V I S U A L I Z Z A D I S C U S S I O N E |
Stone Pages |
Inserito il - 04/11/2010 : 16:19:06 Cari amici, forse vi ricorderete della nostra segnalazione su questo forum della cosiddetta "tomba della scacchiera": una meravigliosa domus de janas riccamente decorata, situata nei pressi di Bonorva, e che era stata (a nostro avviso) inopinatamente sigillata dalle autorità dopo un primo scavo archeologico, facendo calare un velo di segretezza sulla scoperta.
Volevamo aggiornarvi sugli sviluppi della situazione.
Il mese scorso abbiamo organizzato in Sardegna un incontro tra gli archeologi George Nash (un esperto internazionale di arte preistorica), l'archeologa Jayne Pilkington (esperta di conservazione), il sindaco di Bonorva Mimmino Deriu e Antonello Porcu, la persona che ha realizzato le immagini "non ufficiali" della tomba e che tramite la diffusione della nostra notizia hanno fatto letteralmente il giro del mondo. Tristemente assenti i rappresentanti della Soprintendenza di Sassari e Nuoro, che a quanto pare non hanno raccolto l'invito del sindaco.
Oltre a discutere delle possibilità di recupero ed apertura della tomba della scacchiera, in modo che possa essere resa fruibile se non al pubblico, perlomeno agli esperti internazionali, abbiamo effettuato un sopralluogo alla necropoli in cui si trova la tomba. Con grande costernazione - soprattutto degli archeologi stranieri - abbiamo constatato che, mentre la tomba della scacchiera è totalmente ricoperta di terra e cemento e quindi assolutamente non visitabile, le altre tombe della necropoli, scavate più di un decennio fa e malamente sigillate, sono invece in preda di pesanti infiltrazioni d'acqua e crolli delle impalcature di sostegno. Il sindaco di Bonorva ha perciò chiesto ai due archeologi Nash e Pilkington di realizzare una relazione tecnica che egli stesso farà pervenire ai vertici politici regionali, in modo da informarli sull'intera questione, nella speranza di smuovere qualche coscienza.
La situazione è ovviamente critica, così come ha notato proprio in questo forum anche l'utente Forrighesos in un suo recente thread. Tutto ciò ci ha spinti a realizzare congiuntamente a George Nash un comunicato stampa che è ora disponibile in lingua italiana in formato pdf e che rappresenta in sintesi l'analisi tecnica effettuata dagli archeologi, ma anche una denuncia della sfacciata violazione, da parte delle autorità italiane preposte alla conservazione della necropoli, di alcuni degli articoli della Convenzione europea per la salvaguardia del patrimonio archeologico.
Accudiamo a questo messaggio qualche foto della necropoli di Sa Pala Larga (in particolare l'interno della tomba n.3) a corredo di quelle già pubbicate sul forum dall'utente Forrighesos e che non hanno bisogno di ulteriori commenti da parte nostra.
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15 U L T I M E R I S P O S T E (in alto le più recenti) |
DedaloNur |
Inserito il - 26/01/2012 : 17:25:13 ma non c'era un prodotto urilizzato,proprio per questi casi, contro le radici? |
Tomboi |
Inserito il - 26/01/2012 : 12:45:55 Speriamo in un tempestivo intervento! Le radici, sia per le domus che per i nuraghi, sono il peggior nemico... Nella domus V di S'Elighe Entosu (Usini) hanno provocato danni enormi:
Non sono mica necessari milioni di Euro per rimuovere periodicamente la vegetazione! bah |
DedaloNur |
Inserito il - 25/01/2012 : 23:58:54 | Forrighesos ha scritto: Una mia personalissima considerazione ; ma i tombaroli avrebbero potuto fare quello che vedete??????!!!!!!!
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se non altro i tombaroli non avrebbero fatto attecchire le radci..
quacluno di mia conoscenza mi stava spiegando come in Irlanda hanno valorizzato i loro siti...un abissi con quanto avviene qui... |
Forrighesos |
Inserito il - 25/01/2012 : 22:45:16 Come promesso questo è un particolare della situazione attuale della sepoltura " Tomba dipinta o Tetto a capanna" della necropoli di Sa Pala Larga. Una mia personalissima considerazione ; ma i tombaroli avrebbero potuto fare quello che vedete??????!!!!!!!
