V I S U A L I Z Z A D I S C U S S I O N E |
Paradisola |
Inserito il - 17/11/2010 : 10:35:06 MOSTRA “IL POPOLO DI BRONZO”
Centro Servizi S’Ulivariu
GESICO dal 20 al 30 Novembre 2010
Da Sabato 20 Novembre a Martedì 30 Novembre 2010 il Centro Servizi “S’Ulivariu” del Comune di Gesico, ospiterà il formidabile “Popolo di Bronzo”! La Mostra, presentata presso il Museo Archeologico di Cagliari è il frutto dell’appassionato lavoro dell’artista Angela Demontis, in collaborazione con la Provincia di Cagliari, che ha creduto fermamente nell’ambizioso progetto di riprodurre in dimensioni reali i personaggi raffigurati dalla piccola statutaria nuragica in bronzo, i famosi bronzetti, con i loro abiti, le armi e gli accessori utilizzati dagli uomini e dalle donne di tremila anni fa.
Con quest’esposizione si intende proporre una possibile ricostruzione di armi, abiti, accessori e utensili nuragici, realizzati con i materiali e antiche tecniche di lavorazione, basata sulla rigorosa osservazione dei bronzetti iniziata col libro “Il Popolo di Bronzo” (Angela Demontis 2005).
L’uso di tali materiali in epoca antica è avvalorato da citazioni storiche che ne testimoniano l’impiego. Proprio lo studio del piccolo “esercito” di bronzo ci fa vedere come dovevano essere abbigliate le persone in epoca nuragica, come una sorta di scatti “fotografici” dell’epoca.
Attraverso un’attenta analisi delle statuette di bronzo si acquisiscono informazioni sull’articolazione sociale e sui mestieri di una società che veniva a contatto con diversi popoli dell’area mediterranea e che da questi contatti e confronti culturali acquistava e proponeva a sua volta stimoli importanti per la crescita e lo sviluppo delle diverse etnie.
La Mostra, la prima delle varie iniziative culturali che la Provincia di Cagliari intende portare avanti in Trexenta, mira a sensibilizzare l’opinione pubblica sull’immenso patrimonio culturale ed archeologico che il territorio offre, al fine di dare nuovo slancio al turismo archeologico.
Con una serie di iniziative collaterali rivolte a meglio “conoscere il tuo territorio”, verranno coinvolti giovani studenti, archeologi e semplici appassionati. Comune e Proloco di Gesico, per l’occasione sarà a disposizione la Sala Conferenze de “S’Ulivariu” per illustrare studi e tematiche inerenti l’Archeologia.
Con questa nuova iniziativa Gesico e la Trexenta si pongono alla ribalta non solo per il turismo enogastronomico ed archeologico, ma per un nuovo modo di intendere l’identità di un Popolo: il nostro! Questo è il programma:
SABATO 20/11/2010 h-10,30: L’inaugurazione della mostra presso il Centro Servizi “S’Ulivariu” Gesico.
Interverranno: Terenzio Schirru Sindaco di Gesico Elio Tronci Delegato Politiche Culturali della Provincia di Cagliari Carlo Carta Presidente Pro loco Gesico Angela Demontis Autrice della mostra
Per informazioni e visita guidata alla mostra Segreteria organizzativa:
Comune di Gesico tel. 070987043 e-mail: comunedigesico@tiscali.it A.T. Proloco Gesico tel. 070987124 e-mail: prolocogesico@tiscali.it Cooperativa Ghersakon tel. 3404075448 Acli Gesico tel. 0709877021 e-mail: acli.gesico@gmail.com |
15 U L T I M E R I S P O S T E (in alto le più recenti) |
Sitzikid |
Inserito il - 08/12/2010 : 01:59:01 Saludi e trigu a tottus! Intanto che il "Popolo di Bronzo" si è spostato a Teti, continuano con successo a Gesico i seminari inseriti nel quadro del Progetto Comunitario South East ArcHeritage (http://www.open-med.eu/portal/it/ms_ARCHERITAGE.wp), finanziato dal programma ENPI CIUDAD, la Provincia di Cagliari - Assessorato al Turismo, capofila di una partnership composta da Enti provenienti da Italia, Tunisia, Romania e Federazione Russa,ha il piacere di invitarVi al ciclo di seminari di formazione “Rafforzamento delle competenze e della rete turistico-culturale Archeritage”. Gli incontri per le giornate di venerdì 10 (ore 15:00 – 19:00) e sabato 11 (ore 9:00 – 13:00) presso il Centro Servizi S’Ulivariu di Gesico. I seminari verteranno sulle seguenti tematiche: La valorizzazione e promozione del patrimonio archeologico della Trexenta, a cura della Soprintendenza per i Beni Archeologici per le province di Cagliari e Oristano; Storia ed archeologia in Trexenta: antiche produzioni e valorizzazione turistica Dipartimento di Scienze Archeologiche e Storico-Artistiche, Università di Cagliari. e in particolare proporranno un focus su: - il territorio della Trexenta e il patrimonio archeologico e monumentale; - la valorizzazione delle potenzialità archeologiche e monumentali in chiave turistica; - l’archeologia della produzione come strumento di promozione turistica del territorio - l’esperienza della valorizzazione del patrimonio archeologico di Ortacesus; I partecipanti al ciclo di seminari avranno la possibilità di entrare a far parte della rete ArcHeritage che promuoverà i servizi legati al turismo del territorio della Trexenta a livello Regionale, Nazionale, Europeo e Internazionale (vista la partnership con Enti che operano in Romania, Tunisia e Federazione Russa) . Questo permetterà di avere maggiore visibilità anche grazie alla pubblicazione di materiale promozionale ad hoc. In allegato si trasmette il programma dei seminari e la scheda di partecipazione da inviarsi, laddove non lo avesse già fatto, via e-mail o Fax agli indirizzi sottostanti. Nel ringraziarVi per la Vostra attenzione e con l’auspicio di incontrarVi a Gesico,
a si biri mellus!
