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 Il Santu Antine e le Pleiadi: Augusto Mulas

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V I S U A L I Z Z A    D I S C U S S I O N E
DedaloNur Inserito il - 19/03/2012 : 08:29:00
CAGLIARI.

Il nuraghe Santu Antine? Come la stella Alcione, la più bella delle Pleiadi

Secondo la tesi di Augusto Mulas, autore di «Isola sacra», le torri di Torralba replicherebbero la costellazione



È possibile che, già 3.500 anni fa, i nuragici avessero un grado di civiltà così avanzato da conoscere i fenomeni celesti? Augusto Mulas, agrotecnico di Ozieri con la passione per l'archeologia, non ha dubbi: sì. Lo dimostra, dice, il complesso nuragico di Torralba, in cui i nuraghi ricalcano perfettamente la disposizione della costellazione delle Pleiadi. La sua tesi, di quelle destinate a far discutere, Mulas la illustra con abbondanza di esempi nel suo «L'isola sacra. Ipotesi sull'utilizzo cultuale dei nuraghi» (edizioni Codanghes, pp. 254, 20 euro) in cui per la prima volta l'ipotesi che i nuraghi potessero, fin dall'origine, essere concepiti come luoghi di culto arriva da un archeologo: lo stesso Mulas, appunto, che alle spalle ha studi classici con indirizzo archeologico e la partecipazione a numerose campagne di scavo. Il libro è stato al centro venerdì di un incontro al Caffè Savoia, allestito da Agorà Nuragica. «Già ai primi del'900 - ricorda Augusto Mulas - archeologi come Taramelli parlavano dei nuraghi come di fortificazioni». Davanti alla loro possenza - prosegue - è comprensibile che anche gli archeologi arrivati dopo, tra cui Giovanni Lilliu, propendessero per quest'ipotesi. «Tuttavia - dice lo studioso - sono venuti alla luce nuovi materiali e fonti che avrebbero dovuto portare a conclusioni diverse». E in effetti, non molto tempo fa si è iniziato a sostenere che le torri di pietra avessero assolto anche a funzione di culto, ma solo dal decimo al nono secolo Avanti Cristo. Quasi un compromesso tra chi ha sempre parlato di quest'ultima funzione come esclusiva e chi invece insistive sul ruolo di fortezze. «Eppure l'uso cultuale dei nuraghi è ben antecedente il IX e il X secolo» è la prima scoperta di Mulas. Lo dimostrerebbero, ad esempio, i materiali antecedenti quel periodo rinvenuti negli scavi di fondazione del nuraghe Arrubiu di Orroli, come un vaso «a uso cultuale o al massimo funerario». Lo stesso dato emerge anche esaminando altri vasi rinvenuti nel Palmavera e nel Speranza di Alghero, o in Su Sonadori di Villasor: in ciascuno di essi sono stati ritrovati resti di cibo, di mitili, ossa di animali, spesso anche spade dal carattere indubbiamente votivo. Se a ciò si aggiungono scoperte simili fatte anche in diversi pozzi sacri, come quello di Santa Cristina, ce n'è abbastanza perché la casualità venga a crollare. E se questo non dovesse bastare, a far capire che i nuragici avevano precisi punti di riferimento sono pure alcuni comprensori territoriali: in particolare la piana di San Saturno, a Benetutti, e la valle dei nuraghi di Torralba. «Il dato più importante - dice Mulas - è che il nuraghe di Santu Antine, il più bello del sistema, corrisponde ad Alcione, la stella più bella dell'ammasso delle Pleiadi. Fu costruito in una pianura alluvionale: perché faticare tanto a spostare tutta quella terra se non per rispettare la posizione astrale?». Ma perché proprio le Pleiadi? E poi perché quell'antico popolo, che sembra essere stato così in armonia con l'universo, realizzò quel complesso? Le risposte sono incerte, ma, dice l'archeoastronomo Mauro Zedda, sono certi gli studi di Augusto Mulas, confortati dal rigore scientifico, a cui si aggiunge il pregio di aver aperto nuovi scenari della ricerca.