Notate quelle radici che crescendo si insinuano nelle piccole crepe spaccano irreparabilmente le figurazioni nella roccia. |
Forrighesos |
Inserito il - 25/01/2012 : 14:22:29 Ciò che maggiormente preoccupa sono le infiltrazioni di acqua piovana che penetrano all'interno degli ambienti e potrebbero danneggiare irrimediabilmente i dipinti.,
Questo si potrebbe ipotizzare nella Tomba a scacchiera8 attualmente sigillata), ma per quanto riguarda le altre sepolture(chiuse maldestamente con cemento, rete da pollaio e legno da cantiere), i dipinti sono completamente danneggiati, non solo, il microclima anomalo che con la chiusura si è creato, ha favorito la crescita di una sorta di vegetazione ( a mò di radice) che stà intaccando la roccia e con essa le figurazioni incise e scolpite. Qanto prima posterò qualche scatto
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Ammutadori |
Inserito il - 25/01/2012 : 11:26:19 speriamo bene |
Stone Pages |
Inserito il - 23/01/2012 : 08:55:47 Qualche giorno fa l'argomento della gestione delle tombe nell'area di Mariani (Sa Pala Larga) è stato ripreso da La Nuova Sardegna:
Bonorva, cemento sulle domus de janas Murate dalla Soprintendenza contro i tombaroli. E la notizia gira su Internet
BONORVA. Un viaggio su internet può talvolta servire a scoprire e conoscere meglio il territorio nel quale si vive e avere il senso compiuto dell'esistenza di monumenti e reperti ancora sconosciuti e da portare alla conoscenza e studio di tutti.
Da una ricerca mirata sul parco Mariani è emersa l'esistenza all'interno del compendio, in località «Sa Pala larga», di un inestimabile patrimonio archeologico, custodito per migliaia di anni dai boschi delle colline e costituito da sette tombe preistoriche che giacciono sotto una colata di cemento che non è più in grado di preservarne le condizioni e l'incolumità.
Dalla lettura sul sito si può apprendere che la meravigliosa scoperta è stata nascosta al pubblico e le domus de janas sono state sigillate per volere della Soprintendenza, per preservarle da tombaroli e vandali.
Una decisione che, seppure condivisa per ciò che riguarda la sicurezza e presa in funzione di un eventuale finanziamento per il restauro e la riapertura, pare non sia stato gradita per il metodo utilizzato né per la mancata pubblicità data all'evento. Una grande colata, mista di terra e cemento, nasconde parzialmente un passaggio-ingresso, con una facciata scavata nella roccia e che introduce a una tomba di grandi dimensioni, denominata «Tomba a scacchiera» o «degli scacchi», con tre celle laterali.
La struttura è decorata con disegni luminosi in ocra rossa, con toro ed enormi teste scolpite sul lato lungo della camera, e con il tetto, alto 1 metro e 70, scolpito secondo la disposizionea tavolato di legno, dipinta in blu scuro e bianco. L'elemento caratteristico è la serie di grandi spirali rosse dipinte su una cella di lato: un totale di sette spirali, molte di loro interconnesse. La qualità della pittura antica è stupenda. Sul tetto di una volta a fianco esiste anche una figura geometrica che è raro trovare in domus simili, un motivo in bianco e nero, a scacchi, probabilmente unico in un sito che dovrebbe risalire al Neolitico e legato alla cosiddetta cultura di Ozieri (dal 3800 a.C. a 2900 a.C.).
In un'altra tomba che prende il nome di «Sa pala larga», dalla zona nella quale è stata scoperta la scultura di una testa di toro impressionante, collocata sopra una serie di spirali che formano una sorta di albero della vita. Tante bellezze assieme ad altre, che non abbiamo potuto visitare né conoscere, sono sigillate, ormai in modo fatiscente, tanto che alcuni varchi a cielo aperto ne indicano la possibilità di accesso, seppure difficoltoso. Ciò che maggiormente preoccupa sono le infiltrazioni di acqua piovana che penetrano all'interno degli ambienti e potrebbero danneggiare irrimediabilmente i dipinti.
«Siamo d'accordo che è necessario preservare le tombe dall'opera devastante dei tombaroli e saccheggiatori - ha osservato il sindaco Giammario Senes - ma non vorremmo che la cura utilizzata si riveli peggio della malattia che si vuole curare». E' per cercare di recuperare questo patrimonio, che fa parte di un tesoro nazionale, che il primo cittadino si sta attivando per studiare, in sintonia con la soprintendenza, una soluzione a breve che possa offrire al paese una nuova opportunità turistica, da collegare al parco Mariani.