Contatti: OpenMed supporto tecnico. Tel. 070/6403248 Fax 070/6402169 Mail: info@open-med.eu www.open-med.eu
A.T. Proloco Gesico
Tel. 070/987124
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Lessa |
Inserito il - 01/12/2010 : 01:53:08 | antiche tecniche di lavorazione …….. L’uso di tali materiali in epoca antica è avvalorato da citazioni storiche che ne testimoniano l’impiego. |
Il punto è questo Turri. Solo questo.
Saludi |
Sitzikid |
Inserito il - 01/12/2010 : 01:19:11
Saludi e trigu a tottus,
che dire amici! Semplicemente non me l'aspettavo! Al Convegno di chiusura, che ha segnato anche l'inizio del Seminario, si sono accreditati ben 77 ragazzi provenienti da tutta la Sardegna. Per gli altri appassionati che hanno assistito è stato un bello spettacolo il solo sentirli intervenire e mostrare interesse verso queste tematiche a noi molto care. Alla Mostra, ancora una volta graditissima e ben guidata dalla bravissima Angela, ha partecipato tanta gente e tra loro un ospite di eccezione: Alexander Bondarenko, Sindaco della Municipality of Akhtanizovskaya della Federazione Russa. Alexander è stato pure lui una autentica rivelazione. Sindaco-Archeologo, ha tenuto i partecipanti incollati per circa 45 minuti davanti allo schrmo. Preparatissimo! Ci ha mostrato le foto della loro campagna scavi e dei loro reperti che vi assicuro, non hanno nulla da invidiare ai nostri. E vi dirò che per certi versi, ci accomunano non poco! La Preistoria Sarda è molto simile alla loro e qui non si tratta, vi assicuro, solo delle cosiddette "idee elementari" per le quali la conoscenza di un popolo non nasce dalla solo equazione spazio-tempo delle stesse idee! Insomma, pur non conoscendoci o meglio dire frequentandoci, scavare coppelle, incidere rocce, canaletti, vaschette ci accomunano. Appena posso vi posto qualcosa!
Per il momento, a si biri mellus!