http://lanuovasardegna.gelocal.it/c...iadi-5714702
15   U L T I M E    R I S P O S T E    (in alto le più recenti)
risosardonico Inserito il - 02/11/2012 : 01:10:52
"Il riempimento del corridoio anulare sarebbe avvenuto in un momento successivo probabilmente in età storica, quando si livello' il piano pavimentale celando i gradini e la ghiera del pozzo..>>" questo è stato affermato dagli autori dello stesso scavo archeologico a pag. 387 della rivista Erentzias.
Nelle pagine precedenti (pag. 384 della medesima rivista) gli stessi autori scrivono: All'interno del corridoio anulare è stata messa in luce un'importantissima stratigrafia....i materiali consentono di creare una sequenza dal Bronzo Finale, con due distinte fasi, al Bronzo Recente, distinguibile anch'esso in due fasi riferibili a due distinti lastricati, fino alle fasi terminali della Media Età del Bronzo, periodo a cui si può far risalire il primo impianto della struttura anulare e del pozzo stesso immediatamente al di sopra e a contatto del livello di terreno sterile.
Beh, scusate, che lor signori si mettano d'accordo, dal momento che riescono a creare una tale confusione in un articoletto di 4 pagine. Come si può asserire, infatti, che il riempimento del corridoio anulare è l'esito di una operazione di livellamento del piano pavimentale, avvenuto in età storica, se poco prima si afferma che le stratigrafie rinvenute all'interno del corridoio, partendo dalla fine dell'Età del Bronzo Medio, fino ad arrivare al bronzo Finale, addirittura separate da precisi e sistematici lastricati di pietrame (Campus 2006, Il nuraghe Santu Antine di Torralba) determinano anche l'età del primo impianto del pozzo. In letteratura non ho mai sentito parlare di riempimenti successivi, che rispettassero delle precise cronologie di deposito del materiale!!!! Sigh!!!! Ma in mano di chi sono i nostri monumenti?
pimobalare Inserito il - 01/11/2012 : 23:37:05



(da Erentzias...-Notiziario-, Franco Campus, Luisanna Usai)
<<..il pozzo rappresenta la struttura più antica di questa porzione del monumento edificata prima degli elevati in quanto la muratura della torre poggia sulla struttura anulare. Nelle prime fasi del Bronzo Medio Recente e in parte Finale l'imboccatura piuttosto larga permetteva alle genti nuragiche di calarsi nel pozzo per effettuare periodiche pulizie ed esso potrebbe aver avuto inizialmente un carattere esclusivamente pratico e finalizzato all'approvvigionamento idrico. Nella fase successiva il pozzo sarebbe stato sacralizzato, collocandovi il vaso e creando la nuova ghiera. Il riempimento del corridoio anulare sarebbe avvenuto in un momento successivo probabilmente in età storica, quando si livello' il piano pavimentale celando i gradini e la ghiera del pozzo..>>
risosardonico Inserito il - 09/06/2012 : 13:36:19
Meria, io immagino che i riti che si svolgevano presso i modelli di nuraghe e quindi anche nelle vasche lustrali nuragiche, fossero ben diversi da quelli che si svolgonono nei fonti battesimali nuragici. Credo, che la religiosità nuragica avesse comunque degli aspetti legati al trascendente, così come la religione cristiana, ma essa si completava attraverso degli atti materiali e concreti (sacrifici di animali, dono di beni preziosi o derrate alimentari). Detto questo ciò che importa, almeno a mio parere, risiede nel fatto che così come accade all'interno degli edifici cultuali cristiani, anche all'interno dei nuraghi potessero essere esposte simbologie strettamente attinenti con la religiosità nuragica (la torre nuragica è la massima espressione di questa iconografia). Ad es. proprio nella vasca di Su Mulinu sono stati rappresentati oltre che dei crescenti lunari, anche delle else di spade con le lame rivolte verso l'alto, come d'altra parte vere e proprei spade votive erano infisse sui bordi della vasca, tutti simboli religiosi cari ai nuragici, riprodotti su una vasca lustrale posta all'interno dell'edificio sacro.
meria Inserito il - 08/06/2012 : 21:02:48
risosardonico ha scritto:

Ciao Meria, rispondo alle tue giuste obiezioni. Intanto la vasca lustrale di Su Mulinu è stata collocata in quell'ambiente solo tra la fine del IX-inizi VIII sec. a.C. Questo fatto comporta alcune riflessioni. In primis il vano E secondo gli scavi dell'Ugas era uno dei pochi ambienti, in quel periodo, ancora utilizzabili dell'intero complesso nuragico, ciò vuol dire che tante parti del nuraghe non erano più accessibili, quindi, in che stato si dovevano trovare le strutture del nuraghe? Ebbero i nuragici la necessità di ricreare, attraverso il modello, ciò che doveva essere in origine tutta la struttura?
Secondariamente, propongo un parallelo con i fonti battesimali cristiani rinvenuti all'interno delle prime chiese. Molti di questi fonti battesimali erano decorati con simbologie care al cristianesimo, ed in alcuni casi questi erano costruiti anche a forma di croce. Se seguissi il tuo ragionamento mi dovrei domandare quali motivazioni dovettero avere i cristiani per ribadire all'interno delle chiese segni e stilemi appartenenti già al culto cristiano e bada bene che l'esempio non è forzato, perchè, dal mio punto di vista, stiamo parlando comunque di rituali religiosi gli uni cari ai nuragici, gli altri cari ai cristiani.
Per quanto riguarda, invece, la teoria del Laner che vede nel nuraghe quadrilobato una rappresentazione del cosmo, ho alcune perplessità, soprattutto quando questa ipotesi dovesse essere estesa alle rappresentazioni di nuraghi monotorre, o ad alcuni altari nuragici che riproducono solo una parte del monumento come ad esempio quello di Sa Carcaredda oppure quello di S'arcu e Is Forros. A mio avviso i modelli di nuraghe sono solo la rappresentazione dell'edificio sacro, anche quando questi manufatti vengono rinvenuti all'interno dello stesso nuraghe o in altri edifici. Rappresentazioni necessarie allo svolgimento dei culti nuragici, o nel caso dei modelli più piccoli, e mi riferisco a quelli in bronzo, potevano fungere loro stessi da oggetto d'offerta allo stesso modo dei famosi bronzetti.


Hai detto bene Riso, le fonti battesimali cristiane sono un buon esempio della funzione (un po' più articolata quella delle vasche) che probabilmente svolgevano le vasche lustrali nuragiche. E calza bene anche l'osservazione sui simboli impressi sulle fonti. Infatti come dici tu sono legati alla religione, al divino, la stessa fonte talvolta è a forma di croce come d'altronde il tempio cristiano. Insomma ciò che appare sulle fonti appartiene ad un'altro ordine, siamo sul trascendente che è cosa diversa da quell'idea di sacro che stai proponendo. Tutti i templi -antichi e recenti- sono costruiti con precise simbologie che rimandano alle loro credenze religiose (e i nuragici no?).

"Se seguissi il tuo ragionamento mi dovrei domandare quali motivazioni dovettero avere i cristiani per ribadire all'interno delle chiese segni e stilemi appartenenti già al culto cristiano"