Link all'articolo originale
Ovviamente vi terremo informati di ogni possibile sviluppo. Ad ogni modo, è incoraggiante notare come il sindaco di Bonorva condivida la nostra opinione e si sia attivato per rendere fruibili questi straordinari monumenti. |
Trambuccone |
Inserito il - 25/03/2011 : 16:37:50 Piccolo OT riferito agli scavi della necropoli olbiese di cui si riferisce qualche post più indietro:
http://lanuovasardegna.gelocal.it/c...orto-3424411
Se questa non si chiama velocità..........
T. |
Stone Pages |
Inserito il - 24/03/2011 : 18:58:31 Ammutadori ci ha preceduto - complimenti per la tempestività! ;)
Come potete leggere dall'articolo, la questione è lungi dall'essere risolta e dalle parole della rappresentante della Soprintendenza a nostro avviso non si riscontra un atteggiamento di particolare apertura e collaborazione, indipendentemente dal problema dei fondi a disposizione, che è ovviamente comune a tutti gli enti culturali del nostro paese e non solo quelli sardi.
In questi mesi non siamo rimasti con le mani in mano, ed abbiamo perseverato nell'intento di diffondere il più possibile le notizie sulla necropoli di Sa Pala Larga - e della Tomba della Scacchiera in particolare - soprattutto tra gli appassionati di archeologia e il mondo accademico. A questo riguardo, vi segnaliamo che tra il 2010 e il 2011 la rivista "Sardegna Antica" ha pubblicato due articoli che abbiamo scritto assieme all'archeologo inglese George Nash:- Contestualizzazione dell'arte rupestre dipinta in Sardegna: ritrovamenti pieni di splendore (Sardegna Antica n.37 pp 38-40)
- Salvaguardia, buonanorma e "consumismo" - "Sa Pala Larga" (Bonorva - Sardegna) (Sardegna Antica n.38 pp 34-36)
Questo mese abbiamo inoltre pubblicato - sempre con George Nash - l'articolo "Seeking, Finding and Hiding: A Recent Neolithic Burial-ritual Rock Art Discovery in Northern Sardinia" su Time and Mind (Volume 4 - Issue 1, pp 31-42), una rinomata rivista britannica di archeologia. In questo modo, la questione è ora di pubblico dominio anche nel mondo accademico di lingua inglese.
Possiamo anticiparvi che nel prossimo futuro vorremmo organizzare un incontro tra l'archeologo George Nash, il Soprintendente per i beni archeologici delle province di Sassari e Nuoro e i rappresentanti istituzionali di Bonorva e della provincia, dato che il nostro obiettivo principale è comunque quello di sviluppare un piano di conservazione a lungo termine delle tombe della necropoli di Sa Pala Larga. Se poi si riuscirà anche a trovare un modo per rendere questi splendidi monumenti fruibili al grande pubblico, tanto meglio.
Vi terremo aggiornati sugli sviluppi della questione. |
Ammutadori |
Inserito il - 24/03/2011 : 14:11:38 La Tomba della Scacchiera Una meraviglia sigillata a Bonorva L'acceso dibattito è nato su internet
SASSARI. Da una parte c'è la Soprintendenza archeologica per le Province di Sassari e Nuoro. Dall'altra, due giornalisti romani appassionati di siti megalitici, fondatori della rivista on line Stonepages.com. In mezzo, l'eccezionale Tomba della Scacchiera, settimo ipogeo della necropoli di Sa Pala Larga nel comune di Bonorva. Una sepoltura della Cultura di Ozieri (anteriore 3000 a.C.) che i due appassionati, Paola Arosio e Diego Meozzi, definiscono “un dilemma da risolvere”: una bellezza “sigillata” che non si può visitare. Sull'argomento hanno pubblicato diversi articoli su internet (e non solo) con la consulenza dell'archeologo britannico George Nash, specialista in arte preistorica del Dipartimento di Archeologia ed Antropologia dell'Università di Bristol. Con la potenza della Rete hanno suscitato un dibattito che, finora, ha agitato soprattutto le acque del web. L'anno scorso la Tomba della Scacchiera, così denominata per alcune decorazioni parietali, andava per la maggiore sui forum dedicati all'archeologia; centinaia di utenti hanno bombardato di e-mail il soprintendente Bruno Massabò e l'archeologa Luisanna Usai, responsabile scientifica delle zone Logudoro- Meilogu e Marghine. «Una vicenda che mi ha amareggiata, ma ho la coscienza a posto», ha detto l'archeologa a SassariNotizie.