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Turritano |
Inserito il - 01/12/2010 : 00:30:19 In linea di massima sono perfettamente d’accordo: il tuo ragionamento è anche il mio e, credo, di tanti altri (e questo non meraviglia). Tuttavia invece è proprio nelle conclusioni che possiamo essere più o meno distanti. Intanto bisogna vedere caso per caso: a quale teoria ci si riferisce e vedere perché una teoria fa acqua da tutte le parti. Per esempio: io in tutta onestà posso vedere debole una ipotesi e tu vederla molto solida e provata, o viceversa. Allora c’è soltanto una cosa da fare (sto scoprendo “l’acqua calda” ), chiarire il proprio punto di vista e mostrarne i punti di forza confrontandoli con altre ipotesi. “ Secondo: "cambierò idea solo quando mi daranno la prova definitiva e convincente". Questo vale per tutti e ci riporta a quanto già detto. Se non c’è una prova schiacciante è inutile insistere, si rimane sempre nel campo delle ipotesi. Si può condividere solo quello che appare evidente. Per esempio: “i nuraghe sono delle costruzioni megalitiche”. Poi se uno li ritiene delle fortezze e un altro dei templi, ambedue avranno un’insieme di motivi per ritenere valida la sua ipotesi ma qualcuno sarà in errore. Chi? Teniamo presente, sempre per rimanere “terra terra”, che niente è provato se non ci sono documenti scritti affidabili e sicuri. Allora? allora gran parte della preistoria (in tutto il mondo) si basa su ipotesi più o meno valide ma soggette a critiche, a cambiamenti e rifacimenti a seconda dello studioso di turno o a nuove scoperte. Ecco che fra i dubbi qualcuno ne appproffitta e “le spara grosse”. Troppo comodo Ma, secondo me, se uno fa ragionamenti su basi chiaramente sbagliate e prive di logica, non è difficile smascherarlo. “Io metto certamente sullo stesso piano tutti i monumenti preistorici della Sardegna e li considero tutti degni della massima attenzione: non ci vuole coraggio a fare questo”. Sì, non ci vuole coraggio, anzi e qualcosa di estremamente logico ma, evidentemente, non mi sono spiegato bene. Intendevo dire non come monumenti in quanto tali, ma come significato nell’ immaginario popolare, per ciò che sono state nei tempi antichi. Mi ripeto: dire che le “Domus” erano le abitazioni di piccole donne, ricche, dispettose e dotate di poteri magici (non le paragonerei alle “fate”, semmai agli “gnomi” delle leggende nordiche in versione femminile), dire che le “Tombe dei Giganti” erano sepolture di (o per) esseri giganteschi) è una cosa. Dire che i Nuraghe erano delle fortezze è un’altra. Infatti le prime due fanno parte dell’immaginario popolare e nessuna persona sana di mente e appena istruita può credere a queste leggende. La terza (i Nuraghe = forteze) è una ipotesi scientifica tutt'altro che priva di fondamento. In questo senso, ci vuole molto coraggio e non poca fantasia a mettere sullo stesso piano questi 3 tipi di monumenti preistorici. Ecco il motivo della divagazione: evidenziare la differenza sostanziale fra credenze popolari prive di senso logico e teorie verosimili, credibili e accreditate da numerosi studiosi. La precisazione è doverosa. Un’ultima osservazione “. Tu dici: “Non nutro alcun rispetto, invece, per chi inventa e propaga fesserie a scopo di lucro, a scopo di promozione personale (per vari motivi: la promozione personale porta con sé molti ed insospettati vantaggi) o - meglio ancora - a scopo di promozione di un movimento di pensiero (non intendo affatto qui riferirmi ad Angela, sia chiaro!) o politico”
Questo mi sembra giusto per chi “inventa e propaga fesserie a scopo di lucro, a scopo di promozione personale”, ma dire che qualcuno lo fa “a scopo di promozione di un movimento di pensiero o politico”, è discutibile: per quanto riguarda la Sardegna ci sono tanti argomenti reali, credibili e riconosciuti da tutti a cui possono abbondantemente attingere "movimenti di pensiero o politici", che non hanno bisogno perciò di ricorrere a forzature, fesserie, o invenzioni di sorta. I nuraghi, per esempio, che siano templi, magazzini o fortezze, per i movimenti suddetti sarebbe del tutto indiferente. Sono una peculiarità della Sardegna, e tanto basta.
Abbiamo divagato un po’ … ma si sa, è difficile rimanere strettamente attinenti ad un argomento iniziale, perché in ogni discussione, c’è sempre la tendenza a fare riferimenti diversi, vuoi per fare delle analogie, vuoi per spiegarsi meglio (almeno nelle intenzioni) e questo, apparentemente, può portare lontano. Non credo che questo sia un buon motivo per essere bacchettati dai Mod … si è visto di molto peggio!
L’importante è però rientrare nell’alveo originale Sì, esatto: una mostra non ha necessariamente pretese scientifiche, ma il suo scopo è semplicemente quello di esporre al pubblico qualcosa di piacevole e/o di interessante. Ma non vedo cosa ci sia di disdicevole, antiscientifico o fuorviante nel definire Formidabile il “Popolo di Bronzo”! e presentare la Mostra come "frutto dell’appassionato lavoro dell’artista Angela Demontis, in collaborazione con la Provincia di Cagliari, che ha creduto fermamente nell’ambizioso progetto di riprodurre in dimensioni reali i personaggi raffigurati dalla piccola statutaria nuragica in bronzo, i famosi bronzetti, con i loro abiti, le armi e gli accessori utilizzati dagli uomini e dalle donne di tremila anni fa.
Con quest’esposizione si intende proporre una possibile ricostruzione di armi, abiti, accessori e utensili nuragici, realizzati con i materiali e antiche tecniche di lavorazione …….. L’uso di tali materiali in epoca antica è avvalorato da citazioni storiche che ne testimoniano l’impiego. Proprio lo studio del piccolo “esercito” di bronzo ci fa vedere come dovevano essere abbigliate le persone in epoca nuragica, come una sorta di scatti “fotografici” dell’epoca.