Questa frase non l'ho capita? Seguendo il mio ragionamento concluderesti che i cristiani addobbano le fonti con i simboli a loro cari coerenti con la religione, allo stesso modo fanno con gli arredi della chiesa o sui paramenti del parroco ecc. e allo stesso modo probabilmente hanno fatto i nuragici.
Quindi per tornare alle fonti battesimali, su di esse non troverai mai un simbolo estraneo alle loro credenze religiose. Non si può mettere su una vasca lustrale l’immagine di un edificio se questo non rimanda all’idea di Dio (o meglio della Dea).
risosardonico Inserito il - 08/06/2012 : 18:22:29
Ciao Meria, rispondo alle tue giuste obiezioni. Intanto la vasca lustrale di Su Mulinu è stata collocata in quell'ambiente solo tra la fine del IX-inizi VIII sec. a.C. Questo fatto comporta alcune riflessioni. In primis il vano E secondo gli scavi dell'Ugas era uno dei pochi ambienti, in quel periodo, ancora utilizzabili dell'intero complesso nuragico, ciò vuol dire che tante parti del nuraghe non erano più accessibili, quindi, in che stato si dovevano trovare le strutture del nuraghe? Ebbero i nuragici la necessità di ricreare, attraverso il modello, ciò che doveva essere in origine tutta la struttura?
Secondariamente, propongo un parallelo con i fonti battesimali cristiani rinvenuti all'interno delle prime chiese. Molti di questi fonti battesimali erano decorati con simbologie care al cristianesimo, ed in alcuni casi questi erano costruiti anche a forma di croce. Se seguissi il tuo ragionamento mi dovrei domandare quali motivazioni dovettero avere i cristiani per ribadire all'interno delle chiese segni e stilemi appartenenti già al culto cristiano e bada bene che l'esempio non è forzato, perchè, dal mio punto di vista, stiamo parlando comunque di rituali religiosi gli uni cari ai nuragici, gli altri cari ai cristiani.
Per quanto riguarda, invece, la teoria del Laner che vede nel nuraghe quadrilobato una rappresentazione del cosmo, ho alcune perplessità, soprattutto quando questa ipotesi dovesse essere estesa alle rappresentazioni di nuraghi monotorre, o ad alcuni altari nuragici che riproducono solo una parte del monumento come ad esempio quello di Sa Carcaredda oppure quello di S'arcu e Is Forros. A mio avviso i modelli di nuraghe sono solo la rappresentazione dell'edificio sacro, anche quando questi manufatti vengono rinvenuti all'interno dello stesso nuraghe o in altri edifici. Rappresentazioni necessarie allo svolgimento dei culti nuragici, o nel caso dei modelli più piccoli, e mi riferisco a quelli in bronzo, potevano fungere loro stessi da oggetto d'offerta allo stesso modo dei famosi bronzetti.
meria Inserito il - 08/06/2012 : 16:45:29
risosardonico ha scritto:

Io trovo ,invece, che l'ipotesi avanzata da Mulas sui modellini di nuraghe sia oltre che condivisibile, anche innovativa. L'autore, infatti, per la prima volta sostine che il modellino di nuraghe non è semplicemente la rappresentazione del "nobile passato degli avi dei nuragici" (Lilliu), oppure "l'immagine-modello del nuraghe è agente e mezzo di trasmissione e dunque il modello viene amato, onorato" (Leonelli Valentina) nel rispetto di un'illustre passato, ma per dirla come l'autore: ...la società tardo nuragica, non riuscendo più ad edificare nuovi nuraghi, e venutasi a placare la temperie costruttiva dei secoli precedenti, anche in virtù della sostituzione del del nuraghe-tempio con altri luoghi di culto come i pozzi sacri e il sorgere di nuove realtà santuriali, che comunque coesisteranno a lungo con i numerosi nuraghi che adempiranno ancora al loro ruolo di tempio, sostituisce il nuraghe con il suo modello più agevole e pratico da riprodurre, attorno al quale, ma, sempre all'interno di ambienti destinati al culto (tholos dei nuraghi, capanne delle riunioni, e tempietti a megaron) il popolo nuragico attraverso il tramite di una casta religisa officiante continuerà ad espletare i propri riti con l'offerta di ex-voto e quant'altro alle divinità che loro credevano risiedere all'interno del nuraghe tout-court, e ora metaforicamente trasferiti all'interno all'interno del nuraghe-betilo, del nuraghe-altare e nei piccoli modelli di nuraghe in metallo..... Il modello di nuraghe, insomma, residenza delle divinità assurge a totem, simbolo ed emblema del popolo nuragico, non come ricordo di un nobile e antico passato, ma come semplice e logica trasposizione dell'antico luogo di culto, sede dei lari degli antichi sardi. (pag. 240 L'isola sacra)
Come vedi Meria, altro che rigettare ciò che sostenuto nel libro, l'autore anzi interpreta i modelli di nuraghe come il luogo dove le popolazioni nuragiche non più capaci di edificare nuraghi, per motivi socio-economici e di trasformazione della società nuragica, rappresenta in forma più contenuta il luogo dove avevano la loro collocazione, da secoli, le divinità nuragiche.