La versione di Stonepages.com Arosio, Meozzi e Nash criticano le modalità di conservazione, tutela e valorizzazione del monumento messe in campo dalla Soprintendenza, che ha diretto lo scavo realizzato con fondi regionali da Francesco Sartor e Cecilia Parolini (La Sapienza) tra settembre 2008 e aprile 2009, nell’ambito di una convenzione tra il Comune di Bonorva e l’università romana che includeva l’indagine di tutta la tenuta di Mariani. I fondatori di Stonepages.com hanno pubblicato l'ultimo comunicato stampa a marzo 2011 sulla rivista britannica “Time & mind”. Dell'ottobre 2010 è un precedente comunicato stampa, successivo al sopralluogo effettuato sul posto dai due giornalisti assieme all'archeologo di Bristol. Alla Soprintendenza si rimprovera di aver “sigillato” la tomba con grandi blocchi di pietra ricoprendo in seguito il tutto con un riempitivo di cemento. Un materiale che corrode la pietra, e a dimostrazione di ciò, gli autori adducono l'esempio della Tomba numero 3 “delle spirali”, oggi sommersa dall’acqua (scavata negli anni '90, ndr). La Soprintendenza inoltre viene accusata di aver «precluso il sito sia ai visitatori che ai ricercatori». «Nessuno può reclamare un diritto esclusivo sul passato», si legge nel comunicato, che in appendice riporta gli articoli 7, 8 e 9 della Convenzione europea della Valletta per la salvaguardia del patrimonio archeologico e la condivisione delle scoperte con la comunità scientifica. Un documento «violato» dalla Soprintendenza di Sassari e Nuoro, secondo Arosio e Meozzi che dicono di essere venuti a conoscenza del sito grazie alle immagini non ufficiali scattate da Antonello Porcu, un imprenditore della zona appassionato di archeologia. Si fa notare a Luisanna Usai, inoltre, di non aver pubblicato notizie ufficiali sulla Tomba della Scacchiera, se si esclude «una breve esposizione orale nel corso della Riunione scientifica dell’Istituto italiano di Preistoria e Protostoria – La protostoria della Sardegna (Cagliari, 27 novembre 2009)». «Abbiamo sempre cercato un dialogo con la Soprintendenza ma abbiamo sempre trovato un muro d’indifferenza se non aperta ostilità», affermano Meozzi e Arosio, e citano come esempio un incontro organizzato a ottobre 2010 tra loro, Nash e il sindaco di Bonorva. «Peccato che la Soprintendenza abbia deciso di ignorare completamente l'invito del sindaco, non facendosi vedere all'incontro».
La replica della Soprintendenza. «L’unica affermazione che mi trova d’accordo riguarda l’eccezionalità della tomba, dovuta soprattutto alle bellissime pitture interne», afferma Luisanna Usai. «Per prima cosa, vige un codice etico non scritto tra colleghi, per cui un archeologo non si sognerebbe mai di pubblicare su internet giudizi pesanti sul lavoro di un altro archeologo. E non dovrebbe nemmeno essere consentita la divulgazione di immagini di monumenti inediti scattate di nascosto, come ha fatto il signor Porcu». All’accusa di aver deliberatamente precluso la fruizione del sito, Usai risponde così: «La necropoli si trova in un luogo isolato e difficilmente accessibile in cui, al momento, si può arrivare solo a bordo di un fuoristrada. E nego decisamente che sulla tomba si stata gettata una colata di cemento: prima è stata avvolta in tessuto non tessuto, poi ricoperta di terra e infine di cemento, che dunque non è assolutamente a contatto con la pietra». La roccia è trachite-ignibrite rossastra molto friabile. «Ora la tomba è chiusa perché secondo gli esperti di conservazione, tra cui la restauratrice Andreina Costanzi Cobau, la luce rovinerebbe in modo irreparabile i motivi decorativi interni. Per questo motivo, anche quando il sito sarà valorizzato, gli accessi dovranno essere regolati. Lo hanno detto gli stessi restauratori che si sono occupati della necropoli di Sant’Andrea Prius». A proposito della Convenzione della Valletta, «ben prima di questa, c’è l’etica degli archeologi per i quali la conservazione del Bene culturale è la cosa più importante». Questione tutela e valorizzazione: «A Sa Pala Larga ci saranno sempre problemi di valorizzazione per la posizione isolata del sito. E poi non abbiamo la bacchetta magica: mancano i fondi. Abbiamo provato in tutti i modi a ottenere i soldi necessari per realizzare il progetto preparato dalla stessa ditta romana che si sta occupando del restauro delle statue di Mont’e Prama. Servono 300mila euro, ma non li abbiamo ottenuti né tramite gli stanziamenti ordinari del Ministero, né da Arcus». L’accusa che più le dispiace, però, è quella della mancata divulgazione: «Con permesso, non sono gli altri che devono indicarmi i canali con cui comunicare. Gli atti della Riunione dell’Istituto italiano di storia e protostoria sono in pubblicazione, e una relazione ancora più dettagliata sulla tomba numero 7 uscirà a breve sul primo numero di Erentzias, la nuova rivista della Soprintendenza». Infine: «Non sapevo nulla dell’incontro con il sindaco e l’archeologo inglese perché nessuno mi ha detto niente. I miei referenti erano il capo dell’ufficio tecnico e l’assessore alla Cultura».