Attraverso un’attenta analisi delle statuette di bronzo si acquisiscono informazioni sull’articolazione sociale e sui mestieri di una società che veniva a contatto con diversi popoli dell’area mediterranea e che da questi contatti e confronti culturali acquistava e proponeva a sua volta stimoli importanti per la crescita e lo sviluppo delle diverse etnie.
La Mostra …… mira a sensibilizzare l’opinione pubblica sull’immenso patrimonio culturale ed archeologico che il territorio offre, al fine di dare nuovo slancio al turismo archeologico"
……… Con questa nuova iniziativa Gesico e la Trexenta si pongono alla ribalta non solo per il turismo enogastronomico ed archeologico, ma per un nuovo modo di intendere l’identità di un Popolo: il nostro!
Bellissima iniziativa. Ad Angela faccio i migliori complimenti e ad essa va tutto il mio rispetto e la mia approvazione, anche se non la conosco e non ho avuto la possibilità di visitare la sua mostra Io stesso in gioventù (potevo avere si e no 16 anni), dipingevo i “bronzetti”, in rilievo con pittura all’olio su mattonelle di ceramica. Piacevano molto, e io mi sentivo intimamente appagato, ma non volevo dimostrare niente: raffiguravo solo delle cose realmente esistenti che sapevo rappresentavano l’identità di un Popolo: “il Nostro Popolo” Turritano |
maurizio feo |
Inserito il - 30/11/2010 : 18:22:23 Il primo punto è semplice: è più facile dimostrare falso qualche cosa che è falso, errato o male impostato, piuttosto che dimostrare vero qualche cosa che è vero. Sembra una fesseria, detto così, terra-terra, ma non lo è... Significa che molto più spesso puoi non credere in una teoria, un assunto, un'ipotesi, una ricostruzione storico- archeolgica, perché ragionandoci su fa acqua da troppe parti, è debole in troppi punti, non coincide con alcuni punti o fatti provati, etc. Mentre invece - specialmente su certi argomenti - è molto più difficile offrire la prova schiacciante, quella che zittisce tutti ed è proprio questo strano fenomeno che ti permette di sfidare tutti dicendo: "cambierò idea solo quando mi daranno la prova definitiva e convincente".
Inutile dire che molti periodi storici (ed il periodo Neolitico sardo, "Nuragico" e post-Nuragico sono ottimi esempi di ciò) si prestano a numerose illazioni, ricostruzioni differenti ed ipotesi anche azzardate. Alcuni - per questo motivo - si ritengono autorizzati a spararle grosse. L'unico procedimento logico, accettabile, è quello di considerare le varie "tesi" (alcune delle quali non hanno diritto a chiamarsi tesi!) nella competitività dei singoli elementi in quanto a verosimiglianza e credibilità, o almeno a possibilità di essere.
L'argomento di cui stiamo parlando è una mostra, che serve per mostrare, tu dici: dici bene. Ma mostrare che cosa? La realtà dell'epoca, forse? [Non lo è. Non è scientifico, è fuorviante, è sbagliato, di nessun interesse per un archeologo, per uno storico, per chi s'interessa sperimentalmente della ricostruzione, per chi desidera ricostruire in modo preciso quell'epoca, quei costumi e quella realtà sarda, (del periodo del Ferro primo e tardo)]. Che cosa allora? Bei costumi, colorati e fantasiosi, esteticamente ben fatti, basati liberamente sull'interpretazione personale dei bronzetti sardi? Sì, e sono bellissimi. [Questo, sì: ed ecco gli elogi: Angela è un'artista di gusto ed ha allestito una Mostra di immagini piacevoli, dove si può passare un po' di tempo ammirando belle cose e fantasticando. Perfetto!].
In conclusione: ha fatto bene. Non fa male a nessuno. Ha anzi ottenuto risultati positivi: la promozione del posto, che peraltro è ameno e piacevole, e l'occupazione del tempo libero di molte persone, in una manifestazione sociale serena e godibile, adatta a tutti...
Io metto certamente sullo stesso piano tutti i monumenti preistorici della Sardegna e li considero tutti degni della massima attenzione: non ci vuole coraggio a fare questo.
La funzione del nuraghe è stata trattata in altri posts e non credo sia questo il posto giusto nel quale ripetere cose già dette altrove: saremmo richiamati all'ordine dai moderatori. Vorrei però specificare che - quando parlo di guerra puerile - mi riferisco al vecchio discorso (appunto, puerile) della sentinella nella garitta di guardia del nuraghe che "ha lo scudo a sinistra e la spada a destra, mentre chi entra gli offre necessariamente il fianco" e così la sentinella può ucciderlo, etc.etc..... Io ribadisco che credo nella polifunzionalità del Nuraghe, ma mi fermo qui, perché il discorso è lungo, già trattato altrove e - soprattutto - ancora irrisolto.