Ciao Riso, avevo (ovviamente) gia letto il passo da te citato e so anche dove va a parare il discorso della studiosa. E secondo me non funzione nè il suo e poco anche quello di Mulas. Ad esempio a Su Mulinu la vasca lustrale su cui è scolpita una "torre" si trova dentro il nuraghe, ciò manda a gambe all'aria l'ipotesi della mitizzazione dei tempi passati di Lilliu ma anche della "sindrome ossessivo-compulsiva" di voler erigere torri, giacchè la torre in quel momento la possiedono (sono dentro!).

Preferisco (quantomeno come ipotesi di lavoro) il discorso di Laner e cioè che tanto il betilino quanto il nuraghe sono modelli di qualcos'altro; forse il cosmo stesso.
risosardonico Inserito il - 08/06/2012 : 10:10:19
Io trovo ,invece, che l'ipotesi avanzata da Mulas sui modellini di nuraghe sia oltre che condivisibile, anche innovativa. L'autore, infatti, per la prima volta sostine che il modellino di nuraghe non è semplicemente la rappresentazione del "nobile passato degli avi dei nuragici" (Lilliu), oppure "l'immagine-modello del nuraghe è agente e mezzo di trasmissione e dunque il modello viene amato, onorato" (Leonelli Valentina) nel rispetto di un'illustre passato, ma per dirla come l'autore: ...la società tardo nuragica, non riuscendo più ad edificare nuovi nuraghi, e venutasi a placare la temperie costruttiva dei secoli precedenti, anche in virtù della sostituzione del del nuraghe-tempio con altri luoghi di culto come i pozzi sacri e il sorgere di nuove realtà santuriali, che comunque coesisteranno a lungo con i numerosi nuraghi che adempiranno ancora al loro ruolo di tempio, sostituisce il nuraghe con il suo modello più agevole e pratico da riprodurre, attorno al quale, ma, sempre all'interno di ambienti destinati al culto (tholos dei nuraghi, capanne delle riunioni, e tempietti a megaron) il popolo nuragico attraverso il tramite di una casta religisa officiante continuerà ad espletare i propri riti con l'offerta di ex-voto e quant'altro alle divinità che loro credevano risiedere all'interno del nuraghe tout-court, e ora metaforicamente trasferiti all'interno all'interno del nuraghe-betilo, del nuraghe-altare e nei piccoli modelli di nuraghe in metallo..... Il modello di nuraghe, insomma, residenza delle divinità assurge a totem, simbolo ed emblema del popolo nuragico, non come ricordo di un nobile e antico passato, ma come semplice e logica trasposizione dell'antico luogo di culto, sede dei lari degli antichi sardi. (pag. 240 L'isola sacra)
Come vedi Meria, altro che rigettare ciò che sostenuto nel libro, l'autore anzi interpreta i modelli di nuraghe come il luogo dove le popolazioni nuragiche non più capaci di edificare nuraghi, per motivi socio-economici e di trasformazione della società nuragica, rappresenta in forma più contenuta il luogo dove avevano la loro collocazione, da secoli, le divinità nuragiche.
meria Inserito il - 07/06/2012 : 15:34:41
Una cosa su cui non sono proprio d’accordo con Mulas è l'interpretazione che propone sui modellini di nuraghe che in buona parte si omologa alla teoria dei "nuraghi fortezza" contraddicendo in tal modo tutto ciò sostenuto nel libro.


pimobalare Inserito il - 23/05/2012 : 11:32:58
risosardonico ha scritto:

Allo stato attuale sembrano pi esaustive le informazioni forniteci dal Taramelli ..
perci ti suggerisco, se non lo hai gi fatto, di leggere il seguente articolo: <Il nuraghe Lugherras presso Paulilatino. In: Sardegna archeologica, scavi e scoperte 1903-1910 di Antonio Taramelli>


grazie ...e ti prendo alla lettera: mi rilegger ben volentieri le pag del Taramelli, approfittando anche x una scorsa alle precedenti ..sugli <scavi e scoperte in sardegna 1903/1910>


pimobalare Inserito il - 23/05/2012 : 10:46:12
risosardonico ha scritto:

Nelle conclusioni della sua relazione il taramelli scrive testualmente:
ne forse di tale carattere (sacrale) fu spoglio anche il pozzo, come farebbe supporre la notevole quantit di ceramiche che in esso trovammo accumulata....non mancarono anche i frammenti di bronzo, ma appartenenti ad oggetti di cui non era possibile, per il cattivo stato di conservazione, precisare la forma; probabilmente erano pugnaletti dalla robusta lama triangolare.



