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Nota Bene: Lo Zafferano di Sardegna (Crocus sativus L.) veniva usato sin dall’antichità sia come colorante per gli abiti e sia come pregiato condimento gastronomico. Ogni ettaro di terreno è in grado di produrre circa sette kg di preziosi stimmi che essiccati e polverizzati danno luogo alla spezia. Per avere un kg di stimmi occorrono circa 120.000 fiori che devono essere raccolti all’alba prima che il fiore si apra. Per le sue eccellenti qualità da qualche anno è stata riconosciuta la D.O.P. per la zona di produzione San Gavino Monreale, Turri e Villanovafranca nella provincia del Medio Campidano.



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 Tzricotu - 4 calchi di "tavolette"? FALSI!

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V I S U A L I Z Z A    D I S C U S S I O N E
MirkoZaru Inserito il - 14/02/2010 : 20:56:26
DOMENICA 7 FEBBRAIO 2010
In realtà è una storia di calchi su calchi

di Mirko Zaru



Immagini ingrandite qui: http://3.bp.blogspot.com/_a8pvThijn...h/totale.jpg

Preso atto dell’"attenta" analisi del sig. Brundu, vorrei portare agli occhi di tutti dei particolari ancora non divulgati sui reperti (o meglio sul reperto) di Tzricotu. Riporto un breve estratto dal commento del Sig. Brundu il quale afferma:
Sa che i modelli da fusione sono la copia dell'oggetto finito? Pertanto quell'oggetto finito dovrebbe avere le decorazioni in negativo.Un po' strano non trova?Già,ma per lei le decorazioni del "prototipo" sono in positivo,dimenticavo.
http://gianfrancopintore.blogspot.c...zricotu.html

Il reperto (quello in bronzo che chiamerò A per comodità, l’unico reperto che abbiamo) presenta in rilievo una sorta di U decorata, effettivamente, con incisioni in negativo! Non si tratta di un modano, ma di un prodotto già fuso e mai ultimato: manca, infatti, il taglio, la bulinatura e la finitura del pezzo. Chiaramente, se si deve prendere per buono quanto riferitoci, gli altri presunti reperti devono essere realizzati inversamente, oppure qualcuno si è dimenticato di precisare che si tratta di calchi realizzati su calchi!
Per realizzare un calco con “U” in rilievo e incisioni in negativo (come mostrano le foto dei presunti reperti), essi dovevano presentare “U” in negativo e incisioni in positivo (e qui torniamo ai modani in positivo di cui ho parlato, pronti per la fusione). Oppure si è provveduto a realizzare dei calchi, farli asciugare, e successivamente fare altri calchi con una pasta per ottenere “U” positiva e incisioni in negativo. Bhe, allora la cosa si complica un bel po’! Anzi si complica tremendamente!
Purtroppo, il Sig. Sanna è incappato in uno scherzo di pessimo gusto: verosimilmente, qualche lestofante, si è divertito a rifilargli dei calchi falsi, accuratamente elaborati per farlo cadere nel tranello! Prendiamo i calchi dei presunti reperti di Tzricotu: li chiamerò B, C, D, e con E (il calco del reperto conosciuto), come da figura, per comodità. Si possono facilmente individuare, in tutti i calchi B, C, D, E, le incisioni riscontrabili nel reperto A conosciuto, le quali combaciano perfettamente se sovrapposte.
I calchi B, C, D, mostrano incisioni aggiuntive a quelle del reperto A, tutte diverse le une dalle altre. Ora analizziamo “la centina” citata da Sanna che in realtà è l’eccesso di fusione: quest’ultimo cambia da fusione a fusione, nella forma e nelle dimensioni.
Ma proviamo a paragonare il calco del reperto A (calco E) con il calco B, C, D, per esempio: potete guardare la sovrapposizione dei calchi qui. Le dimensioni sono esattamente le stesse la differenza di dimensione è dovuta dalle foto. Senza aver ancora analizzato le incisioni possiamo vedere come i calchi E,B,C,D, siano stati realizzati dalla medesima matrice, che guarda caso è il reperto A (l’unico conosciuto). E cosa si portano appresso i calchi? I difetti dovuti alla fusione e all’ossidazione del reperto A!
Ciò dimostra chiaramente che le altre incisioni sono state aggiunte dopo il calco della stessa matrice realizzata con il reperto A. Ad avvalorare l’ipotesi sono le incisioni comuni per tutti i calchi e perfettamente combacianti! Per quanto riguarda i calchi B, C, D, si tratta, con tutte le motivazioni portate, di falsi e anche grossolanamente realizzati.
Il sig. Sanna, quindi ha interpretato, a sua opinione, segni fasulli ma impressi con maestria, verosimilmente in buona fede e ignaro della falsità dei calchi. Al tempo stesso è presumibile una falsità di base del reperto A che può essere stato facilmente realizzato e collocato sul posto. In ogni modo, è indiscutibile il fatto che non si tratti di reperti nuragici, e che, tantomeno essi possano essere presi in considerazione, in quanto dubbi, nella scientificità. Resta da chiedersi, perciò, con che metro si possano valutare gli altri elementi portati a confronto di questi, chiaramente fasulli.
Se gli elementi forniti come prova della falsità dei calchi non dovessero bastare sono pronto a fornirne ulteriori.
3   U L T I M E    R I S P O S T E    (in alto le più recenti)
albertune Inserito il - 15/02/2010 : 21:36:40
Oh Zaru ti stai dannando l'anima (a gratis a quel che capisco) per dimostrare che ci sono dei dis... che vivono ad infinocchiandum proximum. Ma come gliene uccidi uno, hanno pronto un altro cyborg, hai voglia a inseguirli... Devono arrivare alla presentazione del libro, fibrillando la discussione. Ma se li ignoraste invece? Oppure comprate un bel paginone il giorno prima dell'uscita del libro, dicendo che è tutta una montatura, e offrendo un bel po' di prove