Ho il massimo rispetto per miti e leggende di qualsiasi FolkLore, sia esso sardo oppure no. Tratto la cosa con la massima serietà, sempre.
Non nutro alcun rispetto, invece, per chi inventa e propaga fesserie a scopo di lucro, a scopo di promozione personale (per vari motivi: la promozione personale porta con sé molti ed insospettati vantaggi) o - meglio ancora - a scopo di promozione di un movimento di pensiero (non intendo affatto qui riferirmi ad Angela, sia chiaro!) o politico.
Questi sono principi generali, sui quali - credo - è difficile non trovarsi d'accordo...
Riconosciuti determinati pericoli - che sono diventati molto di moda in Sardegna recentemente, ecco perché mi attivo (e ripeto: forse anche un poco troppo, lo ammetto) ogni qual volta sento un profumo di "troppo bello, ma troppo poco vero"... Forse dovrei starmene più tranquillo, proprio per i motivi che dici tu: quali persone credono in certe verità apocrife?
Spero che Angela non mi odi, dopo tutto questo: credo che ne abbiamo parlato veramente troppo tra noi e per niente con lei (come invece sarebbe giusto e mi piacerebbe molto fare) e vorrei smettere. Sono sinceramente convinto che la "sua" mostra sia una bella manifestazione a cui intervenire e se fossi in Sardegna ci andrei, con molta curiosità e con la ferma intenzione di partecipare costruttivamente. I salti in avanti - in ogni campo - si fanno mettendo insieme i risultati di varie esperienze e le osservazioni effettuate da vari punti di vista. In realtà, credo che di questo abbia bisogno la mostra.
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maurizio feo |
Inserito il - 30/11/2010 : 17:21:46 Ciao, Gian Piero, e bentrovato!
Per quanto concerne il rassegnarsi, mi sono già rassegnato da tempo! Da quando ho sentito sproloqui incredibili ed assolutamente marziani, trattati alla stregua di lezioni magistrali, in circoli che si ritengono d'intellettuali.
Non a caso mi sto impegnando - nel mio piccolo, ma veramente piccolo - nell'impresa di dimostrare che chiunque possa svelare un "falso".... Qualche cosa in quello che tu scrivi, però, mi fa comprendere che non mi sono spiegato bene... Fammi rileggere bene e riordinare le idee. MF |
Turritano |
Inserito il - 30/11/2010 : 00:25:10 | maurizio feo ha scritto:
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....... le ipotesi (e le ricostruzioni) manchevoli, meno verosimili o del tutto sbagliate... Basta soffermarsi abbastanza a lungo sui problemi e cercare di vedere ogni singolo tema da più punti di vista, applicando la propria critica con logica, distacco e serenità. ......... Una studiosa americana, archeologa (non faccio nomi) aveva notato sul fondo di vasi nuragici autentici, alcuni segni abbastanza simili e sempre presenti ........ Ne parlò - del tutto per caso - con una giovane artigiana vasaia di Villanovaforru ....... che quei segni sono necessari per "raddrizzare" il vaso allorquando all'inizio della cottura esso tende a "sedersi di lato": ......... Questo, solo per esemplificare quanto la pratica conti in certe cose, e quanto ci si possa talvolta ingannare lasciandosi trasportare troppo dalla fantasia, e quanto non serva affatto avere troppa scienza...