..all'interno dei nuraghi... i resti animali vengono rinvenuti sparsi in tutto l'ambiente della tholos principale (ed in alcuni casi anche nella camera di primo piano), in costante associazione con frammenti ceramici, resti di combustioni e tante volte anche grandi quantit di materiali pregiati come bronzi di varia natura (vedi Palmavera oppure Pizzinnu). Dunque, come ben dimostrato dal tuo intervento, se i nuragici avessero voluto sarebbero stati in grado di individuare dei luoghi da adibire come discarica, e non accumulare come nel caso del nuraghe Su Sonadori, solo per citarne uno, 60/70 cm di "rifiuti" (a partire gi dal Bronzo Medio) all'interno di un ambiente che doveva essere vissuto tutti i giorni!!

La tholos principale atta a marcare una parte di territorio, conosce in secondo momento il formarsi di torri secondarie, camere e ambienti spaziosi, silos, recinti, pozzi e aree cortilizie, atti ad ospitare tutte quelle mansioni che rappresentavano il cuore pulsante delle varie comunit, le qual mansioni legate alla produzione reperimento e lavorazione delle primarie risorse di vita erano accompagnate da spirito e manifestazione di sacralit; gesti rituali e ideali "religiosi" di cui, in alcuni casi, si conserva il ricordo fino ai giorni nostri.
Quello che le varie stratificazioni stanno man mano riportando alla luce non altro che "la prova tangibile" dell'intenso vissuto, materiale e mistico insieme, del "cuore" della comunit, che andava quindi difeso, anche con spirito"militare".
Se ci pensi, Risosard...le capannette erano piccole e poco funzionali per svolgere determinati "mestieri", al massimo ci si cuoceva qualcosa sul focolare et similia ..ma principalmente ci si dormiva..
...quindi...: -dove-, -in quale tipo di ambienti- (oltre che nei vicini fiumi..) pi consono pensare che la comunit si muovesse per portare avanti le mansioni a fruizione comune?...(e avanzava anche lo spazio abitativo personale...)
... la produzione di ceramica, lavorazione dei metalli, delle pelli e del cuoio, .. la preparazione delle derrate alimentari, del vino..etc?????...

..altrimenti...spiegami la funzione di tutte quelle stanze e cortili e spazi aperti e chiusi comunicanti tra loro e verso il centro.. (anche in periodo "romano" questi "ambienti"son tornati utili...)

https://docs.google.com/viewer?a=v&...jdOhp1JK7xjw
risosardonico Inserito il - 23/05/2012 : 10:04:56
Ero al corrente che la Depalmas avesse compiuto recentemente degli scavi presso il Lugherras, cos come dovrebero essere in corso di studio i materiali da lei recuperati (e non solo) e depositati presso la Casa Museo di Paulilatino.
Allo stato attuale sembrano pi esaustive le informazioni forniteci dal Taramelli, perch fu il primo ad indagare scientificamente il nuraghe e conseguentemente ebbe modo di analizzare tutti i materiali ed i relativi contesti di scavo, perci ti suggerisco, se non lo hai gi fatto, di leggere il seguente articolo: Il nuraghe Lugherras presso Paulilatino. In: Sardegna archeologica, scavi e scoperte 1903-1910 di Antonio Taramelli
pimobalare Inserito il - 23/05/2012 : 00:57:19
pimobalare ha scritto:

risosardonico ha scritto:

Ciao Pimobalare, purtroppo il Taramelli non stato altrettanto esaustivo circa i reperti restituiti dallo scavo del Lugherras, quanto lo fu, invece, riguardo ai materiali del Palmavera.
Nelle conclusioni della sua relazione il taramelli scrive testualmente:
ne forse di tale carattere (sacrale) fu spoglio anche il pozzo, come farebbe supporre la notevole quantit di ceramiche che in esso trovammo accumulata....non mancarono anche i frammenti di bronzo, ma appartenenti ad oggetti di cui non era possibile, per il cattivo stato di conservazione, precisare la forma; probabilmente erano pugnaletti dalla robusta lama triangolare.
Ecco, questo quanto il Taramelli ci racconta circa il materiale di bronzo recuperato dall'interno del pozzo, senza allegare foto o disegni dei reperti come, invece, fece in altre occasioni.

..strano che il T. non abbia da subito parlato di <pugnali>; grazie Risosardonico!!!

http://www.youtube.com/watch?v=CtWe...91EBA637585C

Anche la Depalmas, per ora, non ha saputo aggiungere gnanch al sondaggio del Taramelli!!.... <Abstract
Disamina preliminare, in attesa dello studio di dettaglio, del nuraghe di Paulilatino, i cui materiali recuperati nel corso dello scavo forniscono indicazioni analoghe a quelle offerte dalle precedenti ricerche, essendo attestati i tegami decorati a pettine, i vasi quadriansati a colletto, le brocche askoidi, le lucerne ei thymiateria.>

http://eprints.uniss.it/7049/
..il Lugherras un bel nuraghe!!!
pimobalare Inserito il - 23/05/2012 : 00:07:13
risosardonico ha scritto:

Ciao Pimobalare, purtroppo il Taramelli non stato altrettanto esaustivo circa i reperti restituiti dallo scavo del Lugherras, quanto lo fu, invece, riguardo ai materiali del Palmavera.
Nelle conclusioni della sua relazione il taramelli scrive testualmente:
ne forse di tale carattere (sacrale) fu spoglio anche il pozzo, come farebbe supporre la notevole quantit di ceramiche che in esso trovammo accumulata....non mancarono anche i frammenti di bronzo, ma appartenenti ad oggetti di cui non era possibile, per il cattivo stato di conservazione, precisare la forma; probabilmente erano pugnaletti dalla robusta lama triangolare.
Ecco, questo quanto il Taramelli ci racconta circa il materiale di bronzo recuperato dall'interno del pozzo, senza allegare foto o disegni dei reperti come, invece, fece in altre occasioni.

..strano che il T. non abbia da subito parlato di <pugnali>; grazie Risosardonico!!!

http://www.youtube.com/watch?v=CtWe...91EBA637585C

risosardonico Inserito il - 22/05/2012 : 23:48:07
Ciao Pimobalare, purtroppo il Taramelli non stato altrettanto esaustivo circa i reperti restituiti dallo scavo del Lugherras, quanto lo fu, invece, riguardo ai materiali del Palmavera.
Nelle conclusioni della sua relazione il taramelli scrive testualmente:
ne forse di tale carattere (sacrale) fu spoglio anche il pozzo, come farebbe supporre la notevole quantit di ceramiche che in esso trovammo accumulata....non mancarono anche i frammenti di bronzo, ma appartenenti ad oggetti di cui non era possibile, per il cattivo stato di conservazione, precisare la forma; probabilmente erano pugnaletti dalla robusta lama triangolare.
Ecco, questo quanto il Taramelli ci racconta circa il materiale di bronzo recuperato dall'interno del pozzo, senza allegare foto o disegni dei reperti come, invece, fece in altre occasioni.
pimobalare Inserito il - 20/05/2012 : 23:52:58
ciao risosardonico
pochi g. fa hai nominato il nuraghe Lugherras
Per non parlare di tanti manufatti bronzei che il Taramelli definì come delle lame di coltello?

..sapresti darmi maggiori info..su questi manufatti??sono curiosa..hai per caso img. a riguardo o informazioni su tipologia dei materiali, forma, periodo etc..????
(..che fossero strumenti per la concia delle pelli, lavorazione del cuoio??..bla bla???)

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