Mancanza di fondi. «Ciò che deve scandalizzare la gente è la mancanza di fondi. Non facciamo polemica fine a se stessa su un singolo caso. L’ultima finanziaria ci ha attribuito solo 100mila euro per la tutela di due province».
Della Tomba della Scacchiera sentiremo ancora parlare. http://www.sassarinotizie.com/artic...bonorva.aspx |
maurizio feo |
Inserito il - 14/11/2010 : 13:02:45 Le rovine del passato si conservano meglio sotto terra. Quando è sottoterra, la reliquia non costa niente ed il terreno la protegge meglio di qualsiasi altra cosa. Se la tiri fuori devi (meglio dire dovresti): 1) proteggerla dalle intemperie (il che - oltre all'ossidazione, alle pioggie ed il vento dovrebbe includere anche la pericolosissima "salinizzazione", l'esposizione agli agenti inquinanti corrosivi, etc, etc.), e 2) dagli insulti - resi più facili e diretti - dei bipedi decerebrati e dalle loro manine sante. 3) organizzare e programmare tutto quello che è necessario per la cosiddetta "fruizione". 4) Programmare per tempo tutti gli interventi necessari per la conservazione adeguata, la valorizzazione, la pubblicizzazione (inutile avere un bene da fare vedere, se nessuno poi te lo viene a vedere). Molta la spesa e poca la resa: senza contare che vocaboli come "programmazione" sono spesso considerati osceni. Non a caso c'è chi ha proposto di risotterrare anche Pompei (dove i "guardiani", regolarmente stipendiati dallo Stato, spesso ti dicevano: "Il tal posto è momentaneamente chiuso e non si può visitare... Però io ho le chiavi". Intendendo che gruppi di eletti potevano anche riuscire a visonare il posto momentaneamente proibito, grazie ad una spontanea "mancia" non sollecitata). Il Belpaese! |
Ammutadori |
Inserito il - 11/11/2010 : 00:00:08 Va bene sotterrare in certi casi, l'importante però è divulgare le scoperte... |
Forrighesos |
Inserito il - 10/11/2010 : 23:21:33 | DedaloNur ha scritto:
dispiace ....ma la scelta è giusta: meglio concentrare le risorse e tutelare quel che già è disseppellito ed esposto all'insipienza umana. il resto è giusto che rimanga sottoterra; l'alternativa è che si ripetano casi come sa pala alta.
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Duro da digerire ma sotterrare quello che non si può asportare può essere momentaneamente corretto, quello che mi preoccupa è la cruda realtà che ,sovente, i reperti ritrovati dopo la catalogazione rimangono nei sotteranei dei musei per una infinità di tempo Vedi esempio dei Giganti di Montiprama |
Lessa |
Inserito il - 10/11/2010 : 23:16:36 Che incazzzzz accidenti... ridicoli, semplicemente ridicoli... che paese di ***** (tante stelline ) |
DedaloNur |
Inserito il - 10/11/2010 : 20:42:08 dispiace ....ma la scelta è giusta: meglio concentrare le risorse e tutelare quel che già è disseppellito ed esposto all'insipienza umana. il resto è giusto che rimanga sottoterra; l'alternativa è che si ripetano casi come sa pala alta.
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