pozzi sacri, ma a quella dei normali pozzi d'abitato, che si estende intorno. Trascrivo le parti, dell’articolo di Usai che ti interessano, contenute a pag. 34: “[…] Infine è da ricordare l’abitato posto su un leggero dosso in località Banatou, distante circa 400 metri dai due vicini siti di Campu de Santu Perdu e Mura e come quelli seriamente danneggiato dai lavori agricoli: intorno a un profondo pozzo rivestito in pietra, in cui scavi abusivi misero in luce manufatti di epoca nuragica e punica (nota 50), il terreno restituisce macine e macinelli in pietra e ceramiche d’impasto sottile grigio o rosso-bruno (fig. 16) (olle a orlo ingrossato, olle a collo e a colletto, brocche con ansa a ponte, boccali con ansa a gomito rovescio, scodelloni con anse a maniglia, scodelle emisferiche, ciotole carenate e a corpo arrotondato con orlo distinto, scodelloni troncoconici, tegami, schemi decorativi a spina di pesce impressi su anse e su cordoni in rilievo, ecc.); sui muri recintori si notano alcuni conci a cuneo in basalto e in arenaria e un gran numero di lastre e frammenti di lastre squadrate in arenaria e in calcare.
Nota 50 Nella relazione in data 22-12-1965 a firma di E. Atzeni, conservata nell’archivio della Soprintendenza Archeologica, è riportata la seguente descrizione del sito e dei rinvenimenti: “Il pozzo, interamente in basalto, è in opera poliedrica megalitica, perfettamente conservato nella sua struttura interna sino al piano di superficie, con imboccatura protetta da un giro di grossi massi adattati in epoca recente. Cilindrico, con graduale restringimento verso la bocca, misura circa m 15 di profondità, m 0,85 di diametro alla bocca, m 1,85 di diametro sul fondo, al livello dell’acqua alto circa m 2. Lo scavo dei clandestini, organizzatisi con pompe a mano per lo svuotamento, ha riportato alla luce ceramiche figuline, intere e frammentate, di età punica e romana, cocci d’impasto e pietre lavorate (pestelli, teste di mazza etc.) di età nuragica, in parte recuperate e temporaneamente depositate presso la Guardia di Finanza di Oristano. In prossimità del pozzo si osservano conci di basalto, frammenti di macinelli, frammenti di bacili in pietra, etc., che depongono per l’esistenza di un centro di età nuragica”. Il pozzo, privo di scala, non doveva avere carattere sacro ma piuttosto di approvvigionamento idrico; ma alcuni reperti dello scavo abusivo suggeriscono connessioni con aspetti del rituale (vedi paragrafo 7). Stando alle osservazioni da me compiute sul terreno, la dispersione dei manufatti copre un’area di circa un ettaro.”
Alle figg 16, 19-20 trovi immagini di reperti nuragici dall’insediamento e dal pozzo di Banatou.
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