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Non è mai bene fare di ogni erba un fascio: quando eravamo bambini nostre nonne per Pasqua ci regalavano il classico "Pane di Pasqua". Una vera e propria opera d'arte ricca di decorazioni e di segni simbolici e ben auguranti, ogni anno gli stessi. Ricordo in particolare una doppia spirale che mie nonne ripetevano sempre per antica tradizione, forse ignorando il significato dell'eternità. Particolare non trascurabile: le nonne erano di paesi abastanza distanti fra loro. Non credo che quei segni ( che poi non erano delle semplici scalfitture, ma fatte con con dei cordoni di pasta aderenti alla superfice del pane. Non credo che servissero per "radrizzare" l'uovo: esso era tenuto in posizione da altri cordoni intrecciati all'uopo. Le doppie spirali invece non toccavano neanche un pochino l'uovo, ma ne erano ben distanti Turritano |
Turritano |
Inserito il - 30/11/2010 : 00:09:10 Salve, Maurizio, ci si “rivede” Eh eh, io bonista non lo sono per niente e diplomatico molto … poco Però accetto le opinioni degli altri anche quando sono molto distanti dalle mie. Ciò non significa che, poco diplomaticamente, le critico e le contrasto quando non mi convincono Per esempio, dire che “questa mostra meriterà certamente moltissimi elogi: ma non è scienza”, già mi sembra una interpretazione un po’ forzata. Va bene, non è scienza, ma e con ciò? Di solito le “mostre” servono per “mostrare” e non necessariamente per essere scienza. I bronzi nuragici sono prima di tutto (visto con i nostri occhi dopo migliaia di anni) “arte”, ma è un arte che descrive molto bene la vita quotidiana, i costumi, la realtà del popolo che l’ha espressa. La “scienza”, cioè la interpretazione? Non è una sola ma ce ne sono diverse. Ognuno si prenda quella che preferisce. Io, dal mio canto, mi servo della logica e vado per similitudini, analogie e per affinità storiche e sociali. In base a questo posso confrontare le varie “verità” e soltanto dopo mi faccio una mia idea. Sono dispostissimo a cambiare opinione, ma solo quando mi si dimostra, senza ombra di dubbio il contrario. Altrimenti per me rimangono chiacchiere, più o meno plausibili, ma sempre chiacchiere a volte palesemente negativiste e disfattiste. E allora, ben vengano mostre come questa che, non saranno “scienza”, ma di”mostrano” molto. Anche io ricordo un tempo, e neanche troppi anni fa, sentivo parlare di “tombe dei giganti” fatte da (o per) veri giganti. Di domus de Janas come abitazioni di piccole creature femminili, custodi di grandi tesori e di poteri magici. E ci credevano davvero, Ma chi lo diceva’, chi ci credeva? Persone tradizionalmente dell’ambiente agro-pastorale, legate a quelle leggende da chissà quante generazioni come se fossero verità indiscutibili. E quando osavo far osservare che non era possibile, che non era vero niente … si offendevano o ti prendevano per matto. Ma i depositari di queste tradizionali leggende erano sempre persone analfabete o semi analfabete che difendevano ciò in cui avevano sempre creduto- Ma i nuraghi? Ci vuole coraggio e fantasia a mettere questi sullo stesso piano delle “Tombe dei Giganti” e delle “Domus de Janas” Perché? per svariati buoni motivi, per esempio: I “Giganti” e le “Janas” sono creature mai esistite, anche se l’origine delle loro leggende sono ben individuabili. Ma i nuraghi? siamo già su piani infinitamente lontani. Infatti
1 - chi dice che erano “fortezze”? Non certo dei pastori analfabeti ma fior di scienziati e non solo sardi. Non sto qui e elencare (ora come ora) per non farla esageratamente lunga, tutti i buoni motivi a favore di tale teoria (?). Ma se non erano fortezze, cosa diavolo potevano essere: templi? costruzioni simboliche che testimoniano la ossessiva mania del popolo nuragico per la matematica e la geometria? magazzini? Rifuggi per viandanti in un territorio “notoriamente” da gente pacifica e che non sapeva neanche della esistenza delle armi? Ecco, queste opinioni le metterei sullo stesso piano delle leggende delle “Janas” e dei “Giganti” 2 - “incastonate in un assurdo quadro di guerra puerile”? intanto le guerre sarebbero tutte puerile se non fossero dei fatti estremamente seri, sempre esistiti nella storia di tutta l’umanità. Certamente tu, caro Maurizzio sei a conoscenza delle “Città Stato” greche e delle loro guerre permanenti, che potevano essere pure “puerili” ma erano terribilmente reali. Per concludere, a parte il fatto che leggende, anche se irreali, non sono mai sciocchezze in quanto fanno parte delle tradizioni di un Popolo Non bisogna annoverare fra queste anche l’ipotesi (secondo me molto di più) dei Nuraghi come fortezze soltanto perché a qualcuno questa “ipotesi” non piace. Se c’è qualcosa di “fuorviante” è proprio questo.
Perciò, caro Maurizio, rassegnati, questa che tu annoveri fra le “sciocchezze fuorvianti”, anche se ti danno fastidio, le sentirai ancora, eccome se le sentirai A proposito, ti ringrazio di avermi dato occasione di attivarmi e di tornare dopo tanto tempo a parlare di queste “sciocchezze” Turritano |
maurizio feo |
Inserito il - 29/11/2010 : 21:52:19 @ Bidus: sì, intendevo uno scudo di quel tipo. Per le piastre metalliche avevo più in mente quello - veramente magnifico - del Museo Pigorini di Roma, che è alto ben 39 centimetri e che quindi offre diversi particolari (possiedo le foto autentiche del fotografo ufficiale del Museo, per cui vedo l'opera da tutti i lati, cosa che non è possibile al visitatore comune del Museo, perché il bronzetto si trova in una vetrina a parete. Ma naturalmente non posso mostrarle, perché ho dovuto impegnarmi in tal senso). Per quanto riguarda le ricostruzioni ed il reenactement, devo dire con rammarico che la materia - affascinante senza dubbio - non è la mia. "Rubo" tutto quello che posso, con la massima attenzione. Ma devo constatare che molti appassionati sardi sembrano non volere troppo bene ai propri antenati, nelle proprie ricostruzioni. Non è credibile che essi si sottoponessero a certe punizioni ed indossassero dei veri e propri cilici, pesanti, scomodi e poco pratici. Non è possibile che fossero stupidi: non sarebbero sopravvissuti così bene come hanno fatto (meglio dei tanto decantati - e più fortunati - Etruschi!).