alberto
desi satta Inserito il - 15/02/2010 : 20:31:02
Sì, credo che tu abbia ragione (in merito al fatto che si tratti di falsi). Riguardo le considerazioni in merito all'"affronto agli avi", mi pare esagerato, però ciascuno la pensa a modo proprio. Tuttavia non credo che i fantaX di turno amemtteranno di essersi sbagliati, semplicemente non fa parte del loro corredo culturale, e del resto la fantascienza non ha bisogno di smentite (e la fantapaleografia neppure).
MirkoZaru Inserito il - 14/02/2010 : 21:00:20
Cosa vogliamo aggiungere?
Controlliamo (grazie al prof. Sanna) i segni delle medesime ossidazioni presenti in tutti i calchi
http://www.archeologiasarda.com/ossidototal.jpg
L’ultimo calco presentato da Sanna si è semplicemente dimostrato “uno della sequenza”…
Si, di quella sequenza di falsi, improponibili e disgustosi!
Già, Gigi Sanna ha sbagliato, e che ne dica, non è più possibile ammettere questa indecenza, è un insulto ai nostri avi.
Purtroppo, come lui ci sono cascati anche altri, chi più e chi meno titolato.
Adesso, chiaramente, ci si aspetta che come si sia tirata fuori la sensazionale scoperta della scrittura dei nuragici sulle “tavolette di Tzricottu” chi di dovere, dovrà pubblicamente smentirsi.
Quindi, perlomeno, si dovrebbe per coerenza, pubblicare sui giornali la smentita delle varie notizie pubblicate nei vari anni che hanno accompagnato la vicenda!
Chiaramente, bisogna rivedere tutti i reperti presentati dal Sanna in una nuova ottica, consapevoli, che il suo metro di valutazione di autenticità dei reperti o delle iscrizioni non è scientificamente valido.
Inoltre, per quanto mi riguarda, chiedo delle scuse formali del Sanna, il quale, da sempre, ha mirato a sminuire i miei accorgimenti, insultandomi e dandomi del giullare. (a meno che non pensi ancora di aver ragione!)
Questa vicenda deve essere un messaggio forte per dire basta, un basta urlato!
Personalmente sono stanco di vedere questa nostra terra messa nel ridicolo da studiosi (e che se ne dice Sanna lo è, ma ce ne sono tanti altri) che non vedono più lontano del loro naso.
Se si vuole parlare di archeologia in Sardegna non si può fare a meno di usare un approccio epistemologico, unendo il pensiero di Popper a quello di Kuhn per arrivare ad un nuovo metodo, più ampio nelle metodologie di valutazione e di approccio alla discussione, che come in questo caso, deve vedere a priori la possibilità che tutto l’inusuale e il fuori strato (in contesto di indagine di scavo) sia falso fino a prova contraria.
Del pensiero di Popper, va quindi corretta la sua mancanza nel dichiarare che una teoria non può essere smentita da un'altra teoria, ovvero, è utile esaminare tutte le teorie possibili per arrivare il più vicino possibile alla verità!
Nella “metafisica razionalistica”, almeno in quella classica, la verità non è altro che il frutto dell’evidenza.
Ma la verità può senza dubbio essere interpretata in modi diversissimi, neopositivisticamente dettata dal verificazionismo che la vede avvalorata solo da affermazioni empiriche o relativisticamente con razionalismo critico.
Quindi, l’evidenza può essere ottenuta solo in base ad una rivalutazione delle carte in tavola, rimettendo in discussione le ipotesi e le realtà acquisite come certe.
Questo succede perché le realtà certe non sono altro che ipotesi, in quanto, ogni verità è da rapportarsi alle conoscenze del periodo in cui è stata formulata e dei dati allora posseduti.
Di conseguenza l’uomo nella sua individualità è portato a sbagliare in buona fede, ed è qui che Popper propone che le verità non sono dettata dall’evidenza, ma da una serie di dati opinabili che portano l’evidenza ad essere solo il risultato della non scientificità delle verità.
In base a questo ragionamento si può arrivare a conclusioni più “veritiere” o forse meglio dire “evidenti” e questo è il mio obbiettivo primo!
Spero, in queste poche righe, di aver spiegato in modo essenziale un pensiero profondo e lungo da espletare che è base del mio ragionamento, qualsiasi sia il problema in esame.
Una volta imbastito il problema è fondamentale fare riferimento alle maestranze e alle figure professionali valide.
Una cosa è certa, il metodo funziona!

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