Insisto col dire che è abbastanza più agevole, ma proprio per ognuno di noi tutti, riuscire a riconoscere le ipotesi (e le ricostruzioni) manchevoli, meno verosimili o del tutto sbagliate... Basta soffermarsi abbastanza a lungo sui problemi e cercare di vedere ogni singolo tema da più punti di vista, applicando la propria critica con logica, distacco e serenità. Certamente, poi, aiuta avere esperienza pratica, possedere un metodo, avere conoscenze specifiche!
Una studiosa americana, archeologa (non faccio nomi) aveva notato sul fondo di vasi nuragici autentici, alcuni segni abbastanza simili e sempre presenti, con poche variazioni. Pensava che fossero segni "apotropaici" beneauguranti e forse esprimessero alcuni segni alfabetici locali. Ne parlò - del tutto per caso - con una giovane artigiana vasaia di Villanovaforru (Roberta Cabiddu). Quest'ultima le spiegò, pur non sapendo affatto quanto lei di Archeologia, stratigrafie etc, che quei segni sono necessari per "raddrizzare" il vaso allorquando all'inizio della cottura esso tende a "sedersi di lato": lo si tira verso l'alto delicatamente, spingendo sul fondo con una canna sottile, che imprime "quei segni sul fondo" essendo l'impasto ancora tenero. Questo, solo per esemplificare quanto la pratica conti in certe cose, e quanto ci si possa talvolta ingannare lasciandosi trasportare troppo dalla fantasia, e quanto non serva affatto avere troppa scienza... |
maurizio feo |
Inserito il - 29/11/2010 : 21:14:24 | .machiavelli. ha scritto:
inviare la risposta o il senno? Orlando lo cercò sulla luna...potresti organizzare un viaggio.
Il mio parere sulla mostra è che si tratta di un evento molto interessante. L'ho ammirata al museo di Cagliari e a Sinnai, e il lavoro fatto dall'artista merita un elogio. C'è sempre da migliorare, e le critiche, se sono propositive, sono utili al perfezionamento di stoffe, colori, metalli e disegni. So che Angela è sempre al lavoro per ampliare il numero dei personaggi e inserire dettagli inediti, ritengo pertanto che i nostri suggerimenti siano graditi.
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Magari ambedue!
Io non sono né buonista, né diplomatico come te. Come ho avuto modo di dire privatamente a qualcuno, anche i "cinepanettoni" o i film con effetti speciali computerizzati" - se preferisci - piacciono a tutti e meritano elogi di qualche tipo: ma non sono arte. Questa mostra meriterà certamente moltissimi elogi: ma non è scienza. Questo è l'unico messaggio "di critica" che, vorrei fosse chiaro, ho desiderato mandare. Il resto è tutto positivo. Ma io ricordo un tempo, tanti anni fa (e Robur dice di essere vecchio lui!), in cui i "gigantinos" erano davvero stati fatti dai giganti, le "domos de janas" erano davvero state abitate da piccola gente ed i Nuraghi erano proprio fortezze, incastonate in un assurdo quadro di guerra puerile. Sciocchezze fuorvianti, che davano fastidio assai (quando credute) e che non vorrei sentire più: ecco perché - ogni qual volta sento di iniziative fuorvianti - mi attivo , magari un poco troppo... |
Bidus |
Inserito il - 29/11/2010 : 20:16:07 | maurizio feo ha scritto: ... lo scudo che spesso si vede nelle ricostruzioni: esso appare più frequentemente piuttosto spesso e bordato da una banderella metallica (assente nei bronzetti). Di che materiale lo si è immaginato? di legno massiccio? Allora perché coprirlo di cuoio? e poi di metallo? E quanto peserebbe, così? Per quanto tempo riuscirebbe un "oplita" a tenerlo su? L'umbone centrale è giustificato indubbiamente dalla necessità di proteggere la mano del portatore, così come anche le bande orizzontali in materiale differente (lacci o pelle o ambedue); è possibile che le zone circolari siano lamina di metallo sottile (è una pratica che ha avuto lunga fortuna fino al Ferro inoltrato, data la sua indubbia efficacia). Ma verosimilmente la tecnica di base era un intreccio ligneo leggero (una tecnica applicatissima in tutte le culture antiche anche per motivi diversissimi: per le costruzioni edilizie - e persino per le strade in luoghi umidi - almeno dal Neolitico fino al 1500 dopo Cristo), per renderlo più facilmente maneggiabile e meno faticosamente trasportabile. Era ben fissato e legato e coperto da strati tesi di cuoio e poi rinforzata con metallo, fissato con borchie passanti. Doveva essere facile e discretamente rapido a costruirsi, perché durava pochissimo ed andava rifatto quasi dopo ciascun singolo scontro.
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Sembrerebbe che descrivi scudi come questo:
| Non vedo mai questa ricostruzione: vedo sempre lo scudo pesante in legno compatto, cerchiato di lamina metallica: praticamente, una ruota piena... |
Forse perché nessuno ti legge abbastanza
| Ma se ancora gli Etruschi portavano corazze di lino intrecciato fitto! (perché fossero più malleabili e più leggere). Invece rappresentiamo ogni possibile protezione del corpo raffigurata nei bronzetti come parti metalliche (naturalmente, in bronzo!). |
E' una descrizione plausibile. |
.machiavelli. |
Inserito il - 29/11/2010 : 19:23:26 inviare la risposta o il senno? Orlando lo cercò sulla luna...potresti organizzare un viaggio.
Il mio parere sulla mostra è che si tratta di un evento molto interessante. L'ho ammirata al museo di Cagliari e a Sinnai, e il lavoro fatto dall'artista merita un elogio. C'è sempre da migliorare, e le critiche, se sono propositive, sono utili al perfezionamento di stoffe, colori, metalli e disegni. So che Angela è sempre al lavoro per ampliare il numero dei personaggi e inserire dettagli inediti, ritengo pertanto che i nostri suggerimenti siano graditi.
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maurizio feo |
Inserito il - 29/11/2010 : 17:26:16 "Continuando a non capire come si fa a giudicare una Mostra, se non la si visita, a distanza di una settimana dalla sua inaugurazione cerco di tracciare il primo bilancio! Intanto, nonostante il maltempo, la mostra è un successo di critica e di partecipazione!"
Intendevo risponderti privatamente. Per errore ho mandato la risposta personale (intesa per te) a Forrighesos, che si starà chiedendo se - e perché mai - io abbia improvvisamente perso il senno. A parte il fatto che tale fatto (la perdita di senno) avvenne ormai qualche lustro fa, spero che forrighesos trovi il modo d'inviartela a sua volta, se non è troppo disturbo per lui...
P.S.: Sono molto contento che la mostra vada bene. |
Forrighesos |
Inserito il - 28/11/2010 : 11:35:26 | Bidus ha scritto:
Una cosa brevissima: a parte la discutibile scelta di proibire l'uso di fotocamere, io la penso come Robur. Per me iniziative del genere sono le benvenute, criticabili quanto si vuole, ma sicuramente utili a stimolare l'immaginazione se non ai più smaliziati , almeno ai più giovani, gli studenti, la gente che normalmente non ha il tempo di leggersi dei pesantissimi mattoni e contemplare i bronzetti nei musei. L'importante non innalzarsi sopra un piedistallo e rivendicare copyright sull'interpretazione dei bronzetti . Mettersi sempre in discussione e accettare critiche non può che giovare alla ricerca.
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Se avessero organizzato i seminari in giornate,vedi sabato o domenica, probabilmente la partecipazione avrebbe avuto una presenza più consistente,visto che il venerdì è un giorno feriale. Mha!! scelte degli organizzatori che avranno avuto le loro buone ragioni. Purtroppo le limitazioni sull'utilizzo dei supporti cine-fotografici da usare in "certi ambienti" è sempre stato argomento di discussioni. |
Bidus |
Inserito il - 28/11/2010 : 10:52:30 Una cosa brevissima: a parte la discutibile scelta di proibire l'uso di fotocamere, io la penso come Robur. Per me iniziative del genere sono le benvenute, criticabili quanto si vuole, ma sicuramente utili a stimolare l'immaginazione se non ai più smaliziati , almeno ai più giovani, gli studenti, la gente che normalmente non ha il tempo di leggersi dei pesantissimi mattoni e contemplare i bronzetti nei musei. L'importante non innalzarsi sopra un piedistallo e rivendicare copyright sull'interpretazione dei bronzetti . Mettersi sempre in discussione e accettare critiche non può che giovare alla ricerca.
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